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Cap 6. ALCUNE ANALISI DELL’INDAGINE 2017-2018

6.3 Identità professionale, motivazioni iniziali e formazione

6.3.1. Motivazioni iniziali

Per la registrazione delle motivazioni è stata utilizzata una scala di misurazione a 4 livelli: per nulla, poco, abbastanza, molto.

Prendendo in considerazione la somma dei dati relativi ai livelli abbastanza/molto, si può osservare la seguente gerarchia delle motivazioni che sottendono alla scelta di assumere il ruolo di dirigente scolastico.

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INDIRE è l’Istituto Nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa, https://www.indire.it

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MIUR è il Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca, https://www.miur.gov.it

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Grafico 6: Motivazioni alla base della scelta di diventare dirigente (valori % abbastanza + molto)

Come è possibile riscontrare, le prime sei motivazioni rientrano negli aspetti che afferiscono allo svolgimento del ruolo dirigenziale, in coerenza con quanto richiesto dalla normativa vigente.

Le motivazioni che seguono, fino alla ricerca di un ruolo di prestigio nella scuola, rientrerebbero nella sfera di un’esigenza insita e personale di ascesa sociale, mentre meno importanti e poco significative sono le motivazioni legate al rapporto con gli alunni e connesse alla funzione docente.

Quest’ultimo dato ci porta a sfatare un luogo comune secondo cui si sceglie di diventare dirigente scolastico per fuggire dagli alunni o per l’insoddisfazione del rapporto con essi.

Anzi, guardando i dati, è possibile ipotizzare che gli alunni rappresentino una risorsa importante ed un valore aggiunto di tipo pedagogico, per chi si accinge a svolgere un altro ruolo nella scuola.

Per conoscere più adeguatamente le cause di queste motivazioni ritengo utile riportare alcune elaborazioni statistiche effettuate da Barberis e Carbone (2020:3-4), i quali hanno “ deciso di ricorrere ad un’Analisi delle Componenti Principali, che - coerentemente con quanto emerso dalle risposte dei singoli item-ha permesso di individuare tre dimensioni latenti che sintetizzano le relazioni tra le opinioni del campione. Al primo fattore appartengono tutti gli item legati, in qualche modo alla mobilità di carriera. Al secondo fattore appartengono le implicazioni legate al nuovo ruolo da dirigente. Infine, al terzo fattore appartengono gli item relativi all’insoddisfazione per il precedente ruolo d’insegnante”. (Tab.1 in 6.3.1, di 9.2.1, Appendice). A partire da queste tre dimensioni sintetiche sono stati calcolati altrettanti indici attraverso la media geometrica dei punteggi assegnati dai rispondenti a ciascun item.37 Tali indici sono stati, quindi, messi in relazione con alcune caratteristiche personali e professionali degli intervistati”.

Per una consultazione nel dettaglio si riportano i dati nella seguente tabella.

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I tre indici hanno un range di variazione da 1-4. Qui come nelle analisi successive, si è scelto di non utilizzare i metodi di calcolo diretto degli indici sulla base delle saturazioni fattoriali delle componenti perché, sebbene questo conferisca l’indubbio vantaggio di restituire indici fra loro ortogonali, ciò riduce la variabilità degli indicatori di partenza coerentemente con la quantità di varianza riprodotta dal modello. Si è quindi scelto di calcolare la media geometrica meno sensibile della media aritmetica agli outliers, a partire dai singoli punteggi assegnati a ogni item per tenere maggiormente in conto tutte le opzioni di risposta fornite dagli intervistati.

2,2 17 38,4 47,9 49,4 54,5 72,7 82,2 85,7 86,8 92,7 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

difficili relazioni con gli studenti insoddisfazione didattica ruolo di prestigio nella scuola fare carriera guadagnare di più funzione sociale avere relazioni con il contesto esterno della scuola dirigere un'organizzazione complessa diverso impiego della professionalità assumersi > responsabilità incidere sul rinnovamento

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Tab. 3: Aspetti che hanno inciso sulla scelta di diventare dirigente (valori medi)

Mobilità di carriera

Implicazioni legate al nuovo ruolo

Insoddisfazione per il ruolo d’insegnante Genere Maschio 2,59 3,15 1,40 Femmina 2,54 3,16 1,35 Classi di età 39-50 anni 2,71 3,24 1,50 51-55 anni 2,57 3,12 1,34 56-60 anni 2,49 3,15 1,36 Più di 60 anni 2,54 3,12 1,33 Area geografica Nord 2,51 3,17 1,37 Centro 2,49 3,10 1,35 Sud e Isole 2,65 3,17 1,38

Titolo di studio Laurea 2,45 3,10 1,28

Post-laurea 2,66 3,22 1,48 Ambito disciplinare della laurea Gruppo-pedagogico umanistico psicologico 2,56 3,16 1,31 Gruppo-economico giuridico sociale 2,59 3,17 1,45

gruppo tecnico scientifico 2,56 3,16 1,38

Anni di carriera nel ruolo di dirigente

1-3 anni 2,60 3,20 1,47

4-7 anni 2,53 3,13 1,35

8 anni o più 2,50 3,14 1,24

Tipo di istituto diretto Istituto Comprensivo 2,56 3,12 1,37

Istituto Secondario di Secondo Grado

2,55 3,21 1,37

Totale 2,56 3,15 1,37

Fonte: (Barberis, Carbone 2020: 4)

