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3. Per una valutazione della politica socio educativa

3.3. I caratteri della valutazione della politica socioeducativa

3.3.3. La rappresentazione per la valutazione

La costruzione degli impianti delle indagini valutative prevede una serie di passaggi tra cui la visualizzazione delle idee e dei concetti che possono essere utilizzati come guida per tradurre le problematiche valutative nelle indagini stesse. Il processo di rappresentazione più utilizzato sia per impostare sia per condurre

della formazione della conoscenza come outcome delle politiche socio-educative.

153 l‘indagine valutativa è quella della modellizzazione, ovvero la costruzione di un

modello311. Questo termine, essendo polisemico, presenta accezioni e significati

diversi, anche scientificamente corretti; di qui la necessità di precisare in modo esplicito, fra i molti significati di fatto correnti, quale si intende scegliere soprattutto quando, come nel caso della pedagogia della valutazione, le diverse accezioni possono essere contemporaneamente valide312. In ragione di ciò, considerando l‘esistenza di uno spettro molto largo di significati, in questo contesto per il termine ―modello‖ si è scelto di utilizzare una accezione in cui il significato è caratterizzato congiuntamente sia in funzione conoscitiva sia in funzione pratica313. Con la prima funzione si intende che una certa realtà R, o politica o intervento o programma valutativo, verrà intesa come ―modello (conoscitivo)‖ di una realtà Q , in quanto si ritiene che la conoscenza di R possa facilitare la conoscenza di Q . Ad esempio, il programma d‘azione comunitaria nel campo dell'apprendimento permanente, o

Lifelong Learning Programme (LLP314), contribuendo, attraverso l'apprendimento

311 La parola modello secondo il dizionario ―Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana 2011‖ edito da Mondadori Education assume le seguenti accezioni: l‘oggetto o il termine atto a fornire un conveniente sistema di punti di riferimento ai fini della riproduzione e dell‘imitazione; costruzione che riproduce in scala ridotta le forme esatte e le caratteristiche di un‘opera in fase di progettazione, o a scopo illustrativo e sperimentale; espressione matematica di un certo aspetto o fenomeno relativamente ai campi più vari e che ne riproduce le caratteristiche essenziali. Nella ―Enciclopedia dell‘economia Garzanti‖ edito da Garzanti Libri (1992) la parola ―modello‖ è definita come: insieme di relazioni quantitative che descrivono in modo semplificato un certo gruppo di fenomeni, usate sia nella formulazione di teorie, che nella loro verifica empirica. Vedi Cap. 2°, par. ―Aspetti concettuali‖.

312 Questa considerazione permette di usare in discipline diverse molti fra i concetti presenti in altre: ad esempio, per concetti come quelli di ―cultura‖, di ―verità ―, di ―valore‖, di ―induzione‖, ed altri ancora, per ciascuno dei quali si mostra ad un tempo la notevole polisemia e la grande importanza metodologica in varie discipline.

313 Il modello può caratterizzarsi con le seguenti tre peculiarità: 1) caratteristica di raffigurazione: ―modello significa sempre modello di qualcosa, cioè raffigurazione, rappresentazione di originali naturali o artificiali che possono a loro volta essere modelli‖. Questi originali ―possono appartenere all'ambito dei simboli, al mondo delle immagini, all‘ambito dei concetti oppure alla realtà fisica‖. 2) Caratteristica di riduzione: ―i modelli generalmente non comprendono tutti gli attributi dell'originale che rappresentano ma solo quegli attributi che sembrano rilevanti ai creatori del modello e/o ai consumatori del modello‖. Altri autori parlano con maggior precisione di ―semplificazione‖. 3) Caratteristica pragmatica: ―i modelli di per sé non sono attribuiti univocamente ai loro originali. Essi soddisfano la loro funzione di sostituzione a) per determinati soggetti - che hanno la capacità di pensare, agire e usare il modello-, b) nell‘ambito di determinati intervalli di tempo e c) limitandosi a determinate operazioni intellettuali o reali‖. Di conseguenza i modelli non sono solo, modelli di qualche cosa ma ―anche modelli per qualcuno‖. Essi sono inoltre ―modelli per uno scopo ben preciso‖. Detto In parole semplici: un modello viene creato da un soggetto con uno scopo ben preciso. Cfr. AGAZZI E, La natura del modello, in Teoria dei modelli in pedagogia. Atti del

Symposium internazionale Trento, 13-14 ottobre 1983, Delle Fratte G. (a cura di), Trento, Federazione provinciale scuole materne, 1984.

314 Il Programma d'azione comunitaria nel campo dell'apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), è stato istituito con Decisione N. 1720/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio il 15 novembre 2006, e riunisce al suo interno tutte le iniziative di cooperazione europea nell'ambito dell‘istruzione e della formazione dal 2007 al 2013. Ha sostituito, integrandoli in un unico programma, i precedenti Socrates e Leonardo, attivi dal 1995 al 2006. Il suo obiettivo generale è contribuire, attraverso l'apprendimento permanente, allo sviluppo della Comunità quale società avanzata basata sulla conoscenza, con uno sviluppo economico sostenibile, nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, garantendo nel contempo una valida tutela dell'ambiente per le generazioni future (Strategia di Lisbona).

permanente, allo sviluppo della Comunità europea come società avanzata basata sulla conoscenza, costituisce un modello di realtà R, applicato ai diversi Paesi europei, da utilizzare come mezzo per raggiungere, e quindi conoscere, una realtà

