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Analisi del contesto

monitoraggio Valutazione

processo Valutazione esiti

Raccolta documenti: Report, progetti ecc.

Verbali degli incontri (ad es. cabine di

regia, tavoli ecc.)

Raccolta di ciò che viene prodotto (volantini, incontri, seminari, video ecc.)

Analisi figura del facilitatore

In sede locale

Per ogni caso è stata predisposta una griglia che accompagnava l’intervistatore nel sopralluogo dei casi.

Veniva innanzitutto descritto il contesto per segnalare eventuali fatti, avvenimenti rilevanti e significativi per il percorso avviato, oltre a segnalare: il titolo del caso, l’ente titolare del percorso e le caratteristiche del contesto locale, ovvero la raccolta di alcuni elementi che permettano di tratteggiare le caratteristiche salienti del contesto locale, rimandando a documenti, pubblicazioni, eventi significativi come ad esempio se il caso era:

• città/pianura/montagna. Interessa conoscere le caratteristiche morfologiche in relazione agli aspetti della vita nel territorio in cui si attua il processo, lo sviluppo sociale ed economico prevalente;

• vivacità società civile. Interessa conoscere le forme in cui il territorio si attiva, le modalità di aggregazione, i luoghi, gli aspetti in cui si manifesta una mobilitazione delle persone come appartenenti alla comunità (feste, iniziative culturali, manifestazioni ecc.);

• consistenza/significatività organizzazioni coinvolte (rete locale). Interessa conoscere le forme di aggregazione presenti, l’estensione, le osmosi [staff community lab].

Durante le interviste veniva chiesto “Quando” e “Come ha avuto inizio il percorso” (ed eventuale storia pregressa), i soggetti coinvolti nella cabina di regia o nei tavoli del piano di zona, successivamente:

• perchè? motivi dell’azione che spingono organizzazioni e persone a muoversi in questa direzione25;

• cosa si intende fare ed in cosa consiste il percorso:

1. ambito coinvolto (macro: distretto; micro: un comune….); 2. azione progettuale /processo di programmazione partecipata ; 3. tutti i tavoli, solo un tavolo;

4. intenzione di passare dai target ai problemi trasversali;

• chi ha definito il che cosa:

1. istanza emersa da un nucleo ristretto che si propone di ampliarsi; 2. istanza esito di un processo partecipato;

• come:

1. quale livello di protagonismo di soggetti diversi da quali istituzionali;

2. (varie scale: emettitori di pareri, coinvolti ma con ruoli esecutivi, co-progettisti, co-gestori, conduttori);

25

i motivi non sono tutti espliciti, esplicitabili e consapevoli e vanno ben oltre gli obiettivi esplicitati, spesso vengono alla luce al termine del percorso

3. in che misura si esce dalla cerchia dei soliti noti;

4. che tipo di metodologie partecipative (calde , fredde, tiepide: descrivere quali in specifico); 5. con quel set di accompagnamento (facilitatore/i, dispositivi di governance);

6. caratteristiche dei dispositivi di governance: tavoli monoculturali o misti; fissi o a porte girevoli;

• per quanto tempo: previsione di durata del percorso: si tratta di vedere se c’è la consapevolezza della necessità di dare un tempo adeguato perché nuove risorse si possano generare.

Sono stati poi individuati degli esiti in base a due criteri:

• la fase;

• il percorso;

Se il percorso era già stato avviato, venivano fatte domande anche sul come: 1. quale livello di protagonismo di soggetti diversi da quali istituzionali;

2. (varie scale: emettitori di pareri, coinvolti ma con ruoli esecutivi, co-progettisti, co-gestori, conduttori);

3. in che misura si esce dalla cerchia dei soliti noti;

4. che tipo di metodologie partecipative (calde , fredde, tiepide: descrivere quali in specifico); 5. con quale set di accompagnamento (facilitatore/i, dispositivi di governance);

6. caratteristiche dei dispositivi di governance: tavoli monoculturali o misti; fissi o a porte girevoli; Ulteriore aspetto indagato era relativo ai facilitatori: quanti e che ruolo svolgevano, da chi avevano avuto mandato.

7.3 Il processo di valutazione

A livello operativo, il percorso di valutazione si è avviato dapprima con lo studio di tutto il materiale prodotto dai responsabili dei casi: documentazione cartacea: verbali, atti, appunti, ecc.; materiale fotografico, video, partecipazione agli eventi, ecc.

Successivamente, attraverso visite in loco, di tutti i contesti locali che rappresentavano le sedi delle sperimentazioni del “Community Lab”, sono state realizzate delle interviste semi-strutturate di gruppo.

Per ciascun caso quindi sono state realizzate tre interviste finalizzate a raccogliere le pratiche in relazione alla progettualità portata avanti dal singolo caso e alla valutazione degli esiti/impatto e per approfondire gli aspetti che meglio caratterizzavano il processo partecipativo messo in campo dagli interlocutori locali. Le tre interviste vedevano la partecipazione di attori diversi:

per lo più assessori, sindaci, ma spesso c’è stata la presenza in questa intervista di figure di rilievo afferenti all’Ufficio di Piano o Direttori di distretto.

• Un’intervista con la cabina di regia (o gruppo di coordinamento), più o meno ristretta/allargata, o con un tavolo di partecipazione, protagonista della sperimentazione attuata.

