4. Il popolamento dalla tarda Antichità al primo alto Medioevo
4.2. La struttura del paesaggio della Val di Pecora
4.2.7. Podere Sontrone-Podere Aione
Dati altrettanto interessanti relativi al popolamento di epoca tardoantica ed altomedievale provengono da un’area di prima collina posta poco distante, più precisamente tra Follonica e Scarlino, alle prime pendici sud-orientali di Poggio di Chiecco. Le indagini di superficie condotte tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 misero in evidenza come una rete piuttosto fitta di insediamenti rurali di medie dimensione e databili alla piena età romana fosse organizzata in quest’area, occupando le quote di pianura ed i primi rilievi collinari.
Ai fini della tematica affrontata in questa sede, sembra rivestire un ruolo di maggior rilievo la zona compresa tra Podere Sontrone-Podere Aione (quota compresa tra i 150-50 m s.l.m.), dove si localizza una vasta area di materiale archeologico relativo ad un arco cronologico piuttosto ampio. Più nello specifico, nei campi ubicati di fronte al Podere Sontrone, negli anni 1978-80 venne individuato un sito costituito da vasellame ceramico di epoca romana, associato a laterizi e scorie, la cui estensione misurava 60x80 m. Tra il materiale affiorante vennero identificati scarti di fornace costituiti da laterizi che presentavano segni di forte esposizione al fuoco. La datazione del sito venne proposta tra il I secolo a.C. e il I d.C., sulla base della presenza di terra sigillata italica liscia e tardoitalica. Un dato molto interessante emerso da queste ricerche riguarda il rinvenimento di due tegole frammentarie bollate con il nome Cotta, che potrebbero suggerire il legame di questo luogo con l’importante famiglia senatoria Aurelii Cotta, strettamente legata alla costruzione della via Aurelia che attraversa questa zona.
Più di recente, nel 2003, venne eseguito un sopralluogo da chi scrive al fine di aggiornare le ricerche precedenti e georefenziare il sito306; nonostante il deposito avesse subito, nel tempo, un
deterioramento la buona visibilità del terreno permise l’individuazione delle emergenze e la raccolta di nuovo materiale. Vennero riconosciute due aree di concentrazione (UT) localizzate ad una distanza massima di 50 m l’una dall’altra, che sulla base dei materiali rinvenuti vennero lette come zone diverse di un unico grande insediamento vocate ad utilizzi diversi. L’UT individuata nella parte sommitale del pendio venne, infatti, riconosciuta come l’area abitativa, caratterizzata da vasellame da mensa e cucina, anfore e materiale da costruzione. La seconda concentrazione caratterizzata da una presenza significativa di laterizi bruciati, coppi, vasellame frammentato con evidenti segni di malcottura o eccessiva esposizione al calore, venne invece interpretata come la fornace da ceramica individuata nei sopralluoghi pregressi. Tra i materiali rinvenuti, studiati da chi scrive, oltre alle classi già note, si riconobbero produzioni africane da mensa e cucina inquadrabili tra II e III secolo d.C., associate a parti non diagnostiche di un quantitativo significativo di anfore della medesima provenienza, tra cui si è distinto un frammento di anfora Keay 25 databile al V secolo. Le nuove acquisizioni hanno permesso dunque di allungare la già ampia diacronia di questo sito, confermando in parte quanto osservato da Costanza Cucini. Dal sopralluogo da lei effettuato alla fine degli anni ’80 del XX secolo che, come si vedrà a breve, contribuì fortemente a fare luce sulla fase altomedievale di questa area, emersero sigillate africane D e sue imitazioni locali, inquadrabili fra V-VI secolo307. Al contrario non è stato possibile individuare lo spargimento di
scorie ferrose, definite pesanti e fluiate, precedentemente registrato; l’unica testimonianza di una attività di riduzione svolta in loco, è costituita da un frammento di minerale, proveniente con ogni probabilità dal distretto delle Colline Metallifere.
La presenza di laterizi bollati con il cognomen Cotta induce a ritenere che il Sontrone facesse parte di un fundus della famiglia senatoria degli Aurelli Cotta308, dove veniva svolta, tra le altre, la
produzione di ceramica e laterizi. L’attestazione di un bollo su tegola del tutto analogo sul sito portuale del Puntone Nuovo suggerisce inoltre uno legame di dipendenza tra i due siti, collegati da un sistema viario ben strutturato, costituito dalla viabilità consolare e da un diverticolo che passando dal Sontrone, si dirigeva verso l’entroterra massetano.
La presenza di minerale ferroso proveniente proprio da questo distretto rappresenta, a nostro avviso, l’elemento di collegamento di quest’area con la parte costiera. Nell’ipotesi di un’unica grande proprietà senatoria che si sviluppa, nella prima età imperiale, tra la costa e l’interno, le risorse minerarie cavate dai giacimenti delle Colline Metallifere sarebbero state veicolate in direzione della costa, tramite la rete viaria, passando per centri insediativi e produttivi quali il Sontrone, e avendo nell’area portuale del Puntone di Scarlino il terminale ultimo309.
