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RACCOLTA DELLE ACQUE NEL SISTEMA STORICO TERRITORIALE MATERANO

Nel documento Focus su AcQuE E AmbIEntE uRbAno (pagine 43-46)

L’AMBIENTE URBANO NELLA POLITICA E NELLA RICERCA EUROPEA SULL’ACQUA

G. MONACELLI 1 , E. GIUSTA 1

2. RACCOLTA DELLE ACQUE NEL SISTEMA STORICO TERRITORIALE MATERANO

2. RACCOLTA DELLE ACQUE NEL SISTEMA STORICO TERRITORIALE

MATERANO

2.1. Il sistema storico territoriale materano

La Murgia materana4, il vasto altopiano carsico posto all’estremità orientale della odierna Basilicata e la Gravina, il profondo solco calcareo che per quasi venti chilometri si sviluppa fino ai rialzi del Montescaglioso e sul cui fondo scorre l’omonimo affluente del Bradano, costituiscono il contesto territoriale ove si è sviluppata la città di Matera, una delle più straordinarie forme insediative del nostro Paese.

Matera nacque e si espanse intorno e all’interno di una grande rupe calcarea, il complesso dei Sassi, il Barisano a NO ed il Caveoso a SE, concretizzandosi in un formidabile esempio di architettura rupestre mediterranea che l’Unesco ha iscritto nel patrimonio dell’umanità5, con abitazioni ad una sola facciata scavate nella pietra ed un sistema di approvvigionamento idrico costituito da acquedotti, cunicoli e cisterne ipogee per sopperire alla endemica scarsità d’acqua, convogliare quella piovana e quella di condensazione.

è la particolare configurazione di questo territorio, calcareo, abitato sin dalla preistoria6 a stimolare dalla fase neolitica in avanti (si pensi anche alle tante attestazioni dell’età dei Metalli) la stabilità degli insediamenti, l’utilizzo di tecniche di scavo sempre più raffinate, una capacità di raccolta e conservazione sotterranea delle acque rimasta esemplare.

Figura 1- Giovan Battista Pacichelli, Rappresentazione della Città di Matera (1703)

4 Nel 1990 la Regione Basilicata ha istituito a protezione della Murgia, il Parco della Murgia Materana o Parco Ar-cheologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri;

5 Nel 1993 l’UNESCO ha dichiarato i rioni Sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità e dal 2007 la definizione è stata ampliata in I Sassi ed il Parco delle Chiese Rupestri di Matera.

6 In tutta l’area del materano sono presenti importanti villaggi fortificati, grotte naturali sepolcrali, dolmen, tumuli risalenti al paleolitico e neolitico.

Figura 2 - Regione Storica della Lucania, Antica mappa, Anonimo

2.2. La città di Matera ed il sistema sotterraneo di canali e cisterne

L’origine di Matera sul versante destro della Gravina, va quindi ritrovata nelle fasi più antiche dell’antropizzazione, a partire dal VII millennio, nello sviluppo degli insediamenti umani rupestri delle società agricole e pastorali la cui evoluzione in comunità riporta alla storia dei primi popoli italici.

Il termine Lucania7, identificava una regione storica dell’Italia antica, più grande dell’attuale Basilicata8 e di riferimento all’identità sociale, economica e religiosa dei caratteri dei suoi lontani abitatori9, la gens lucana, il popolo italico di stirpe sannita e lingua osco-umbra.

D’altra parte è la storia urbana stessa di Matera ad identificarsi con l’evoluzione di un territorio dalle radici legate all’alba dell’uomo, all’utilizzo di grotte e cavità naturali per difendersi, sopravvivere e riprodursi. La straordinarietà dei suoi lontani abitatori sta certo nell’avere scavato la roccia per ricavare spazi abitabili ma soprattutto nell’aver saputo captare la risorsa primaria, l’acqua, intercettandola dall’alto della Murgia.

La provenienza è la più diversa, nulla viene trascurato, è acqua di pioggia, di drenaggio, di condensa e gli abitanti dei Sassi hanno conservato e trasmesso fino a noi queste tecniche di raccolta preistoriche. Le cisterne raccolgono acqua anche in assenza di pioggia, poiché captano capillarmente sia di giorno che di notte, utilizzando gli effetti dell’escursione termica.

Gli spazi di abitazione scavati obliquamente su diversi piani ipogei, tunnel del sottosuolo che mantengono una temperatura costante, ricavano la luce proprio attraverso il piano inclinato di imposta, ricevono calore solo in inverno quando c’è più bisogno ed i raggi del sole, più obliqui, riescono ad entrare in profondità.10

Se da questo passato remoto la storia della Lucania e di Matera si fonde con quella delle vicine e ricche colonie greche della costa, il territorio si scontrerà con il mondo romano e

7 Gli storici spiegano che il termine Lucania si presta a diversi significati etimologici: leucos, in lingua greca bianco, luc, in sanscrito lucente così come nel semita luachan. Nel latino lucus è invece nel significato di bosco sacro. 8 Il termine Basilicata ovvero terra del basilicos funzionario imperiale oppure dei basilici i libri della legislazione di

Bisanzio, è di derivazione imperiale. La regione si chiamò Lucania fino al 1948;

9 Aristotele descrive nella Politica, come primi abitatori della Lucania, gli Enotri,condotti dal loro re, Italo. 10 L’utilizzo di modalità similari è stato riscontrato nell’oriente mediterraneo ma anche nelle zone aride della Cina.

