Capitolo 2: Il sequestro di persona.
2.2 Il sequestro di persona in Sardegna.
La Sardegna è storicamente una delle regioni più colpite dal fenomeno dei
sequestri di persona104. Tale crimine ha in questa regione le sue origini e,
ancor’oggi, continua a manifestarsi, pur se con meno intensità rispetto al passato. Esso presenta caratteristiche proprie ben definite, che poi son state esportate in altre regioni italiane, con modifiche relative al nuovo contesto sociale ed economico considerato. Vediamo, ad esempio, il
103
Camorra: organizzazione criminale ricomparsa alla fine della seconda guerra mondiale, dalle ceneri della “Bella Società Riformata”, setta nata nell’800. il termine “camorra” deriva dall’identico sostantivo spagnolo che significa “diverbio”. La Camorra non ha praticamente mai avuto una struttura verticistica. In Campania ha sempre prevalso il sistema del cartello: una coalizione di tipo federativo tra clan che si uniscono e si scompongono, spesso in maniera cruenta, sulla base degli interessi del momento. Secondo il Ministro dell’interno i gruppi criminali campani sono 120 per un totale di 6700 affiliati. Caratteristiche di questi gruppi sono: capillare controllo del territorio e un’attiva partecipazione delle donne. In: M. Strano, Manuale di Criminologia Clinica, SEE ed., Firenze, p. 513.
104
sequestro Sardo/Toscano, sviluppatosi in seguito al processo di
emigrazione dei pastori barbaricini in Toscana105, per poi andare ad
interessare pian piano anche altre regioni confinanti come il Lazio o l’Umbria dove tale crimine era, sino ad allora, praticamente sconosciuto. Nella prima metà degli anni ‘70 nacquero centinaia di aziende zootecniche in queste regioni grazie all’occupazione, da parte di emigranti Sardi, di vaste aree scarsamente utilizzate. Ciò ha consentito di poter sviluppare in queste anche qui le condizioni necessarie e favorevoli per il sequestro di persona così come già avveniva in Sardegna. Riscontriamo che la maggior parte dei sequestri perpetrati in Toscana e in varie altre regioni limitrofe sono di matrice sarda. Vere e proprie bande organizzate che per trasferimento d’impresa svolgevano le loro attività con metodi già ormai testati e collaudati nell’isola. In vari altri episodi verificatisi nel nord Italia poi, erano vari gli individui Sardi facenti parte di gruppi malavitosi misti
che collaboravano a sequestri di persona di matrice non sarda106.
Sebbene in Sardegna si abbia notizia del reato sin da tempi assai lontani, esso ha iniziato a manifestarsi in forma sistematica, quale espressione qualificata della tradizionale criminalità rurale delle zone interne, a partire dagli anni Sessanta. Vi è stata qui una notevole evoluzione nel corso degli anni: mentre all’inizio esso evidenziava una struttura abbastanza semplice, e si svolgeva interamente in un ambito limitato, in seguito le zone di cattura degli ostaggi si sono notevolmente ampliate. Ciò appare come il sintomo più evidente nel mutamento del sequestro, che ha sviluppato un rapido processo di adattamento dovuto alla necessità di reperire ostaggi “esterni” economicamente più appetibili ma distanti, sia spazialmente che socialmente dai sequestratori. L’analisi della
105
Cfr. pp. 196-202 “Un pezzo di Sardegna in Toscana” e “L’emigrazione […]” e “Quelle gang da esportazione”.
106
S. Luberto, A. Manganella, I sequestri di persona a scopo di estorsione, Cedam ed, Padova , 1984, p. 38.
trasformazione dei caratteri del sequestro sardo nel corso del tempo ha suggerito l’idea di non considerarlo come un fenomeno unitario, ma di suddividerlo in almeno due sottotipi fondamentali: il “sequestro interno ed
il sequestro esterno”107. Nella tipologia “interna”, tradizionale
manifestazione criminale delle zone agropastorali della Sardegna “interna”
appunto, gli autori del reato108 e le vittime facevano parte del medesimo
spazio geografico, sociale e culturale. Questo sottotipo, prevalente sino alla metà degli anni Settanta, è stato poi numericamente superato dalla tipologia “esterna”: forma evolutiva del tipo tradizionale, nel quale le vittime anziché allevatori e proprietari locali sono soprattutto imprenditori e professionisti, di provenienza urbana, spesso originari dell’Italia continentale, talvolta stranieri. Nei casi analizzati, nel trentennio 1967-97, vediamo che gli episodi “esterni” hanno spesso luogo nelle zone costiere del nord, sede di insediamenti turistici di lusso, ed avvengono, per lo più, durante il periodo estivo. Nei sequestri “interni” il prelevamento degli ostaggi invece avviene di solito in campagna, o all’interno o in prossimità delle aziende agricole dove essi lavorano. Ovunque prelevati gli ostaggi verranno rilasciati nella grande maggioranza dei casi nel distretto di Nuoro, spesso non lontano dai luoghi di custodia, in campagna e durante la notte. Le zone del rilascio coincidono dunque con quelle di origine geografica degli autori del reato che, circa nel 80% dei casi riscontrati, provengono addirittura dallo stesso distretto, ( ben 144 soggetti su 181). Le vittime, invece, nella maggior parte dei casi son di sesso maschile di età media superiore ai 40 anni (solo due i casi dove furono coinvolti minori
107
P. Marongiu, op. cit., p. 116.
108
Gli autori del reato erano di solito bande organizzate di circa 8/10 uomini che costituivano un gruppo operativo suddiviso in cellule con compiti funzionali distinti e specifici, tali che gli esecutori sono quasi sempre tra di loro sconosciuti, cosicché l’eventuale individuazione di un colpevole raramente consente l’individuazione e l’arresto degli altri. Bande criminali definibili con la dicitura di “Anonima Sequestri” spesso con l’aggiunta della sigla SPA (società per azioni, ovvero soltanto SA, che meglio ne evidenzia la complessa struttura e l’inafferrabilità). In: A. Melchionda, Paura a Bologna, Storia di cinque rapimenti, Pendagron, Bologna, 2008, pp. 13-14.
di 10 anni109). Nei sequestri esterni la durata dei negoziati e quindi della prigionia è notevolmente superiore, data la richiesta estorsiva assai
elevata110 e la necessità di trattare con controparti estranee al mondo
agropastorale. Nel sequestro sardo l’esito più frequente è costituito dal rilascio degli ostaggi, a seguito del pagamento del riscatto: il 54% dei casi, mentre circa il 16% riesce a fuggire o sarà liberato dalle forze dell’ordine, e nel 17 % dei casi, ossia 24 individui, si è registrato il decesso
durante il corso del sequestro111. L’attività investigativa e giudiziaria
nell’isola ha portato all’arresto e condanna in circa il 38% degli episodi campione analizzati. È questo un risultato sicuramente positivo considerate le condizioni ambientali, di chiusura ed omertà, che s’incontrano in Sardegna nel corso delle indagini sui sequestri di persona. Andiamo ora ad analizzare quelle che sono le fasi organizzative del sequestro vero e proprio, pianificate e poste in essere dalle bande di criminali, secondo modalità ormai consolidate e standardizzate.