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La riscrittura della storia

Nel documento Raccontare la storia al tempo delle crisi (pagine 174-181)

2. Helder Marcedo, Pedro e Paula

2.2 La riscrittura della storia

Tutti questi riferimenti contribuiscono ad una rilettura della recente storia portoghese del Ventesimo secolo e in particolare degli avvenimenti avvenuti durante e dopo la rivoluzione portoghese. Come scrive João Almino:

Pedro e Paula realizza la prodezza di unire il racconto realista e mitico, interpretando un periodo della storia portoghese- e non solo portoghese- attraverso grandi metafore, lavorate con cura e in maniera convincente, che tematizzano i conflitti interni portoghesi, la stessa guerra fratricida, così come l'ambiguità, il compromesso e accordi.321

Il giudizio di Macedo è coscientemente legato ad una lettura ex post degli eventi che il narratore esplicita più volte nel corso del romanzo. Sebbene infatti la vicenda si sviluppi secondo un ordine cronologico, evidenziato dalla messa in evidenza degli anni in cui si sviluppano gli eventi, segnalati all'inizio di ogni capitolo, in diversi momenti il narratore sottolinea come il suo sguardo sugli eventi sia in realtà posteriore ad esso. È il caso per esempio del capitolo 4, che reca come titolo:

“Intenções e Projecções” (1997)

(1967-1968)322

In questo modo Helder Macedo svela il suo ruolo di lettore e “organizzatore” degli eventi da un punto di vista specifico e situato. Come sottolinea Ana Margarida Fonseca, infatti, «è suggerita in diversi momenti l'esistenza di varie versioni della storia, che emergono precisamente dal confronto delle memorie dei personaggi. Il carattere provvisorio della conoscenza del passato risulta così, in questo modo, messo in rilievo, precisamente per la incapacità dichiarata di distinguere i fatti avvenuti dai fatti ricordati»323.

321 João Almino, “Ambiguidade e acomodação: o realismo mítico de Helder Macedo”, p. 301, in Colóquio/Letras, 1999, n. 153/154, pp. 298-301.

322 Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 184.

Allo stesso modo è il narratore che dichiara esplicitamente di prendere una decisione su come raccontare il proprio romanzo. Si tratta di un meccanismo evidente nel penultimo capitolo quando, dopo lo stupro di Pedro ai danni di Paula, vengono fornite due alternative di quanto avviene dopo, «credo che devo dare due scelte al lettore [corsivo mio]»324: la prima, più «succinta», è di «a lasciare che la tragedia riverberi fuori dalla scena» e una seconda che «rischia di rovinare tutto ricorrendo al grottesco. Ma è quella che mi dà concettualmente più gusto»325.

Anche laddove questo ruolo di organizzatore da parte del narratore non appare in maniera così esplicita, è evidente ciò che Teresa Cristina Cerdeira definisce una “adesione desviante”326 del narratore nei confronti di Paula e la sua netta preferenza per questo personaggio rispetto a quello del fratello gemello, determinando il tipo di prospettiva che viene assunta nel romanzo. È infatti attraverso le vicende dei due gemelli che Macedo decostruisce i miti della storia, scegliendo di stare dalla parte di Paula.

All'inizio del romanzo i due personaggi sono presentati come due «metafore della Storia». Essi incarnano infatti due modi diversi di attraversare i processi storici, con la differenza (ed è qui che la narrazione di Macedo mostra il suo portato polemico) che uno ha avuto e ha il sopravvento sull'altro. Già a partire dall'infanzia il figlio prediletto è certamente Pedro, l'unico dei due che si nutre al seno materno perché troppo ingordo, così che Paula è costretta a bere latte artificiale. Pedro è il maschio della famiglia e usufruisce della protezione e della fiducia da parte di essa. Non per questo Pedro accetta di essere in linea con le scelte della famiglia che, trattandosi di una famiglia rigorosamente patriarcale, sono le scelte di José. Pedro si dichiara in contrasto con lui, senza per questo arrivare ad una rottura, bensì cercando il suo aiuto, al contrario di

precisamente do confronto das memórias das personagens. O carácter provisório do conhecimento do passado encontra-se, deste modo, posto em relevo, precisamente pela incapacidade declarada de distinguir os factos acontecidos dos factos lembrados»Ana Margarida Fonseca, Percursos da Identidade. Representações da nação na literatura pós-colonial de língua portuguesa, p. 21.

324 «Eu acho que aqui devo dar duas escolhas ao leitor», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 184. 325 «Arrisca-se a estragar tudo pelo grotesco. Mas é aquela que conceptualmente me dá mais jeito»,

Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 184.

