17 agosto.
Chi h a detto essere necessario che la tattica m uti ogni dieci anni? Il m aestro dei m aestri, N apoleone. Con quelle p aro le h a voluto significare che, n e ll’ arte della gu erra, bisogna «fare del nuovo» p er stra p p a re la vit to ria all’avversario il quale segue la trad izio n e: un «nuo-
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vo » ragionato, si capisce, e adatto agli avvenim enti e alle esigenze che no n potevano p rim a essere prevedute.
Da quanto i giornali riferiscono della lotta attuale, p a re che no n solo in tattica, m a anche in strategia gli eserciti com battenti stiano facendo del «nuovo». Di spon tan ea volontà? P e r necessità? E di che specie? È quanto o ra vedrem o, esam inando i segni con cui p a re vada im postandosi la grande battaglia franco-tedesca.
La quale si delinea, contro la credenza generale, sen za alcun ornam ento d ’arte, brutale, rettilinea, «frontale» : sforzo di genti innum erevoli precipitosam ente p o rtate le une in co n tro alle altre, saldate insieme, e p e r o ra r i p ig lian e fiato dopo la p rim a im m ane fatica: poi, fra breve, p rem en ti a poco a poco inesorabilm ente col p ro prio peso, d iritte dinanzi a loro, finché la più forte e co m p atta non a v rà rovesciata e schiacciata la più debole.
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Noi stessi, nel prim o no stro scritto, abbiam o schizzato brevem ente quelle che sem bravano dovere essere le dot trin e di g u e rra dei due p rin cip ali eserciti o ra com battenti, il francese e il tedesco. I tedeschi, sicuri della più perfetta e ra p id a preparazione, della su p erio rità di forze, della più stretta coesione e disciplina delle tru p p e ; consci forse della loro tendenza e abilità d'analisi, e della debolezza e difficoltà di sintesi, che rendono loro facile il p re d isp o r re, e gravoso il m u tare d ’im provviso la risoluzione p er nuovi provvedim enti; avendo p e r n a tu ra p ien a fiducia nella potenza b ru ta del num ero, se questo è im piegato d irittam en te e senza dubbi allo scopo, dovevano lanciare fin d all’inizio delle operazioni tu tte le tru p p e in avanti, con m osse offensive avviluppanti, p er mezzo delle quali trovassero, rom pessero, spazzassero via le estrem e tru p pe d ’ala dell’avversario, e lo racchiudessero tutto in una grande rete. Potevano discutere se l’avvolgimento doveva essere su un solo fianco o su tu tti e d u e: m a am m ette vano la m anovra, l’avanzata dell’im m enso esercito, cam-
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m inante come un orologio, a seconda di u n a sola m olla regolatrice.
Di fro n te a questa p re o rd in a ta irresistib ile m arcia o f fensiva era p arso che i francesi, agili versatili nervosi m eno num erosi, avessero p referito asp ettare la fo rtu n a dal loro genio. La m ente latin a doveva servire da con trap p eso al num ero tedesco. R accolti con un pensiero ben netto di offensiva violenta in u n a posizione centrale, da questa, come il cacciatore all’agguato, dovevano b a l zare sulla preda, ap p en a essa si fosse esposta im p ru d en tem ente, o tro p p o distaccandosi su un fianco, o tro p p o assottigliandosi sulla fronte. Q uesta condotta della b a t taglia era assai più difficile dell’a ltra : m a N apoleone l’aveva già p ra tic ata trio n falm en te: ed era, poi, la sola sp eran za di rim edio che i francesi avessero alla loro in ferio rità di tru p p e e di arm am ento.
T anto l’uno quanto l’altro esercito am m ettevano, d u n que, la m an o v ra: vale a d ire la p re stab ilita p re p a ra zione delle tru p p e, rav v iam en to di queste verso dati luo ghi, la ric e rc a del punto debole dell’avversario p e r eser citare là il m assim o sforzo, e, fino ad un certo segno, la possibilità di in terv en ire ancora, p e r p a rte del Co m ando suprem o, nella lotta e nella decisione ultim a.
