Il 29 e 30 novembre 2010, a Roma, presso il carcere minorile “Michele di Ripa”, su iniziativa del Consiglio d’Europa, fu lanciata la campagna “Uno su Cinque” per promuovere le misure educative, legali e di altro tipo per prevenire e contrastare gli abusi sui minori.
La campagna si collocava nel clima di favore mostrato dalle iniziative interstatali dopo l’entrata in vigore, il 1 luglio 2010, della Convenzione di Lanzarote, che aveva registrato la cospicua partecipazione, oltre che degli Stati membri dell’Unione Europea, anche di numerosi Paesi non comunitari ed extraeuropei.
La campagna del Consiglio d’Europa prende il nome dalla considerazione secondo cui circa un bambino su cinque sia attualmente vittima di abusi, dei quali circa il 75%-80% commessi da soggetti che il minore conosce e di cui si fida.
In considerazione dell’ampia condivisione dei principi di Lanzarote, di cui è un chiaro indice il rapido susseguirsi dei depositi degli strumenti di ratifica, la campagna si pone quale suo primo fondamentale obiettivo proprio quello di promuovere ulteriormente la Convenzione del 2007147.
Il legame con Lanzarote è ulteriormente giustificato se si considerano gli strumenti e le modalità utilizzati dalla campagna, ossia, essenzialmente, il coordinamento di tutte le professionalità che vengono a contatto con i minori, dei genitori e tutori e del minore medesimo, all’interno di una cornice che vede da un lato prevalere il
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Council of Europe campaign to stop sexual violence against children: “(…)
promote the signature, ratification and implementation of the Council of Europe Convention on the Protection of Children against Sexual Exploitation and Sexual Abuse”,
(http://www.coe.int/t/dg3/children/1in5/Source/Campaign%20outline_28042012_en .pdf)
ruolo informativo delle istituzioni, sotto il profilo preventivo, e dall’altro quello repressivo.
Tutta l’iniziativa ruota attorno alla considerazione del valore dell’educazione dei bambini e di chi viene in contatto con loro, con l’elaborazione di semplici regole (tra cui fondamentale appare la Underwear Rule, tradotta in italiano come “la Regola del Quinonsitocca”148), miranti a stimolare la consapevolezza di ciò che
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La Regola del Quinonsitocca comprende 5 aspetti importanti: 1. Il tuo corpo ti appartiene
Si deve insegnare ai bambini che sono padroni del loro corpo e che nessuno può toccarlo senza il loro permesso. Un dialogo aperto e diretto fin dalla più tenera età sulla sessualità e le “parti intime”, utilizzando i nomi corretti per i genitali e le altre parti del corpo, aiuterà i bambini a comprendere quello che non si deve fare. I bambini hanno il diritto di rifiutare un bacio o di essere toccati, anche da una persona che amano. Si deve insegnare ai bambini a dire “No”, immediatamente e con fermezza, a contatti fisici inappropriati, a fuggire da situazioni a rischio e a parlarne con un adulto fidato. È importante fargli comprendere che devono insistere fintanto che il problema sarà preso sul serio.
2. Modo di toccare buono – modo di toccare cattivo
I bambini non riconoscono sempre se un palpeggiamento è appropriato o meno. Spiegate ai bambini che non va bene permettere a qualcuno di guardare o toccare le loro parti intime, o di accettare di guardare o di toccare le parti intime di qualcun altro. La Regola del Quinonsitocca li aiuta a riconoscere un limite evidente e facile da ricordare: la biancheria intima. Aiuta inoltre gli adulti ad avviare un dialogo con i bambini al riguardo. Se i bambini non sono sicuri che il comportamento di una persona sia accettabile, accertatevi che sappiano chiedere aiuto a un adulto fidato. 3. I segreti buoni – i segreti cattivi
La segretezza è la tattica principale utilizzata dagli autori di abusi sessuali. Per questo è importante insegnare la differenza tra i segreti buoni e i segreti cattivi e creare un clima di fiducia. Ogni segreto che li rende ansiosi, li mette a disagio, incute paura o li rende tristi non è un buon segreto e non deve essere mantenuto; deve essere raccontato a un adulto fidato (genitore, insegnante, poliziotto, medico). 4. La responsabilità della prevenzione e della protezione spetta a un adulto
I bambini vittime di abuso provano vergogna, senso di colpa e paura. Gli adulti devono cercare di evitare di creare tabù intorno alla sessualità e accertarsi che i bambini sappiano a chi rivolgersi se sono preoccupati, ansiosi o tristi. I bambini possono avere la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Spetta agli adulti essere attenti e comprendere i loro sentimenti e i loro comportamenti. Ci possono essere delle ragioni perché un bambino rifiuta un contatto con un altro adulto o un altro bambino. Tale desiderio dovrebbe essere rispettato. I bambini dovrebbero sempre avere la sensazione che possono parlare liberamente con i loro genitori di questo argomento.