326 Teresa Cristina Cerdeira de Silva, Em passeio com Pedro e Paula: Casablanca, Lisboa, Londre, Paris..., Via Atlântica, 1999, n. 3.

Paula che invece rimane sempre del tutto autonoma. Egli ritorna infatti a Lourenço Marques alla fine degli anni Sessanta, quando il padre José ha già assunto un alto livello amministrativo, coordinando il “recupero pacifico dei terroristi” e fingendo di non sapere cosa si nasconde sotto questo nome. Nel momento in cui Pedro sarebbe costretto ad andare in guerra riesce a farsi aiutare dal padre (grazie anche all'intercessione di Ricardo Vale) che gli procura un posto di lavoro lontano dalle zone di conflitto, diventando così una «metafora nazionale del falso medico»327, mandato in Mozambico a fingere di risanare le ferite della guerra.

Ana Margarida Fonseca individua un certo “avvicinamento dei caratteri” tra padre e figlio: così come José, anche Pedro mente a se stesso prima e agli altri poi per giustificare le proprie azioni, assumendo sempre un tono apologetico nei confronti di se stesso. Eppure, dal confronto con Paula emerge nettamente come Pedro compia delle scelte che, al contrario di quelle della sorella, sono in linea con uno stile di dominio. Basta rilevare come egli stesso riproduca gli stereotipi che giustificano il colonialismo. In una lettera al padre del 1967, egli scrive infatti: «gli africani non saranno mai capaci di controllare strutture politiche ed economiche così complesse. Che non sono state create per essere date in gestione a loro né per aiutarli. È una mera questione di logica»328. La frase è abbastanza ambigua per poter essere letta in due modi: o “gli africani” non sono in grado di gestire l'amministrazione e pertanto sono inferiori intellettualmente, oppure sono stati i portoghesi a imporre con la forza un modello poco adatto agli africani, e pertanto solo loro possono essere in grado di gestirlo, con buona pace del popolo colonizzato.

All'interno di un percorso professionale portato avanti “suo malgrado”, Pedro riesce a fare carriera, senza apparentemente scegliere mai un'opzione politica. È un atteggiamento descritto dallo stesso Pedro, non a caso all'interno di un discorso estremamente complesso (e ricco di riferimenti di Marx, Yeats e soprattutto del marchese de Sade) inserito nel capitolo “Espiritos e Corpos” (1969-1974). Egli si pone infatti il problema della dissidenza all'interno della società e della sua gestione: sebbene

327 Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 70.

328 «Os africanos nunca serão capacez de controlar estruturas políticas e económicas tão complexas. Que não foram criadas por eles nem para eles. É uma mera questão de lógica», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 174.

in epoche passate essa sia stata espulsa dal corpo sociale (attraverso «clisteri sociali», ossia polizia e militari), Pedro non è d'accordo con questa opzione: citando il Tristano e

Isotta di Wagner, dichiara:

gli amanti si ingeriscono l'un l'altro, ciascuno beve nell'altro la pozione dell'amore e non della morte, come pensavano di aver bevuto ed era ciò che la società voleva da loro. Hanno conquistato la ripugnanza dell'altro e la ripugnanza conquistata è la base di tutto l'amore, di tutto il vero piacere sensuale. Essere dentro il corpo dell'altro, nuotare negli stessi fluidi viscerali, non sapere dove uno cominca e dove l'altro finisce, condividere le origini della vita, il supremo trionfo […]. Ora, come voi sapete, io anche non sono liberale. Ma sono un wagneriano.329

In questo discorso, tenuto prima del golpe di Lisbona, è nascosto l'ambiguo relativismo della negazione della differenza tra posizioni politiche opposte, in virtù di una visione politica che contiene una idea e il suo contrario, raggiungendo così la sua perfezione. Un'allegoria della futura socialdemocrazia che si tinge di un risolto grottesco. La visione di Pedro è infatti un'anticipazione della sua violenza ai danni di Paula, dove si rende evidente ciò che egli si ostina a non riconoscere: l'incontro tra due opposti comporta una sopraffazione ai danni di un'altra persona o, seguendo la metafora politica, di chi è portatore di un'altra ideologia.

Pedro è infatti uno dei vincitori della stagione politica degli anni Settanta: sua moglie, da convinta comunista militante diventa una speculatrice del mercato immobiliare, mentre lui diventa un medico noto a Lisbona, dove da un giorno all'altro triplica il prezzo delle visite. Il medico che evita la guerra grazie all'intercessione del padre, amministratore del regime coloniale, si arricchisce dunque nel nuovo Portogallo senza per questo aver subito alcun contraccolpo a seguito del crollo del regime.

