Cap 6. ALCUNE ANALISI DELL’INDAGINE 2017-2018
6.6 La governance interna ed esterna e gestione delle istituzioni scolastiche
6.6.3 Rapporto con i docenti, con gli studenti e con gli altri attori del mondo scolastico
6.6.3.3 Rapporto con il territorio e forme di partecipazione praticate
Proseguendo nell’analisi delle risultanze del questionario, un altro aspetto indagato è quello relativo al rapporto con il territorio con le eventuali forme di partecipazione.
Un dato interessante emerso è che il 63,2% dei dirigenti scolastici oggetto di analisi ha nella sua scuola
gruppi di lavoro per il raccordo con il territorio, aspetto questo ritenuto importante ed in alcuni casi
determinante per la definizione dell’offerta formativa e per l’ampliamento di questa, sia in orario curricolare che extracurriculare.
Analizzando le differenze tra i gruppi relative a questo dato si osserva che, hanno gruppi di lavoro per il
raccordo con il territorio, superiori alla media degli altri gruppi, i dirigenti più anziani di età e di servizio, che
provengono dall’ambito disciplinare del gruppo pedagogico, umanistico e psicologico, hanno un titolo di studio post-laurea, sono prevalentemente di genere femminile ed operano in Istituti secondari di secondo grado dell’area geografica Nord e Centro Italia.
Accanto ai gruppi di lavoro, si è cercato di capire anche se ci sono forme di raccordo e se i dirigenti stipulano anche accordi di collaborazione con i diversi soggetti.
A tal fine è sembrato opportuno approfondire la questione per conoscere con chi.
Grafico 33: Prospetto % di soggetti con cui le scuole stipulano accordi di collaborazione
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Altri soggetti Enti di ricerca Enti di formazione accreditati Soggetti privati Azienda sanitaria Autonomie locali Altre associazioni o cooperative Università Altre scuole 2,9 13,4 25,8 29 33,2 37,6 41,9 46,3 52,5 97,1 86,6 74,2 71 66,8 62,4 58,1 53,7 47,5 SI NO
118 Questo grafico ci restituisce un dato molto importante, riferito alla percentuale degli Accordi di collaborazione stipulati dalle scuole. In esso la voce con le altre scuole occupa una posizione prevalente.
La spiegazione di questa tendenza potrebbe essere attribuita al fatto che, nel tentativo di ampliare, integrare ed uniformare la proposta dell’offerta formativa ci si raccorda per attuare e condividere buone prassi.
Dopo questa voce troviamo gli accordi con le Università e poi con altre associazioni o cooperative. Interessante ed in termini positivi va considerato il dato del 46,3% relativo alle collaborazioni con le Università. Tale dato dimostra che le scuole riconoscono l’importanza dell’apporto teorico scientifico ed innovativo che le Università possono offrire alle scuole.
La loro azione è fondamentale per il rinnovamento dell’organizzazione scolastica, delle prassi didattiche e di valutazione, poiché l’Università fornisce alle scuole supporti importanti in riferimento ai contenuti teorici ed epistemologici della ricerca scientifica che è in continua evoluzione. Scarso rapporto invece si
registra con gli Enti di Ricerca che insieme alle Università potrebbero fornire ulteriori elementi di riflessioni
e sperimentazioni.
In Italia un ruolo importante in questo settore lo hanno rivestito per diversi anni gli ex Istituti di Ricerca Regionali di Sperimentazione ed Aggiornamento educativo istituiti con D.P.R. 31/05/1074, divenuti IRRE (Istituti di Ricerca Regionale Educativa) e poi soppressi con la legge finanziaria 296/2006, per essere assorbiti in Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia scolastica (ANSAS). Dal settembre 2012 tutte le azioni di, sostegno ai processi di miglioramento della didattica e della professionalità docente, di ricerca e di sperimentazione sono in capo all’INDIRE54 (Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa) che secondo la L.111/2011 insieme all’INVALSI e al Corpo Ispettivo è parte anche del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV).
Quindi, questo dato potrebbe aiutare i dirigenti a prendere in considerazione la consapevolezza che da un maggior raccordo con gli Enti di ricerca, si potrebbero ricavare dei supporti validi ed utili per l’accrescimento professionale dei docenti e dei dirigenti stessi.
Da questo quadro complessivo, e stato interessante anche conoscere il comportamento dei dirigenti del campione difronte a questo aspetto delle collaborazioni.
Le differenziazioni dei gruppi ci restituiscono il dato secondo la distribuzione nella tabella seguente.