5. Altri suggerimenti utili per corredare la Regola del Quinonsitocca Segnalare e rivelare
costituisca abuso nel minore e negli altri soggetti, in chiave quindi eminentemente preventiva, ma determinando pure la vittima a riconoscere come tale la violenza subita, spesso trasfigurata in gioco da chi compie l’abuso, e a portarla così alla conoscenza delle autorità.
Inoltre, il richiamo espresso ai valori della Convenzione di Lanzarote svela come la campagna, ponendosi in funzione ancillare rispetto a questo fondamentale strumento internazionale, miri ad assumere il ruolo di naturale erede e proseguimento della Convenzione medesima.
La campagna “uno su cinque” era stata preceduta dalla emanazione, il 5 ottobre 2010, da parte dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, della Raccomandazione REC 1934/2010149, dedicata alla lotta contro l’abuso dei minori all’interno degli istituti di accoglienza, pubblici e privati.
Si deve indicare ai bambini che certi adulti possono fare parte del loro circolo di persone fidate che creano una rete di sicurezza per proteggerli. Dovremmo incoraggiarli a scegliere degli adulti che hanno la capacità di ispirare fiducia, sono disponibili ad ascoltarli e ad aiutarli. Soltanto un membro della rete di sicurezza dovrebbe vivere con il bambino; l’altro dovrebbe vivere al di fuori della stretta cerchia familiare. I bambini devono sapere come chiedere aiuto a questa rete di affetti e di fiducia.
Abusi attuati da persone conosciute
Nella maggior parte dei casi, l’autore degli abusi è una persona conosciuta dal bambino. È particolarmente difficile per dei bambini piccoli capire come sia possibile che qualcuno che li conosce possa abusare di loro. Non dimentichiamo il “grooming”, l’adescamento in rete utilizzato dagli abusanti potenziali per conquistare la fiducia dei bambini. Tra le regole stabilite in famiglia, deve esserci quella di informare regolarmente i genitori se c’è qualcuno che offre dei regali, chiede di mantenere dei segreti o cerca di passare del tempo da solo con un bambino. Abusi attuati da persone sconosciute
In certi casi, l’autore degli abusi è uno sconosciuto. Insegna al tuo bambino delle regole semplici per i suoi contatti con gli sconosciuti: mai salire in auto con qualcuno che non si conosce, mai accettare regali o inviti da uno sconosciuto. Chiedere aiuto
I bambini devono essere informati che esistono figure professionali che possono assisterli (insegnanti, assistenti sociali, difensori civici, dottori, psicologi scolastici, polizia) e che ci sono linee telefoniche speciali a cui i bambini possono chiedere consulenze ed aiuto.
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REC 1934 (2010) Child abuse in institutions: ensuring full protection of the victims, Assembly debate on 5 October 2010 (31st Sitting) (see Doc. 12358, report of the Social, Health and Family Affairs Committee, rapporteur: Mrs Rupprecht). Text adopted by the Assembly on 5 October 2010 (31st Sitting)
Anche la Raccomandazione si colloca nel solco inaugurato da Lanzarote, che peraltro esplicitamente richiama nel suo paragrafo 3, ove questa afferma che laddove gli abusi siano commessi da parte di soggetti in posizione riconosciuta di fiducia, autorità o influenza sul bambino, gli Stati firmatari sono tenuti ad adottare le misure necessarie per giungere alla condanna degli autori e alla repressione di questi comportamenti.
