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Riquadro 5: mappa concettuale del processo partecipativo Education Equals Economics

2.6 I processi partecipativi online

La crescente importanza di internet come piattaforma dedicata all’informazione e alla comunicazione si manifesta anche nell’ambito dello strumentario metodologico di molti processi partecipativi. Diversi processi utilizzano ormai delle componenti online come elementi integrativi, con l’obiettivo di ridurre la distanza tra le cittadine e i cittadini da un lato e i decisori politici dall’altro. La creazione di vocaboli come “e-Government” ed “e-Participation” stanno ad indicare questo aumento di rilevanza» [Nanz, Fritsche 2014: 122].

Con l’espressione e-Government s’intende l’uso di tecnologie digitali che rendono accessibili online i servizi dell’Amministrazione pubblica offrendo in questo modo la possibilità di gestire delle pratiche in rete con strumenti elettronici. Questa ottimizzazione e modernizzazione delle procedure dell’Amministrazione pubblica assume svariate forme: si va dalla messa online di informazioni alla presa di contatto e scambio di pareri con i dipendenti dell’Amministrazione pubblica, fino alla possibilità di scaricare documentazioni e moduli, di mandare avanti determinate pratiche amministrative o di utilizzare la firma digitale. Ricade in questo ambito anche la ricongiunzione delle attività di diverse autorità in pagine web condivise.

Un esempio eccellente di e-Government è il sito britannico www.firmystreet. com: a questo indirizzo online le cittadine e i cittadini possono fare segnalazioni su problemi che vengono individuati in città indicandoli direttamente su una mappa. Nella home page del sito è possibile indicare la via oppure farsi localizzare automaticamente, particolarmente efficace nel caso in cui ci si trovi direttamente in strada.

Individuata, ad esempio, una città o una via inglese è possibile informare i cittadini tenendoli al corrente della presa in carico della loro segnalazione e come questa proceda attraverso i vari servizi. Questo progetto ovviamente non produce ne una deliberazione ne una programmazione condivisa ma offre l’opportunità di creare una responsabilità condivisa del territorio. Costruisce di fatto quella

forma mentis necessaria per innestare nei cittadini la volontà di partecipare. Inoltre, nella logica

“visuale” permette anche di localizzare, nella carta della città, il bisogno emergente

Mentre l’e-Government considera i cittadini come attori passivi o comunque come clienti, l’e- Participation sottolinea il loro ruolo di partner paritari nella elaborazione delle prese di posizione in politica e negli iter decisionali, ma difficilmente si connotano processi per produrre una programmazione condivisa. Il settore della partecipazione su internet comprende le petizioni online, i dibattiti promossi dallo Stato su proposte di legge, la possibilità di esprimere il proprio parere in materia di progettazioni locali, fino ai dibattiti sull’uso delle risorse finanziare comunali. L’elemento che accomuna questi processi online è rappresentato dal fatto che le cittadine e i cittadini tramite internet inoltrano per iscritto i loro punti di vista, dialogano con altri soggetti, discutono e con le loro affermazioni possono incidere sull’iter decisionale politico. Un esempio italiano è il sito http://www.airesis.it sviluppato da alcuni giovani informatici.

È bene premettere che in quanto “processo”, quindi un percorso complesso, non è tutto riconducibile all’utilizzo di un solo strumento, online o meno che sia. Molti processi partecipativi

possono prevedere un mix methods, ovvero la coesistenza durante il processo di più strumenti della partecipazione e tra questi la diversità tra on e offline.

Le tecniche partecipative basate sull’uso di internet hanno il vantaggio dell’immediatezza. Queste tecniche consentono di esprimere in maniera diretta e rapida le proprie opinioni senza bisogno di prendere parte fisicamente ad un evento e quindi senza soggiacere ai relativi vincoli temporali e logistici. Grazie ai metodi partecipativi online si possono così ridurre gli ostacoli alla partecipazione, in modo da coinvolgere un maggior numero di persone e spaziare geograficamente. In realtà dalle premesse indicate nel capitolo 2 il valore comunitario in questo caso verrebbe perso, ma è altresì importante sottolineare anche come in realtà si possano ampliare i tempi di durata e coinvolgere persone che per problemi di natura fisica non riescono a partecipare fisicamente. Rispetto ai tempi, nella partecipazione digitale, la risposta ad un intervento precedente può arrivare anche dopo alcune ore o giorni. Nelle pause i partecipanti possono quindi raccogliere e misurare gli argomenti pro o contro un determinato punto di vista. In questo modo i processi online possono imprimere una struttura ai dibattiti e migliorarne la qualità. Inoltre nei processi partecipativi online non si corre il rischio che prendano la parola “sempre gli stessi” o “gli esperti”. Infatti, nei dibattiti online possono fornire un loro contributo anche coloro i quali negli incontri fisici potrebbero essere timidi nell’esprimere il proprio punto di vista.

I forum sono la forma più consueta di partecipazione online. Di regola vengono avviati su temi specifici, con l’obiettivo di offrire agli iscritti la possibilità di esprimersi su un determinato argomento per un lungo lasso di tempo e di reagire in differita alle osservazioni degli altri partecipanti. I forum possono essere aperti, oltre che da organizzazioni indipendenti o da decisori politici, da chiunque ne abbia desiderio o interesse. Esistono molti siti che offrono la possibilità di essere guidati gratuitamente per l’avvio di un forum.

La modalità con il quale si moderano i processi online è suddivisibile in due tipi:

• premoderazione: avviene preventivamente e i post vengono controllati ed eventualmente filtrati prima della pubblicazione in rete;

• postmoderazione in cui i post vengono controllati solo dopo la pubblicazione e, nel caso, eliminati successivamente.

Altri esempi di partecipazione esclusivamente digitale sono le “chat dei politici”. Si tratta di “udienze” pubbliche, limitate nel tempo, che si svolgono per iscritto online. Un esempio italiano di politico attivo da questo punto vista è Giuseppe Civati [http://www.ciwati.it].

Il Presidente Usa Barack Obama, ad esempio, nel marzo 2009 ha tenuto per la prima volta un ricevimento dei cittadini online denominato “Open for Questions” dove sono state inviate oltre 100.000 domande e tra queste le prime 5 selezionate dai partecipanti sono state poi sottoposte al Presidente per ricevere risposta in streaming.

2.7 Le principali esperienze partecipative nel mondo: il bilancio partecipato di Porto Allegre e