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La rete distributiva: commercio e ambulantato

Come si è avuto modo di sottolineare in precedenza, i Remondini riuscirono a espandere lo smercio della propria produzione a livello mondiale. Ma quali furono i fattori che consentirono alle loro merci di essere diffuse e vendute sia nei territori europei sia oltreoceano?

Innanzitutto era fondamentale il sistema di relazioni stabilite con i mercanti, i librai e i venditori ambulanti in Italia e in Europa che diffondevano al pubblico le novità riguardo al repertorio di stampe64.

Per consentire una più agevole conoscenza e pubblicizzazione dei prodotti della casa da parte dei mercanti verso le clientele interessate, i Remondini idearono l’utilizzo di una serie di cataloghi che venivano aggiornati periodicamente e che contenevano l’intera gamma delle merci in vendita.

Queste ultime comprendevano i libri da risma, ovvero testi di uso comune caratterizzati dalla bassa qualità, dal prezzo contenuto e destinati alla larga diffusione nella società di antico regime e tra i ceti popolari65, le ristampe delle opere di vario genere di qualità più elevata richieste dal grande pubblico settecentesco, i titoli pubblicati dagli altri stampatori veneziani, le stampe, i calendari, le icone a soggetto santo o profano, le carte geografiche, le carte da gioco e in generale il repertorio calcografico. Nei cataloghi erano inoltre inserite prefazioni in tre lingue che descrivevano i prezzi dei prodotti, gli eventuali sconti, le condizioni di vendita e di spedizione.

In secondo luogo, un ulteriore elemento di successo fu l’efficienza della rete distributiva.

In seguito all’espansione e all’aumento del volume di scambi, nel 1750 fu aperta a Venezia una libreria in Merceria San Salvador che divenne il principale punto di riferimento sia per la clientela italiana ed estera, sia per gli agenti che gestivano gli affari della casa ed erano responsabili dei magazzini e dei depositi situati in varie zone della città. I venditori ambulanti erano invece forniti dell’assortimento calcografico dalle due agenzie che disponevano dell’intera produzione, collocate a Pieve Tesino e a San Pietro degli Schiavoni in Friuli.

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Infelise, I Remondini, cit., pp. 86-90, 156-165.

65 Di particolare interesse risulta la raccolta di titoli di oltre seicento libri da risma basata su un indice inedito del

1729, delle notizie riguardanti la loro conservazione, la localizzazione e la fortuna che essi guadagnarono tra il pubblico dal XVII al XIX secolo: L. Carnelos, I libri da risma. Catalogo delle edizioni Remondini a larga

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I mercanti europei riconobbero alla produzione remondiniana un assortimento particolarmente adeguato per il soddisfacimento delle esigenze e dei gusti dei clienti di varia estrazione sociale nei mercati da loro serviti, soprattutto per le caratteristiche di flessibilità e disponibilità al cambiamento e rinnovamento dei soggetti e dei modelli in base alle usanze e alle tradizioni dei pubblici lontani e per la capacità di assolvere commissioni di libri proibiti dalle censure locali. Esemplari in questo caso furono i rapporti intrattenuti con il mercante francese Louis Bonnardel, il quale acquistò merci per un valore di oltre 312.000 lire da destinarsi al mercato iberico, e con gli altri corrispondenti che dalle città spagnole spedivano le stampe verso il Brasile, l’Argentina e altre località sudamericane.

Ulteriori destinazioni europee dei traffici furono l’Austria, la Germania meridionale, la Boemia, la Polonia, la Svizzera e alla fine del XVIII secolo furono instaurate relazioni commerciali con alcuni corrispondenti nelle maggiori città dell’Impero Russo, mentre gli scambi con le località francesi, inglesi e olandesi rappresentarono una quota non significativa del totale soprattutto per la presenza di stampatori e calcografi locali di fama.

Le spedizioni naturalmente potevano essere danneggiate e ritardate dalle condizioni non favorevoli dei trasporti e delle vie di comunicazione, specialmente nel caso di lunghe percorrenze66. Un ulteriore problema era rappresentato dalla difficoltà nella riscossione dei pagamenti delle merci a causa della mancanza di un sistema bancario e della generale scarsità di capitali liquidi disponibili nell’economia di antico regime. Tali ostacoli, fino alla fine del Settecento, furono in parte affrontati grazie al sistema di scambi di libri tra gli stessi librai che, in questo modo, avevano la possibilità di costituire un assortimento abbastanza vasto di merce da offrire.

4.6.1 I Tesini, colportori trentini

I venditori ambulanti provenienti dalla val Tesino, dalla val Gardena e dal Friuli orientale giocarono un ruolo fondamentale nella diffusione e commercializzazione delle stampe dei Remondini67.

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Vedi A. Torre (a cura di), Per vie di terra: movimenti di uomini e di cose nella società di antico regime, Milano, Franco Angeli, 2007.