Tra le misure suggerite dalla raccomandazione, infatti, notevoli paralleli con la Convenzione possono cogliersi nella predisposizione di strumenti di intervento e prevenzione tra i quali notevole interesse assumono la previsione di una procedibilità d’ufficio per le condotte di abuso, il blocco dei termini di prescrizione del reato fino al compimento della maggiore età della vittima e i poteri e le responsabilità del personale educativo ed i requisiti minimi per la certificazione degli istituti di assistenza.
Il preciso invito al Comitato dei Ministri di partecipare ai lavori della campagna di Roma del novembre 2010150, contenuto nella raccomandazione, costituisce un altro importante sintomo della necessità di una dimensione transnazionale delle iniziative intraprese. E’ questo con ogni probabilità il lascito più importante della Convenzione di Lanzarote.
La Campagna “Uno su Cinque” ha costituito un importante punto di partenza per tutta una serie di iniziative che negli ultimi anni si sono moltiplicate a livello internazionale e locale.
Il 7 giugno 2012, le lezioni ed i principi della campagna e della Convenzione di Lanzarote furono al centro dell’incontro, avvenuto a Lione, presso il Quartier Generale dell’Interpol, tra gli esperti in materia di crimini contro i minori dell’Interpol medesima, oltre a 146
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Par. 5. “The Assembly further recommends that the Committee of Ministers
(…)invite national governments and parliaments and any other public or private organisation concerned, to join, support and contribute to the Council of Europe Campaign to Stop Sexual Violence against Children, to be launched on 29 and 30 November 2010 in Rome”
esperti e periti provenienti da 45 Paesi di tutto il mondo151, oltre a membri di organizzazioni non governative e settori della società civile, per consentire la condivisione di informazioni e il collegamento delle indagini.
L’incontro ha consentito di rilevare come, a poco più di due anni dall’entrata in vigore di Lanzarote, si siano potuti registrare importanti esiti positivi nell’identificazione e punizione di numerosi soggetti colpevoli di abusi, culminati nel successo dell’operazione “Laminar”, conclusasi nel maggio 2012, che ha consentito di identificare ed arrestare 55 soggetti colpevoli di produzione, commercio, detenzione e condivisione di materiale pedopornografico in 20 Paesi di tutto il mondo, oltre a recuperare e porre in condizioni di sicurezza una dozzina di minori152.
Un successo tanto più importante se si pensa che l’intera operazione è stata condotta con la continua e costante collaborazione tra l’Interpol, il Dipartimento degli Affari interni neozelandese e le istituzioni americane.
Le iniziative dirette al rafforzamento della cooperazione interstatale sono proseguite nel corso di tutto il 2012, prima con gli incontri di Strasburgo del 27 giugno (8° meeting dedicato ai “Minori che commettono reati sessuali e con problemi comportamentali sessuali) e del 3 ottobre (9° meeting su “Combattere la violenza sessuale: rafforzare i bambini”), culminati poi nella fondamentale Dichiarazione di Mosca del 20 novembre 2012.
Adottata simbolicamente nella giornata universale del bambino, in occasione del 10° incontro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, la Dichiarazione, prendendo spunto dalla firma della Convenzione di Lanzarote da parte delle autorità della Federazione Russa, contiene gli auspici di un ampliamento dello strumento non solo all’interno dell’Unione Europea, nella prospettiva
151
http://www.interpol.int/News-and-media/News-media-releases/2012/N20120607 152
di un ampliamento della collaborazione interistituzionale a livello più ampio possibile, e nella predisposizione di adeguati finanziamenti alle iniziative che appaiono “di contorno” alla Convenzione, come la Campagna “uno su cinque”.
La dichiarazione riconosce infatti espressamente che la Convenzione di Lanzarote rappresenta “(…) il primo completo
strumento legale per coprire simultaneamente la protezione dei minori, misure per prevenire gli abusi e per la punizione degli autori, inclusi quelli avvenuti all’interno della famiglia”153.
