tEStiMONiANZE EtRUSCHE LUNGO L’OMBRONE LE NECROPOLI DI MONTEFORTINI E PRATO ROSELLO
20 MANCA TESTO NOTA
27 Riassumendo da un articolo di Boreno Borsari pubblicato da Microstoria (n.62 d
Ottobre/Dicembre 2009): «Due documenti inediti scritti dal suo fondatore ci aiutano a ricostruire ed ad apprezzare questa opera. La prima lettera del 24 ottobre 1862 indirizzata al Carissimo Amico Antonio Salvagnoli Marchetti, nella quale viene accluso il primo regola- mento per l’ammissione, rispondeva ad una serie di domande poste da quest’ultimo sull’or- ganizzazione dell’Istituto. Queste notizie erano necessarie per il Salvagnoli per illustrare all’Accademia dei Gergofili questa sperimentazione e proporre anche l’iscrizione a socio Cattani- Cavalcanti. L’istituto in funzione nell’Aprile del 1859 inizia a con una famiglia di cinque ragazzi dello Spedale degli Innocenti di Firenze assistiti dalle figure del Capoccia, del Caporale, del Quartigliere e della Massaia. L’organizzazione della giornata era divisa in 7 ore di lavoro, 3 ore di studio, 7 di dormire, 2 ore per i pasti e le restanti 5 ore da dedicare fra svago, pulizia della persona, di abiti, preghiere e servizi di stalla e di casa. Il vitto era
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rigidamente amministrato. La carne era destinata al giovedì e la domenica e gli altri giorni di festa, pane di grano e vino ogni giorno, come regole di base. La colazione era a base di pane con frutta o formaggio. Il pranzo era il pasto principale e venivano serviti la minestra e un piatto caldo. A cena solo un piatto caldo. Anche i giorni di festa erano previste 3 ore e mez- za di distrazioni, articolate tra ginnastica, passeggiate militari, musica e nella pesca. Alla fine del periodo di studio uscivano dall’Istituto dei novelli sotto-fattori. Il regolamento per l’ammissione degli allievi veniva continuamente adattato per rispondere anche agli indirizzi scolastici del ministero.
L’altro documento inedito è il regolamento del 20 dicembre 1874 molto ampio e articolato con il quale l’Istituto Agrario e la Colonia fanno un balzo professionale notevole con i corsi che durano tre e quattro anni e con l’insegnamento di ben due lingue straniere: Francese ed Inglese. L’ammissione degli alunni era prevista in n. 65 per l’Istituto e n. 32 per la Colonia. Dal primo uscivano i diplomati che esercitavano la professione di “Periti Agrimensori ed Agronomi” oppure “Maestri di Scuole Agricole”. Dal secondo venivano formati giovani capaci di condurre in parte aziende rurali, dei Capi-cultori, Sotto-fattori da diventare con tempo fattori«.
28 F. ASSO, Itinerari garibaldini in Toscana e dintorni 1848-1867, Collana “Toscana Beni
culturali”, Vol. 5 Regione Toscana, 2003.
NOTE (della scheda)
1 Della struttura si conservano le murature in bozze di alberese per un’altezza di circa un
metro rispetto all’attuale piano di campagna, e filari in elementi appena sbozzati di arena- ria gialla più bassi dei precedenti. Dalla pietra che fungeva da portad’ingresso si accedeva ad un vestibolo rettangolare largo 1,41x1,26 metri pavimentato con un unico elemento litico e con pareti costituite dal lastre in pietra arenaria infisse verticalmente. Dalla lastra d’ingresso, che porta ancor oggi tracce dell’antica effrazione, si entrava nella camera sepol- crale le cui dimensioni sono 2,10x2,32/42 metri, la cui tecnica costruttiva è la medesima di quella utilizzata per il vestibolo se si eccettua il maggior aspetto dimensionale delle pietre utilizzate.
2 Questa tipologia di piattaforma è tipologicamente riconducibile all’architettura funeraria
del periodo: per realizzazione ai tumuli di Prato Rosello, per monumentalità alla tomba cortonesel Del Sodo II.
3 Le pareti sono distanti tra di loro dai 2,50 ai 2,80 metri. L’ingresso della tomba dista
dall’inizio del dròmos circa 13 metri.
4 Nonostante la profanazione fu rinvenuta un’abbondante quantità di lamine di bronzo,
alcuni elementi decorativi lignei riconducibili ad arredi, avanzi di ferro, frammenti di pasta vitrea e d’oro; numerosi furono i ritrovamenti di frammenti di avorio, buccheri e la presenza di un frammento di vaso egizio
5 Il vestibolo ha dimensioni 2,10x2,50 metri ed è alto circa tre metri. 6 La camera sepolcrale è lunga 4,50x2,55 metri ed è alta circa quattro metri.
7 La tholos ha un diametro di circa sette metri, con pareti verticali per due metri; da qui gli
elementi litici furono disposti in modo da formare una falsa volta, con un pilastro centrale a base quadrangolare a sostegno della medesima.
VILLE E CASCINE MEDICEE LUNGO L’OMBRONE
Roberto Tazioli
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Schede a cura della Dott.ssa C. ROMBy
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