GLI EFFETTI POLITICI DELLA GLOBALIZZAZIONE E I CAMBIAMENTI DELLE ISTITUZIONI STATALI.
2.2.2 – LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI.
Più di qualsiasi altro momento della storia, il genere umano si trova dinanzi a un bivio. Una strada conduce alla disperazione e alla più nera prostrazione, l’altra all’estinzione totale. Che Iddio ci dia il senno per fare la scelta giusta. Woody Allen.
Vi è ormai nell’ordine economico una vita internazionale di singolare intensità. Gli interessi industriali, agricoli, commerciali e finanziari dei diversi paesi si compenetrano a tal punto, le maglie di questa rete si stringono così fittamente che esiste di fatto una comunità economica universale. Ma questa comunità non si è affatto costituita seguendo le regole del diritto; si tratta di un mercato che obbedisce alle sole regole della concorrenza, nel quale la fortuna, l’audacia, la forza sono le condizioni del successo. Sarà possibile elevarsi da questa comunità di fatto ad una di ordine superiore, e costituire fra le nazioni che la compongono un insieme di legami giuridici accettati da tutte e che formino tra loro una vera e propria società?265
Queste parole scritte all‟inizio del XX secolo, prima di aver conosciuto i grandi drammi delle guerre mondiali e della guerra fredda, paiono di grandissima attualità, denotano l‟esistenza di una rete di rapporti economici che prospera sopra la sovranità degli stati che, soli, sono ancora produttori di diritto, di regole da rispettare ma delle quali le leggi del mercato, le leggi del più forte e del più astuto, non si curano assolutamente.
Sembrerebbero scritte soltanto ieri se non lasciassero trapelare un barlume di entusiasmo per una comunità superiore alla quale si sottomettono tutte le nazioni, grandi e piccole, potenti e deboli, che, unite fra di loro, in accordo, formino qualcosa di più grande, di superiore…
Certamente nel 1908 società di questo genere ce ne sono pochissime, la Società delle Nazioni nascerà soltanto nel 1919 e fallirà, al di là di ogni più rosea aspettativa, quelli che erano i suoi compiti, lasciando scivolare il mondo intero nella prima guerra mondiale, prima fra le organizzazioni internazionali a non rispettare i
propri obiettivi, a non riuscire ad imporsi come forza superiore ed insuperabile, incontestabile, da tutti gli stati nazionali e sovrani.
Obiettivo che, ancora oggi, nessuna organizzazione internazionale è riuscita a perseguire, dimostrazione dell‟effettiva difficoltà che si incontra nel tentativo di produrre un governo in un mondo di stati sovrani. Difficoltà che sempre di più bisognerà cercare di affrontare e superare dando per acquisito che sempre di più la qualità della vita sulla Terra dipenderà, oggi come in futuro, dalla capacità degli stati di gestire collettivamente i problemi, sempre maggiori e sempre più grandi, che non possono assolutamente affrontare individualmente.
Oggi le organizzazioni internazionali sono moltissime. Nella distinzione fra organizzazioni governative, 251 e non governative, 5.825. Un numero altissimo che dimostra quanto evidentemente il ricorso ad organizzazioni internazionali resta la
modalità ritenuta più efficace per soddisfare quelle esigenze di concertazione che in misura significativa dipendono dalla stessa natura della comunità internazionale: un insieme ampio e composito di stati sovrani, ovvero di soggetti formalmente autonomi, ma in pratica profondamente indipendenti266.
La differenza fra organizzazioni governative e non governative risiede proprio nel fatto che, mentre le prime sono costituite da stati, le seconde sono costituite da individui, o associazioni di individui, coinvolti direttamente nel processo politico internazionale e letto da alcuni autori come il primo segno del costituirsi di una vera e
propria società civile globale267; in fondo oggi l’impegno nei confronti di problemi che
superano la dimensione nazionale è divenuto (…) una modalità tipica di espressione delle società civili contemporanee268.