Il 4 aprile 2013, nel contesto del 1167° incontro del Consiglio dei Ministri, il Segretario Generale del Congresso delle autorità locali e regionali, Andreas Kiefer, annunciava i progressi compiuti, nei più vari settori, nell’ambito della cooperazione tra le istituzioni comunitarie e quelle nazionali.
Tra i campi nei quali si sottolinea il deciso rafforzamento delle iniziative assunte a livello centrale e locale, emerge la partecipazione al progetto “Costruire un’Europa per i bambini” e alla correlata campagna “Uno su Cinque”.
In tale contesto, l’attività del Congresso e del Consiglio dei Ministri si è palesata, oltre che con la costituzione di un apposito sito internet154 dedicato alle iniziative locali155 che abbiano il fine di tutelare i bambini contro gli abusi, con la promozione del “Patto delle Città e delle Regioni per fermare la violenza sessuale sui minori”, che è stato presentato il 14 marzo 2013 al Bundestag di Berlino dal vicepresidente del Congresso Clemens Lammerskitten
153
Cfr. Council of Europe Parliamentary Assembly Network of Contact Parliamentarians to stop sexual violence against children, Moscow Declaration, “Upholding the Council of Europe Convention on the Protection of Children against
Sexual Exploitation and Sexual Abuse (known as the Lanzarote Convention) as the first complete legal instrument to simultaneously cover the protection of children, measures to prevent abuse and the punishment of perpetrators, including in the event of sexual abuse within the home or the family”.
154
http://www.congress-pact1in5.eu/en/ 155
Per l’Italia, attualmente, solo la Provincia di Reggio Calabria ha aderito al programma, contribuendo alla Campagna Uno su Cinque (http://www.congress- pact1in5.eu/en/18-provincia-di-reggio-calabria/)
Il Patto prevede che i firmatari elaborino e implementino una serie di misure in base ad un approccio cosiddetto delle “quattro P”, ossia prevenire ogni tipo di abuso, proteggere le vittime, perseguire i colpevoli, e favorire la partecipazione dei minori. Le misure in questione, che vanno dal lancio di campagne di sensibilizzazione, alla distribuzione di materiale informativo nelle scuole, alla strutturazione di servizi specializzati, si pongono cinque fondamentali obiettivi: sensibilizzare i membri del Congresso, gli enti locali e regionali, le loro associazioni e diversi altri partner sugli obiettivi della campagna; promuovere l’uso delle norme e degli strumenti giuridici del Consiglio d’Europa (la Convenzione di Lanzarote e le Linee guida per una giustizia a misura di bambino) in vista dell’istituzione di strutture e meccanismi destinati a proteggere i minori contro ogni forma di violenza; incoraggiare gli enti locali e regionali a lanciare campagne, ideare strumenti di sensibilizzazione per prevenire la violenza sessuale a danno dei minori, distribuire ed adottare in particolare i materiali di sensibilizzazione promossi dalla campagna (la Regola del Quinonsitocca), destinati ad aiutare i genitori e le persone che si occupano dei bambini ad affrontare l’argomento della violenza sessuale con parole adatte alla loro età; promuovere un approccio multi-agenzia ed incoraggiare gli enti territoriali a sviluppare strutture, processi e meccanismi pluridisciplinari coordinati per contrastare la violenza sessuale sui bambini; sviluppare una cultura che stimoli la creazione di città e regioni più amiche dei bambini e permettere una più effettiva partecipazione dei bambini e dei giovani agli sforzi per rendere più sicure le collettività e metterle al riparo dalla violenza sessuale156.
Si tratta in sintesi di proposte che si pongono in continuità con tutti gli obiettivi posti dalla Convenzione di Lanzarote, che è espressamente richiamata, ed in cui può leggersi la sedimentazione di
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https://wcd.coe.int/com.instranet.InstraServlet?command =com.instranet.CmdBlobGet&InstranetImage=2232091&SecMode=1&DocId=195 5658&Usage=2
tutte le iniziative ad oggi attuate in sede europea, nella prospettiva di un ampliamento della cooperazione anche in sede regionale e locale.
1.4 L’iter delle ratifiche e la problematica applicazione della