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La ricerca etnografica

2. La ricerca sociale: considerazioni preliminar

258 Caccia F., Le lingua dell’esilio, in Merica., Forme della cultura italo-americana, (a cura di), Ceramella N., Massara G.

I paragrafi seguenti sono rivolti a ripercorrere le fasi operative della ricerca empirica che si è articolata secondo precise esigenze conoscitive e operative, considerando la complessità dell'esperienza migratoria italiana a New York e i molteplici fattori che hanno caratterizzato l'identità italoamericana nel corso della sua evoluzione storica.

Sulla base degli aspetti teorici, la ricerca ha analizzato l'identità secondo due prospettive: quella dei giovani e quella delle generazioni. Nel primo caso, l'attenzione è stata rivolta alle nuove generazioni di italo-americani, nel secondo, invece, ai molisani, considerato come caso di studio emblematico dell'emigrazione meridionale tout court. Durante il suo svolgimento, l'indagine si è orientata anche verso la formazione degli stereotipi allo scopo di comprendere come i caratteri etnici, storicamente connotativi i primi emigranti meridionali,259 perdurino nell'ambito delle giovani generazioni. Pertanto, nel presente studio non si prendono in esame gli italiani e gli italo-americani in generale, ma, solo quelli con un background culturale e sociale di matrice meridionale poiché essi rappresentano il gruppo etnico storicamente più discriminato.

La ricerca, cercando di percorrere la strada dell'interdisciplinarità, ha come riferimento teorico- metodologico le discipline delle scienze sociali (specialmente, la sociologia dei processi culturali e l'antropologia culturale). Si è optato per una metodologia qualitativa di taglio etnografico, che rispetta le caratteristiche tecniche della ricerca sociale sul campo con finalità di tipo esplorativo e descrittivo piuttosto che esplicativo e verificativo.

La ricerca sociale empirica è caratterizzata da diverse fasi, ciascuna delle quali prevede specifiche operazioni e procedure. Ricolfi individua cinque livelli della ricerca sociale empirica, utilizzati anche nel presente lavoro, che sono: il disegno della ricerca, la costruzione della base empirica,

l'organizzazione dei dati, l'analisi dei dati e, infine, l'esposizione dei risultati.260

Questi livelli, il cui ordine può variare, sono comuni ai due tipi di ricerca dominanti nelle scienze sociali, quello quantitativo e quello qualitativo, che comportano un rapporto diverso tra teoria e ricerca. L'approccio quantitativo (per esempio, i sondaggi, l'analisi ecologica etc..) fa ampio uso della statistica, quindi, si ricorre alla matrice come base per organizzare i dati; l'approccio qualitativo si basa, invece, su procedure tipiche della ricerca sul campo come, le indagini etnografiche e gli studi di comunità, che non prevedono l'impiego della matrice dati, ma, di note di campo per lo più flessibili e il ricorso

259 Vedi capitolo terzo.

260 . Ricolfi L., (1995), La ricerca empirica nelle scienze sociali. Una tassonomia, in, Rassegna Italiana di Sociologia, anno

all'osservazione partecipante.261

Nella ricerca quantitativa, inoltre, l'interazione è quasi inesistente o comunque non rilevante ai fini dell'indagine; infatti, il ricercatore mantiene un atteggiamento distaccato nei confronti della realtà sociale, così, come pure i suoi interlocutori assumono un ruolo prevalentemente passivo. Al contrario, nella ricerca qualitativa, il contatto fisico è conditio sine qua non, necessario per giungere ad una comprensione profonda della realtà indagata. In questo caso, il ricercatore instaura un rapporto empatico con i soggetti studiati che, a loro volta, assumono un ruolo attivo e determinante per il buon esito finale262. Uno dei problemi principali della ricerca sociale, presente sia nell'approccio qualitativo sia in quello quantitativo, risiede nella difficoltà di produrre risposte risolutive e definitive a domande sulla realtà indagata (Boudon, 1984) poiché non è possibile pervenire ad una conoscenza completa e unilaterale della realtà stessa, ma, solo ad “una sezione finita dell'infinità priva di senso” (Weber, 1958). Tutto ciò che si può fare, quindi, “è di formulare delle domande specifiche sulla realtà, e di cercare di produrre delle risposte plausibili (…) L'idea di cogliere gli “oggetti” sociali” nella loro interezza, nella loro essenza, o nel loro senso ultimo è del tutto chimerica”.263 Questa presa di coscienza nasce dal fatto che nelle scienze sociali non esistono paradigmi teorici dominanti; inoltre, ci sono segmenti della realtà che si conoscono solo parzialmente, per mezzo di categorie specifiche, di interpretazioni circoscritte e di definizioni provvisorie.264 Le domande poste alla base della ricerca raramente derivano da una teoria che si vuole confermare o confutare, ma il più delle volte nascono da un semplice bisogno di conoscenza su fenomeni nuovi, ancora non esplorati, oppure, conosciuti solo in parte. Per dirla con Ricolfi: “In questi casi, tutto ciò di cui il ricercatore dispone prima di fare una ricerca sono vari insiemi di “lenti”, “filtri”, “zoom” per guardare la realtà, e non teorie che asseriscono qualcosa sulla realtà (…) E' molto comune, in simili circostanze, che gli interrogativi che guidano la