Q basata su di uno sviluppo economico sostenibile in grado di garantire una valida

tutela dell'ambiente per le generazioni future315. In pratica, la realtà R consiste in una struttura più o meno artificiale, creata in modo da contenere soltanto proprietà e relazioni già note, che si ritengono applicabili anche alla realtà Q ignota, o per lo meno poco nota316. Da un punto di vista procedurale, inizialmente si escogita una struttura più o meno artificiale, utilizzando elementi di una realtà già nota e di cui si possiede una soddisfacente teoria; entro questa struttura (che è appunto il ―modello‖) si fissano le analogie formali rispetto a quanto è o già noto o si suppone valere entro la struttura assai meno nota della realtà che si vuole studiare (ossia dell'universo di oggetti della nuova realtà che si desidera costruire); si ipotizza poi che le prime analogie, quelle già definite, non siano le sole esistenti e, attraverso induzioni/deduzioni operate sul modello, si scoprono altre relazioni formali per le quali si effettueranno verifiche sull'universo meno noto; alla fine si traggono da queste relazioni formali, ormai riferite direttamente all'universo in esame, ulteriori conseguenze e si comincia così a delineare la nuova realtà, abbandonando ad un certo punto lo stesso modello di partenza. Per questi tipi di modelli la valutazione è espressa principalmente attraverso una ricerca valutativa.

Con la seconda funzione, la pratica, l‘interesse è per la tipologia di modello che risulta impiegato operativamente con una frequenza non inferiore a quello della funzione conoscitiva. Tale funzione concerne, anche se non totalmente, le realizzazioni concrete che possono riguardare: determinati tipi di condotta317 delle persone, nei quali si esprimono in maniera esemplare certi valori, certe norme, o addirittura sistemi complessi di ideali e di fini; delle realizzazioni, come i ―progetti‖, o di un oggetto o di un processo concreto, per i quali si studiano in base ad una teoria le condizioni ritenute ottimali per la riuscita (e in questo caso già si può dire

315 Ad esempio, il modello ―sistemico della valutazione‖, ci si riferisce alla valutazione, realtà Q, come ambito disciplinare a cui si applica la teoria dei sistemi, realtà R.

316 Tale qualificazione del concetto di ―modello‖ consente di cogliere le affinità che sussistono con il concetto di ―teoria‖, ove per teoria si intenda un sistema strutturato di proposizioni vere che parlano a proposito di un ―universo di oggetti‖ ; tra le proposizioni devono sussistere legami di tipo logico- inferenziale che permettono di spiegare i fatti nell‘universo di oggetti considerato. In tal modo emerge che in ogni teoria sono presenti due distinte strutture, quella linguistico-logica del suo linguaggio e quella concreta del suo universo di oggetti, e la correttezza di una teoria consiste nel fatto che la prima riesca ad esprimere, ad evidenziare con fedeltà, la seconda. ―Questa presenza e questo confronto fra due strutture distinte è appunto il tratto comune che sussiste fra teoria e modello; ed è anche la base di un confronto assai utile che si può istituire fra le due nozioni.‖ Vedi anche nota 25.

317 Ad esempio, espressioni del tipo: ―Tizio è un modello di giustizia e disinteresse‖, ―Caio è un modello di efficienza‖, ―Cesare ha assunto Alessandro Magno come modello di vita‖ e simili. In queste espressioni le persone menzionate non sono proposte come ―modelli conoscitivi‖ di che cosa è la giustizia, il disinteresse, l'efficienza, l'esistenza perfetta, bensì come realizzazione concrete di condotte. Discorso del tutto analogo si può fare se, invece che persone, si propongono come modelli delle istituzioni o in genere delle strutture operative funzionanti (come quando si dice, ad esempio: ―gli Stati Uniti sono un modello di sistema democratico―, ―la tale Università è un modello di efficacia‖).

della formazione della conoscenza come outcome delle politiche socio-educative.

155 che si costruisce un modello astratto con intenti che sono ancora prevalentemente conoscitivi, ma già in parte anche pratici). In entrambe le accezioni l‘obiettivo non è comprendere ―come le cose sono‖, ma piuttosto ―come le cose debbono essere‖; l‘intenzionalità non è tanto conoscitiva o descrittiva quanto piuttosto normativa e prescrittiva. Ponendo in evidenza il ―dover essere‖ o il ―dover fare‖, piuttosto che il ―modo di essere‖, tali determinazioni possono considerarsi come ―modelli in funzione pratica‖, dove l'aggettivo ―pratico‖ allude alla dimensione della prassi in senso molto lato. In molti casi concreti, il modello consiste in ultima istanza in una ―realizzazione‖ di una ―realtà‖ che ha tutte le proprietà strutturali di quella progettata, ma che ne differisce, di solito, per lo meno quanto a dimensioni. Ciò accade quando, ad esempio, si prova nella camera a vento un modellino di nave o di aeroplano o di macchina, o quando si prova su un piccolo campione di persone, opportunamente selezionato, un modello scolastico, o economico, o psicologico. Questa pratica, in fondo, può essere vista come un'applicazione del metodo sperimentale con lo scopo, soprattutto, di vedere se nella realtà esistono condizioni trascurate nel progetto teorico e che invece emergono nel modello, che è completamente sotto controllo. Ciò vale soprattutto quando (caso molto comune nella tecnica) la realizzazione di un progetto richiede di tenere conto di parecchi elementi empirici, che la teoria non prende in considerazione e che vengono scoperti caso per caso proprio in fase di realizzazione318.

Per questi tipi di modelli la valutazione è espressa principalmente attraverso una valutazione di intervento di politica socio educativa (o programma di valutazione).