Capitolo 2: Il sequestro di persona.
2.1 Tratti generali del sequestro di persona in Italia:
Il sequestro di persona a scopo di estorsione è stato a lungo una grave
piaga per il paese94. Dal 1965 al 1997, si registrano in Italia oltre 700 casi
di rapimenti. Di questi più di 140 nella sola Sardegna. Dai primi anni ‘70 il
sequestro di persona95 iniziò a perdere la sua caratterizzazione locale per
assumere una più estesa dimensione nazionale, diffondendosi, pian piano, quasi in tutte le regioni italiane. Non più quindi circoscritto alle sole Sardegna, Calabria e Sicilia. <<Chiunque sequestra una persona ha lo scopo di conseguire per se o per altri un ingiusto profitto come prezzo
della liberazione>>96. La lucrosa attività del sequestro di persona estese
infatti i suoi domini verso le ricche regioni del centro-nord Italia, sviluppando in questo modo la semplice struttura iniziale di codesta attività criminosa per riadattarla ai nuovi contesti in cui si trovava ora ad operare.
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Sebbene il sequestro sia molto più raro che in passato, continua a manifestarsi e quando questo accade provoca forte allarme sociale. È infatti un crimine ad alto impatto emotivo anche per l’azione di drammatizzazione dei mass media, soprattutto quando son coinvolti donne e bambini.
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Sequestro di persona: reato commesso da chi priva una persona della propria libertà, impedendole di muoversi o imprigionandola. Se il sequestro è compiuto per estorcere alla vittima o ai suoi parenti una somma di denaro come prezzo della liberazione (riscatto), oppure per compiere un atto di terrorismo, la legge prevede un inasprimento delle pene. In Italia questo tipo di reato è stato disciplinato con leggi speciali emanate per combattere la criminalità organizzata; in particolare una legge del 1976 ha previsto il blocco dei beni dei familiari del rapito per vanificare il sequestro e favorire il rilascio del rapito. Se l'autore del sequestro causa la morte del rapito è punito con l'ergastolo. La pena è invece diminuita per i criminali che si dissociano dal sequestro e facilitano la liberazione del rapito.
96 Articolo 605 C.P. Sequestro di persona: <<Chiunque priva taluno della libertà personale è punito
con la reclusione da sei mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni se il fatto è commesso:
1) in danno di un ascendente, discendente o del coniuge
Alcuni dei sequestri perpetrati sulla penisola vennero compiuti da bande miste, ma la maggior parte da esponenti malavitosi provenienti da
Sardegna e Calabria97. Gli autori del reato erano in maggioranza uomini
tra i 30 e i 50 anni di età, di sesso maschile, con istruzione elementare e di solito pregiudicati per reati vari. Anche le vittime dei sequestri erano per lo più uomini (oltre l’80%) di età compresa tra i 20 e i 60 anni. Bassa era invece la percentuale di minori sotto i 14 anni (circa il 10%). Le vittime venivano selezionate considerando diversi criteri, primo tra tutti sicuramente quello economico, cui seguivano altri elementi legati alla praticità e fattibilità del sequestro. Un individuo giovane ed in buona salute era sicuramente una preda più appetibile, in quanto più adatto a resistere ai lunghi periodi di prigionia in condizioni spesso proibitive. Inizialmente, quando ancora si trattava di un fenomeno circoscritto a livello locale, la durata del sequestro era circa di un mese. Successivamente, in seguito all’espansione su tutto il territorio nazionale, si registrò un aumento progressivo del periodo di prigionia, con conseguente aumento delle somme estorte. I sequestri statisticamente si son conclusi con la restituzione degli ostaggi dietro pagamento di riscatto nel 70% dei casi, il 20% circa con la fuga dell’ostaggio e l’11,5% con l’uccisone dello stesso, o
per mano dei banditi stessi o in conflitti a fuoco con la polizia98. Inoltre per
circa i due terzi dei sequestri furono individuati, grazie all’attività investigativa, i colpevoli o almeno un responsabile. Le organizzazioni criminali che sul territorio nazionale son state interessate in tali attività
sono due: quella Mafiosa e quella Sarda99. Il maggior numero di sequestri
97
S. Luberto, A. Manganella, I sequestri di persona a scopo di estorsione, Cedam ed., Padova (1984 p. 13; 1990 p. 27, 31-32); P. Marongiu, I sequestri di persona, Il Mulino, Bologna, 2002, p. 92-3.
Cfr. pag. 194 “Affari con i soldi dei sequestri”.