Tab. 17: Prospetto con differenziazioni dei gruppi relativamente ai soggetti con cui la scuola stipula accordi di collaborazione
Altre scuole Università Autonomie
locali Genere Maschio 46,3 34,5 37,3 Femmina 55,3 51,9 37,7 Classi di età 39-50 anni 51-55 anni 56-60 anni Più di 60 anni 43,2 47,9 54,6 56,5 41,9 48,8 44,8 47,5 31,1 33,1 38,5 41,8 54 INDIRE https://ww.indire.it/
119 Area geografica
Nord 54,3 45,2 43,8
Centro 54,4 52,8 39.2
Sud e Isole 49,3 43,5 30
Titolo di studio Laurea 50,5 44 35,8
Post-laurea 54,9 49,2 39,8
Ambito disciplinare della laurea
Gruppo-pedagogico umanistico- psicologico Gruppo-economico giuridico- sociale gruppo tecnico scientifico
53,5 50 51,1 49,6 41,7 38,9 37,3 40 36,6 Anni di carriera nel
ruolo di dirigente
1-3 anni 53,8 44 33,7
4-7 anni 49,8 45,7 38,1
8 anni o più 56,2 51,4 41,9
Tipo di istituto diretto Istituto Comprensivo 51,6 43,3 39,2
Istituto Secondario di Secondo Grado 53,7 50,9 35
Le dirigenti donne stipulano maggiori accordi di collaborazione sia con altre scuole che con l’Università, in modo paritetico con le Autonomie locali rispetto ai colleghi di genere maschile. I più anziani di età e anni di servizio riconoscono l’importanza degli accordi con altre scuole ed Università, ed in questi la variabile tempo ha agevolato la costruzione di network, mentre i più giovani sia di età che di anni di servizio, si discostano dalla media in negativo dimostrando che stipulano meno accordi di collaborazione sia con altre scuole sia con le Università, sia con le Autonomie locali.
I dirigenti che prestano servizio nell’area geografica del Nord stipulano maggiori accordi con altre scuole e Autonomie Locali, quelli del Centro mantengono un’alta posizione percentuale sia per gli accordi con altre scuole che con le Università, anzi con queste gli accordi stipulati sono maggiori rispetto ai colleghi delle altre aree geografiche. Inferiore in tutti i casi è il grado di raccordo con il territorio dei dirigenti del sud, soprattutto lo scarto maggiore dalla media si registra nel raccordo con le Autonomia locali che è solo al 30% a confronto del 43,8% del nord. Queste differenziazioni geografiche ci riflettono un dato di contesto molto significativo la cui non adesione, da parte dei dirigenti, non può essere imputabile alla loro volontà, ma è fortemente condizionata dalla cultura del contesto di riferimento e dalla possibilità che il territorio offre insieme ai suoi strumenti e risorse a disposizione.
Per le tre voci osservate si rileva che stipulano maggiori accordi di collaborazioni i dirigenti con titolo post-laurea e quelli del gruppo discipline umanistiche. Segno che le ulteriori specializzazioni post laurea abbiano conferito ai dirigenti la consapevolezza che l’apporto dei diversi soggetti costituisce un valore aggiunto, che nessuno può essere un isola e che è importante avere uno sguardo umanistico per comprendere i reali bisogni della propria scuola al fine di ricercare nel territorio le migliori opportunità di crescita ed integrazione con il tessuto sociale utili per l’intera comunità scolastica. I dirigenti dell’area scientifica sembrano stipulare meno accordi.
I dirigenti degli Istituti Comprensivi si raccordano in modo % maggiore con le Autonomie Locali rispetto ai colleghi degli Istituti secondari di secondo grado, che invece hanno un maggiore scarto percentuale rispetto a loro per quanto riguarda il raccordo con le Università.
Nel complesso, di questa area sarebbe importante evidenziare la criticità del fenomeno di scarso
120 Sarebbe auspicabile che questi siano incrementati e considerati parte del sistema scolastico, al fine di realizzare e proporre percorsi innovativi flessibili ed aperti alla gestione della complessità sociale, in continuo mutamento, per supportare meglio le scuole ed i dirigenti nelle varie sperimentazioni.
Il caso delle gestione delle scuole al tempo dell’emergenza corona virus ne è la dimostrazione di come, nel nostro sistema, lo scarso riferimento ad Enti di ricerca riconosciuti scientificamente, penalizza e lascia spazio di aperture a favore di iniziative diversificate, affidate invece ad aziende e a soggetti privati, scesi in campo come formatori per offrire pacchetti di software, contenuti digitali e supporti vari per la realizzazione della Didattica a distanza