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U na delle te rrib ili difficoltà della condotta della guer r a consiste in questo: che gli insegnam enti sono tra tti d a azioni già avvenute, e quindi su p erate ; e p u re debbono servire p er reg o larn e altre, che si p resentano nuove e del tutto differenti dalle antiche. L ’uom o di genio soltanto, intuendo il novello bisogno, sa al m om ento o p p o rtu n o dim enticare il passato, e tro v are i mezzi p e r fa r fro n te all’avvenire. Ma quando q u est’uom o m anca, gli avveni m enti si assestano lentam ente, di p e r sè: e trascin an o dietro coloro 'che avrebbero dovuto foggiarli.
N on ostante le d o ttrin e di g u e rra che abbiam o ra m m entate, oggi, all’ inizio del conflitto franco-tedesco, le
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tru p p e delle due nazioni, alm eno per quanto si conosce, si sono venute a sch ie ra re le une in conspetto delle altre, su due linee quasi parallele, lungo u na fronte di circa 350 chilom etri, col grosso delle forze contrapposto al grosso, con le ali co n trap p o ste alle ali. C’ è stato un principio di aggiram ento da p a rte dell’ esercito tede sco, attraverso il Belgio: m a questo essendo fallito, nul- l’altro è stato fin o ra tentato p e r surrogarlo. C’è stato un tentativo d ’aggiram ento francese p e r l’Alsazia: m a an che questo, fallito, n on è stato ricom inciato. Gli avver sami sono o ra im m obili, dopo aver chiuso cpiasi sim m e tricam ente tu tti gli shocchi delle linee fortificate, dopo
aver am m ucchiato, come a com pensazione, uom ini ed arm i sugli stessi tra tti di terreno.
P a re che la grande battaglia sia già segnata coi segni caratteristici dei tem pi b a rb a ri dell’arte guerresca, quando sul cam po si p resen tav an o rettilineam ente soldati con tro soldati, che com battevano fino alla m orte, senza m u ta re passo. T utto ciò che si chiarita m anovra avverrà forse ancora, m a su brevi tra tti del terreno, p er opera di capi in sottordine, probab ilm en te p e r effetto delle tru p pe stesse com battenti. Ci saran n o , forse, un addensa m ento alle ali e u n assottigliam ento al centro, o vice versa, che p o rte ra n n o la v itto ria o la sconfitta: m a la m an o v ra no n d ip en d erà più, assai probabilm ente, dal com andante suprem o, come u n a volta.
D esideravano questo risu ltato i capi dei due eserciti? C’è d a d u b itarn e assai, rip en san d o con quale ansia e con quale energia i tedeschi abbiano tentato il movimento ag girante p e r il Belgio, e con quale ra p id ità i francesi ab biano risposto con la p u n ta ta offensiva dell’Alsazia. Nes suno dei com andanti, probabilm ente, ha visto dim inuire senza preoccupazione la possibilità del suo intervento di retto n ella lotta. L ’azione della folla, della tru p p a operante di p e r sè sola, è tale d a spaventare ogni gigante. Si sa quan d o com incia, non quando finisce: o probabilm ente finisce q u an d o l’ostacolo che ad essa si era opposto è com pletam ente distrutto. O ra chi può essere tanto si curo della fo rtu n a da affidarsi interam ente a forze la-
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sciate a sé? P are, ed è veram ente, che fino a quando esse si possono dom inare, il destino d ipenda an co ra d a noi, e noi possiam o so ttra rc i alla stre tta dell’avversario, se m inacci di d iv en tare m ortale. F o rse a questo sgo m ento dell’avvenire si devono il silenzio attuale e l’at tesa dei com battenti: ognuno, conscio d ella te rrib ile m ae stà dell’ ora, si prem unisce con ogni sforzo contro la sventura.
