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1.4.2 – NUOVE MARGINALITA’ E NUOVE SEGREGAZIONI.

“C'è solo una persona libera in questa società: è bianco ed è un maschio.”

Hazel Scott.

Le prime forme di segregazione all‟interno delle città sono i ghetti, spazi omogenei per tipologia di abitanti con la comune caratteristica di essere discriminati e segregati da altri abitanti della stessa città.

I ghetti nascono come forme di protezione da parte di un gruppo dominante che non vuole contatti con altri gruppi sociali i quali, di conseguenza, vengono isolati all‟interno di uno spazio ben preciso. Il termine ghetto indica infatti uno spazio in cui vivono gruppi ristretti ed omogenei di persone.

Esistono due tipologie di ghetto, una che si può definire “volontaria” ed un‟altra che invece può essere definita “coatta”: il ghetto volontario è una forma temporanea di isolamento di un gruppo etnico a seguito della migrazione in una paese straniero in modo da servire come passaggio, come modo per superare lo choc della migrazione trovando qui altri soggetti con la stessa provenienza etnica e geografica. Una aiuto alla progressiva omologazione nel nuovo paese attraverso soggetti che parlano la stessa lingua ed hanno la stessa cultura.

Ma altri tipi di ghetto non sono sicuramente volontari ne‟ rappresentano ponti verso l‟omologazione culturale con il paese accogliente e sono il ghetto ebraico e il ghetto nero.

Il ghetto ebraico nasce in Europa nel 1516, a Venezia con l‟interesse di un gruppo dominante di segregare in uno spazio ben preciso un‟intera popolazione, in

modo non temporaneo ma definitivo, proprio per evitare l‟omologazione o comunque l‟integrazione con la popolazione coeva, ma soprattutto per motivi securitari: la raccolta in un luogo ben definito spazialmente permetteva un attento controllo di persone considerate pericolose.

Con lo stesso principio nasce il ghetto nero, e cioè con la volontà di isolare e segregare un gruppo etnico “diverso”. Il gruppo dominante, i bianchi, hanno da sempre cercato di dominare la popolazione nera e lo hanno fatto in modi diversi nel corso dei secoli. Nel ghetto nero c‟è un‟intera popolazione che viene ghettizzata, etichettata, stigmatizzata e dominata nell‟ottica della discriminazione razziale fra bianchi e neri e della indiscussa superiorità della razza bianca.

Il ghetto nero americano, unico esempio di segregazione razziale negli Stati Uniti, nasce proprio come istituzione di esclusione razziale150all‟interno di un perimetro ben definito e seguito dalla nascita di tutta una serie di istituzioni segreganti in tutti gli altri settori pubblici come la scuola, l’impiego nei servizi pubblici, la

rappresentanza politica e la sfera dei rapporti sociali, determinando così lo sviluppo di una struttura sociale parallela completa e senza pari presso i “Bianchi etnici”151.

Questa situazione di totale segregazione e separazione dalla comunità bianca, che, secondo Wacquant chiude gli abitanti del ghetto come se fosse un tappo152 , porta con sé, inevitabilmente l’aumento della disoccupazione, della criminalità, dell’abbandono

scolastico ed altre piaghe sociali153, ma soprattutto ha portato ad una polarizzazione

delle strutture di classe che, assieme alla segregazione su base etnica, ha condotto ad una dualizzazione delle metropoli che getta larghe fasce di manodopera dequalificata nell’obsolescenza economica e nella marginalità sociale154

.

Nasce così l‟iperghetto in cui la popolazione nera diventa una popolazione di scarto: indesiderabile (…), intollerabile poiché incarnazione vivente e minacciosa

dell’insicurezza sociale generalizzata prodotta dalla disgregazione del lavoro salariato stabile e omogeneo promosso a paradigma operativo nei decenni dell’espansione

150 L. WACQUANT - Parias urbains. Ghetto – Banlieues – État - Éditions La Découverte, Paris, pag. 57. 151

Ivi, pag. 58

152 Ivi, pag. 57 153 Ibidem. 154 Ivi, pag. 29

fordista e alla dissoluzione dello spirito di classe e di cultura di cui esso si faceva sostenitore in un quadro nazionale dai chiari confini155.

Questo impietoso quadro sociale non riguarda soltanto gli Stati Uniti dove maggiormente dà spazio ad importanti studi del settore, ma, come dice lo stesso Wacquant, gli Stati Uniti non si limitano ad essere la fucina e la locomotiva del

processo neoliberista sul piano dell’economia e dell’assistenza sociale; durante il decennio scorso, sono diventati anche i primi esportatori mondiali di teorie, slogan e misure securitarie (…) ed è stata proprio la politica adottata negli Stati Uniti a esercitare un’importante influenza sulla politica penale in Gran Bretagna e negli altri Paesi europei156.

In Europa le periferie nascono in epoca industriale e si sviluppano in epoca fordista soprattutto a seguito della forte ondata di immigrati che provenivano prima dall‟Europa più povera ed oggi dal Terzo Mondo, con tutti i problemi legati alla crescita della disoccupazione, alla flessibilità del lavoro, alla contrazione del settore industriale e ai problemi legati alla sicurezza.

Alla nuova incertezza legata alla flessibilizzazione ed alla contrazione dell‟offerta di lavoro, corrisponde, anche in Europa, una contrazione dello Stato sociale, giudicato troppo oneroso, ed una dilatazione dello Stato securitario e penale con la conseguente stigmatizzazione della classe operaia, principalmente immigrata, già ghettizzata e stigmatizzata in classe criminale: persone che, come già negli Stati Uniti, vivono perennemente sul debole filo che separa povertà e devianza, filo che diventa sempre più tenue e debole man mano che le aspettative per un futuro migliore e più stabile svaniscono.

Le periferie europee divengono “quartieri sensibili” dove vengono segregate le nuove classi pericolose, individuate come vite di scarto per quei soggetti che non sono più integrabili nel nuovo ordine economico, perché non vogliono (o non possono) sottostare alle nuove leggi del mercato capitalistico che diventa sempre più volatile e richiede lavoratori sempre più flessibili o specializzati.

Questa nuova situazione economica dà vita a quella che Wacquant chiama “marginalità urbana avanzata”: gruppi di persone, immigrati ed operai, che non sono più richiesti dal nuovo mercato del lavoro, non sono più richiesti perché possono

155 L. WACQUANT - Punire i poveri. Il nuovo governo dell'insicurezza sociale – op. cit. - pag. 20. 156 Ivi, pag. 31

fornire soltanto la manodopera non specializzata che, finita ormai l‟epoca fordista, non serve più.

1.4.3 – IMMIGRATI DI OGGI: TRA PERCORSI DI ESCLUSIONE E

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