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Opinioni sui cambiamenti nel contesto scolastico

Cap 6. ALCUNE ANALISI DELL’INDAGINE 2017-2018

6.7 Opinioni sui cambiamenti nel contesto scolastico

In aggiunta alle sezioni già analizzate, nell’indagine del 2018 si è ritenuto di introdurre una sezione che ci consente di conoscere il grado di soddisfazione dei dirigenti scolastici, in merito ai cambiamenti che si sono

verificati negli ultimi 10 anni, su una scala cha va da 1 corrispondente all’indicatore del tutto insoddisfatto a

10 del tutto soddisfatto.

Il prospetto dei dati descritto in tabella 10 (in 6.7, di 9.2.1, Appendice) ci pone in evidenza le posizioni in cui si colloca la % di opinione più alta espressa dai dirigenti oggetto di analisi e la posizione in cui si colloca la % di frequenza cumulata media.

Tuttavia si è ritenuto illustrare graficamente l’andamento generale delle risposte al fine di poter esprimere delle considerazioni più ampie. Si è scelto di rappresentarle sommando i valori espressi nelle posizioni (1+2+3+4) legate all’insoddisfazione, sommando i valori intermedi ( 5+6), ed i valori legati alla maggiore soddisfazione (7+8+9+10).

122

Grafico 35: Opinioni sui cambiamenti degli ultimi 10 anni nel contesto scolastico. Prospetto % punteggi di (1+2+3+4), (5+6) e (7+8+9+10)

Come si evince dal grafico, relativamente ai cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni nel contesto scolastico, i dirigenti sono prevalentemente soddisfatti per l’introduzione ed utilizzo dell’organico di

potenziamento, seguito dalla realizzazione del PDM, dal Piano Nazionale di formazione dei docenti e dalla realizzazione del PTOF. Dimensioni queste che afferiscono alla didattica e alla formazione e al

miglioramento dell’offerta formativa, ritenute fondamentali al fine di migliorare ed innovare le prassi di 37,2 43,9 43,1 40,6 31,1 38,2 31,1 31,3 32,9 26 27,2 26 23 36,1 27,7 27,2 24,5 33,4 25,5 31,8 30,8 25,9 24,9 23,4 23,2 18,9 26,7 28,4 29,7 34,8 35,6 36,1 37 37,9 41,4 49 49,4 50,9 58,1 0 10 20 30 40 50 60 70

Revisione dei percorsi di formazione professionale Realizzazione di una governance funzionale al raggiungimento degli obiettivi del sistema educativo

Realizzazione dell'autonomia Sistema di formazione iniziale e di accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado

Promozione e diffusione della cultura umanistica Realizzazione della flessibilità organizzativa della didattica

e del curricolo ricerca e sperimentazione Promozione e diffusione della cultura scientifica Adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli

Esami di Stato

Sistema di Alternanza Scuola Lavoro Realizzazione del PTOF come strumento di governo della

scuola

Sostegno alla professionalità docente attraverso la realizzazione di un piano Nazionale di formazione docenti

su diverse tematiche

Realizzazione del PDM Introduzione ed utilizzo dell'organico di potenziamento

123 insegnamento attraverso anche l’ utilizzo diverso degli ambienti di apprendimento. In queste voci sembra prevalere l’aspetto di leadership educativa del dirigenti scolastici a scapito di quella organizzativa e gestionale.

Il 41,4% sostiene positivamente anche il sistema di alternanza scuola lavoro, soprattutto per gli istituti secondari di secondo grado. Infatti

L’Alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi, è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta. Un cambiamento culturale per la costruzione di una via italiana al sistema duale, che riprende buone prassi europee, coniugandole con le specificità del tessuto produttivo ed il contesto socio-culturale italiano.”55

In una posizione intermedia si collocano tutti gli adeguamenti della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli esami di Stato, la promozione della cultura scientifica ed umanistica.

I percorsi di formazione professionale, invece, hanno una distribuzione più orientata all’insoddisfazione,

senza grossi scarti dei valori percentuali dal punteggio 6 fino a scendere.