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Q ualche scritto re m ilitare aveva annunciato questo ri sultato, m ettendo in g u ard ia contro la tro p p o grande im p o rtan za attrib u ita orm ai, a suo parere, alla m an o vra. Aveva am m onito che le grandi battaglie, d ’o ra in nanzi, p e r il m ostruoso accrescere degli eserciti, si sa rebbero svolte frontalm ente. Ma la m aggior p a rte dei m ilitari non aveva acconsentito con questi scritto ri, e an co ra adesso, p e r vero dire, non acconsente.
Ma i fatti esposti più so p ra paiono ben conferm ati. Indubbiam ente, in questa g u e rra sono sorte nuove cause, che hanno pro d o tto nuovi effetti. Q uando m ai si erano m obilitati, come adesso, m ilioni d ’uom ini? M ai: ed è cer to che il num ero strag ran d e di tru p p e da dirigere rende difficilissima l’azione della m ente d irettrice, poiché non si può cam biare d ’im provviso il corso di soldati che a centinaia di m igliaia si spostano d a ovest ad est, su ferrovie e strad e avviate pensatam ente in quella direzione. Quando m ai queste tru p p e erano state rad u n ate con ta n ta rap id ità da essere p o rtate al com battim ento dopo do dici o qu atto rd ici giorni di m obilitazione? E questa r a pidità sottrae al com ando m olti mezzi di sapere ciò ,che fa il nemico, e lo rende dubbioso nella m anovra. Q uando m ai le tru p p e avevano occupato u n a fro n te di 300 chi lom etri, cioè tutto il terren o disponibile fra le due n a zioni belligeranti, e più ancora, trab o ccan d o nei te r r i to rii n eu tri? Oggi, se i due eserciti volessero allarg arsi m aggiorm ente, dovrebbero invadere, o ltre il Belgio, al tri due Stati neutrali, la Svizzera e l’O landa. Ora, quale
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movim ento si può fare sulla fra n te attuale, se tutte le tru p p e sono a contatto le une con le altre, ed i gom iti delle une en tran o nei fianchi delle altre? Così gli e se r citi sem brano ab b arb icarsi al suolo, e non ricevono più l’im pulso centrale, o non gli ubbidiscono più prontam ente.
Il nuovo modo con cui p are si disegni la prossim a battaglia cam pale avrebbe un valore quasi esclusivam ente tecnico se si lim itasse a p ro d u rre soltanto un cam biam ento n ell’arte m ilitare. Ma la questione che sorge col nuovo atteggiam ento di com battere è invece assai più am pia. Se è vero che siam o in procinto di assistere all’urto di due im m ensi eserciti, che hanno ricevuto dal capo suprem o solo la sp in ta iniziale e non possono più essere guidati che assai stentatam ente, com prendiam o quale im portanza ac quisti il fatto re soldato nella guerra. N on dobbiam o più asp ettarci tutto, o quasi, dal condottiero, anche se è N a poleone: non succederà più, come ad Austerlitz, che egli d ica a Soult: «Di qui a venti m inuti attaccherete P rat- zen». Sono le forze intrinseche dell’esercito, e quindi della nazione, che si trovano sole di fronte, e agiscono finché le più salde soverchiano le m eno salde. I tedeschi hanno adottato questo m etodo: a Liegi hanno m andato innanzi soldati su soldati p e r giungere alla v itto ria: e p rim a di loro, N oghi aveva fatto lo stesso dinanzi a P o rto A rturo. Il m etodo è buono? Questo è quanto gli avvenim enti dim ostreranno.
F ra poco due m ilioni d ’uom ini si m uoveranno incon tro con rap id e, diritte, decisive mosse, e cercheranno di s tra p p a rsi la v itto ria con lo schiacciam ento frontale, come due lo ttato ri che cerchino di abbattersi con le braccia, avendo le gam be infisse al suolo. N on aspettiam oci b ril lan ti azioni, im provvisi larg h i aggiram enti, scom parse stu pefacenti e riap p arizio n i a u n tratto , lontane centinaia di chilom etri dal punto di partenza. A m eno che queste azioni no n siano com piute dalle Potenze lontane, l’In g h ilte rra e l’A ustria, che an co ra no n si sa in che modo p a rte cip e ra n n o alla grande battaglia.
PARTE SECONDA.