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Capitolo 5 La declinabilità didattica del Group-based Early Start Denver Model (G-

5.4 Il Group-Based Early Start Denver Model

5.4.3 L’organizzazione del setting

L’organizzazione dell’ambiente fisico è forse la differenza più ovvia tra il G-ESDM e gli approcci didattici strutturati per l’autismo. Nel caso di approcci didattici strutturati l’ambiente è modificato in modo tale che gli input sensoriali siano ridotti e siano aumentati, invece, i supporti visivi.

Nel G-ESDM l’approccio è quello di fornire al bambino un ambiente di apprendimento sociale significativo e gratificante al fine di favorire lo sviluppo di abilità e l’apprendimento sociale. La disposizione fisica della classe riflette questa filosofia ed è progettata per supportare l’apprendimento sociale da parte degli adulti e dei pari in tutti i domini di sviluppo e in tutte le attività del giorno. Entrando in una classe G-ESDM si entra in una classe ben organizzata per bambini della prima infanzia. I requisiti per lo spazio fisico sono quelli incorporati nelle migliori pratiche della prima infanzia e i giocattoli e i materiali presenti nella stanza sono gli stessi che ci si aspetterebbe di vedere in una scuola dell’infanzia.

L’organizzazione dei materiali e degli spazi è fondamentale poiché permette al bambino con autismo di comprendere in determinate aree “cosa

accadrà” e, soprattutto, permette la gestione di stimoli che possono entrare in competizione con le attività che si propongono al bambino. Di seguito alcune foto scattate in una classe G-ESDM presso la Capital Christian School di Sacramento, California.

Figura 2 Classe G-ESDM presso Capital Christian School – Sacramento, California

Figura 3 Angolo Gioco Simbolico. Classe G-ESDM presso Capital Christian School – Sacramento, California

Figura 4 Angolo Arte, Creatività, Disegno. Classe G-ESDM presso Capital Christian School – Sacramento, California

L’organizzazione degli spazi, nella classe G-ESDM, è coerentemente con i principi pedagogici introdotti da Schopler e colleghi (1995) poiché aree diverse hanno scopi diversi, per tale motivo la creazione di “angoli” e la disposizione al loro interno di determinati oggetti segnalano al bambino cosa può trovare all’interno di quello spazio e cosa può fare, favorendo in tal modo il comportamento intenzionale e l’autonomia di scelta. Nella figura 5, per esempio, l’angolo dedicato al pensiero logico-matematico vede la presenza di materiali quali i numeri, i puzzle, i pon-pon. Il bambino sa che recandosi verso quella parte dell’aula non potrà, per esempio, giocare a fare finta di cucinare e che se volesse invece dipingere dovrebbe recarsi all’angolo arte, creatività e disegno (figura 4). Tuttavia, mentre le diverse aree della stanza dei giochi e i materiali coinvolti in ciascuna area hanno uno scopo chiaro, l’attività specifica da svolgere in ciascuna area non è del tutto predeterminata. Coerentemente con i principi stabiliti per la prima volta da Montessori (1948), all’interno di ciascuna area il

Figura 5 Angolo Pensiero Logico-matematico. Classe G-ESDM presso Capital Christian School –

Sacramento, California

Figura 6 Angolo Lego. Classe G-ESDM presso Capital Christian School – Sacramento, California

bambino deve essere in grado di scegliere tra diversi materiali che sono messi a disposizione con quali “giocare” in maniera coerente con il tema dell’attività, lo scopo dell’area, e gli obiettivi individualizzati. Così strutturato lo spazio di apprendimento sfrutta la motivazione del bambino, poiché è l’interesse spontaneo che fa scegliere al bambino in quale area svolgere le attività di gioco. L’organizzazione dello spazio permette anche di organizzare dei “centri di attività di gioco” che consistono in aree del pavimento o banchi che permettono la creazione di opportunità di apprendimento cooperativo. Queste aree sono visivamente delimitate, ma non sono necessariamente “racchiuse” all’interno di barriere fisiche (figura 2). La disposizione spaziale di ciascuna area dovrebbe essere progettata in modo tale che 3-4 bambini possano giocare insieme e si trovino l’uno di fronte all'altro (figure 4, 5, 6).

Ogni centro ha un tema specifico, che è chiaramente definito da una serie di materiali disposti nell’area. Ci sono più centri all’interno della classe e, come in ogni scuola dell’infanzia, al loro interno è possibile trovare: puzzle, un angolo del libro, un’area dedicata alle costruzioni, una cucina giocattolo, negozi o altri giochi simbolici, disegno, colori, ecc… La selezione dei materiali di gioco all’interno di ciascun centro di attività si basa su tre principi. In primo luogo, devono essere tipici materiali della prima infanzia, giocattoli e oggetti che possono essere trovati in qualsiasi luogo ospiti bambini. In secondo luogo, devono essere motivare, stimolare ed indirizzare il bambino verso l’obiettivo di apprendimento e lo sviluppo del gioco sociale. Infine, i materiali devono prevedere diversi livelli di complessità in modo che ogni bambino possa partecipare e giocare nei modi più appropriati per il suo livello di sviluppo e le sue competenze.

Molti obiettivi di apprendimento nel G-ESDM sono progettati all’interno di attività di piccoli gruppi dirette dal terapeuta, come, per esempio, le attività basate sui libri o sulle canzoni. Solitamente il terapeuta è supportato da un adulto che riveste il ruolo di “supporto invisibile”, ovvero siede dietro i bambini e interviene quando è necessario per facilitare l’attività.

L’assetto fisico richiesto per gestire i piccoli gruppi comporta uno spazio chiaramente definito che è visivamente delimitato da confini naturali (come per esempio un muro) ed al suo interno tutto è posizionato in modo tale che il terapeuta si trovi in prossimità dei bambini, di fronte a loro e possa avere facile

accesso ai giocattoli o ai materiali necessari per l’attività. L’obiettivo principale nella creazione di un piccolo gruppo è rendere l’adulto l’oggetto dell’attenzione dei bambini. Per eliminare “stimoli competitivi” che possono distrarre i bambini i gruppi possono essere organizzati in modo che alle spalle del terapista non accada nulla.

Figura 7Attività in gruppo di grandi dimensioni presso Capital Christian School- Sacramento, California

Le attività di gruppo di grandi dimensioni - ad esempio quelle che coinvolgono tutti o la maggior parte dei bambini in classe – (figura 7) offrono ai bambini l’opportunità di generalizzare le competenze che hanno acquisito in opportunità di apprendimento individuali e attività in piccoli gruppi.

Molte scuole prevedono l’uso di aree esterne, all’aperto, che possono contenere attrezzature per l’arrampicata, trampolini, giocattoli da cavalcare e altre strutture da parco giochi. Le aree esterne sono le postazioni ideali per indirizzare gli obiettivi motori e cognitivi all’interno di attività di gruppo e non richiedono alcun riarrangiamento fisico specifico per essere utilizzate con successo nel G-ESDM (figura 8).

Figura 8 Playground presso Capital Christian School – Sacramento, California