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La riscrittura dei testi letterari

Nel documento Raccontare la storia al tempo delle crisi (pagine 168-174)

2. Helder Marcedo, Pedro e Paula

2.1 La riscrittura dei testi letterari

Non è assolutamente facile districarsi tra i numerosi riferimenti intertestuali all'interno di Pedro e Paula, se non altro per la loro quantità e per la frequenza con cui essi si susseguono nel corso delle pagine. La logica di questo meccanismo è illustrata lucidamente dallo stesso autore:

ciò che lo scrittore di fatto utilizza, sono pezzi, frammenti di sé e di altri e chi non c'è, frammenti di ciò che ha inventato e di ciò che ha osservato. Mischiare tutto questo è un gioco di trasformazioni parziali che rende tutto differente, che modifica in maniera fittizia tutti gli elementi coinvolti nella finzione. Ironizzare è precisamente trasformare, discollocare prospettive. Credo così che scrivere finzione è sempre, in qualche modo, ironizzare.313

312 Vedasi nello specifico Maria Alzira Seixo, “Literatura e História: Poética da descoincidência em Perigrinação de Barnabé das Índias, de Mário Cláudio”, in Literatura e História- Actas do Colóquio Internacional, Faculdade de Porto, Porto, 2004, vol II, pp. 231-241

313 Helder Macedo, “Partes de si e dos outros”, intervista di Vilma Arêas e Haquira Osakabe a Helder Macedo, in, Teresa Cristina Cerdeira (org.), A experiência das Fronteiras. Leituras da obra de Helder Macedo, Niterói, EdUFF, 2002, p. 334.

Nel corso della romanzo vengono quindi citati e riutilizzati i materiali di romanzi, poesie, film, teatro, opere musicali, discorsi di politici. Alle citazioni esplicite ne vanno aggiunte altre meno esplicite, come quelle a Partes de África (1991), il libro precedente di Macedo, e altre ancora di cui non è indicato il riferimento («“A aventura é ficar”, ha scritto un poeta», viene riportato senza specificare il riferimento alla poesia scritta da Egito Gonçalves). Per non parlare dei riferimenti alle opere musicali, su tutti quelli alla musica di Wagner, compositore preferito di Pedro. Analizzare alcuni di questi riferimenti consente di mettere in luce la prospettiva attraverso cui Helder Macedo racconta le vicende del romanzo.

In un articolo pubblicato su Coloquio/Letras, João Almino mette in rilievo i tre principali e più evidenti riferimenti intertestuali del romanzo314. Il primo è certamente quello al film Casablanca su cui è giocato il primo capitolo, che si sviluppa come fosse una continuazione del film: per sfuggire dalla guerra Victor Laszlo e Ilse, a cui Rick Blaine dice di partire, arriverebbero così non a Londra, ma nella città di Lisbona:

atterrarono quando il cielo cominciava a rischiararsi e il sole arrivava già a delineare le colline che preannunciavano la serra di Sintra, lontano. […] Fu allora che Victor Laszlo fece a Ilse la domanda che tutta la notte aveva preferito posticipare: «Are you sure you did what you wanted, my dear?». E lei, senza mentire nell'ambiguità delle parole, rispose: «You know I had no choice».315

Il triangolo tra Ilse, Victor e Rick in Casablanca si sovrappone a quello tra Ana, José e Gabriel: i primi diventano marito e moglie e danno alla luce i due gemelli Pedro e Paula, mentre il terzo si reca in esilio a Londra, lontano dal regime portoghese da cui si autoesilia. Come Ilse e Rick sono legati da un rapporto da amore, così lo sono anche Ana e Gabriel, sebbene rimanga fino alla fine del romanzo il dubbio se fra i due vi sia mai stata una relazione amorosa. Si tratta in realtà di un elemento fondamentale, dal

314 José Almino, “Ambiguidade e Acomodação. O Realismo mítico de Helder Macedo”, in Colóquio/Letras, n. 154-154, 1999, p. 298.

