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Paternalismo post-ideologico

Per Sunstein e Thaler il neopaternalismo del nudge è perfetta- mente conciliabile con la libertà e la democrazia. Il pensiero libe- rale classico (Locke, Kant, Constant e Mill, per esempio) può dirsi invece, con una certa approssimazione, antipaternalistico. L’antipa- ternalismo liberale e il paternalismo libertario hanno in comune il tendenziale disinteresse per il contenuto delle norme e la considera- zione per i vincoli di autorizzazione e legittimazione dell’intervento pubblico; entrambe le posizioni concepiscono questo limite come garanzia contro forme di dispotismo autocratico e si giustificano in nome del “bene” dei cittadini1.

Ciò che rende stupefacente il paternalismo libertario, una for- ma neopaternalistica soft di epoca tardo-liberale, è la sua capacità di affermarsi in un contesto giuridico e politico che continua a ca- ratterizzarsi per l’unanime consenso attorno alle forme di governo democratico-liberali, e di assecondare, al tempo stesso, la tendenza a vedere il limite dell’intrusione autoritaria nelle scelte dei singoli sempre più indebolito da complessi calcoli di utilità sociale. Difen- dendo questa forma di neopaternalismo Sunstein e Thaler rivelano che la benevolenza verso i cittadini e la preoccupazione per il loro benessere sono argomenti di legittimazione del potere tutt’altro che superati dalla politica liberaldemocratica. Il nudge è, per così dire, il sintomo del diffondersi di un certo clima di distensione tra liberali- smo e paternalismo, quello di cui parlava qualche anno fa Flavio Ba- roncelli: «dappertutto si fanno inni al libero mercato, e dappertutto gli stati intervengono sempre più invasivamente nella vita privata

1 M. Cuono, R. Sau, “Ripensare il paternalismo in epoca neoliberale”, Me- ridiana, 79, 2014, pp. 29-46, in part. p. 29.

[…] il tutto grazie a dati inoppugnabili»2; quasi a sottolineare che

la recente apertura nei confronti di forme aggiornate di paternali- smo si spiega con la rivendicazione del carattere post-ideologico di dati empirici di per sé irrefutabili3. Gli appelli alla neutralità delle

evidenze sperimentali e all’efficienza4, l’interesse per l’azione e l’a-

zionabilità dei dispositivi regolativi, più che per i sofismi delle teorie e degli ideali, e la dichiarata supremazia dei mezzi sui fini paternali- stici, rendono superfluo un paternalismo vecchio stile (e illiberale) e legittimano il paternalismo soft anticoercitivo. In questo clima post- ideologico non sorprende che si sia parlato del paternalismo come di una «malattia senile del liberalismo»5.

Sunstein e Thaler difendono una forma di paternalismo mite basata sul nudging6, e, soprattutto, sulla scienza. Indagare i limiti di

questo esercizio neopaternalistico consentirà di dimostrare perché il nudge ha a che fare non solo e non tanto con le regole del diritto ma con una specifica modalità di regolazione, mostrando, al tempo stesso, che questa modalità è senza dubbio paternalistica, ma che l’obiettivo libertario è ancora da definire. Occorre inoltre capire il motivo per cui insistono a più riprese che promuovere le spinte gen- tili significa, da un lato, gettare le basi di una nuova filosofia delle politiche pubbliche – che è appunto il neopaternalismo del nudge –, e, dall’altro, indagare i mezzi (giuridici o non propriamente tali) di

2 F. Baroncelli, “Lo stile parascientifico è la retorica più efficace”, in Id., Mi manda Platone, Il Melangolo, Genova, 2009, p. 130.

3 Per una rassegna bibliografica delle più recenti pubblicazioni sul neo-

paternalismo, si veda F. Zappino, “Il paternalismo tra ‘proibizione’ e ‘discipli- namento’”, cit.

4 Per una storia della modernità politica ed economica attraverso la no-

zione di efficienza, si veda J.K. Alexander, The Mantra of Efficiency. From Wa-

terwheel to Social Control, The Johns Hopkins Unversity Press, Baltimore, 2008. 5 J.-M. Donegani, “Le paternalisme, maladie sénile du libéralism?”, Rai- sons Politiques, 44, 2011, pp. 5-13.

