• Non ci sono risultati.

2. La consultazione come strumento di coinvolgimento e metodo di indagine per la

2.1 Metodologia e strumenti per la comprensione dei dati

Ai fini della presente ricerca si è deciso di impiegare come metodo d’indagine l’intervista semi-strutturata, una tecnica qualitativa che massimizza la possibilità per gli intervistati di esprimersi liberamente e apportare contributi innovativi alla consultazione. Concretamente, si utilizza una “traccia di intervista” in cui sono indicati sinteticamente gli argomenti da trattare sotto forma di domande generali (sebbene in qualche caso si possano prevedere quesiti più specifici), facendo sì che l’intervistato possa spontaneamente approfondire determinati aspetti o introdurre nuovi temi, data la strutturazione parziale dei quesiti. La scelta, oltre ad essere dipesa dalla limitatezza del tempo e delle risorse disponibili, deriva dalla volontà di esplorare in profondità le ragioni del fenomeno migratorio, nel tentativo di incoraggiare l’intervistato a riportare apertamente la propria esperienza di mobilità sanitaria, assicurando, in ogni caso, la riservatezza necessaria.

Elemento caratteristico dell’intervista semi-strutturata è l’assenza di standardizzazione. Lo scopo della consultazione non è, infatti, la rilevazione dei dati, ma la comprensione della realtà che vive l’intervistato. Proprio per questo la traccia funge da “cornice” entro cui gli intervistati possono esprimersi utilizzando la propria terminologia e il proprio modo di

categorizzare la realtà182. Ulteriore tratto distintivo è l’assenza di un campione rappresentativo. Difatti, alla rappresentatività statistica si preferisce quella sostantiva: sono approfonditi pochi casi attraverso un campione selezionato sulla base di caratteristiche sociografiche rilevanti per la ricerca. Chiaramente, l’assenza di standardizzazione e di un campione probabilistico rende più complesso il trattamento dei dati e la loro interpretazione. Pertanto, il presente lavoro si concentra sulla ricostruzione delle storie di mobilità sanitaria dei singoli pazienti intervistati, individuando analogie e differenze, in modo da rintracciare, ove possibile, modelli e sequenze ricorrenti.

2.1.1 LA STRUTTURA DEL CAMPIONE

L’esigenza di rilevare le esperienze di cura extraregionali dei pazienti calabresi e le loro opinioni sul merito, pur non muovendo dall’intento di rappresentare statisticamente la popolazione di riferimento, ha reso necessario il ricorso ad un campione che includesse pazienti provenienti da tutte le Aziende Sanitarie della Regione. Dall’analisi di sfondo realizzata mediante le schede di dimissione ospedaliera (SDO) e le altre fonti statistico- documentali, infatti, emergevano scenari di mobilità specifici per ciascuna provincia. Dunque, proporzionalmente all’ampiezza delle ASP (in termini di popolazione assistita), su un totale di 13 intervistati, il campione è stato ripartito nel modo seguente: 4 pazienti per la ASP di Cosenza, 4 per la ASP di Reggio Calabria, 3 per la ASP di Catanzaro, 1 per la ASP di Crotone e 1 per la ASP di Vibo Valentia.

Trattandosi di dati estremamente sensibili si è inteso garantire l’anonimato degli intervistati; pertanto, ai fini della presentazione delle interviste, questi ultimi saranno indicati con la formula “Paziente 1”, “Paziente 2”, ecc. Nella tabella seguente sono riportati i dati strutturali del campione (ASP di residenza, età, sesso) per ogni singolo intervistato, così da inquadrare geograficamente e anagraficamente ciascuno di loro.

