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La scienza e le sue logiche, il dilemma della rappresentazione

Responsabile scientifico: Antonio Ledda

Gruppo di ricerca: Antonio Ledda, Hector Freytes, Marco Giunti, Roberto Giuntini, Francesco Paoli, Vinicio Busacchi, Pier Luigi Lecis, Anna Maria Nieddu, Luca Vargiu, Francesca Ervas, Stefano Federici, Elisabetta Gola, Emiliano Ilardi, Pietro Storari

Il problema della rappresentazione della conoscenza è certamente uno degli aspetti più problematici e interessanti del sapere scientifico. Seppure, da un certo punto di vista, appaia indispensabile costruire de-gli apparati formali adeguati per indagare la molteplicità del reale, d’altro canto, tali modelli (logici, rappresentazionali, etc.) possono al contempo indurre rappresenta-zioni divergenti o contraddittorie. Il nostro progetto ha inteso affrontare questa ampia questione attraverso la discussione di tre ambiti principali, dei quali si sono occupate specificamente tre distinte unità all’interno del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia.

Unità 1: Logica e Filosofia della Scienza Componenti: Antonio Ledda, Hector Freytes, Marco Giunti, Roberto Giuntini, Francesco Paoli.

Le attività dell’unità 1 all’interno del progetto “Science and its logics, the repre-sentation’s dilemma” gravitano attorno al concetto di rappresentazione in logica e in filosofia della scienza. È possibile articola-re il lavoro svolto in tarticola-re filoni principali.

In primo luogo, la ricerca si è concentra-ta sulla rappresenconcentra-tazione dei sistemi fisi-ci in relazione alla fondazione della com-putazione e della meccanica quantistica.

I membri che si sono occupati di questo primo filone di ricerca sono Hector Freytes

e Roberto Giuntini. Tra gli esiti più signi-ficativi della loro indagine vi è l’analisi di diverse operazioni epistemiche di cono-scenza e rappresentazione a partire da una prospettiva fondazionale quantistica (3).

Inoltre, le attività si sono concentrate sullo studio degli aspetti semantici dell’approc-cio quantistico alla logica (14, 16, 18), con particolare attenzione alle diverse nozioni di modello che permettono di interpretare la logica quantistica (1, 2).

Il secondo filone di ricerca seguito dall’u-nità 1 si è focalizzato sugli aspetti semantici di alcune logiche non classiche. I membri afferenti a quest’ambito d’indagine sono Antonio Ledda, Francesco Paoli e Michele Pra Baldi. Attraverso l’impiego di strumen-ti propri della logica algebrica e dell’alge-bra universale, è stato possibile formulare nuove strutture semantiche sulle quali in-terpretare alcune note logiche della rile-vanza e della dipendenza (19). Ciò ha con-dotto a molteplici elementi di novità, come la possibilità di rappresentare e tradurre a livello algebrico i vincoli sintattici tramite i quali tali logiche sono formulate. Inoltre, il lavoro svolto ha permesso di gettare nuova luce sul legame tra operatori modali, teorie dell’implicazione e particolari costruzioni algebriche universali (4, 20).

La terza linea di ricerca di cui si è occu-pata quest’unità riguarda la chiarificazione della nozione di modello in filosofia della

Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche tra la rappresentazione come problematica procedurale e conoscitiva e l’implicazione del rappresentazionale nei dinamismi sog-gettivi e intersogsog-gettivi correlati all’agire umano, ai processi auto-riflessivi, di intera-zione e comunicaintera-zione sociale. Da un lato, è risultato che solo una dialettica stretta tra dimensione descrittiva-esplicativa e di-mensione comprensiva – ovvero tra piano dei dati di fatto e piano delle interpretazio-ni – permette un uso scientifico della rap-presentazione senza derive relativistiche, dall’altro lo studio combinato tra approccio ermeneutico e pragmatista/neo-pragmati-sta ha posto in evidenza la centralità della referenzialità portando all’esito dell’assun-zione di un punto di vista di realismo criti-co sulla verità criti-conoscitiva. Affrontando da un punto di vista estetico-filosofico il tema delle emozioni nei linguaggi, inclusi quelli artistici, l’unità 2 ha realizzato anche una si-gnificativa collaborazione con l’unità 3, da cui è emersa l’importanza delle emozioni nel loro ruolo non solo retorico ma anche costitutivo della sfera identitaria collettiva.

Per il conseguimento degli obiettivi dell’unità Anna Maria Nieddu, Vinicio Bu-sacchi e Pier Luigi Lecis hanno attivato un network di collaborazione internazionale (i) chiamando in Sardegna studiosi di chia-ra fama, esperti di teoria sociale, teoria del-la conoscenza storica, filosofia dell’azione, epistemologia, pragmatismo, ermeneutica, (ii) attivando una stretta collaborazione con il Centro Interuniversitario “Pragmatismo, Costruzione dei Saperi, Formazione” e (iii) lavorando ad un’opera di sintesi finalizzata alla circolazione presso la comunità degli studiosi, su scala internazionale (21).

Unità 3: Filosofia del Linguaggio

Componenti: Francesca Ervas, Stefano Fe-derici, Elisabetta Gola, Emiliano Ilardi, Pie-tro Storari.