Tuttavia Pedro dipinge se stesso come una vittima dei soprusi. Ciò emerge con chiarezza nel dialogo che precede il momento dello stupro: quando Paula chiede

329 «Os amantes ingerem-se um ao outro, cada um bebe no outro a poção do amor e não da morte, como julgavam que tinham bebido e era o que a sociedade queria deles. Conquistaram a repugnância do outro e a repugnância conquistada é a base de todo o amor, de todo o verdadeiro prazer sensual. Estar dentro das entranhas do outro, nadar nos mesmos fluidos viscerais, não saber onde um começa e o outro acaba, partilhar as origens da vida, o supremo triunfo […] Ora, como vocês sabem, eu tambem não sou liberal. Mas sou um wagneriano», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 102.

spiegazioni delle sue menzogne in una lettera mandata alla madre, Pedro dichiara di essersi sentito sempre vittima delle prepotenze di lei, assumendo un tono fortemente paternalista: «ti volevo bene come una figlia, molto più che una sorella. Per arrivare a scoprire che non eri nemmeno un’amica leale»330. È in questo momento che Paula percepisce il distacco definitivo dal fratello («alla fine era da lui che aveva voluto liberarsi in tutto quegli anni»331afferma anni dopo), ed è qui che si chiude la parabola di

Pedro, che inizia ad accarezzare e baciare la sorella tra le lacrime mettendo in pratica il discorso enunciato agli amici anni prima, dichiarando «tutto per me cominciava e finiva in te»332. Sono le parole che danno il via alla violenza, il tentativo definitivo di Pedro di impadronirsi della sorella, un atto che diventa a sua volta una “metafora della storia”, che non ha bisogno di ulteriori commenti da parte dell'autore.

Al di fuori della “metafora” dei due fratelli , sono le stesse parole del narratore durante tutto il romanzo consentono di esplicitare una critica ad un processo di memoria mostrandone le contraddizioni. Dichiarandosi a favore di Paula, egli articola un'intera prospettiva storica.

Macedo si rifiuta di narrare gli eventi del 1974, dedicando ad essi una pagina di punti di sospensione in un capitolo che si intitola “Festa é festa (1964)”, come a dire che questo è l'unico momento in cui gli eventi oltrepassano qualsiasi contraddizione. La decostruzione dell'evento della rivoluzione è affidata al capitolo successivo che, non a caso, è il secondo capitolo letto attraverso una chiave di lettura contemporanea, come si evidenzia nel titolo “Depois da festa (1997) (1974-1974):

quarantotto anni di vampiri sonnambuli erano stati così contagiosi che i portoghesi addirittura credettero che avevano fatto una rivoluzione pacifica, “de brandos costumes”. E al tempo stesso dicevano anche che la rivoluzione era stata fatta nelle colonie, senza notare la contraddizione. Una goccia di napalm per ogni garofano rosso? E dopo alcuni rantoli tra gli Ora Ora Ora e i Mai Mai Mai, occupazioni nel sud e cadute del Nord per rilassare i nervi, più o meno tutti finirono per concordare che in questo modo aveva funziona tutto bene, marcia ingranata verso il futuro e l'Europa con noi, perché ora siamo tutti bianchi e

330 «Gostava de ti como uma filha, muito mais do que como duma irmã. Para acabar por descubrir que nem amiga leal eras», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 181.

331 «Afinal era dele que tinha andado a querer libertar-se todos aqueles anos»Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 183.

che vadano al diavolo i negretti.333

Già durante il processo rivoluzionario Macedo individua delle contraddizioni identificate con sarcastico nella domanda «una goccia di napalm per ogni garofano rosso?». La violenza della guerra coloniale viene letta in contrasto con i “brandos costumes”, il mito della rivoluzione senza morti334.

È a partire da questo momento storico che emergono le grandi contraddizioni del Portogallo contemporaneo: se nei primi capitoli era stato facile giudicare il regime fascista portoghese, a partire dalla caduta del regime un giudizio così netto sul sistema politico non è più possibile. Macedo si focalizza però sulla memoria di quanto avvenuto, in particolare a proposito della stessa visione apologetica del colonialismo che viene messa in evidenza nei capitoli che narrano gli anni successivi alla rivoluzione. Se infatti non stupisce leggere la parola “terroristi” nelle parole di Ricardo Vale o di José prima delle rivoluzione, stupisce di più come quest'ultimo già all'indomani della sua morte possa essere considerato una vittima. José Montés si suicida infatti poco dopo la rivoluzione dopo che Ricardo Vale gli consegna la documentazione relativa a tutte le operazioni della PIDE che il padre di Pedro e Paula ha autorizzato. Rivolgendosi a Pedro, un suo collega medico dichiara: «vittime della rivoluzione. Ce ne saranno altre»335.