Questo prospetto mette in evidenza alcuni aspetti su cui porre l’attenzione. Prevalgono le implicazioni legate al nuovo ruolo, seguite da quelle che afferiscono alla mobilità di carriera. Tali aspetti si registrano particolarmente per i dirigenti più giovani di età, con meno anni di servizio, titoli post laurea e provenienti dall’ambito disciplinare di laurea del gruppo economico giuridico sociale. Osservando l’area geografica, pur no essendoci sostanziali differenze, si riscontra che i dirigenti del Sud ed Isole sono maggiormente più motivati dalla mobilità di carriera rispetto ai loro colleghi.

Nel complesso, si constata che nel tempo e nello spazio sono cambiate le motivazioni che spingono un docente ad accedere alla carriera dirigenziale, molto spesso queste motivazioni sono legate alle singole esperienze professionali maturate nel tempo ed al contesto in cui vivono.

67 Un altro aspetto che si intravvede di tipo acquisitivo/personale/individualista è quello dei dirigenti di Istituti comprensivi maschi, che danno priorità all’esigenza di carriera e all’aumento stipendiale, a differenza dei colleghi (e delle colleghe) degli istituti secondari di secondo grado che prediligono la motivazione di funzione sociale e ruolo di prestigio nella scuola.

Questo atteggiamento potrebbe essere imputabile al fatto che i dirigenti scolastici degli Istituti secondari di secondo grado dovendo gestire più indirizzi ed attività per l’ampliamento dell’offerta formativa, hanno maggiori retribuzioni, maggiori occasioni di aperture al territorio e al contesto del mondo del lavoro, delle Università o degli EE.LL. Elementi che li porterebbero ad assumere prevalentemente comportamenti a vocazione gestionale, più manageriali ed imprenditoriali, con governance negoziate ad integrazione delle funzioni, che spingerebbero a percepire il loro ruolo più prestigioso, sia nella scuola che nella società, a differenza dei colleghi che dirigono gli IC.

Quest’ultimi, invece, considerando l’età dei propri alunni e la struttura organizzativa del primo ciclo d’istruzione, sono chiamati prevalentemente ad avere approcci a vocazione didattica, che utilizzano governance condivise, propense ad una leadership educativa e trasformazionale, che sappiano rispondere meglio ai molteplici e differenziati bisogni educativi degli alunni, nonché promuovere il loro successo formativo.

Un’idea più chiara di quanto esposto emerge dalla lettura dei vari Contratti collettivi nazionali per la dirigenza scolastica, in cui si riscontrano quali elementi confluiscono nella retribuzione38 e quali sono gli indicatori per la determinazione dell’ attribuzione di posizione, differenziata in rapporto all’articolazione delle funzioni dirigenziali secondo il “peso” delle diverse istituzioni scolastiche, i cui criteri sono stati stabiliti dal primo CCNL 2000/2001 art.13, comma 5. (Perziani, 2011)

Nel complesso, la sintesi di questi dati porta ad affermare che le motivazioni di accesso alla carriera dirigenziale afferiscono ad un profilo di dirigente scolastico con una professionalizzazione diversa rispetto al passato ed una aumentata consapevolezza del ruolo che si va ad assumere più orientato all’idea di

rinnovamento, al servizio efficiente e alla dimensione educativa.

A conferma di quanto esposto, interessante appare la distribuzione illustrata nel seguente grafico relativa alla domanda: “tutto considerato, rifarebbe la scelta di diventare dirigente scolastico?” a cui il 78% ha risposto sì.

Grafico 7: Quanti rifarebbero la scelta di diventare dirigente scolastico?

Questo dato è molto importante, poiché ci restituisce una positività nella definizione di auto identità

professionale dei dirigenti scolastici in base alla motivazione di base, contrariamente a quanto l’opinione

pubblica ed i dibattiti denunciano quasi quotidianamente sullo stato di scontentezza nella scelta di svolgere il ruolo di dirigente scolastico oggi.

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Lo stipendio dei dirigenti scolastici si suddivide in due parti, una fissa e una variabile. Quella fissa è il risultato della somma di varie voci, quali: stipendio tabellare, retribuzione di posizione, indennità di vacanza contrattuale. La retribuzione variabile si divide in due voci: retribuzione variabile di posizione; e retribuzione di risultato pagata in un’unica soluzione annua. Gli importi di queste due voci variano a seconda della regione in cui si presta servizio. La quota variabile è legata alla posizione occupata e alle connesse responsabilità dirigenziali, effettuata dagli Uffici Scolastici Regionali in base ai seguenti criteri generali: dimensioni, complessità gestionale e articolazione strutturale e funzionale dell’istituzione scolastica, contesto territoriale, responsabilità.

78%

22% SI

68