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Le reazioni al processo Notarbartolo Il comitato Pro Sicilia.

III. Che cos’è la mafia? L’Italia scopre la criminalità organizzata siciliana siciliana.

3.1.1 Le reazioni al processo Notarbartolo Il comitato Pro Sicilia.

Il verdetto di Bologna si concluse con la condanna di Raffaele Palizzolo, ritenuto il mandante morale dell’omicidio Notarbartolo. La notizia - una volta uscita dalle aule dell’Assise - si diffuse rapidamente in tutta la penisola.

A Palermo i sostenitori del deputato protestarono contro la sentenza, affliggendo una serie di manifesti. Sangiorgi ha raccontato in questa maniera tale avvenimento:

Alcuni luogotenenti dell’imputato nelle sue relazioni di mafia, cioè l’avv. Isabella, l’ufficiale dei cantonieri municipali Mirto Azzaro, il mafioso Salafia, il direttore del giornale satirico “La Forbice” ed altri, tutti devoti al Palizzolo per favori ricevuti, aiutati dai pregiudicati fratelli Pasca, fecero stampare delle strisce di carta con la scritta lutto cittadino che il giorno successivo (successivo al verdetto di Bologna, n.d.r.) distribuirono ai commercianti per listare a nero le botteghe260.

Gli ambienti “palizzoliani” scatenarono poi una corrente di opinione pubblica “innocentista”. I sostenitori del deputato si riunirono ed il 3 agosto del 1901 costituirono il “Comitato Pro Sicilia”. L’adunanza si svolse all’interno dell’ex palazzo Raffadeli, messo a disposizione dall’avvocato Vincenzo Puglia. Lo storico Renda è riuscito261 a ricostruire l’elenco di coloro che vi parteciparono. Riporto i principali nominativi:

260

Relazione di Sangiorgi, cit. in Barone, Egemonie urbane, p. 312.

261Francesco Renda, Socialisti e cattolici in Sicilia (1900 - 1904). Le lotte agrarie, Caltanissetta, 1972, p. 389.

• onorevole Avellone Salvatore262

• onorevole Bonanno Francesco

• onorevole Di Stefano Giuseppe Napolitani

• onorevole Rossi Enrico

• onorevole SanFilippo Giacomo

• onorevole Turrisi Mauro

• commendatore Lamanna Biagio

• commendatore Pitrè Giuseppe

• commendatore Ruggeri Leonardo

• commendatore Tesauro Francesco Paolo

• professore Di Liberto Francesco Saverio

• avvocato Bordonali Giuseppe

• dottore Ferrara Filippo

• avvocato Agnello Giuseppe

• avvocato Cuccia Luca

• avvocato Mangano Michele

• avvocato Pagano Emiliano

• avvocato Rosano Nicola

• sindaco di Monreale Pegriaga Balsamo Garane

262

Non ho trovato molte informazioni sui vari membri del Pro Sicilia citati in questo elenco. Mi limiterò a fornire quelle maggiormente attinenti al caso Notarbartolo. I deputati Avellone e Rossi, assieme al

commendatore Lamanna, all’avvocato Mangano, al cav. Puleo (possidente) e all’avvocato Cuccia parteciparono in qualità di testimoni di difesa al processo di Bologna del processo Notarbartolo. Il noto etnologo Giuseppe Pitrè figurava invece tra i testimoni uditi per rogatoria. L’avvocato Giuseppe Bordonali ricoprì l’incarico di assessore per la pubblica istruzione al Comune di Palermo nel 1901, all’interno della giunta presieduta dall’esponente della destra Pietro Paolo Beccadelli di Bologna Principe di Camporeale (uno dei testimoni chiamato dalla Parte Civile nonché amico della vittima).

• monsignore Crisafi Nicolò

• cavaliere Puleo Giuseppe

• cavaliere Tasca Gaetano

Partendo dalle proteste per la condanna del Palizzolo e sfruttando una situazione di scontento largamente diffuso fra le popolazioni isolane, i dirigenti del Pro Sicilia riproposero, all’insegna dell’”onore siciliano offeso”, uno spregiudicato disegno politico, volto a ridare peso e prestigio nazionale alla vecchia aristocrazia isolana, esautorata dalle ultime vicende politiche ed assente nei palazzi romani che “contavano”. Va rilevato come ci troviamo in un periodo in cui la politica nazionale non vede più tra i suoi protagonisti i Dì Rudinì o i Crispi. Attraverso un’ideologia regionalistica alquanto discutibile, si cercava nella figura di Raffaele Palizzolo, “mafioso ed ennesima vittima dei torti subiti dall’isola”, un pretesto per gettare le possibili fondamenta di un consenso sociale. Le istituzioni accolsero benevolmente le azioni del Pro Sicilia.