315 “Aterraram quando o céu começava a clarear e o sol vinha já delineando os outeiros que preanunciavam a serra de Sintra, ao fundo. […] Foi então que Victor Laszlo fez a Ilse a pergunta que toda a noite tinha preferido adiar: «Are you sure you did what you wanted, my dear?». E ela, sem mentir na ambiguidade das palavras respondeu: «You know I had no choice»”, Helder Macedo, Pedro e Paula, Lisbona, Editorial Presença, 1998.

momento che il rischio è che Pedro e Paula siano figli proprio di Gabriel e non di José. In questo modo, la relazione tra Paula e Gabriel che si svilupperà anni dopo sarebbe così considerata un incesto.

Seguendo l'esplicita comparazione con Casablanca, Gabriel è un “Rick Blaine” che perde il suo connotato di eroe romantico: il suo esilio è «più estetico che politico», mentre il suo stesso lavoro di giornalista alla BBC, che gli permette di criticare il regime di Salazar, è secondo lo stesso personaggio del tutto privo di qualunque tipo di gloria:

non sono povero, non vivo male […] ho una piccola casa ma è sempre Knightsbridge, il denario mi arriva regolarmente dal Portogallo, senza aver bisogno di viverci, vivo a Londra senza dover dipendere dagli inglesi, i portoghesi in clandestinità mi rispettano perché mi sono sempre rifiutato di fare cose che in ogni caso non mi piaceva fare, ma pensano che è stato difficile. Faccio il mio programma settimanale nella BBC per mantenere l'illusione di poter contribuir a cambiare le cose nel paese in cui non vivo e dove non so nemmeno se qualcuno mi ascolta. E dopo pranzo da solo, nei migliori ristoranti, spendendo più di quello che mi pagano.316

E tuttavia, dopo essersi messo da parte da solo, Gabriel è un Rick Blaine che rientra nella storia grazie all'intervento di Paula, che a ventitre anni si raca in viaggio a Londra, alla ricerca di una vita differente da quella che la famiglia le ha prospettato e alla ricerca Gabriel, l'amante che la madre (forse) non ha mai avuto. Paula si innamora di lui, mettendo da parte l'eterno sul possibile incesto. Macedo gioca su questo aspetto a partire dal nome stesso di Gabriel («pieno di tradizioni») che si fa carico di un riferimento biblico: l'arcangelo Gabriele è infatti colui che annuncia alla Maria di Nazareth di essere incinta dello Spirito Santo, un riferimento che ripropone il dubbio su chi sia il vero padre dei gemelli e che Macedo enfatizza ulteriormente creando

316 «Não sou pobre, não vivo mal, um cainhoto mas sempre é Knightsbriddge, o dinheiro chega-me regularmente de Portugal sem ter de viver lá, vivo em Londres sem ter de depender dos ingleses, os portugueses da clandestinidade respeitam-me porque me recusei fazer coisas que em todo o caso não me apetecia fazer mas julgam que foi difícil. Faço o meu programa semanal na BBC para manter a ilusão de que posso contribuir para mudar as coisas no país onde não vivo e onde sei lá se alguém me ouve. E depois vou almoçar sozinho, nos melhores restaurantes, gastando masi do que me pagam.», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 35-36.

connessioni impossibili: mentre Pedro non assomiglierebbe in nessun modo, Paula ha i suoi stessi occhi, i questo modo in i due gemelli avrebbero la stessa madre, ma diversi padri.