Paziente ASP Età Sesso

Paziente 1 CS 24 M

Paziente 2 CS 62 M Paziente 3 CS 33 F Paziente 4 CS 25 F Paziente 5 RC 5* F Paziente 6 RC 35 M Paziente 7 RC 60 F Paziente 8 RC 30 F Paziente 9 CZ 50 M Paziente 10 CZ 7* F Paziente 11 CZ 74 M Paziente 12 KR 48 M Paziente 13 VV 50 F 2.1.2 LA TRACCIA DI INTERVISTA

Come precisato, l’intervista semi-strutturata non contempla un vero e proprio questionario composto da domande puntuali e opzioni di risposta standardizzate; semmai, quesiti simili possono prevedersi per la raccolta dei dati strutturali e per particolari aspetti che richiedono indicazioni precise. Per le restanti informazioni si ricorre a una serie di domande aperte inerenti agli argomenti che il ricercatore intende approfondire, avvalendosi della facoltà di modificarne l’ordine, di inserire nuovi quesiti e di adattare l’intervista alle caratteristiche e al linguaggio dell’intervistato183.

La progettazione della traccia è avvenuta tenendo conto dei risultati emersi dall’analisi di sfondo realizzata nel capitolo precedente nel tentativo di approfondire i dati quantitativi rilasciati dal Ministero della Salute secondo l’esperienza e il parere dei pazienti. La rilevazione, dunque, ha toccato le seguenti aree tematiche:

Ø Dati strutturali § ASP residenza § Sesso

183 In proposito si veda F. Addeo e P. Montesperelli, Esperienze di analisi di interviste non direttive, ARACNE

editrice, Roma, 2007, al capitolo 1 “L’intervista come relazione comunicativa”, pp. 19-50.

§ Età

Ø Caratteristiche del ricovero § Patologia/prestazione § Regione di ricovero

§ Tipologia di ricovero (ordinario/day hospital) Ø Motivazioni della scelta migratoria

§ Ragioni che hanno spinto il paziente a recarsi in una struttura sanitaria extra- regionale

§ Fonte (persona o strumento informativo) che ha orientato il paziente verso la struttura di cura

Ø Valutazione dell’esperienza di mobilità sanitaria § Soddisfazione complessiva del paziente

§ Esito delle prestazioni

§ Elementi positivi rilevati durante l’esperienza (umanità e disponibilità del personale medico-sanitario, percezione della professionalità dei medici, comfort alberghiero, stato delle tecnologie, ecc.)

§ Elementi negativi rilevati durante l’esperienza

§ Disagi personali vissuti durante il ricovero in mobilità (costi di spostamento e di soggiorno, solitudine, disagi per l’accompagnatore)

Ø Comparazione tra l’esperienza di mobilità sanitaria e un episodio di cura in Regione

§ Esito delle prestazioni

§ Grado di soddisfazione complessiva del paziente

§ Differenze riscontrate rispetto all’esperienza di cura extraregionale

Per la somministrazione dell’intervista è stato scelto un metodo misto: in parte i pazienti sono stati consultati mediante interviste face to face, in parte sono stati raggiunti telefonicamente. Sebbene il metodo face to face non presenti garanzie sull’eventuale condizionamento dell’intervistato da parte dell’intervistatore (criticità in parte scongiurata dall’intervista telefonica che, non prevedendo un contatto visivo diretto, riduce la condizione di soggezione in cui potrebbe trovarsi l’intervistato), offre lo straordinario vantaggio di incontrare fisicamente il soggetto, garantendo una maggiore flessibilità nell’articolare il colloquio, dunque, la possibilità di sottoporre domande complesse, cogliendo, altresì, le espressioni non verbali dell’intervistato. Al contrario, l’intervista telefonica non consente la

realizzazione di interviste lunghe e articolate; peraltro, in molti casi, l’assenza di un contatto umano diretto irrigidisce l’interazione, rendendo meno agevole l’instaurazione di un rapporto di fiducia tra intervistatore e intervistato. Allo scopo di attenuare i limiti correlati al metodo di intervista telefonico, i pazienti sono stati appositamente contattati nei giorni precedenti all’intervista in modo da descrivere loro sinteticamente il contenuto del colloquio e informarli del lavoro di ricerca cui avrebbero contribuito. Questo primo approccio ha consentito di creare un contatto preliminare tra intervistatore e intervistato, motivando e spronando quest’ultimo alla collaborazione. Peraltro, in tale occasione è stato concordato l’appuntamento telefonico per la somministrazione dell’intervista vera e propria, così da ottenere l’attenzione e il tempo necessari da parte dell’intervistato.