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3.2.1 – La produzione di vetro artistico nella Venezia contemporanea: lo studio

I primi risultati della ricerca sono stati presentati dalla dottoressa Conte e dal prof. Tamma, come precedentemente ricordato, in occasione della conferenza inaugurale della VGW 2017. Lo studio viene descritto dalla dottoressa Conte come “un primo

cantiere di raccolta di idee”. La ricerca prevede infatti tre fasi: 1) un’analisi preliminare

della situazione attuale e delle condizioni del vetro artistico veneziano; 2) l’analisi della domanda, ovvero come si comportano i consumatori in relazione ai prodotti di vetro artistico; 3) l’analisi delle partnership tra impresa ed organizzazioni culturali (di cui si

vuole dare un piccolo contributo con lo studio di tesi qui presente, andando ad indagare l’engagement culturale delle imprese). In questa prima fase di studio, affrontato dalla dottoressa Conte e di cui si presentano gli esiti riferiti al mese di settembre 2017, sono stati intervistati e contattati molti stakeholder con i quali è stata affrontata la questione delle eccellenze del vetro artistico veneziano, della produzione e delle modalità

operative attuali. L’esigenza successiva è quella di indagare la sensibilità della domanda, capire se ed in che modo i consumatori penetrano i valori culturali dei prodotti, o se comprano per altre e diverse motivazioni. La questione, ancora in fase di studio da parte delle dottoresse Erica Mingotto e Silvia Cacciatore è stata presentata con una preliminare raccolta di dati, in occasione della seconda edizione della TVGW, nel mese di settembre 2018. L’approfondimento della questione relativa alle partnership tra le imprese e le organizzazioni, enti e istituzioni del territorio sarà lo step successivo, di cui questo lavoro vuole essere motivo di un primo spunto di riflessione.

L’analisi della situazione produttiva del vetro artistico a Venezia si basa su studi

statistici e collezioni di dati raccolti da istituti di ricerca, come quello commissionato da Confartigianato al Centro Studi Sintesi nel 2015 dal tiolo “Murano: un’economia

fragile?”, per il quale si rende nota la crisi del settore.29 Crisi che non ha diminuito il valore e le potenzialità delle produzioni tipiche, ma che ha ridotto di molto l’organico. Secondo l’indagine della Camera di Commercio e le statistiche ufficiali delle categorie rilevate dall’ISTAT con codice ATECO 2006 n° 23.1, riferito alla fabbricazione di vetro e prodotti in vetro, e n° 27.4, riferito alla fabbricazione di apparecchiature per l’illuminazione, si assiste ad un calo notevole in termini di numero di imprese e di occupati, che si riducono nel tempo. Tenendo presenti questi dati si cerca di capire come queste aziende oggi, nonostante la situazione di competizione globale serrata (e molto spesso sleale), finiscano per competere e vincere la sfida nei mercati grazie al loro particolare business model. Attraverso cioè le relazioni istaurate e gli attori coinvolti, il rapporto e il comportamento nel mercato, il loro valore distintivo, la comunicazione con gli stakeholder.

La prima difficoltà risulta essere il tentativo di definire l’universo di riferimento, ovvero circoscrivere l’ambiente d’interesse dal quale estrapolare i dati. Le statistiche sui dati

29

occupazionali offrono una panoramica interessante, ma non sono sufficienti per ricavare le informazioni relative alle sole imprese che si occupano di vetro artistico (senza contare cioè quelle che si riferiscono al vetro industriale o di altre tipologie, senza fini artistici). Infatti, le imprese con il codice ATECO sopra ricordato, comprendono anche aziende le quali non hanno nulla a che vedere con il vetro artistico, o se ne occupano in maniera molto marginale. Grazie alla collaborazione con il Consorzio Promovetro di Murano, e ai contatti che esso ha con artigiani e fornaci, è stato possibile allargare il campione d’indagine inserendo non solo i soggetti presenti nella classificazione ATECO, ma anche gli esterni, rappresentati da un codice diverso, ed escludere successivamente le aziende operanti solo nel settore industriale. In particolare va sottolineato come la complessità del mondo della produzione di vetro artistico, soprattutto a Murano, ha molte sfumature in termini di gamma, prodotti, fatturato e clientela. Inoltre, grazie ad un accordo tra Università e Camera di Commercio di Venezia, è stata consultata la banca dati contenente i Certificati di Origine: documenti redatti dalle imprese, che attestano l’origine del prodotto e accompagnano le merci esportate, ed è proprio la Camera di Commercio che ha l’onere di registrare questo tipo di dato. Essi forniscono informazioni relative alla provenienza dei prodotti grazie al CAP; risulta indicato nel documento anche il tipo di merce e la tipologia di prodotto che si esporta, attraverso una descrizione non standard ma più articolata.