Casablanca è un punto di riferimento implicito in tutto il romanzo, una «micronarrativa

assolutamente funzionale che mette in luce una lettura del romanzo come mise-en- abyme di molte delle sue scene fondamentali»317. La scena della partenza di Ilse e

Victor Laszlo da Casablanca è ripetuta in un’altra scena del romanzo: nel corso delle vicende José e Ana si trasferiscono in Mozambico dove José collabora come medico al programma di “recupero pacifico dei terroristi”, una formula utilizzata come copertura per attività di tortura e sterminio da parte della PIDE. Caduto il regime di Lisbona, a seguito della Revolução dos cravos, José si prepara ad abbandonare il Mozambico e anche in questo caso si ripetono gli elementi del film: la fuga della coppia, il pilota ubriaco che gioca a poker e un terzo personaggio che in teoria sarebbe destinato a rimanere a terra, ossia l'agente della PIDE Ricardo Vale, con cui José ha avuto una lunga collaborazione. Anche in questo caso la scena viene riarticolata: innanzitutto invece che chiedere Time goes by, il pilota chiede che si suoni l'inno nazionale portoghese, inoltre in questo caso è proprio José/Victor Laszo a non partire. Al suo posto sale sull'aereo Ricardo Vale che già da tempo ha avviato una relazione (non si capisce se se sessuale o meno) con Ana, a cui fornisce in segreto informazioni sulla vita della figlia Paula. Secondo questa riarticolazione della trama di Casablanca, nel triangolo di relazioni Ana-José-Ricardo Vale, quest'ultimo diventa la copia cupa e vincente di Rick Blaine, il cui fascino romantico viene sostituito dal senso di costante minaccia che la sua presenza ispira.

Un ulteriore riferimento intertestuale che accompagna l'intero romanzo è quello a Esaú

e Jacó, romanzo del 1904 di Machado de Assis che viene citato sia tra le epigrafi (sei in

tutto), che all'interno del testo. Anche il romanzo di Machado de Assis racconta la storia di due gemelli, di nome Pedro e Paulo, che si combattono l'amore della madre e quello di Flora. Il testo di Machado de Assis contiene in sé un'allegoria su cui a sua volta si gioca il romanzo di Helder Macedo: il libro viene pubblicato nel periodo della proclamazione della repubblica brasiliana ed è fortemente legato a questo contesto,

317 Teresa Cristina Cerdeira, O avesso do bordado. Ensaios de literatura, Lisbona, Caminho, 2002, p. 178.

come emerge dalle contrastanti visioni politiche dei due. Anche in questo caso, nel romanzo di Macedo, i riferimenti vengono esplicitati e mutati di significato: Pedro assume evidentemente una postura conservatrice, sebbene prenda comunque le distanze rispetto alla società portoghese fascista. Tuttavia questo distacco non avviene mai del tutto, dal momento che alcuni comportamenti di Pedro sono in assoluta continuità con il passato, in particolar modo il giudizio moralizzante nei confronti delle donne, soprattutto della sorella della quale è estremamente invidioso. Al contrario, Paula è l'emblema di chi cerca la libertà e di chi rompe definitivamente con il vecchio ordine delle idee. Paula è quindi il simbolo della possibilità di una scelta in merito al proprio destino nel tentativo di abbattere i condizionamenti che le vengono imposti. Anche in questo caso il riferimento intertestuale viene riarticolato: i due fratelli sono in opposizione, prima di tutto perché, a differenza del testo di Machado de Assis, non c'è una reale visione ideologica opposta, bensì un agire politico differente. In secondo luogo perché questa opposizione è percepita solo da Pedro che usa Paula per giustificare le proprie posizioni e le proprie azioni, denunciando quelle della sorella. L'atteggiamento di Paula è invece l'opposto: conscia delle difficoltà e delle menzogne del fratello, decide di rispettarlo fino al penultimo capitolo del romanzo, quando, nell'ultimo scontro tra i due, Pedro la violenta. E tuttavia anche negli anni successivi Paula evita di denunciare il fatto.

