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Termini per i quali attualmente non si dispone di una traduzione ufficiale: proposte e osservazioni

- Le unità lessicali: i composti

2.3. I TERMINI NELLE DIVERSE LINGUE: OSSERVAZIONI E RIFLESSIONI

2.3.2. Situazione di partenza

2.3.3.2. Termini per i quali attualmente non si dispone di una traduzione ufficiale: proposte e osservazioni

Si può senza dubbio affermare che un termine che è stato oggetto di attenzione da parte della ricerca in lingua tedesca è Friedenskompetenz (→), legato agli studi del Friedenspädagogisches Zentrum dell’Università di Klagenfurt, della Zentrale für politische Bildung di Bonn e di altre istituzioni attive nel campo della cultura di pace in Austria e in Germania.

La Friedenskompetenz fa parte del discorso sull’educazione alla pace attraverso l’acquisizione di specifiche competenze e può essere considerata una sintesi di competenze, quali Gerechtigkeitskompetenz (competenza e sensibilità nel riconoscere ciò che è giusto e ciò che è ingiusto), ökologische Kompetenz (competenza ecologica, consapevolezza delle problematiche della tutela dell’ambiente e della violenza insita nel danno ambientale), historische Kompetenz (competenza storica, capacità di superare l’ambito di una visione nazionale, per aprirsi a una dimensione europea e mondiale) e altre ancora207.

Questo concetto non è stato finora preso in considerazione nella ricerca in lingua italiana. Il termine in questione viene reso come abilità di pace in una pubblicazione in italiano di Wintersteiner208 ma, avulso dal discorso scientifico in cui è sorto, non trova in quest’ultima lingua lo stesso chiaro aggancio ad un concetto. Nonostante la soluzione traduttiva in questo caso si presenti semplice, si ritiene tuttavia difficile considerare i due termini perfetti equivalenti, per via dello stretto legame del termine in lingua tedesca con l’ambiente accademico che l’ha coniato e posto nell’ambito di un insieme di concetti in un discorso scientifico. Si potrebbe obiettare che, da questo punto di vista, molti altri termini sono legati ad un particolare ambiente accademico o ad un particolare studioso, si vedano per esempio i termini in inglese coniati da Galtung, la cui equivalenza con i corrispondenti di altre lingue non viene messa in dubbio. Questo si spiega col fatto che tutti gli studi più importanti di Galtung sono stati tradotti, è stato quindi possibile ricostruire il suo sistema concettuale in altre lingue, in questo caso l’italiano e il tedesco. Soltanto quando ci sarà una traduzione

207 Cfr. Wintersteiner 2005, pag. 283.

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in italiano dei contributi che hanno concorso nel loro insieme a formare il concetto di Friedenskompetenz, anche l’italiano competenza di pace potrà avere un aggancio al discorso scientifico nella sua complessità e ottenere quella chiarezza, che lo renderanno equivalente del termine tedesco.

Il caso più complesso dal punto di vista dell’equivalenza traduttiva nell’ambito di questo linguaggio riguarda tuttavia quella parte delle discipline storiche che, nella ricerca di un superamento di visioni parziali e nazionalistiche, dà un significativo contributo alla cultura di pace. Il termine italiano storia condivisa209 è di recente introduzione e indica l’impegno di alcuni storici, riunitisi in apposite commissioni, di riscrivere la storia recente di popoli e nazioni, fino a ieri divisi da odi e nazionalismi, che ora si cercano di superare anche tramite un lavoro storiografico per quanto possibile imparziale, nel quale tutti i soggetti coinvolti si sentano egualmente rappresentati. Questo è pure uno degli obiettivi del lavoro storiografico degli specialisti di lingua tedesca che fanno riferimento alla Erinnerungskultur210, cultura del ricordo. Come si può meglio comprendere nella parte dedicata alla trattazione di questi termini, il tedesco Erinnerungskultur indica un vasto campo di tematiche legate alla gestione della memoria storica, tra cui anche quelle relative alla storia condivisa. Il termine tedesco ha pertanto un campo semantico più ampio di quello italiano; quest’ultimo indica invece un concetto non solo più preciso e più circoscritto, ma soprattutto particolarmente vicino alle tematiche della cultura di pace, poiché trovare un modo condiviso di raccontare la storia, o evidenziare ciò che ha unito i popoli al di là delle guerre, è un modo di trasformare il conflitto (trascendere e trasformare il conflitto →). Per il concetto di storia condivisa si propone in tedesco il termine gemeinsames europäisches Gedächtnis, espressione usata da Liebhart nel suo saggio di confronto tra le Erinnerungskulturen di alcuni Paesi europei:

209 Per una panoramica esauriente sul concetto di storia condivisa cfr. Salimbeni 2006a e Salimbeni 2006b.

210 Per una trattazione esauriente sul concetto di Erinnerungskultur cfr. Cornelißen 2003, pag. 548 e segg.

Vor diesem Hintergrund kann der Prozess der europäischen Integration nicht nur hinsichtlich ökonomischer und politisch-institutioneller Fragestellungen analysiert, sondern auch auf der symbolischen Ebene auch als Versuch beschrieben werden, ein gemeinsames EUropäisches211 Gedächtnis als Referenz für die Herausbildung einer europäischen Identität zu etablieren. Die Mitgliedstaaten der Europäischen Union stehen gegenwärtig vor der Herausforderung, ihre nationalen Gedächtnistraditionen in Einklang mit EUropäischer Gedächtnispolitik zu bringen212.