Grazie a queste informazioni relative ai prodotti ed ai produttori, sono state riclassificate le categorie merceologiche attraverso una definizione comune, in modo tale che le imprese potessero trovare riscontro per quanto riguarda la tipologia merceologica. Successivamente la selezione si affina: si va a trovare, delle varie aziende, quale sia il codice ATECO prevalente dell’attività, classificando così come “vetreria” le imprese che hanno la componente del vetro predominante nel loro sistema di business. Si prendono poi in considerazione i codici che si riferiscono ad illuminazione, bigiotteria, commerciale, arredo e altro, eliminando le categorie che non hanno a che fare con l’arte. Da questa analisi sono state individuate alcune tipologie di aziende che costituiscono il campione d’indagine, sempre tenendo ampia la forbice in modo da non discriminare preventivamente potenziali soggetti idonei.

Non tutti i paesi richiedono il certificato di origine ma, in base a quelli che ne

osservato, è interessante notare come la classifica delle esportazioni veda ai primi posti i Paesi arabi, seguiti da Cina e Turchia per quanto riguarda il valore economico derivante dal commercio con l’estero.30

Osservando la provenienza degli oggetti, e quindi la composizione delle aziende che esportano, si nota che il 59% dei prodotti venduti all’estero è fabbricato nell’isola di Murano. Prendendo in considerazione il fatturato, invece, il primato sul valore economico dell’esportazione (il massimo guadagno) lo detengono i comuni della terraferma veneziana. Anche se la quantità di prodotti esportati si riduce, il loro valore economico supera di molto quello delle imprese di Murano. Incrociando le aree

geografiche con le tipologie di prodotto esportate, risulta che le componenti di arredo in vetro provengono dalle fornaci di Murano per il 39% del totale, seguite dalla zona della terraferma veneziana con il 37%. Per quanto riguarda l’illuminazione (62% di lampade e lampadari) e gli specchi (58%), il primato di esportazione e fatturato interessa i comuni della provincia veneziana, seguiti dall’isola di Murano che copre

rispettivamente il 30% per le lampade e il 40% per gli specchi. L’oggettistica e gli oggetti di design sono esportati quasi esclusivamente dalle aziende muranesi, con un 94% di fatturato totale. Lo stesso vale per l’esportazione delle sculture (70%

proveniente da Murano), mentre per gli oggetti da tavola essi vengono esportati soprattutto dalle imprese di Venezia Centro Storico. La bigiotteria esportata deriva, invece, per il 66% dalla terraferma veneziana, seguita dalle produzioni di Murano per il restante 34%. Ovviamente questo non è un quadro assoluto ma rispecchia la

maggioranza delle aziende e le tendenze affermate.

Questi dati non sono trascurabili e sono, anzi, il motivo per cui l’indagine sulla

composizione e il carattere del vetro artistico attuale ha ampliato la base del campione di ricerca, cercando di integrare al nucleo storico muranese delle imprese, anche l’attività ingente delle aziende situate in terraferma e nella provincia di Venezia.

30

La classifica nello specifico vede: 1) Arabia Saudita, 2) Emirati Arabi, 3) Quatar, 4) Atzerbaigian, 5) Oman, 6) Cina, 7)Quweit, 8)Turchia, 9) Iran, 10) Vietnam. Il prodotto più esportato risulta essere l’oggetto di illuminazione, ovvero la lampada, con circa l’82% del volume complessivo, seguito da oggettistica per l’8,8% e gli specchi per il 6,4%.

3.2.2 – La produzione di vetro artistico nella Venezia contemporanea: la

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