I dirigenti dichiarano di essere prevalentemente insoddisfatti: per la realizzazione di una governance

funzionale al raggiungimento degli obiettivi del sistema educativo con il 43,9%; per la mancata realizzazione dell’autonomia con il 43,1%; per il sistema di formazione iniziale di accesso all’insegnamento della scuola secondaria di I e II grado con il 40,6%; e per la realizzazione della flessibilità organizzativa della didattica e del curricolo, ricerca e sperimentazione con il 38,2% di insoddisfazione.

Analizzando quest’ultimo gruppo di insoddisfazione, risulta sorprendente come l’Autonomia scolastica istituzionalizzata con DPR 275/99, a vent’anni di distanza mostra tutte le sue criticità di completa attuazione, evidenziando lacune nella complessa gestione del sistema scolastico.

Lacune che indubbiamente poi si riflettono, come dimostrano i dati, nell’insoddisfazione di poter realizzare governance organizzative più flessibili e funzionali sia agli obiettivi dell’intero sistema scolastico che alla didattica orientata alla ricerca e sperimentazione già previste dallo stesso DPR dell’autonomia all’art.6 (Autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo).

Tutti gli interventi normativi e le direttive o indicazioni del MIUR, che si sono succeduti negli ultimi 20 anni, nel tentativo di realizzare l’autonomia scolastica secondo le indicazioni del DPR275/99, hanno in parte generato discrasie tra quanto scritto, previsto e proposto e quello effettivamente agito nelle istituzioni scolastiche.

Il tradizionale governo della scuola è apparso non coerente con l’esigenza di un’ampliata domanda sociale. Accanto ad un quadro Costituzionale del sistema educativo, basato su attribuzione allo Stato della

competenza legislativa esclusiva e potestà legislativa dello Stato e delle Regioni su legislazione concorrente

(Costituzione Italiana art.117), ci sono le autonomie delle istituzioni scolastiche.

Ciò nonostante, le risultanze emerse dalle varie dimensioni considerate in questa ricerca, portano a confermare che è proprio venuta a mancare la piena autonomia funzionale auspicata dal legislatore, il quale affidava alla professionalità dei dirigenti e dei docenti, la possibilità di definire modi, tempi, e contenuti, con cui mettere in pratica il quadro costituzionale dell’educazione di ciascuno.

Le azioni poste in essere dai dirigenti sono prevalentemente condizionate da specifici vincoli burocratici ed istituzionali, talvolta ambigui per alcuni aspetti, che di fatto impediscono un’articolazione diversa dell’organizzazione scolastica. I dirigenti si trovano sempre più ad eseguire le disposizioni ministeriali emanate o come raccomandazioni o come obbligo che, slegate dai vari contesti, rendono incerti e diversificate le interpretazioni per l’attuazione delle stesse.

A tal proposito, interessanti appaiono le considerazioni fatte da Rubinacci56(2017) secondo cui,

55

http://www.alternanza.miur.gov.it/cos-e-alternanza.html

56

Rubinacci A., (2017),“L’autonomia scolastica: un patrimonio di idee e di strumenti. Lo stato dell’Arte”, in Convegno Nazionale Vent’anni di autonomia scolastica, http://www.mathesisnazionale.it/mathesisbkp/archivio- argomenti/convegno-rovigo-2017.html (24/10/2017)

124 “L’autonomia non è una concessione del sistema. In primo luogo occorre chiedersi:

autonomia da chi? Dai soggetti istituzionali o autonomia come “valore” istituzionale?

autonomia di chi? Del dirigente scolastico o dell’istituzione capace di integrarsi nel contesto locale? autonomia come fine e cioè concezione autoreferenziale della propria missione educativa?

• autonomia come mezzo efficace per sostenere lo sviluppo culturale, sociale ed economico della comunità circostante?

La cultura centralistica fa coincidere la somma delle autonomie scolastiche con il sistema scolastico, dimenticando che il sistema dell’istruzione è aperto a una pluralità di soggetti istituzionali. Le scuole operano all’interno di una pluralità di sub-sistemi e forniscono una risposta ad un coacervo di “interessi”.

La questione centrale riguarda le modalità con cui ciascuna scuola può occupare gli spazi di autonomia, mettendo in atto una reale ed efficace capacità di autoregolazione in relazione al sistema degli interessi sul territorio. Da ciò la necessità di recuperare il senso e il significato dell’autonomia che è creatività in tutte le sue forme di espressione e modalità realizzative, è studio, impegno, progettualità. In parole povere è fatica, passione, esperienza”.