6 A riprova, Sunstein, Effetto nudge, cit., p. 47: «Il paternalismo debole,

così concepito, include le spinte gentili o nudge, e […] userò le due espressioni in maniera intercambiabile», essendo il paternalismo debole (soft) definibile come «libertario nella misura in cui non impone costi materiali sulle scelte degli individui» (ivi, pp. 48-47).

questa forma di regolazione, destinata, secondo Sunstein, a diventa- re il governo del futuro7.

Il nesso tra nudge e paternalismo, come abbiamo visto, è pro- blematico ed è oggetto di molte critiche8; in questa sezione, però, lo

si assumerà come un nesso valido (ma non certo a-problematico) assecondando la volontà dei fautori del nudge di concepirlo come necessario9. Un motivo per adottare questa prospettiva è la natura

insoddisfacente della letteratura critica del paternalismo libertario incapace di spingersi oltre il seguente interrogativo: in che sen-

7 È quanto si evince dalla lettura di Sunstein, Semplice, cit., passim, dove a

ogni piè sospinto si viene messi di fronte ai vantaggi sociali, economici, politici della semplificazione normativa attraverso il nudging e ai successi conseguiti dall’OIRA in questo campo. Cfr. A. Kemmerer, C. Mollers, M. Steinbeis, G. Wagner (eds.), Choice Architecture in Democracies. Exploring th Legitimacy of

Nudging, Nomos, Baden-Baden, 2016; P. John, How Far to Nudge? Assessing Behavioural Public Policy, Elgar, Cheltenham, 2018.

8 Cfr., ad esempio, R. Calo, “Code, Nudge, or Notice”, Iowa Law Review,

99, 2, 2014, pp. 773-803; H. Farrell, C. Shalizi, “‘Nudge’ Policies Are Anoth- er Name for Coercion”, New Scientist, 26 novembre 2011, http:// www.slate. com/articles/health_and_science/new_scientist/2011; P. Lunn, Regulatory

Policy and Behavioural Economics, OECD Publishing, Paris, 2014; T. Ploug,

S. Holm, J. Brodersen, “To Nudge or Not To Nudge: Cancer Screening Pro- grammes and the Limits of Libertarian Paternalism”, Journal of Epidemiology

and Community Health, 66, 12, 2012, pp. 1193-1196; A. Randazzo, “The Case

Against Libertarian Paternalism”, Reason, 23 aprile 2013, http://reason.com/ archives/2013/04/23/the-case-against-libertarian-paternalism; White, The Ma-

nipulation of Choice, cit.; M.D. White, “The Richness of Personal Interests: A

Neglected Aspect of the Nudge Debate”, LSE Blogs, 23 ottobre 2013, http:// blogs.lse.ac.uk/politicsandpolicy/the-richness-of-personal-interests-a-neglect- ed-aspect-of-the-nudge-debate/; P. Zoido-Oses, “The Problem with Nudge Policies Is That They Threaten Our Freedom to Choose to Act Well”, 9 luglio 2014, LSE Blogs, http://blogs.lse.ac.uk/politicsandpolicy/the-problem-with- nudge-policies-freedom-to-choose/.

9 Certamente non ci sfugge la rilevanza di analisi come quella di P.G. Han-

sen, “The Definition of Nudge and Libertarian Paternalism: Does the Hand Fit the Glove?”, cit., p. 156, che intende problematizzare il nesso tra nudge e pater- nalismo libertario a partire da posizioni (come quella dello stesso Sunstein) che vedono le due nozioni come interscambiabili o sinonimiche. Discuteremo tali questioni teoriche nel capitolo finale, finalizzandole alle necessità di quest’ana- lisi; ma rimane il fatto che, dal punto di vista della portata politica e normativa del paternalismo libertario, è più importante capire perché questo nesso è as- surto a cardine della teoria, molto meno se sia stato creato correttamente.