Il prefetto di Palermo De Seta ricevette il comitato, accreditandone pubblicamente la legittimità263. Ciò provocò alcune proteste all’interno del mondo politico. L’on. di orientamento moderato Pietro Trabia presentò sul fatto un’interrogazione al Ministero dell’Interno. Altra interrogazione fu diretta dal deputato radicale Napoleone Colajanni al Ministero della Giustizia. Nessuna delle due ricevette una risposta.

Il prefetto De Seta avrebbe spiegato - in via riservata - all’allora Ministro dell’Interno Giolitti, che “dietro al Pro Sicilia stava la gente bene del Parlamento, mentre chi lo contrastava erano gruppi di opposizione, socialisti in prevalenza”264.

Ma dietro al Pro Sicilia vi erano ragioni prettamente legate alla paventata possibilità di riaprire il processo intorno all’omicidio Notarbartolo. Cosa che, come abbiamo visto nel precedente capitolo, avvenne. All’Assise di Firenze il pubblicista e testimone di difesa Ragusa ebbe ad affermare:

“Il pensiero di questo comitato (Pro Sicilia n.d.r.) per quanto riguardava il Palizzolo, si era quello di ricercare un fatto nuovo per poter riaprire il processo”265.

263Ibid., p. 389. 264

Palizzolo riuscì quindi a mobilitare forze considerevoli in suo favore. La stessa cosa però, avvenne - almeno in parte - anche per la famiglia Notarbartolo. Facciamo un passo indietro. Abbiamo già visto come la riapertura del processo e il sollevamento della legittima suspicione all’Assise di Milano siano stati eventi legati a congiunture politiche favorevoli.

A Palermo non vi era soltanto uno schieramento favorevole al deputato. Il 15 dicembre 1899 si costituì un comitato palermitano, alla cui testa erano i principi di Trabia e Camporeale, ma del quale erano partecipi pure i socialisti, Tale comitato prese quindi l’iniziativa di lanciare un pubblico appello: si voleva raccogliere del denaro, al fine di erigere un busto marmoreo alla memoria del Notarbartolo, ma anche per affrontare le spese dell’azione giudiziaria all’Assise milanese, “perché il popolo siciliano vuole contribuire direttamente alla scoperta e alla condanna dei rei”266. Il comitato venne descritto in questi termini dal prefetto De Seta:

Si è qui costituito un comitato per onorare memoria di Emanuele Notarbartolo, in senso di affermazione dei principi di moralità e di giustizia, e di protesta contro gli autori dell’esercitato delitto. Il comitato è presieduto dal senatore principe di Camporeale ed è composto di cittadini di ogni partito. Come prima manifestazione, domenica alle 9 e mezza, avrà luogo un pellegrinaggio che attraversano le vie Toledo e Maqueda si fermerà a Piazza Ruggero Settimo ove sarà collocato ritratto del Notarbartolo. Si è già iniziata una sottoscrizione per un busto in marmo da collocarsi nell’atrio del Banco di Sicilia e per sostenere le spese del processo267.

Una settimana prima della costituzione del comitato, all’interno della Sala Rossa del Politeama Garibaldi, si svolse una cerimonia in onore di Emanuele Notarbartolo. Di nuovo, attraverso le parole del prefetto De Seta, possiamo avere una breve descrizione dell’avvenimento.

265

Testimonianza di Girolamo Ragusa, ASFI, Fondo Corte d’Assise, Processo contro Palizzolo e altri, 18 dicembre 1903, p. 603.

266 Renda, Socialisti e cattolici, p. 108. 267

Verso le ore 20 di ieri nella Sala Rossa del Politeama Garibaldi si riunirono circa 100 cittadini di ogni classe e di ogni partito per deliberare in ordine ad una solenne cerimonia commemorativa a farsi in onore dell’assassinato Notarbartolo. Rappresentato anche il partito socialista che espresse voto di plauso agli avvocati Marchesano e Altobelli che ora sostengono la parte civile nel processo di Milano. Fu eletto un comitato esecutivo per predisporre e regolare tale cerimonia268.