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Principi guida ritenuti fondamentali per lo svolgimento del ruolo dirigenziale

Cap 6. ALCUNE ANALISI DELL’INDAGINE 2017-2018

8.2 Sintesi dei risultati ricavati dalle evidenze empiriche

8.2.1 Principi guida ritenuti fondamentali per lo svolgimento del ruolo dirigenziale

Per delineare quest’area sono stati presi in considerazione le opinioni dei dirigenti scolastici sugli attori

del contesto organizzativo, sulla preparazione dei docenti, sui temi di aggiornamento più utili, sulla riuscita scolastica degli alunni, sui cambiamenti del contesto scolastico, sul processo di riforma e sugli ulteriori interventi normativi.

159 Esaminando le opinioni sugli attori che si muovono nel contesto organizzativo si è osservato che, negli ultimi dieci anni, se la considerazione sul Consiglio d’Istituto è rimasta invariata in termini di massima opportunità, non lo sono altrettanto sia le norme che regolano i processi di lavoro, sia il collegio dei docenti,

sia le amministrazioni di livello locale sia le rappresentanze sindacali RSU, che invece aumentano le loro %

sulla gradazione di massimo vincolo.

Si è percepita una situazione quasi capovolta nel tempo, soprattutto per quanto riguarda le norme e gli organi collegiali.

Sui temi della formazione, i dirigenti ritengono che i docenti, a differenza di 10 anni fa, sono ancor meno

preparati: sulla normativa scolastica con uno scarto di – 18,3% e sull’utilizzo a fini didattici delle innovazioni tecnologiche con uno scarto di -9,6%.

Ritengono che i docenti sono più preparati sulla conoscenza dei concetti delle materie insegnate e meno

preparati sul CLIL (Content and Language Integrated Learning), sullo sviluppo delle competenze trasversali

e loro certificazione, sulla cultura dell’appartenenza ad un’unica comunità umana e della cittadinanza globale, sui processi di valutazione del sistema scolastico, sull’utilizzo a fini didattici delle tecnologie, sui percorsi di orientamento.

Dichiarano che i temi di aggiornamento più utili siano la progettazione del curricolo per competenze, valutazione delle competenze raggiunte, creazione ed utilizzo dei diversi ambienti di apprendimento, uso delle innovazioni tecnologiche, gestione dell’ inclusione e differenziazione, valutazione apprendimenti degli alunni.

Questi temi se ben padroneggiati dai professionisti aiutano a dominare l’incertezza e a convivere con essa.

Il dirigente che pone maggiore attenzione sulla necessità di curvare la formazione specifica dei docenti privilegiando e scegliendo alcune tematiche piuttosto che le tematiche più generali, esprime una consapevolezza di quelli che sono i principi guida, i valori, la vision che intende perseguire per la governance del proprio istituto.

Articolando in modo trasversale ed armonico le tematiche formative sopra citate, il D.S. costruisce

l’identità sociale del proprio istituto, e pone le basi per realizzare una comunità educante diffusa e dialogante su saperi reticolari ed interdipendenti, transcalari, decentrati che sviluppino costantemente il

senso di corresponsabilità in tutti, docenti, personale ATA(Amministrativo, Tecnico e Ausiliario), studenti e famiglie.

La situazione immersiva della gestione delle corresponsabilità aiuta gli studenti ad apprendere meglio e in sicurezza, i docenti a rendersi più protagonisti della costruzione del sapere e del piacere che ne deriva dall’apprendimento soprattutto nelle situazioni inedite, le famiglie a seguire meglio i percorsi formativi dei figli, il personale ATA a sentirsi maggiormente valorizzato poiché attori determinanti per il buon funzionamento strutturale ed organizzativo dell’istituto, gli Enti Locali ad offrire partnership e supporto per la realizzazione di quanto co-progettato per il buon andamento ed interesse di tutti. Ciascuno può fare la propria parte anche se con gradi e ruoli differenti.

Confrontato il grado di autovalutazione che i dirigenti scolastici danno sui propri rapporti personali con

diversi soggetti, è possibile riscontrare che rispetto al 2008 è aumentata la soddisfazione dei rapporti con

gli studenti sul piano disciplinare, con le aziende operanti sul territorio, con USR (Ufficio Scolastico Regionale)e amministrazione locale, è invece diminuita la soddisfazione per i rapporti con gli studenti sul piano personale, con i docenti sul piano della progettazione educativa, sul piano della gestione della scuola e ancor meno sul piano della formazione e con équipe ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale).