Al termine della rivoluzione si assiste quindi ad una sorta di assoluzione che, come osserva Raquel Varela, si articola in un processo che ha origine anche all'interno dei testi di storia. Prendendo in esame l'opera di António Costa Pinto (tra gli storici più influenti in Portogallo), Raquel Varela mostra che secondo l'analisi dello storico la

333 «Quarenta e oito anos de vampiros sonâmbulos foram tão contagiosos que os portugueses até acrediaram que tinham feito uma revolução pacífica, de brandos costumes. E ao mesmo tempo tambem diziam que a revolução tinha sido feita nas colónias, sem notarem a contradição. Um pingo de napalm para cada cravo vermelho? E depois de alguns estertores entre os Já Já Já e os Nunca Nunca Nunca, ocupações ao Sul e cacetadas ao Norte para desopilar o fígado, mais ou menos toda gente acabou por concordar que assim é que tinha sido bom, rumo ao futuro e a Europa connosco, porque agora somos todos brancos e os pretinhos que se lixem», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 105. 334 Raquel Varela, História do Povo na revolução portuguesa. 1974-1975, Lisbona, Bertrand

Editora, 2014, p. 83.

rivoluzione dei garofani e il PREC non rappresentano una rivoluzione, bensì un «processo difficile di transizione e consolidamento della democrazia rappresentativa»336. In questo modo viene messo da parte il significato di profonda rottura che connota questi eventi. Allo stesso modo, in Pedro e Paula il narratore afferma polemicamente:

nel frattempo abbiamo concordato, noi i buoni europei, che questa cosa della evoluzione in continuità era già stata immaginata dal timorato Marcello, il proprio al suo padrone, che poveretto è andato a godere dell'esilio malinconico brasiliano, per non esserci riuscito. Ma ci siamo riusciti noi! E abbiamo addirittura contribuito affinché quattordici anni di guerre coloniali evolvessero in più di altrettanti anni di guerra civile, perché la forza dell'abitudine ha molta forza.337

“Buoni europei”, il “timorato Marcello” (riferimento a Marcello Caetano), la fuga dalle responsablità storiche: sono le ipocrisie del processo di memoria collettivo portoghese che fa ricordare con sarcastica amarezza qugli ideali che avevano connotato il processo rivoluzionario:

e dall'altra parte, vi ricordate? «popolo unito», «giustizia sociale», «distribuzione della ricchezza», «riforma agraria», «abbasso le rendite», tutti al Rossio per la grande manifestazione». O forse i propositi non erano mai stati veramente questi e la confusione sia mia.338

La rivoluzione è un progetto tradito che riporta alla luce, nel corso degli anni, i dominatori del passato. È il caso di Ricardo Vale che nel capitolo ambientato nel 1997 è

336 Raquel Varela, História do povo na revolução portguesa. 1964-1975, p. 461.

337 «No entanto convenhamos, nós os bons europeus, que essa da evolução na continuidade já tinha sido ensaiada pelo timorado Marcello, o seu a sue dono, que coitado lá foi curtir melancólicos exílios brasileiros por não ter conseguido. Mas conseguimos nós! E até contribuímos para de catorze anos de guerras coloniais terem evoluído noutros tantos e mais alguns de guerras civis, porque as forças do habito têm muita força», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 105-106.

338 «E por outro lado, lembram-se? «povo unido», «justiça social», «distribuição de riqueza», «reforma agrária», «abaixo a mais-valia», «todos ao Rossio para a grande manifestação». Ou talvez que os propósitos nunca tenham sido bem esses e a confusão seja minha», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 106.

ospite di una trasmissione televisiva, come sempre più spesso accade agli ex funzionari della polizia segreta: «già avviene da molti anni che questa gente riceve l'intera pensione con tutti i ritardi e i mancati stipendi che gli sono dovuti»339. Nel romanzo si sottolinea quindi, come la memoria che si è venuta formando non solo cancelli la violenza del passato, ma sia essa stessa preludio di ulteriori violenze.

Nel documento Raccontare la storia al tempo delle crisi (pagine 174-181)