(Con questo background il processo dell’integrazione europea può non solo essere analizzato in considerazione delle problematiche economiche e politico-istituzionali, ma anche essere descritto a livello simbolico come un tentativo di affermare una comune memoria EUropea come punto di riferimento per la costruzione di un’identità europea. Gli Stati membri dell’Unione Europea si trovano ora di fronte alla sfida di conciliare le loro tradizioni relative alla memoria con una politica EUropea della memoria. Traduzione propria)

2.3.4. Conclusioni

Si osserva che la traduzione di molti termini dall’inglese ha permesso un ampliamento e un arricchimento del linguaggio della cultura di pace nelle lingue di arrivo; l’attività di traduzione ha infatti spesso un effetto creativo, sia nel caso in cui ricorra al prestito e al calco, che alla formazione di neologismi213.

Essendo le scienze di pace (ricerca ed educazione) discipline giovani214, la relativa terminologia è di recente formazione; non si è pertanto verificata, né in tedesco né in italiano, quella sovrapposizione di termini dall’inglese ad un lessico già consolidato, come sta ora avvenendo in molte altre discipline con terminologie da tempo sperimentate, un fenomeno su cui si sofferma Dardano215. Nel passaggio dall’inglese

211 EUropäisch è la forma ortografica adottata dall’autrice in questo contributo per l’attributo

europäisch se abbinato a Gedächtnis (memoria); si noti a tal proposito che l’acronimo per l’Unione Europea in lingua tedesca è EU, pertanto la scelta ortografica dell’autrice per la parola

EUropäisch perde il suo significato evocativo nella traduzione in italiano EUropeo (l’acronimo in italiano è infatti UE).

212 Liebhart 2009, pag. 120.

213 Per la traduzione come momento di creatività e mutamento linguistico cfr. Scarpa 2008, pag. 195 e Pulcini 1995, pag. 277.

214 Come si è visto nel capitolo relativo alla nascita di queste discipline, la ricerca sulla pace prende avvio appena negli anni ‘60 del secolo scorso, mentre gli albori dell’educazione alla pace possono essere convenzionalmente individuati nell’opera di Bertha von Suttner, verso la metà del XIX secolo.

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all’italiano e al tedesco il calco sinonimico è la soluzione più frequentemente adottata, preferita al prestito, sia esso semplice o adattato216, salvo pochi casi, come si è visto dagli esempi riportati nel paragrafo 2.3.3.1. di questo capitolo; in questo modo si è formata sia in italiano che in tedesco una terminologia parallela all’originaria. Si deve tuttavia osservare, come già accennato sopra, la maggior autonomia del tedesco rispetto all’italiano dalla terminologia in lingua inglese, dovuta alla possibilità, da parte del tedesco appunto, di formare un numero infinito di nuove parole tramite la composizione, di cui si è trattato anche nel capitolo sul lavoro terminologico.

Dall’accostamento di questi termini in due diverse lingue e dalle problematiche relative alla loro traduzione si giunge alla conclusione che questi concetti, per essere capiti nella loro complessità, devono essere visti all’interno del discorso scientifico che li ha generati, quindi in relazione con gli altri concetti, sia che questo apprendimento avvenga tramite la lingua di partenza che tramite quella di arrivo. Presentare questi termini nella loro concatenazione concettuale è pertanto funzionale non solo a dimostrarne l’appartenenza ad una lingua speciale (tema di interesse per i linguisti e i terminologi), come illustrato nel capitolo 2.2. sul lavoro terminologico, ma anche ai fini pedagogico-didattici. Essi infatti costituiscono i tasselli di un mosaico da considerare nel suo insieme per poter essere compreso dai discenti, per i quali si rende necessaria la disponibilità di un glossario di base e di uno schema concettuale in lingua 1217, o in altra lingua di cui abbiano buone competenze.

Si osserva infine il diverso stato di avanzamento della ricerca nei vari Paesi, che porta ad una diversificazione nell’approfondimento delle tematiche; queste differenze si riflettono inevitabilmente sulla lingua, come si è visto nel caso dei termini storia condivisa in italiano e Friedenskompetenz in tedesco, e possono creare problemi di comunicazione qualora si voglia avviare un discorso internazionale. Viene in questo modo individuato un altro valido motivo, connesso alla comunicazione tra esperti, per cui occuparsi della traduzione di questi termini.

216 Per ulteriori esempi di prestiti adattati e no cfr. Scarpa 2008, pag. 191 e segg.

2.4. LA CULTURA DI PACE TRA LINGUA COMUNE E