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Una scelta sofferta: le primarie del M5s

Nel documento Saper governare non basta: il caso Torino (pagine 55-59)

3. Milano: il derby tra i due manager nell’oasi del bipolarismo

3.3. Una scelta sofferta: le primarie del M5s

Anche se, nel novembre 2015, la vittoria nelle elezioni di un piccolo co- mune dell’hinterland milanese (Sedriano, 12.000 abitanti), dove il Consiglio comunale era stato sciolto per infiltrazioni mafiose, era sembrato a qualcuno il piccolo antipasto di ben più cospicue vittorie, il Movimento 5 stelle a Milano non è mai entrato veramente in partita. Per diverse ragioni. In primo luogo, questa città è sempre stata terreno molto ostico. Basti dire che alle politiche del febbraio 2013, mentre in Italia conquistava il 25,6%, in Lombardia 1 si fermava al 20,5% e nella città di Milano al 17%. Nelle elezioni regionali che si svolgevano in contemporanea otteneva (voti alla candidata alla presidenza) il 13,6% nella regione e il 10% nella città di Milano12. A questo si aggiungeva

– a differenza di altre città come Torino o Roma – un’azione in Consiglio comunale poco incisiva, affidata a un solo consigliere (Mattia Calise) molto giovane e fondamentalmente inesperto. La scarsa visibilità in città delle ini- ziative dei gruppi locali ha poi trovato il proprio apice nella gestione pastic- ciata della scelta del candidato a sindaco. A differenza di altre città (come Roma o Napoli) che avevano affidato a votazioni online la scelta del proprio candidato, il gruppo milanese ha optato per votazioni «tradizionali», ricor- rendo però a un sistema complesso e macchinoso come il «metodo Condorcet»

11 M. Cremonesi, «In 5 anni legalità dimenticata», in «Corriere della sera – Milano», 23

maggio 2016.

12 A ragion veduta, si può dire che i sondaggi che gli attribuivano consensi più ampi

(quello dell’istituto Ipsos pubblicato dal «Corriere della sera» il 26 ottobre 2015 parlava del 23%) avevano largamente sovrastimato la sua forza.

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che prevede l’indicazione di una graduatoria tra i candidati e quindi la scelta del vincitore attraverso una serie di sfide a due tra i vari pretendenti. L’esito del voto (che si svolge l’8 novembre, con grande anticipo quindi rispetto alle elezioni comunali, e che vede una partecipazione molto scarsa: circa 300 per- sone13), porta a prevalere su altri otto candidati Cinzia Bedori, 52 anni, disoc-

cupata, consigliera di zona del Movimento. Oltre a suscitare alcune recrimi- nazioni da parte degli sconfitti, la votazione porta alla ribalta una candidata che fatica ad imporsi e che, dopo essere rimasta sulla graticola dei commenti dubbiosi di giornali e simpatizzanti (in particolare, Dario Fo, illustre compa- gno di strada del Movimento, lasciava trapelare giudizi non proprio lusinghieri nei suoi confronti14), finisce (il 13 marzo) per annunciare in lacrime il proprio

ritiro dalla competizione15.

Il Movimento è perciò costretto a svolgere una nuova selezione, questa volta online, che si svolge il 24 marzo. Secondo quanto riportato dal blog16, vi

partecipano 876 iscritti e il risultato decreta la vittoria (con il 72% dei voti) dell’avvocato Gianluca Corrado, giunto terzo nelle votazioni di novembre, quando le ricostruzioni giornalistiche lo indicavano come il nome preferito dalla Casaleggio e Associati.

Al di là del modo in cui è avvenuta la scelta del candidato, è evidente che al M5s milanese è mancata capacità di iniziativa politica: l’assenza di un pa- gina internet col programma («spiacente, la pagina che hai richiesto non esi- ste») notata da un editoriale del 21 marzo sulle pagine milanesi del «Corriere della sera»17, quando gli altri candidati già confrontavano le proprie idee di

città, riassume emblematicamente questa debolezza, che l’entrata in campo di Corrado non ha saputo rimediare. La campagna elettorale del candidato «gril- lino» ha puntato sul potenziamento del trasporto pubblico, sull’opposizione alla «cementificazione» (con la proposta di usare gli scali ferroviari dismessi per creare «una corona di parchi pubblici»18) e sulla contrarietà alla dismis-

sione delle società partecipate («vendere significa fare cassa subito ma anche

13 M. Castigliani, Comunali Milano 2016, primarie M5s, http://www.ilfattoquoti- diano.it/2015/11/08/comunali-milano-2016-primarie-m5s-il-candidato-sindaco-e-patrizia-be- dori/2201311/, 8 novembre 2015.