Questi rapporti, invece, andrebbero migliorati perché potrebbero rappresentare lo snodo per la risoluzione di diverse problematiche già evidenziate.

Per quanto riguarda l’aspetto dei rapporti del dirigente scolastico con gli studenti e le famiglie possiamo rilevare che si è rilevato un profilo di dirigenti prevalentemente consapevoli della necessità di utilizzare diverse misure o figure professionali che possono aiutare e supportare in modi diversi tutti gli studenti nella riuscita scolastica.

Tra quelle menzionate nel questionario, assumono maggiore importanza e necessità quasi prioritaria, la

presenza di uno psicologo scolastico, la comunicazione e collaborazione con i genitori, le politiche di contrasto alla violenza di ogni genere, i corsi L2 (lingua seconda) per gli immigrati, promozione di attività sportive a scuola. Sono anche consapevoli della necessità di porre pari attenzione a tutti i tipi di studenti e sostenere quelli con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), BES (Bisogni Educativi Speciali) e disabilità.

160 I dirigenti scolastici ritengono che i problemi familiari, il disinteresse delle famiglie, i problemi comportamentali, le risorse umane inadeguate delle scuole, i processi di insegnamento inadeguati, influiscono maggiormente sull’apprendimento significativo degli alunni e sulla transizione al grado di istruzione successivo. Si reputano personalmente preparati per la gestione di studenti di altra nazionalità e con disabilità.

Purtroppo non praticano nessuna forma di partecipazione degli studenti, tranne che per il sostegno tra

pari utilizzato specialmente dai dirigenti più giovani di età e di servizio, di genere maschile, provenienti dal

gruppo lauree scientifiche ed operanti negli istituti comprensivi del Nord.

La maggioranza dei dirigenti oggetto di analisi, rispetto ai cambiamenti avvenuti negli ultimi dieci anni, ritiene di essere molto soddisfatto per l’introduzione ed utilizzo dell’organico di potenziamento e della realizzazione del PDM (Piano di Miglioramento) e meno soddisfatto per la mancata realizzazione di una governance funzionale al raggiungimento degli obiettivi del sistema educativo, per la mancata realizzazione dell’Autonomia scolastica e per il sistema di formazione iniziale di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado.

Sono più insoddisfatti le dirigenti di genere femminile, dai 51 anni in sù e con più anni di servizio, sia per autonomia che per la governance funzionale, mentre le dirigenti più giovani sono maggiormente insoddisfatte per il sistema di formazione iniziale di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado. Sono più scontente le dirigenti del Sud ed Isole con titolo post laurea che dirigono I.C. del gruppo lauree scientifico.

Tra i cambiamenti che i dirigenti ritengono siano più urgenti da affrontare si individuano: l’assegnazione dei docenti di potenziamento con professionalità corrispondenti alle richieste delle scuole, la riforma degli organi collegiali, la riforma della normativa di tutta la P.A tra cui la Scuola, l’attuazione di una reale Autonomia anche economica, reclutamento e valutazione dei docenti, la presenza di una figura professionale psico-pedagogista nella scuola ed una formazione di qualità del personale scolastico.

Al termine di questo confronto diacronico tra le due indagini, la fotografia circa le caratteristiche delle dinamiche sui principali cambiamenti avvenuti ci restituisce un profilo di dirigente professionalmente più preparato, orientato a garantire la massima funzionalità di gestione istituzionale della scuola che dirige, coadiuvato da figure apicali di riferimento del suo staff di collaboratori, proteso a svolgere un ruolo di mediazione dei conflitti tra docenti e famiglie, soddisfatto del rapporto con gli studenti e meno del rapporto con i docenti sul piano della formazione e della didattica, aperto alle dinamiche del contesto sociale in cui è radicato l’istituto, aperto al confronto con altri dirigenti ed amministrazioni locali, meno proteso alla gestione organizzativa in modo esteso e democratico.

Il grafico seguente illustra in estrema sintesi i principi guida ritenuti fondamentali dai dirigenti scolastici oggetto dell’indagine 2017-2018.

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Grafico 1: Principi guida prevalenti