Il tema dell'incesto conduce ad un ulteriore riferimento intertestuale, quello a Os Maias di Eça de Queirós. In particolare Macedo si riferisce alla conclusione del romanzo, quando Maria Eduarda fugge in Francia dopo aver scoperto che la sua relazione con Carlos de Maia è incestuosa, dal momento che si tratta di suo fratello. Il tema dell'incesto è centrale negli ultimi capitoli del romanzo di Macedo: anche Paula rimane infatti incinta poco dopo la violenza del fratello, sebbene in questo caso non è dato sapere di chi sia realmente la figlia, se di Pedro o di Gabriel. Paula decide infatti di portare avanti la gravidanza, dando per assodato, senza alcuna certezza medica, per certo che il padre di sua figlia sia Gabriel: «Filippa può essere solo figlia sua»318. In questo modo Paula sceglie così di anteporre a qualsiasi condizionamento, sia esso di ordine sociale, morale o addirittura biologico, le relazioni sentimentali e la speranza di cui Filipa, la figlia di Paula, diventa simbolo. Niente di più lontano da ciò che succede

nelle chiusura de Os Maias: come scrive Ana Margarida Fonseca, «in verità, la mancanza di discendenza di Carlos de Maia è in accordo con la concezione fatalista dell'esistenza che viene espressa nelle ultime pagine del romanzo di Eça de Queirós»319. Tale visione viene ridicolizzata e rovesciata nelle ultime pagine di Pedro e Paula:

ciò che mi è venuto in mente, nel frattempo […] è che, nel diciannovesimo secolo, senza la pillola o l'equivalente di fiducia, a meno che il falso medico Carlos de Maia, utilizzasse le “camicie di venere”, cosa che non credo e non so nemmeno se ve fossero importate da Parigi, è molto strano che Maria Eduarda, che aveva già avuto una figlia, non rimanesse incinta come la nostra Paola. […] Se Maria Eduarda fosse rimasta incinta e avesse avuto un figlio da Carlo, andava a farsi benedire la metafora di Ela e tutto il futuro del Portogallo sarebbe stato differente. E se, d'altra parte, Carlos avesse preso le plasticose precauzioni, era la stessa natura dell'incesto che sarebbe stata differente, più, come dire?, mediatica, con lei e il fratello che avrebbero potuto pensare, con un certo sollievo, «di tutti i mali il minore». È il problema del realismo ottocentista: molti particolari, molti paesaggi, molti interni di case, molti mobili, e poi omettono queste informazioni fondamentali.320

Da un punto di vista formale c'è una critica al realismo del romanzo storico dell'Ottocento, che viene parodizzato attraverso una rilettura ironica. Inoltre Macedo fornisce a sua volta una prospettiva storica: laddove Os Maias lascia presagire uno scenario funesto per il futuro del Portogallo, in Pedro e Paula si evidenzia come sia sempre possibile scegliere che tipo di futuro vivere, a patto di un'assunzione di responsabilità.

319 Ana Margarida Fonseca, Percursos da Identidade. Representações da nação na literatura pós- colonial de língua portuguesa, p. 461.

320 «O que entretanto me ocorreu […] é que, no século dezanove, sem a pílula ou equivalente de confiança, a menos que o falso médico Carlos da Maia usasse camisas-de-vénus, o que não acredito e nem sei se havia mesmo importadas de Paris, é muito estranho que a Maria Eduarda, que já tinha tido uma filha, não engrevidasse como a nossa Paula. […] Se Maria Eduarda tivesse engravidade e tido uma criança de Carlos lá se lixava a metáfora do Eça e todo o futuro de Portugal teria sido diferente. E se, por outro lado, Carlos tivesse tomado as borrachudas precauções, era a própria natureza do incesto que teria sido diferente, mais, como dizer?, mediática, com ela e o irmão talvez a poderem pensar mais tarde, com algum alívio, «do mal o menos». É o problema do realismo oitocentista: muitos pormenores, muitas paisagens, muitos interiores de casas, muitas mobílias, e depois omitem estas informações fundamentais», Helder Macedo, Pedro e Paula, p. 191.

Nel documento Raccontare la storia al tempo delle crisi (pagine 168-174)