67 Infelise, I Remondini, cit., pp. 114-118. Uno dei primi studi sui Tesini corredato da una approfondita

documentazione storica è stato quello di E. Fietta, Girovaghi di Tesino in Europa e America. Studio etnografico, tesi di laurea, Università degli studi di Trieste, Facoltà di lettere e filosofia, Corso di laurea in storia, a.a. 1969- 70, rel. G. Perusini. Altri studi si trovano in Idem, Con la cassela in spalla: gli ambulanti di Tesino, Ivrea, Priuli & Verlucca, 1987; C. Rossi, “Il commercio ambulante”, in Infelise, Marini, Remondini, cit., pp. 337-339; B. Passamani, “Tesini e Remondini, storia dell’incontro che cambiò la storia della valle”, Il Trentino, mensile della

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In particolare, i rapporti con i Tesini furono probabilmente instaurati già nella seconda metà del ‘600 in seguito all’incontro tra Giovanni Antonio e i valligiani che sfruttavano il mercato di Bassano come sbocco commerciale per i loro traffici di pietre focaie, bene che all’epoca era di primaria necessità. A costoro il Remondini pensò di affidare le prime edizioni di libri da risma e le rozze calcografie dei santi che potevano fungere da decorazione domestica, per il fatto che essi avevano stabilito da decenni un contatto abbastanza approfondito con i diversi strati della clientela e avevano quindi la possibilità di verificare il gradimento delle immagini e di individuare nuovi spazi di vendita in luoghi sempre più remoti. Inoltre i Tesini fornivano importanti informazioni riguardanti gli aggiustamenti opportuni, i nuovi tipi iconografici e le tematiche delle immagini, consigliando anche modificazioni nei procedimenti tecnici dell’incisione.

I gruppi di ambulanti erano legati alla casa bassanese da una serie di accordi, stipulati tramite il notaio di Pieve Tesino nel periodo tra il 1708 e il 1718, secondo i quali essi potevano acquistare le stampe a credito, ricevendo in anticipo le stampe e il denaro per il viaggio, lasciando però un bene di loro proprietà in garanzia. Nel caso in cui i traffici avessero avuto esito negativo e i Tesini non fossero stati in grado di ripagare la merce con i guadagni del venduto, avrebbero dovuto consegnare i loro beni (stabili o campi), di cui i Remondini sarebbero diventati i proprietari effettivi. Col passare degli anni, riconoscendo la presenza di ampi margini di profitto che potevano essere ricavati da tali traffici, i Tesini raffinarono le loro tecniche di vendita e appresero come liquidare intere partite di merce trattenendo una parte del guadagno ed evitando il rischio di perdere le proprietà date in garanzia.

I Tesini rappresentano dunque il tipico esempio di comunità montana che, stagionalmente, si dedicava alla diffusione dei libri popolari e delle stampe per sfuggire al contesto di precarietà causato da un’economia di sussistenza basata su un’agricoltura povera e sui poco significativi scambi di beni di prima necessità. I gruppi di valligiani raggiungevano in un primo momento solo le località dell’Italia settentrionale e della Germania meridionale e in seguito espansero i loro traffici nella penisola iberica, nell’America latina, in Ungheria, Austria, Olanda, nelle Fiandre e infine verso l’Impero russo, facendo ritorno nella vallata ogni tre o quattro anni.

Tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, nel periodo in cui cominciò la fase di decadenza della ditta, si verificarono alcuni mutamenti radicali che cambiarono il modo di operare dei Tesini. Infatti una parte delle compagnie più intraprendenti, che svolgevano le

l’incisione dei secoli XVII-XIX nel commercio ambulante dei Tesini, catalogo della mostra tenuta a Pieve Tesino,

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loro attività all’estero, iniziò a rifornirsi anche degli assortimenti di prodotti francesi e inglesi che potevano soddisfare le rinnovate esigenze delle élites in maniera più compiuta rispetto ai beni prodotti a Bassano.

Nello stesso periodo, relazioni commerciali con altri stampatori europei si svilupparono in seguito alla trasformazione dei depositi dislocati in varie sedi in veri e propri negozi fissi, inizialmente controllati dai capi-compagnia e successivamente divenuti di proprietà individuale o famigliare.

Grazie a questi meccanismi evolutivi, che segnarono l’emancipazione dei Tesini trasformandoli in veri e propri commercianti, fu per loro possibile mantenere immutato il volume degli scambi anche quando la ditta di Bassano non rappresentò più un punto di riferimento.

4.7 Conclusione

In questo capitolo, dopo aver esaminato la provenienza delle fonti antiche e moderne disponibili per la ricostruzione del caso Remondini, si sono esaminati i vari aspetti che hanno caratterizzato le attività della ditta.

Come punto intermedio nella prosecuzione dell’analisi, sono stati individuati i fattori di successo che hanno condotto all’ascesa e allo sviluppo di questa iniziativa imprenditoriale.

Questi elementi vincenti sono individuabili in un’organizzazione industriale razionale, nell’utilizzo di carta prodotta in stabilimenti gestiti direttamente dai membri della famiglia, nel sistema di distribuzione rapido ed efficiente attraverso cui le merci potevano raggiungere le località italiane, europee ed extraeuropee, nei rapporti con gli autori, favoriti a garanzia di una ampia e veloce diffusione delle opere, nel recupero di spazi di mercato persi dalle altre ditte veneziane in crisi (e legati alla produzione di libri ecclesiastici come si è visto nel primo capitolo), nell’affidamento di alcune commissioni agli stampatori veneziani poveri e infine nella assenza di limitazione alla capacità di agire della casa, che fu in grado di sfruttare abilmente il sistema dei privilegi nel settore editoriale senza subire alcun danno per i tentativi di intervento contro la sua ascesa.

L’obiettivo del prossimo capitolo sarà quello di identificare quali degli strumenti teorici qualitativi che sono stati analizzati in precedenza possono fornire un’efficace lente di lettura per spiegare l’eccezionale evoluzione di questa impresa, le caratteristiche dei protagonisti che la intrapresero e le dinamiche imprenditoriali e gestionali di una industria ante litteram.

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5 Analisi e interpretazione del caso