La nascita ed il proliferare di queste organizzazioni internazionali si pone nella scia di un ridimensionamento del ruolo dello stato e del concetto di cittadinanza verso una nuova interpretazione in chiave cosmopolitica.
Le organizzazioni internazionali divengono sempre di più il terzo soggetto di una triade inscindibile: cittadino – stato – organizzazione internazionale; triade in cui il cittadino continua a chiedere risposte ad uno stato che non può più darle e che deve
266 A. CAFFARELLA – Le organizzazioni internazionali – Il Mulino, Bologna, 2009, pag. 12. 267 Ivi, pag. 97.
perciò trovare il giusto equilibrio fra autonomia, sovranità e cooperazione con altri soggetti.
È ormai assodato, infatti, che la sovranità ha assunto una forma nuova,
composta da una serie di organismi nazionali e sovranazionali uniti da una logica di potere. Questa nuova forma di sovranità globale è ciò che chiamiamo Impero269.
Secondo gli autori gli stati europei avevano costruito il loro imperialismo, lungo tutto il corso dell‟epoca moderna, sulla sovranità dello stato nazione. Questa sovranità è stata radicalmente erosa dalle nuove regole imposte dalla globalizzazione, lo stato nazione perde sul terreno della sovranità e viene avanti, al suo posto, un apparato
di potere decentrato e deterritorializzante che progressivamente incorpora l’intero spazio mondiale all’interno delle sue frontiere aperte e in continua espansione270.
Il vantaggio dell‟Impero è evidente: la sovranità dello stato nazione era rinchiusa in limiti territoriali e geografici ben precisi, era quindi limitata; la sovranità e di conseguenza il potere del nuovo Impero è, al contrario, potenzialmente illimitata proprio perché non si identifica con nessuno stato, nemmeno con il più grande e potente, è qualcosa di superiore ad ogni altra entità perché non ha limitazioni fisiche: il
concetto di Impero è caratterizzato, soprattutto, dalla mancanza di confini: il potere dell’Impero non ha limiti271
.
Teoria di grande fascino, ma anche molto inquietante: questa nuova forma di sovranità sfugge ad ogni definizione e proprio per questo il suo potere è illimitato: non ha limiti fisici né temporali, non solo amministra un territorio e una popolazione,
ma vuole creare il mondo reale in cui abita272, domina la natura umana, controlla la vita sociale, dispone di enormi strumenti e poteri di oppressione e distruzione, è consacrato alla pace, una pace perpetua e universale fuori dalla storia273, ma il suo agire effettivo è immerso nel sangue274.
A tutto questo partecipano le organizzazioni internazionali, siano esse governative o non governative, anzi, le Nazioni Unite possono essere considerate il
269 M. HARDT, A. NEGRI – Impero – op. cit. - pag. 14. 270 Ibidem. 271 Ivi, pag. 15. 272 Ibidem. 273 Ibidem. 274 Ibidem.
vertice di questo intero processo costitutivo, (…) funzionano come una cerniera nella transizione delle strutture giuridiche internazionali a quelle globali275.
Il progetto costitutivo delle Nazioni Unite era quello di porre fine ai conflitti fra stati di potenza disuguale ponendoli, sotto il punto di vista giuridico, sullo stesso piano e costituendo, così, uno stato mondiale universale, una comunità universale
superiore ai singoli stati capace di comprenderli tutti al suo interno276. Una forma di parità sulla carta che è ben presto stata disattesa, non solo all‟interno dell‟ONU ma anche di tutte le altre organizzazioni, GATT, WTO, FMI, Banca mondiale, mostrando in realtà uno strapotere degli Stati Uniti che sono fino ad ora sempre riusciti ad imporre le proprie strategie sia economiche che politiche. Organizzazioni che avrebbero dovuto aiutare tutti i paesi a migliorare le proprie condizioni e che, invece, hanno addirittura
reso loro la vita più difficile277 In generale si può affermare che i paesi industrializzati
hanno di fatto creato un regime commerciale globale su misura per servire gli interessi della finanza e delle grandi società dell’Occidente, naturalmente a scapito dei paesi poveri del mondo278.