Tornando all’analisi dei dati della ricerca, considerando i tre cambiamenti che registrano maggiori percentuali sui valori bassi, sono state fatte delle elaborazioni per conoscere meglio nelle differenziazioni dei vari gruppi la variazione del dato.

La seguente tabella ci offre una panoramica generale da cui poter trarre delle inferenze.

Tab. 18: Opinioni medie sui cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni con > % di insoddisfazione.

Realizzazione dell’Autonomia Realizzazione di una governance funzionale al raggiungimento degli obiettivi del sistema educativo Sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnament o nella scuola secondaria di I e II grado Genere Maschio Femmina 4,48 5,00 4,40 5,01 5,01 5,06 Classi di età 39-50 anni 51-55 anni 56-60 anni Più di 60 anni 4,43 5,04 4,98 4,72 4,47 5,03 4,83 4,79 4,76 5,08 5,02 5,16 Area geografica Nord 4,46 4,38 4,61 Centro 4,70 4,72 5,31 Sud e Isole 5,30 5,31 5,34

Titolo di studio Laurea 4,67 4,66 5,01

Post-laurea 5,04 5,00 5,09

Ambito disciplinare della laurea

Gruppo-pedagogico-umanistico- psicologico

Gruppo-economico giuridico- sociale

4.75 4,78 4,79 4,62 5,01 4,77

125

Gruppo tecnico scientifico 5,10 5,02 5,30

Anni di carriera nel ruolo di dirigente 1-3 anni 4,92 4,93 5,24 4-7 anni 4,55 4,52 4,89 8 anni o più 5,17 5,15 5.07 Tipo di istituto diretto Istituto Comprensivo

Istituto Secondario di Secondo Grado

4,85 4,81 4,91 4,65 5,17 4,85

Per quanto riguarda la mancata realizzazione dell’Autonomia sono insoddisfatti quasi a pari merito sia i dirigenti di genere maschile che quelli di genere femminile e i dirigenti di entrambi gli ordini di scuola; quelli di età tra i 51-55 anni, anche se si discostano poco dalle altre fasce di età, quelli più anziani di servizio, quelli con titolo post laurea e ambito disciplinare del gruppo scientifico e quelli del Sud.

Si potrebbe concludere che per questa variabile non si registrano grosse significative differenziazioni tra i gruppi, quindi l’ insoddisfazione è un sentire comune e diffuso su questo aspetto.

Per quanto riguarda la mancata realizzazione di una governance funzionale al raggiungimento degli

obiettivi del sistema educativo, anche qui non si rilevano particolari differenziazioni tra i gruppi tranne il

dato dei dirigenti del Sud ed Isole e dei più anziani di servizio, che magari hanno visto deluse le aspettative e trovano maggiori difficoltà.

Per quanto riguarda il Sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola

secondaria di I e II grado non si rilevano grandi scarti percentuali tra i gruppi, emerge in particolare

l’insoddisfazione da parte dei dirigenti del Sud e Centro e dell’ambito di laurea afferente al gruppo scientifico, di quelli più giovani di carriera ed anziani di età ed in quelli che dirigono gli Istituti comprensivi.

Quest’ultimo dato potrebbe risultare importante da attenzionare, poiché i dirigenti degli Istituti comprensivi, dovendo offrire un servizio ad alunni in età scolare di obbligo formative, con un’utenza molto diversificata ed in età adolescenziale molto vulnerabile, riscontrano più frequentemente, nei docenti della scuola secondaria di I grado, una buona preparazione dei contenuti epistemologici e disciplinari a scapito di una preparazione efficace soprattutto sui temi di gestione della classe con utilizzo di metodologie didattiche adeguate e rispondenti ai bisogni dell’età degli alunni a loro affidati.

Alla luce di quanto evidenziato sarebbe auspicabile che nei percorsi di formazione iniziale, per l’accesso all’insegnamento, dei docenti di scuola secondaria di I e II grado, siano potenziati i percorsi formativi che afferiscano anche alle scienze umanistiche, pedagogiche e psicologiche dell’età evolutiva.