Le attività dell’unità 3 hanno avuto per oggetto il concetto di rappresentazione del pensiero attraverso il linguaggio. In primo luogo, la ricerca si è concentrata sui proces-si cognitivi e comunicativi sotteproces-si alla com-prensione del linguaggio figurato in riferi-scienza e in particolare nell’ambito

dell’ap-proccio dinamico alle scienze cognitive. I membri dell’unità che si sono occupati di sviluppare questo punto sono Marco Giun-ti e Simone Pinna, la cui invesGiun-tigazione si è concentrata soprattutto sulla descrizione dinamica di modelli computazionali tradi-zionalmente utilizzati nell’ambito dell’ap-proccio classico alla scienza cognitiva e all’intelligenza artificiale (22). Questa par-ticolare interpretazione dei modelli com-putazionali permette di renderli adatti alla formalizzazione di teorie non-rappresenta-zionali di psicologia cognitiva e di svilup-pare in un dominio ristretto il tema genera-le riguardante il rapporto tra teorie, modelli e fenomeni descritti. A tal fine è fondamen-tale il concetto di stile di spiegazione, che pone l’accento sulla conoscenza prelimina-re delle caratteristiche fondamentali del fe-nomeno indagato in riferimento alla scelta del modello descrittivo (23).

Unità 2: Epistemologia Normativa

Componenti: Vinicio Busacchi, Pier Luigi Lecis, Anna Maria Nieddu, Luca Vargiu.

L’unità 2 si è occupata del sistema di rap-presentazione nell’ambito delle conoscenze d’area umanistica, con particolare attenzio-ne alla problematica dell’interpretazioattenzio-ne, degli usi retorici e della formazione del con-senso sulla verità nella comunità scientifica e in riferimento alla sfera identitaria e alla dimensione della memoria collettiva.

I meccanismi della funzione rappresen-tativa sono stati studiati analizzando e met-tendo a confronto i maggiori modelli dell’a-rea dell’ermeneutica filosofica (Heidegger, Gadamer, Ricoeur, Apel, Ankersmit, Whi-te), del pragmatismo (Peirce, James, Rorty, Dewey) e del neo-pragmatismo di matrice analitica (Brandom) entro una prospettiva di lavoro interdisciplinare. Si è giunti a un importante chiarimento circa la funzione ponte – tra dati e fatti, tra elementi empirici e contenuti valoriali, tra cause e ragioni – della rappresentazione nella ricostruzione del passato e nello studio antropologico-so-ciale dell’agire umano. Si è distinto meglio, anche, lo spazio di connessione e distanza

Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

riferimento alla metafora. Il ruolo dell’im-maginazione è stato studiato rispetto alle metafore verbali e visive, diffuse non solo nella comunicazione pubblicitaria ma an-che nelle campagne sociali e politian-che (7).

Si è mostrato che le metafore verbali posso-no posso-non solo rappresentare dei concetti ma anche evocare immagini con ulteriori effetti affettivi e comunicativi (9). Le metafore vi-sive possono invece sottendere un processo di ragionamento in cui il pubblico è invitato a immaginare proprietà degli oggetti o del-le persone cui ci si riferisce, ma nello stesso tempo è condizionato da alcune proprietà percettive salienti già “confezionate” nel messaggio (17).

In collaborazione con l’unità 1, si è mo-strato che – lungi dall’essere solo una fonte di fallacie del ragionamento – le metafore aiutano il ragionamento creativo (5, 6). In collaborazione con l’unità 2, si è indagato il ruolo delle emozioni in vari tipi di linguag-gi, inclusi quelli artistici, e si è sostenuto che anche le emozioni influenzano la rap-presentazione della conoscenza (8). In par-ticolare, le metafore emotive, specialmente se negative come “La povertà è una malat-tia”, forzano le persone a trovare soluzioni alternative nel ragionamento. I membri che si sono occupati di questo secondo filone di ricerca sono Francesca Ervas, Elisabetta Gola, Amitash Ojha e Pietro Storari.

mento a due ambiti d’indagine: la didattica e la divulgazione scientifica. I membri che si sono occupati di questo primo filone di ricerca sono Francesca Ervas, Stefano Fede-rici, Elisabetta Gola, Emiliano Ilardi e Giu-liano Vivanet.

In ambito didattico, l’esito più signifi-cativo della ricerca è l’aver mostrato come una didattica basata sull’evidenza possa contribuire a migliorare non solo la rappre-sentazione di concetti ma anche la capacità di acquisire e conservare a lungo termine competenze e procedure (12, 13). Nell’am-bito della divulgazione scientifica la ricer-ca si è foricer-calizzata sull’uso del linguaggio figurato nella comunicazione sanitaria, per capire in che misura può rendere più acces-sibile il sapere scientifico senza privarlo di correttezza e rigore (11). Si è mostrato come, per esempio, nel caso della comunicazione sui vaccini, il linguaggio degli antivacci-nisti abbia influenzato la valutazione e la presa di decisione dei genitori, ma come al contempo l’uso del vocabolario metafori-co specialistimetafori-co (es. “immunità di gregge”,

“presidio medico”) sia spesso necessario non solo per rappresentare dei concetti, ma anche per spiegarli e renderli più accessibili ai non esperti (10).

In secondo luogo, l’unità 3 ha studiato il ruolo dell’immaginazione e delle emozio-ni nel linguaggio figurato, con particolare

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

Antonio Ledda è Professore associato presso il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filoso-fia dal 2014 per il settore Logica e FilosoFiloso-fia della Scienza. I suoi interessi principali riguardano la logica algebrica, l’algebra universale e le logiche quantistiche. Ha pubblicato articoli di ricerca

in ambito internazionale (“Journal of Algebra”,

“Journal of Philosophical Logic”, “Algebra Uni-versalis”, “Studia Logica” etc.) ed è attualmente responsabile di progetti di ricerca finanziati a livello nazionale e internazionale.

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