In particolare il Fondo monetario si pone come scopi prioritari la promozione della cooperazione monetaria internazionale, lo sviluppo del commercio internazionale, la promozione della cooperazione monetaria internazionale, la vigilanza sulla stabilità dei rapporti di cambio.
Intende utilizzare il denaro come leva politica subordinando gli aiuti all‟adesione a determinati programmi di sviluppo provvedendo a diffondere il modello economico occidentale e sostenendo o meno alcuni governi locali, come accadde in Venezuela, considerato fino a tutti gli anni ‟80 una fonte inesauribile di risorse a basso costo, soprattutto petrolio e gas, e in quasi tutta l‟America Latina, rese disponibili grazie a regimi compiacenti verso gli USA a scapito della grande povertà in cui versava la popolazione.
Ancora nel 2004 non erano venute meno le preoccupazioni per
l’unilateralismo degli Stati Uniti, il paese più potente del mondo, che da una parte si erge a paladino della democrazia, dell’autodeterminazione e dei diritti umani e
275
Ivi, pag. 22.
276 Ivi, pag. 23.
277 J. STIGLITZ – La globalizzazione che funziona – op. cit. - pag. VII. 278 Ivi, pag. X.
dall’altra impone con la forza il proprio volere279
, modus operandi che gli USA mantengono sia all‟esterno che all‟interno di ogni organizzazione internazionale della quale fanno parte essendo l‟unica superpotenza del mondo in campo militare, tecnologico, economico.
A fronte di una perdita di importanza dei singoli stati nazionali ed una sempre maggiore presa di coscienza della necessità di avere organizzazioni che siano veramente globali e democratiche, abbiamo un sistema caotico e scoordinato di
governance globale senza governo globale che si riduce a una serie di istituzioni e accordi che trattano di determinati problemi, dal riscaldamento del piante al commercio internazionale, passando per i flussi di capitale280.
La genesi dell‟Impero è riconducibile alla perdita di potere degli stati nazionali ed alla genealogia delle forme giuridiche che conducono al ruolo
sovranazionale delle Nazioni Unite e delle istituzioni ad esse affiliate e, oggi, al loro superamento281; superamento tanto più necessario nella considerazione che le istituzioni
internazionali non sono riuscite a garantire né la pace né il “giusto” ordine
internazionale che erano ufficialmente deputate a promuovere. Nel frattempo la situazione del pianeta si è fatta allarmante282.
È opinione comune l‟urgente necessità di trovare un rimedio ai mali portati avanti dalla società moderna prima e da quella post moderna dopo, così come della necessità di individuare un soggetto autorevole che possa guidare il pianeta dal mare aperto verso un porto sicuro cui attraccare.
In breve occorrono delle istituzioni internazionali che siano finalmente capaci di controllare i mercati finanziari, sanare le differenze prodotte dallo squilibrato sviluppo economico, correggere gli squilibri ecologici, reprimere i conflitti locali, proteggere i diritti umani, innalzare la democrazia. La definizione di “governo globale” sembra la più adatta a descrivere questo nuovo soggetto che si presenta come la sola
alternativa non solo alla guerra e al disordine internazionale, ma tout court alla distruzione del pianeta e all’estinzione della specie umana283,
279 Ivi, pag. 5. 280
Ivi, pag. 21.
281 M. HARDT, A. NEGRI – Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione – op. cit. - pag. 21. 282 D. ZOLO – Cosmopolis – Feltrinelli Editore, Milano, 2002, pag. 10.
Questo soggetto oggi ha un possibile nome, ma non ha ancora un volto né un‟identità e, probabilmente, non li avrà ancora per molto tempo. Lo stiamo rincorrendo da decenni e, forse, quando lo troveremo, ci accorgeremo che l’armatura è vuota, non
vuota come prima, vuota anche di quel qualcosa che era chiamato il cavaliere Agilulfo e che adesso si è dissolto come una goccia nel mare284.
2.2.3 – DECRESCITA E MOVIMENTI SOCIALI: I NUOVI PROTAGONISTI