Sebbene ci si riferisca ad un periodo storico precedente a quello da noi analizzato, questo aspetto offre comunque spunti interessanti; come si vedrà in seguito, l’acquisizione di molte proprietà
306 Il sopralluogo venne condotto da chi scrive nell’ambito della tesi di laurea triennale finalizzata alla ricostruzione della viabilità di epoca romana nel tratto compreso tra Follonica e Castiglion della Pescaia (GR), relatore prof. Franco Cambi.
307 Cucini 1989, pp. 499-501.
308 Si ricorda che a questa famiglia apparteneva uno dei magistrati costruttori della via Aurelia.
309 Studi molto approfonditi condotti da E. J. Shepherd hanno evidenziato la presenza, sull’Isola d’Elba, di proprietà appartenenti a personaggi illustri della cerchia augustea; basandosi su questo dato, la studiosa ipotizza che proprio l’Isola d’Elba potesse costituire il terminale ultimo dei prodotti minerari provenienti da alcuni dei fundi localizzati nell’area populoniese (Shepherd 2006, pp. 187-188).
senatorie da parte del fisco imperiale, portò alla formazione di grandi proprietà fondiarie, indicate dalla giurisdizione basso imperiale come massae fundorum, che rimasero per tutta la tarda antichità e l’alto medioevo sotto il controllo del potere pubblico. In quest’ottica il toponimo Sontrone, derivato dal longobardo sunder (terreno riservato)310, rafforzerebbe tale ipotesi.
Riguardo alla fase altomedievale, dati estremamente interessanti vennero raccolti da Costanza Cucini sulla sommità di un lieve rilievo posto nei pressi di Podere Aione, a circa 100 m, in direzione ovest, dalla fattoria del Sontrone. Si trattava di una concentrazione (25x20 m) di materiale da costruzione, ciottoli, piccole pietre non lavorate e laterizi da copertura associati a ceramica frammentata, scorie ferrose ed un una parte di un macina in trachite. L’esame autoptico del laterizi fece propendere per una datazione al periodo romano e pertanto una loro possibile provenienza dal vicino sito del Sontrone. Riguardo alla ceramica, con la sola eccezione di un frammento di brocca in vetrina pesante, nell’insieme si trattava di aroma grezza tornita311, attestata tanto nelle forme aperte
che chiuse, tra cui si distinguono testi, catini, olle, boccali ed anforacei312. Vennero riconosciuti 6
differenti tipi di argilla che per caratteristiche tecniche vennero interpretate di provenienza locale. Nonostante il forte indice di frammentarietà e la minore conoscenza delle produzioni ceramiche di quel periodo, Costanza Cucini potè datare il materiale all’alto medioevo; la mancanza di ceramiche di tradizione tardoromana, in particolare di sigillata africana e sue imitazioni, portò ad escludere una datazione anteriore all’VIII secolo, con la sola eccezione di un fondo di calice vitreo i cui confronti provenivano da contesti regionali ed extra regionali di VI-VIII secolo. Riguardo alla Forum Ware rinvenuta, le caratteristiche tecniche del rivestimento e dell’impasto indussero ad escluderne una provenienza romana a vantaggio di una regionale o sub-regionale, databile, in ogni caso, fine VIII- IX secolo.
Sulla base di queste indicazioni il sito dell’Aione venne datato all’IX secolo, e la semplicità dei materiali, ad eccezione del frammento vitreo e della Forum Ware, indusse ad interpretarlo come un centro di vocazione perlopiù agricola legato alla vicina corte di Valli313.
Infine, le scorie ferrose e l’ematite elbana, recuperate in questo insediamento, se fossero realmente ad esso riconducibili, offrirebbero interessanti spunti di riflessione riguardo all’attività estrattiva avvenuta sull’isola d’Elba durante un periodo storico che, a livello documentario ed archeologico, presenta ad ora un vuoto.
310 Pieri 1969, p. 405.
311 Le uniche forme riconosciute come fatte a mano sono i testi.
312 A differenza dei materiali provenienti dal sito del Sontrone, non è stato possibile recuperare i reperti dell’Aione per sottoporli ad una revisione. Quanto scritto si basa dunque sui dati pubblicati in Cucini 1989. 313 Molta la letteratura archeologica e storica inerente a questo centro curtense, il cui toponimo corrisponde alla attuale località Valli, posto nelle immediate vicinanze di Follonica; per quanto riguarda una descrizione delle emergenze rinvenute di rimanda a Cucini 1985, sito 175, pp. 235-236. Per una disamina storica all’interno dello stesso volume: Ceccarelli Lemut 1985, p.31, in ultimo Collavini 2018, in particolare pp. 226-22, con bibliografia di riferimento.
4.2.8. Rigoloccio
Un utile confronto per l’insediamento dell’Aione è costituito da un sito individuato, tra il 1978- 1980, da ricerche di superficie nel territorio di Gavorrano, in località Rigoloccio314. Su un terreno
pianeggiante di matrice argillosa, venne rinvenuta una concentrazione (10x15 m) di scorie di piccole dimensione, lisce e spugnose, schegge di macigno arenario arrossate, e frammenti di ceramica refrattaria, vetrificata in superficie. Un aspetto ulteriormente interessante risiede nel fatto che a circa 20 m da questa emergenze furono individuati materiali ceramici in acroma grezza di tipologia molto simile a quelli rinvenuti all’Aione, ugualmente eseguiti al tornio, e databili dunque anch’essi al IX.