6 settembre.
Gli avvenim enti del teatro di operazioni franco-tedesco si succedono con ta n ta rap id ità, e sono così im previsti, che n o n si ;ha quasi p iù nem m eno il tem po di com prenderli bene e di co o rd in arli con quelli del teatro austro-tedesco- russo. Ie ri si annunciava che le due fortezze di La Fère
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e di Laon, le quali dovevano costituire con Reims la se conda linea di difesa francese, erano cadute senza com bat tere in potere dei tedeschi. Oggi, anche Reim s è p re sa da questi ultim i, con la stessa facilità. Le più d isp arate sup posizioni possono sorgere d a questi fatti. Le tre fortezze erano dunque im p rep a ra te alla resistenza? O l’esercito h a rin u n ciato a difenderle, p erch è non è in grado di fare u n a utile difesa? Si deve am m ettere piuttosto che la reddizione della linea L a Fère, Laon, Reim s sia conseguenza di u n p o n d erato disegno? Ma quale disegno può essere que sto, che lascia a p rire ai tedeschi un a così larg a breccia fra le co rtin e difensive della fro n tiera e il cam po trin cerato di P arig i? O ram ai, e crediam o già d ’aver sufficien tem ente dim ostrato ciò, l’esercito tedesco è saldam ente congiunto, n ella sua avanzata da nord, con le tru p p e che guerniscono la L o ren a fra le piazze di Metz e di S tra sb u r go : e si sta abbattendo col grosso sui francesi, e li va stringendo in u n a form idabile tenaglia. Am m ettiam o p u re che l’abbandono di tu tta la seconda linea di difesa fr a n cese sia un invito insidioso all’esercito tedesco di en tra re n ella via senza uscita segnata ad est dalle co rtin e difen sive, a sud dal triangolo L angres, Digione, Besanzone, ad ovest d a Parigi. Il concetto può p a re re b rillan te, m a l’a t tuazione è pericolosa. Come p o tran n o difendersi le tru p p e francesi, che fanno attualm ente fro n te a d oriente, e ap p en a resistono alla pressione delle tru p p e tedesche della L o rena, se vengono attaccate anche alle spalle? N on cede ran n o sotto la d o p p ia pressione avversaria? E allora, che valore avranno le fortezze di Belfort, di Épinal, di Toul e di V erdun, lasciate a sè stesse? P are orm ai che l’esercito tedesco n o n si preoccupi più di Parigi, d iv en tata sem plice cam po trin ce ra to fran cese; e con la stessa riso lu zione con cui p rim a avanzava ad ovest, o ra scenda in gran p arte a sud, alla ricerca dell’esercito francese, che è diventato l’obiettivo p rin cip ale della guerra. V eram ente, sem b ra oggi, p e r un m om ento, fe rm a rsi e rip re n d e re fiato : m a questo arresto dipende dalla risoluzione di racco g liersi p rim a di fare lo sforzo, o d alla previsione di un p erico lo? Si sente m inacciato, forse, dalla riu n io n e e dalla m ar-
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eia in avanti di grossi corpi di tru p p e alleate, p re p a r antisi airin sap u ta di tu tti in u na regione della F ran cia setten trionale, fra R ouen e Parigi, p er esempio? Questo fatto può essere m eno inverosim ile di quanto possa a p rim a vista sem brare. E Parigi resisterà invece m olto a quelle tru p p e tedesche che certam ente rin v e stira n n o ? N on sarà stato esagerato anche il valore delle difese della capitale come e ra esagerato quello delle fortezze cadute tanto facilm ente? N on erano stati i francesi stessi a m agnifi care la solidità e la potenza delle loro fortificazioni?
La notizia che i tedeschi, a quanto pare, hanno tolto o stanno togliendo cinque o sei corpi d ’esercito dal teatro d ’operazioni occidentale, p er volgerli contro i russi, ag giunge una pro v a di più della debolezza che p are m ani festare l’in te ra azione m ilitare francese. Il Com ando te desco è certam ente in grado di conoscere quale può essere an co ra la forza attiva dell’avversario : e se distoglie ta n ta tru p p a dalla sua fronte di battaglia, sostituendola con form azioni di seconda linea, vuol dire che non teme più molto. Ma allo ra la resistenza che la F ra n c ia p o trà o p p o rre all’avversario sarà dunque tale da no n d a r tem po alle nazio n i alleate di intervenire a ristab ilire le so rti della g u erra?