• Un’intervista con i facilitatori delle esperienze sperimentali, sia quelli che hanno partecipato al corso di formazione legato alla seconda edizione del “Community Lab”, sia coloro che hanno assunto questo ruolo successivamente, si potrebbe dire “in corso d’opera”.

Il gruppo di valutazione allestito all’interno dello staff di progetto del “Community Lab” ha quindi iniziato il lavoro di elaborazione del materiale raccolto nel corso delle interviste e di tutte le informazioni e dati (sia quantitativi sia qualitativi) prodotti nel corso delle sperimentazioni (schede di candidatura, verbali degli incontri e delle riunioni realizzate dalle cabine di regia o dai tavoli o gruppi laboratoriali, materiale fotografico e video, volantini ecc.), attraverso uno stretto contatto con i soggetti che, nelle sperimentazioni, hanno assunto un ruolo di “manager del caso” del caso sperimentale per reperire eventuali informazioni mancanti.

In particolare è stato costruito un data base dei casi sperimentali che contiene una “scheda anagrafica” di ogni caso con tutti i dati quantitativi che lo descrivono e una scheda del caso con un’analisi qualitativa di esso.

Quest’ultima riporta la descrizione del percorso realizzato con un approfondimento appositamente riservato alle tematiche delle Linee guida, per focalizzare come queste siano state attuate dentro le sperimentazioni, e ad altri temi salienti emersi quali il sistema di governance del processo e il ruolo dei politici, il rapporto con il modello di base di programmazione dei Piani di Zona e l’espansione nella “zonizzazione”, la capacità di essere situato rispetto alla comunità e ai suoi luoghi di ritrovo (questi temi verranno meglio spiegati nel prossimo paragrafo).

Infine si è voluto realizzare un ulteriore questionario, compilato direttamente on-line dai diversi attori protagonisti delle sperimentazioni locali, volto a valutare la “sinergia della partnership”. La compilazione è avvenuta a tre livelli: da parte del manager di caso, colui cioè che ha tenuto le fila di tutto il percorso, da parte dei componenti della cabina di regia, sia del gruppo di coordinamento più ristretto, sia del gruppo più allargato (nei casi dove questo si fosse creato) e, laddove ci siano, anche da parte dei componenti dei nuovi Tavoli sperimentali.

La partnership, e cioè l’investimento nella partecipazione, serve per raggiungere degli obiettivi collettivi che individualmente non potrebbero essere raggiunti: occorre la predisposizione alla collaborazione da parte del gruppo affinché sia efficace.

Ciò che rende la partnership unica è la combinazione di prospettive, conoscenze e competenze del gruppo e dell’organizzazione [Nicoli 2015].

informazioni e valutazioni personali dei membri di un gruppo rispetto ad alcuni aspetti di organizzazione del lavoro (attività di coordinamento e conduzione e processo decisionale) e i loro bilanci in termini di vantaggi/svantaggi ottenuti dalla partecipazione al gruppo.

«L’obiettivo è valutare la sinergia attivata tra i membri del gruppo a partire dai processi che hanno portato alla definizione di obiettivi comuni attraverso il coinvolgimento anche di altri soggetti. Si chiede un’opinione sulla modalità di definizione degli obiettivi comuni in relazione a temi prioritari di interesse per la comunità, su quanto il coinvolgimento di soggetti appartenenti a diversi enti e associazioni abbia contribuito a una pianificazione capace di realizzare nuovi e migliori modi per raggiungere gli obiettivi» [ibidem]

Per concludere il processo di valutazione e condividere insieme ai casi le prime ipotesi formulate dallo staff di progetto attraverso un’analisi comparativa dei diversi casi, si è realizzato un ultimo momento di confronto con i soggetti protagonisti delle sperimentazioni locali. Ciò in quanto si è colta la necessità di un ulteriore momento di valutazione per poter avere un quadro ancora più preciso rispetto, in particolare, ai percorsi sperimentali in relazione alla programmazione locale. Sono stati quindi realizzati tre incontri con le cabine di regia e i responsabili degli Uffici di Piano e Direttori di Distretto, suddivisi per area vasta (Romagna, Emilia-centro ed Emilia-ovest) al fine di consentire una discussione approfondita e un’aderenza a problematiche locali più affini in ragione dell’appartenenza territoriale. In questi incontri sono state indagate tre dimensioni relative alla maturità progettuale della sperimentazione, poste sotto forma di domanda:

• Quale rapporto c’è fra ciò che è stato fatto nella sperimentazione e il processo di programmazione locale di quel territorio? Quello che è stato fatto, come e quanto si configura come azione programmatoria?

• Qual è stato l’impatto di questi percorsi sulla struttura e sull’organizzazione dei servizi?

• Quale è stato il ruolo degli attori istituzionali (ad esempio se c’è stata la presenza o meno dei servizi sociali)?

Dal lavoro di elaborazione delle informazioni ricavate da questi incontri (fase tuttora in corso) e da tutto il materiale complessivamente prodotto, che permetteranno una più approfondita analisi trasversale di tutti i 18 casi rispetto agli elementi di interesse in funzione del rinnovo delle Linee guida, verranno realizzati due incontri plenari con tutti i casi sperimentali in cui verranno restituiti i risultati del lavoro di valutazione condotto.

7.4 I casi