261 Ibidem.

262 E' importante sottolineare, però, che è proprio questa immersione totale nella realtà indagata a mettere in discussione

l'oggettività della metodologia qualitativa, essendo presente il rischio di proiettare sui soggetti studiati i propri schemi mentali e pregiudizi. Ad esempio, nella ricerca etnografica i dati sono formulati a partire da un atto interpretativo del ricercatore, comportando il problema inevitabile della mancanza di obiettività, messo in luce anche dall'antropologo statunitense Clifford Geertz che, a riguardo afferma: ”Non mi sono mai lasciato influenzare dall'argomentazione che, essendo la completa obiettività impossibile in queste faccende (come naturalmente lo è) tanto vale lasciar libero sfogo ai propri sentimenti”.La ricerca quantitativa mira a fornire informazioni oggettive, portando a dati standardizzati, hard, contrapposti ai quelli soft della ricerca qualitativa, ricchi sull'aspetto intimo, profondo e soggettivo. Mentre, il primo tipo di ricerca si pone come obiettivo la spiegazione dei fenomeni, verificando l'ipotesi e identificando le regolarità per poi giungere alla generalizzazione dei risultati, la ricerca qualitativa, invece, ha come finalità precipua la comprensione dei fenomeni a partire dal punto di vista dei soggetti, identificando le unicità per poi giungere ad uno studio dei casi.

263 Ricolfi L., (1995), La ricerca empirica nelle scienze sociali. Una tassonomia, in, Rassegna Italiana di Sociologia, anno

XXXVI, n. 3. Settembre, Il Mulino, Torino, cit. p. 389.

ricerca siano di natura essenzialmente descrittiva, e non ambiscano in alcun modo a produrre spiegazioni e interpretazioni di portata generale. Si vuole conoscere meglio, più in dettaglio, un determinato fenomeno (…) sovente a carattere settoriale o insediato in una realtà locale, e non si ha alcun interesse o possibilità di produrre generalizzazioni teoriche (...) Ecco perché abbiamo preferito presentare la ricerca empirica come risposta a domande (di conoscenza) piuttosto che come soluzioni di problemi (di teoria)”.265

Il paradigma etnografico, in particolare, fa leva su un legame diretto, immediato e soggettivo con la realtà e gli attori sociali, dove i dati e le informazioni sono creati gradualmente, senza il ricorso ad ipotesi rigide e teorie predefinite, ma, attraverso un approccio ermeneutico, flessibile e dialettico. L'attività etnografica si basa sia sulla raccolta dei dati ai fini della ricerca, sia sulla scrittura, intesa come prodotto finale, reso possibile proprio grazie al lavoro sul campo. Un valido studio etnografico deve essere concepito a lungo termine, eventualmente, ripreso mediante una ricerca-azione basata su un approccio interdisciplinare.

A partire dall’osservazione della cultura del gruppo in oggetto, documentata e verbalizzata, la presente ricerca offre una chiave di lettura etnografica circa l'identità dei giovani italoamericani che vivono oggi a New York, individuando anche le differenze tra le generazioni nell'ambito di una determinata comunità di emigranti. L'analisi, dunque, si rivolge ad un segmento particolare proprio della realtà locale newyorkese e della sua evoluzione, senza alcuna pretesa di generalizzazione e di esportabilità in altri contesti.