P rim a di risp o n d ere a questa dom anda bisognerà co noscere an co ra m olti dati, che p er o ra non ci sono af fatto noti. L a dom anda è appunto dettata dalla diffi cile coordinazione degli effetti, che si rivelano im provvisa m ente, con le cause, che non si conoscono abbastanza. In dubbiam ente questa specie di p aralisi in cui è cascata la F ra n c ia e anche l’In g h ilterra (perchè bisogna pu re am m ettere che l’In g h ilterra, finora, non è e n trata quasi nem m eno n ella lotta), so rp ren d e alquanto: e fa rivolgere con m aggiore attenzione lo sguardo a quanto avviene nel tea tro della g u erra orientale, come se si sperasse che gli avvenim enti di laggiù portassero un p o ’ più di luce, e dessero la spiegazione di quelli franco-tedeschi.
Ecco, a grandi tratti, ciò che accade fra Russia, Ger m an ia ed Austria.
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U na sconfitta ru ssa a nord, ben netta, fra O rtelsburg e Gingelburg ; u n a sconfitta au striaca a sud, n o n così grave ancora, n o n così decisa, m a rip o rta ta da tutto l’e sercito au striaco : questo è il bilancio delle operazioni nel teatro o rien tale della guerra. D iciam o subito che, se la b u o n a fo rtu n a ru ssa a sud aum enta, la sconfitta au striaca diventa gravissim a, tutto l’esercito austriaco essendo coin volto nel disastro.
L a sconfitta ru ssa di O rtelsburg è la conseguenza del la azzard ata avanzata dei ru ssi verso no rd , p er tag liar fu o ri le tru p p e tedesche, b attu te in u n ’azione fro n tale alla estrem a fro n tiera orientale p ru ssian a a Gumbin- nen. A llettati forse d a questo buon successo, i ru ssi hanno voluto in g ran d irlo : e senza m olto p reo ccu p arsi del fatto che la m a rc ia in avanti n o n solo li allo n tan av a dall’eser cito p rin cip ale della Galizia (col quale no n hanno m ai dim ostrato d ’avere grande accordo) m a so p ra tutto li espo neva ad essere attaccati da tru p p e fresche e num erose, pro v en ien ti d alla lin ea della V istola e dalle fortezze di G raudenz e di- T h o rn , h anno p u n tato riso lu tam en te verso la g iu n tu ra delle tru p p e tedesche in tatte e d i quelle b a t tute, costituita a un dipresso d alla regione dei laghi Ma- suri ani. Ma il te rre n o in cui l’esercito ru sso si è così messo, è terren o difficilissimo, ro tto d a fium i, laghi e boschi, che ren d o n o i tra tti p e rc o rrib ili quasi sim ili a istm i di te r r a o a giganteschi argini, dove le tru p p e pos sono facilm ente en trare, m a no n possono poi m an o v rare in nessun m odo, p erchè lo spazio m anca. Chi si im piglia in u n suolo così fatto, ed è attaccato contem p o ran eam en te sulla testa, sul fianco e in coda, non può, qu asi certam en te, re siste re ; poiché non può co m b attere che con po chissim e tru p p e, le p rim e o le ultim e, m en tre tu tte le altre sono schiacciate fra quelle, e sono destinate ad asp ettare soltanto l’esito della battaglia. I g ran d i generali, quando si sono tro v ati in ferio ri di forze agli av v ersari^
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e hanno potuto, han n o cercato di a ttra rre il nem ico in luoghi come questi dei laghi M asuriani: la battaglia d ’Ar- cole è uno degli esem pii più belli del genere. Sono b a t taglie che m olto rendono, quando riescono, e poco p e ri colo portan o alle p ro p rie truppe, perch è costituiscono, in fondo, trap p o le tese a un nem ico che, se ci cade dentro, non si può difendere. Il modo col quale si svolgono spie ga il num ero relativam ente grande dei prigionieri fatti dai tedeschi, che è andato poi di m ano in m ano aum entando dopo il p rim o giorno: poiché soltanto alla fine della ra c colta i tedeschi hanno potuto valutare le prese com piute. L a battaglia di O rtelsburg h a dato ai tedeschi la possi b ilità di tra tte n e re l’invasore, e d i chiam are nuovi r in forzi p e r u n a eventuale p ro ssim a rip re s a delle operazioni, sicché h a p o rtato u n a relativ a tra n q u illità n ella Germ ania settentrionale e nella capitale.
Ma è stata com battuta in uno scacchiere secondario, d alla p a rte m inore degli eserciti avversarii, e non h a che u n a efficacia locale. Assai m aggiore im p o rtan za riveste la battaglia della Galizia.