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diventerà teatro di guerra nelle contese con Pirro prima e Annibale poi, dei quali la Lucania e Matera saranno alleate, per conseguirne repressione e saccheggio e diventare poi solo terra di spopolamento e di attraversamento. La particolare conformazione del territorio verrà in aiuto al popolo sconfitto: con la decadenza e la fine dell’Impero Romano gli abitati si ripopolano ed il monachesimo di origine orientale che esalta questa forma di habitat, trasformerà le grotte della Gravina in un sistema di Chiese rupestri.

L’espansione urbana di Matera che si consolida attorno ai due Sassi si materializzerà in altre gallerie ipogee e corti a pozzo centrale, si incentrerà sulla nuova Cittadella11 fortificata luogo fisico e simbolico dove nel XIII secolo si costituirà anche la Cattedrale.

Figura 3 - Sx Sezione di cisterna; Dx L’acqua convogliata nelle cisterne dentro le abitazioni

Fonte: Cfr sassi web.it.

Il sistema materano raggiunse un livello di tecnologia ed efficienza tale per cui dal punto di quota più alto della città si dipartivano due tracciati, l’uno destinato al Sasso Barisano, l’altro al Sasso Caveoso, con cisterne provviste di canalina per il troppo pieno, funzionanti col sistema dei vasi comunicanti e in grado proprio per questo di filtrare i detriti.

Matera rinascimentale è quindi una città fortificata con chiese e palazzi di grande pregio12 importante nell’equilibrio territoriale di questa parte di Meridione.

Il riconoscimento arriva nel secolo XVII. In pieno dominio spagnolo, Matera un tempo gravitante nel territorio di Terra d’Otranto, diventerà il capoluogo della Regione Basilicata titolo che manterrà fino all’arrivo dei Bonaparte all’inizio dell’800.

Dalla fine del Seicento un lento ed inarrestabile declino della cultura ipogea insieme all’abbandono dei sistemi agricoli e pastorali arcaici attraversa nel profondo il territorio e la città: i simboli del potere ecclesiastico e temporale si spostano in aree di più facile accessibilità, destinando all’oblio quel sistema sociale e culturale.

Il XIX secolo è segnato da una nuova fase di difficoltà e incertezza, la cultura dei Sassi si trasforma in una sorta di ghetto contadino dove la difficoltà delle condizioni sociali, compresa la densità abitativa, si rappresentano nella frantumazione delle unità residenziali che vanno ad utilizzare anche gli ambienti originariamente adibiti a cisterne e depositi.

Inoltre proprio negli anni dell’Unità d’Italia si riapriva spinosa e irrisolta la questione delle lotte contadine per le terre demaniali, confiscate ai nobili e alla chiesa13.

11 è una vera e propria fortezza, affacciato sul dirupo della Gravina in posizione praticamente inespugnabile. In una antica cronaca, E.Verricelli informa che le torri lungo le mura dovevano essere sei, fatte edificare nell’XIsec da un capitano Metello, vincitore sui Saraceni.

12 Citiamo tra gli altri il Palazzo Firrao-Giudicepietro di fine ‘400, Palazzo Lanfranchi, il più importante edificio del ‘600 materano,il Castello Tramontano.

Gli anni del fascismo riportano in un certo senso i Sassi alla ribalta. In linea con le operazioni di sventramento e “risanamento” urbano e di riassetto viario in voga in quegli anni, vengono focalizzati una serie di interventi che purtroppo avranno un esito distruttivoper il delicato tessuto urbano e sociale di Matera che perderà la sua integrità, fino ad allora pressoché inviolata. Danni irreversibili subirà proprio il sistema idrico di raccolta sotterranea con la distruzione della rete capillare antica.

Il secondo dopoguerra si apre per Matera con il grande spopolamento delle campagne ed il conseguente sovrappopolamento dell’abitato dei Sassi, che ancora in quegli anni si identificavano con la città tutta.

Ogni spazio, compresi spesso anche quelli più rilevanti, viene sovraccaricato, sconvolte le unità d’uso “….divengono abitazioni le grotte deposito, le cavità per gli animali, gli orti e le stesse

cisterne. La trasformazione in ambienti domestici di quest’ultime elimina il simbolo stesso della genialità storica dei Sassi…”14

Il resto è in fondo storia recente: i Sassi definiti “vergogna nazionale” nel primo dopoguerra subiscono dopo la legge speciale del 1952 un’opera di svuotamento che interesserà circa 3000 abitazioni e che percorrerà l’arco di un ventennio. Ma quella di Matera è comunque una storia a lieto fine. Oggi è Città candidata a Capitale della Cultura Europea 2019 e finalmente nel 1993 l’UNESCO ha dichiarato i Sassi Patrimonio Mondiale dell’Umanità, utilizzando per la prima volta nelle motivazioni quel concetto di Paesaggio Culturale tanto utilizzato in seguito sia in termini di metodo di studio che nel senso pragmatico della progettazione e che ci ricongiunge ai presupposti del nostra breve incursione in questo territorio che può a giusta ragione e per un’infinità di motivi rappresentare il mondo mediterraneo tutto.

Nel documento Focus su AcQuE E AmbIEntE uRbAno (pagine 43-46)

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