14 M. Pucciarelli, Bedori poco visibile malumori nel M5s per la loro candidata, in «la

Repubblica», 11 gennaio 2016; M. Pucciarelli, Fo: la candidata M5s mi preoccupa, in «la Re- pubblica», 14 gennaio 2016.

15 P. Lio, Bedori: non ce la faccio. Dopo di lei Corrado o la consultazione online, in

«Corriere della sera – Milano», 14 marzo 2016.

16 http://www.beppegrillo.it/2016/03/votazione_per_il_candidato_sindaco_di_mi- lano.html.

17 C. Schirinzi, Programma M5s. Il file inesistente, in «Corriere della sera – Milano», 21

marzo 2016.

18 A. Senesi, La Milano di Corrado tra sicurezza e Area C, in «Corriere della sera», 9

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privarsi nel corso degli anni di un contributo importante derivante dai divi- dendi»19).

3.4. I risultati

Sulla scheda elettorale sono presenti 9 candidati per un totale di 17 liste (con una significativa riduzione della frammentazione rispetto al 2011, quando i candidati erano sempre 9 ma con ben 29 liste). Sala, Parisi e Corrado sono i principali contendenti. Rizzo dispone di un «pacchetto» di voti piccolo ma che può rivelarsi decisivo mentre gli altri concorrenti20 occupano un ruolo

che non va al di là della testimonianza.

Un primo dato che emerge dall’esame dei risultati è il consistente au- mento dell’astensione. Nel 2011 avevano partecipato al voto 673.185 elettori, pari al 67,6%. Nel 2016, i votanti sono 550.194, pari al 54,6% del corpo elet- torale.

La tabella 3.1 riporta nel dettaglio i risultati dei candidati e delle liste che si sono sfidati nel 2011 e nel 2016. La tabella 3.2 riassume invece le variazioni di consenso delle aree politiche tra le due elezioni (considerando a questo fine i voti dei principali candidati). Nel leggere questa tabella va tenuto presente che l’aumento considerevole dell’astensione fa sì che il confronto rispetto al passato dei voti in valore assoluto evidenzierà per tutte le forze che nel 2011 era già consolidate una inevitabile diminuzione. Il candidato di centrosinistra, ad esempio, nel 2011 otteneva 315.862 voti, mentre nel 2016 si è fermato a 224.156, ossia il 29% in meno. Per il candidato di centrodestra si passa da 273.401 voti a 219.218 con un calo del 19,8%. Il confronto, sul versante del centrodestra, deve però tener conto che la coalizione di Parisi ha recuperato al suo interno le componenti centriste che nel 2011 si erano distaccate dalla Mo- ratti per appoggiare Manfredi Palmeri: se nel 2011 si sommano i voti di questi due candidati, il calo subito dall’area di centrodestra appare in linea con quello del centrosinistra (la somma dei voti di Moratti e Palmeri era stata di 309.872, rispetto ai quali i 219.000 di Parisi rappresentano un calo del 29,2%). Il con- fronto tra 2011 e 2016 assume un carattere ben diverso per il M5s: in questo caso, malgrado l’evidente sconfitta politica, si registra un notevole aumento (passando da 21.228 voti a 54.099 voti, si ha più di un raddoppio: +154,8%). Il confronto ha però poco significato, dato che nel 2011 il Movimento 5 stelle era ancora in una fase di «testimonianza» in cui raccoglieva un numero di

19 Ibidem.

20 Luigi Santambrogio, era stato assessore nella giunta Formentini e per diversi anni pre-

sidente regionale di Italia nostra, Marco Cappato è presidente dei Radicali, Nicolò Mardegan viene da esperienze politiche nel centrodestra, Maria Teresa Baldini era stata eletta in Regione nel 2013 con Maroni, Nicola Lazzaretto rappresenta infine il Partito comunista dei lavoratori.

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consensi politicamente limitato: un aumento rispetto a questa fase appare scontato e poco rilevante.