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E ssa rip ete il suo valore dalla decisione dei russi di an dare alla ricerca dell’esercito austriaco p er batterlo, disdegnando p e r il m om ento qualunque altro obiettivo territoriale. Questo concetto semplice, sicuro ed elegante e ra giusto ed attuabile, poiché e ra sostenuto dalla g ran de su p erio rità n u m erica che i ru ssi avevano sugli avver sarii. Se riusciva, veniva a togliere di mezzo il nem ico più pericoloso dei ru ssi nel prim o periodo della cam pagna.
Gli austriaci hanno accettato la lotta, schierandosi con tu tte le forze contro la m aggior p a rte delle forze russe. H anno soltanto giudicato più conveniente attendere l’av v ersario , anziché andarlo; a cercare. Forse, hanno cre duto che la m a rc ia in avanti avrebbe stancato e di sorganizzato i ru ssi, che sono stim ati, in generale, m i gliori soldati d a posizione che d a attacco ; forse hanno
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riconosciuto subito la su p erio rità n u m erica ru ssa, ed h a n no cercato di co m p en sarla con la fortificazione di regioni,, dalle quali, a tem po opportuno, avrebbero poi iniziato la controffesa. Le loro artiglierie, e specialm ente gli ottim i m o rtai da 305, avrebbero così avuto buon giuoco p e r l’azione.
L a lotta decisiva, con m etodi diversi, fu così im pe gnata.
Le notizie che si hanno fin o ra della battaglia, dicono che la sin istra au striaca h a rip o rta to reali vantaggi sul la d e stra ru ssa, m a n o n tali d a obbligare questa a r e trocedere interam ente, e d a p o rre in pericolo le tru p pe rim an e n ti: p a re anzi che, in questi giorni, u n a n u o v a avanzata ru ssa avvenga nei luoghi già conquistati d a gli austriaci. Ma il centro e la sin istra ru s sa h an n o , sem pre a quan to si sa, conseguiti grandissim i vantaggi sul centro e sulla d estra nem ica, che è stata co stretta ad ab b an d o n are le posizioni sulle quali si e ra trin cerata, p e r occuparne altre retro stan ti. Sicché, m en tre la Polonia ru ssa no n è gravem ente m in acciata dagli austriaci, tu tta la Galizia m eridionale a u striac a è invasa dai russi, i quali si rivolgono ora, a quanto dicono, verso n o rd p er fin ire di b attere i nem ici già disgregati, e verso ovest p e r ta gliar loro la ritira ta , scendendo, se è possibile, nell’U n- gheria.
Q uest’ultim o m ovim ento può sem brare an co ra p re m a turo. P rim a di trab o ccare in U ngheria, l’esercito russo deve p assa re i C arpazi, i quali, m eno che nel tratto cen tra le dei Beschidi, sono ab b astan za difficili, e che scarse tru p p e possono difendere a lungo contro forze assai su p erio ri. Ma ogni giorno che p a ssa m igliora la condizione dell’esercito russo e peggiora quella au striac a ; p e rc h è quello può co n tin u are a fa r giungere sul cam po d ella lo tta nuovi soldati, m en tre l’avversario h a già com piuto, o quasi, lo sforzo m assim o. Ora, quando in g u erra, dopo aver fatto tu tto ciò che si è potuto ed avere tu tto sp erato , n o n si è o tten u ta la vittoria, assai difficilm ente gli anim i continuano a serb arsi im pavidi p e r l’avvenire. Il te r r i bile effetto di dissoluzione può m an ifestarsi in o ltre assai
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più violentem ente nelFesercito austriaco che in altri eser citi. P e r il m odo con cui esso è form ato, le tru p p e che si sono fin o ra valorosam ente battute, sotto l’im pressione del d isastro , possono disorganizzarsi, ed agire sotto l’im pero di nuove idee, fin o ra represse o non nate.
Di fro n te a queste cattive condizioni austriache, stan no le ottim e condizioni dei russi. Chi sa, intanto, quale efficacia p o ssa esercitare l’azione russa, oram ai vittoriosa, sui ro m en i an co ra indecisi? I grandi eserciti ru ssi avan zanti presso la fro n tiera rom ena, fra popolazioni ro mene, n o n risveglieranno quei rico rd i e quei sentim enti di sim patia, che la R om ania può ancora avere, come rico rd o di u n ’ a ltra grande g u e rra com battuta insieme, quella del 1877-78? P otrebbe d arsi che la speranza di tra sc in a re con sè questo paese, sia stata appunto uno dei m otivi della distensione della sin istra ru ssa verso sud. Chi sa, so p ra tutto, quale effetto possa p ro d u rre sull’eser- cito serbo l’a p p arire di tru p p e russe sui Carpazi, sia p u re n o n subito, sia p u re dopo m olte fatiche? I serbi, fin o ra, n on hanno potuto u scire dal p ro p rio paese ecl e n tra re in A ustria, nonostante alcuni buoni successi, che sem b ran o autentici, sulle corrispondenti forze avversa rie ; e si sono lim itati soltanto a ricacciare gli invasori al di là della fro n tiera. Ma non potrebbero, p er l’avan zata di un esercito amico, sentirsi rin fo rzati m oralm ente, e spinti ad ujscire d a lla cerchia delle loro m ontagne, p e r co o p erare all’azione con i fratelli slavi nelle pianure dell’U ngheria? C om prendiam o che questi grandi effetti dell’azione ru ssa sareb b ero tu tt’altro che im m ediati: m a si possono già p ro sp e ttare, perchè sono pro b ab ili con
seguenze di questa b attag lia che due nazioni, anziché due eserciti, stanno com bàttendo così d isp eratam en te; e le conseguenze di fatti così gravi non si possono rip a ra re , se n o n so;no già state previste e studiate da tempo.
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L a G erm ania co n tin u a ad avanzare ab b astan za ra p id a m ente nel te atro d ’operazioni occidentale: la R ussia h a in questi ultim i giorni ab b astan za avanzato in quello o rien tale. I buoni successi tedeschi producono effetti rap id i, i ru ssi effetti più lenti. I p rim i (si m anifestano su u n a n a zione om ogenea, i secondi si p ro d u rra n n o , se a v v erran no, su u n a nazione di diverse razze. Ma la m oltitudine so p ra tutto, il num ero degli uom ini com battenti, in u n a g u erra senza fine com e questa, av rà l ’im p o rtan za m ag giore: e la m oltitu d in e com battente è .della R ussia, la quale h a inondato l’E u ro p a di soldati, con la prodigalità di un im pero di centosettanta m ilioni di uomini.
Sicché la condizione della G erm ania, no n o stan te tu tti gli sforzi, è sem pre la stessa: buona, co n sid erata rispetto all’avversario francese, piena di dubbi e di incognite, con sid erata risp etto al com plesso della guerra.
Capitolo XV.
(Parigi, 5 settembre, ore 2.20.) Un comunicato ufficiale del Mi
nistero della Guerra da Bordeaux, dice:
Alla nostra ala sinistra il nemico sembra trascurare Parigi per proseguire il tentativo di un movimento più largo. Esso ha raggiunto La Ferté-sous-Jouarre, ha oltrepassato Reims e discende lungo l’Ar- gonne. Questa manovra non ha raggiunto il suo scopo oggi più che nei giorni precedenti.
Alla nostra ala destra, in Lorena e nei Yosgi, il combattimento continua a palmo a palmo con varie alternative.
(Parigi, 5 settembre, ore 19.20.) Ecco il comunicato giornaliero
del Comando militare:
“ Il nemico, eseguendo un largo movimento di conversione, continua a lasciare sulla sua destra il campo trincerato di Parigi ed a marciare in direzione di sud-est „.
(Parigi, 5 settembre, ore 3.10.) Perchè la colonna tedesca co
mandata dal generale von Kluck, che marciava su Parigi, ha ar restato da cinque giorni il suo movimento? Perchè l’offensiva te desca sembra sospesa? Impossibile dire esattamente. Si fa l’ipotesi che la colonna attenda l ’arrivo dei grandi pezzi d’assedio prove nienti da Liegi e Namur.
P. Croci, Corriere della Sera, 6 settem bre.
Innanzi a questo fatto, due ipotesi si presentano alla mente. La prima è questa: l’esercito tedesco fa forse come tutte le grandi belve, che nell’istante giudicato da esse favorevole per tentare il supremo sforzo si arrestano per un istante, si ripiegano, si assicurano sui garetti, per accrescere lo slancio del loro ultimo salto? La seconda ipotesi si fonda su questa sicurezza. Le notizie ufficiali ed ufficiose che giungono dai quattro angoli del mondo recano alla Germania la certezza che essa è moralmente circondata. Essa non ignora che, per combatterla, noi abbiamo attinto' al nostro esercito d’Africa: è già stata in contatto con quegli incomparabili soldati. Essa ha sentito cadere dalla bocca del Primo Ministro inglese Asquith e dal generale Kitchener, Ministro della Guerra, l’affermazione che il Regno Unito andava a cercare dei soldati scelti in tutte le sue
colonie. Le Matin, 4 settembre.
9 8 I l problema tedesco derivante dal trasporto della capitale