Tab. 3.1. Risultati delle elezioni comunali (primo turno) di Milano del 2011 e del 2016 (voti assoluti e percentuali, ai candidati e alle liste)

2011 2016

Candidato/lista voti % Candidato/lista voti %

Pisapia 315.862 48,1 Sala 224.156 41,7

Pd 170.551 28,6 Pd 145.933 29,0

Sel 28.016 4,7 Noi Milano 38.674 7,7

Milano civica 22.995 3,9 Sinistra x Milano 19.281 3,8

Rif. Com. 18.467 3,1 Idv 3.454 0,7

Idv 15.145 2,5

Verdi 8.165 1,4

Milly Moratti per P. 7.940 1,3

L. Moratti 273.401 41,6 Parisi 219.218 40,8

Pdl 171.222 28,7 FI 101.802 20,2

Ln 57.403 9,6 Ln 59.313 11,8

Milano al centro 14.532 2,4 Milano popolare 15.803 3,1

Io amo Milano 3.050 0,5 Io corro per M. 15.215 3,0

Pr. Milano migliore 3.022 0,5 FdI – An 12.197 2,4

Pensioni e lavoro 1.840 0,3 P. pensionati 2.164 0,4

La destra 1.721 0,3

Unione italiana 1.632 0,3 Corrado 54.099 10,1

Giovani expo 1.208 0,2 M5s 52.376 10,4

Nuovo Psi 1.029 0,2

Popolari di Italia d. 713 0,1 Rizzo 19.143 3,6

Alleanza di centro 405 0,1 Sin. e costituz. 17.635 3,5

Palmeri 36.471 5,6

Nuovo polo per M. 16.015 2,7

Udc 11.313 1,9

Calise 21.228 3,2

M5s 20.438 3,4

Altri candidati 10.417 1,6 Altri candidati 20.968 3,9

Altre liste 8.548 1,4 Altre liste 19.874 3,9

Tot. candidati 657.379 100,0 Tot. candidati 537.584 100,0

Tot. liste 595.585 100,0 Tot. liste 503.721 100,0

Fonte: Ministero dell’interno.

I risultati evidenziano un tasso di bipolarismo che, pur diminuendo ri- spetto al 2011, rimane comunque elevato, in netta controtendenza rispetto al resto d’Italia. La percentuale di voti raccolta dai due principali candidati passa infatti dall’89,6% nel 2011 all’odierno 82,5%.

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All’interno della coalizione di centrosinistra (che dalle 8 liste del 2011 passa a 4 nel 201621) si rafforza il peso del Pd, che perde sì voti ma in misura

minore rispetto al resto della coalizione: passando da 170.551 voti a 145.933 vede un calo del 14,4%. Il peso del Pd sui voti complessivi del candidato del centrosinistra passa dunque dal 53,9 al 65,1%.

Il quadro politico si semplifica anche sul lato del centrodestra dove le liste a sostegno del candidato si dimezzano (da 12 a 6): qui la coalizione non ha una sola motrice, ma due, Forza Italia (Pdl nel 2011) e Lega nord. Dal 2011 al 2016 i rapporti di forza tra queste due liste si modificano: se nel 2011 il Pdl rappresentava il 62,6% dei voti della Moratti e la Lega il 21%, nel 2016, in- vece, FI rappresenta il 46,4% dei voti di Parisi e la Lega il 27,1%. In valore assoluto, infatti, la Ln passa da 57 a 59.000 voti, facendo così registrare un incremento pari al 3,3%.

La Ln è l’unico partito che registra un incremento anche rispetto alle ele- zioni politiche del 2013. In questo caso il passaggio da 45 a 59.000 voti equi- vale a un aumento del 31,3%. Il confronto con le elezioni politiche del 2013 (per via del diverso peso dell’astensionismo) indica saldi negativi per tutte le principali forze. Il calo del 56,9% del M5s rivela in pieno tutta la sua debo- lezza locale rispetto alle elezioni di portata nazionale. Il Pd registra una perdita del 29,9% e dal Pdl a FI la perdita è del 30,4%.

Tab. 3.2. Confronto tra i voti delle diverse aree politiche nelle elezioni comunali di Milano 2011 e 2016 (variazioni percentuali e differenza in punti percentuali)

2011 2016 Cfr. 2016-2011

v.a. % v.a. % Var % Var. p.p.

Sinistra

{

19.143 3,6

}

- 23,0 - 2,8 C-sin 315.862 48,1 224.156 41,7 Centro 36.471 5,6

}

219.218 40,8

}

- 29,3 - 6,4 C-des 273.401 41,6 M5s 21.228 3,2 54.099 10,1 + 154,8 + 6,9 Altri 10.417 1,6 20.968 3,9 +90,8 +2,3 Astenuti 323.215 456.507

Fonte: nostre elaborazioni su dati del Ministero dell’interno.

Nel documento Saper governare non basta: il caso Torino (pagine 55-59)