98
P. Marongiu, Criminalità e banditismo in Sardegna, Carocci ed., 2004, Roma p.112.
99
All’interno di queste varietà principali è possibile individuare gli importanti sottotipi calabrese, siciliano e sardo-toscano.
fu portato a termine dall’associazione calabrese conosciuta con il nome di ‘Ndrangheta, responsabile di circa 130 rapimenti nella sola Calabria e della maggior parte di quelli perpetrati nel Nord Italia e in particolare in Lombardia, che vanta il triste primato di episodi di questo genere, con 159
sequestri di persona100. In Sicilia invece il sequestro estorsivo non
rientrava tra le attività preferite da “Cosa Nostra”101. Probabilmente
perché, come affermò il giudice Giovanni Falcone102, profondo conoscitore
della realtà isolana, fu proprio la cupola Mafiosa che, dalla metà degli anni ’80, decise di porre fine a tale attività, tramite una “direttiva regionale” contraria all’effettuazione di tale reato nel territorio siciliano. Questo
100
‘Ndrangheta: il termine deriva dai vocaboli greci aner-andròs (uomo) e agatòs (migliore) a designare dunque l’uomo valente, sprezzante del pericolo. Tipica espressione della ‘Ndrangheta è la faida. A differenza della Mafia siciliana la ‘Ndrangheta ha fatto ampio uso di codici e regolamenti. La Struttura per molto tempo frammentata e di tipo orizzontale si è modificata negli ultimi anni in senso verticistico. In: M. Strano, Manuale di Criminologia Clinica, SEE ed., Firenze, p.513.
101 “Cosa Nostra” è l’organizzazione mafiosa più importante d’Europa, e tra le più importanti del
mondo. Ha una struttura gerarchica, paramilitare, con precise regole di comportamento. Sul territorio esercita funzioni di sovranità ed impone una fiscalità illegale generalizzata, il cosiddetto pizzo. Le sue principali sedi sono in Sicilia (Palermo, Trapani, Marsala, Agrigento, Catania), ma ha ramificazioni, oltre che in molte regioni Italiane negli Stati Uniti, in Canada, in Germania, in Svizzera, in Francia, in Gran Bretagna ed in Russia. Conta circa 5000 affiliati ed almeno 20.000 fiancheggiatori. Il vertice è costituito dalla "Cupola", una sorta di commissione che raccoglie i capimandamento. Questa organizzazione è responsabile di omicidi che hanno scosso tutto il mondo civile. Ha scritto Luciano Violante, ex presidente della commissione parlamentare antimafia : "La mafia si comporta come un potere politico totalitario: ha ucciso politici, magistrati, poliziotti. Ma ha ucciso anche giornalisti: ed è questo il segno più evidente del totalitarismo. Solo lo stalinismo e il nazismo hanno ucciso chi combatteva con lo strumento del pensiero e delle parole". In: N. Vendola, L. Ciotti, Dialogo sulla legalità, Manni ed., Lecce, 2005, p. 48.
102
Giovanni Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – 23 maggio 1992) è stato un magistrato italiano, tra i padri della lotta alla mafia, è considerato un eroe italiano. Dopo aver costituito nel 1983 il cosiddetto “Pool Antimafia” con i giudici Borsellino e Guarnotta, e dopo aver assunto nel 1989 il ruolo di Procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo, Morì tragicamente nella strage di Capaci il 23 Maggio del 1992, con lui persero la vita la moglie Francesca Morvilio, e glia genti della scorta. Era sabato 23 Maggio infatti, quando Giovanni Falcone si recò in Sicilia per la mattanza di Favignana, ignaro di ciò che stava per accadere. Totò Riina, il boss di Cosa Nostra, il capo dei capi, infatti, aveva preparato l'Attentatuni, ovvero il terribile attentato che portò alla fine del giudice che aveva dedicato la sua vita alla lotta contro la Mafia. Dopo la strage di Capaci, il 19 Luglio dello stesso anno, fu assassinato anche il giudice Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone.
perché lo si sapeva che i sequestri avevano una pessima visibilità ed erano altamente impopolari, soprattutto se ai danni di donne o bambini. Da qui la riluttanza verso i sequestri di persona, che avrebbero potuto interferire con altre e ben più lucrose attività mafiose. Altro motivo per cui non si sviluppò al pari della Calabria o della Sardegna fu il fatto che molte potenziali vittime di sequestro erano imprenditori facenti parte della stessa cupola mafiosa, dunque immuni da tale rischio. Esponenti della malavita siciliana furono comunque protagonisti di vari sequestri nel Nord Italia. Anche La terza grande organizzazione criminale Italiana: la Camorra
napoletana103, annovera tra i suoi crimini il sequestro di persona, ma in
misura irrilevante rispetto alle altre due appena prese in considerazione, con l’ultimo evento di sequestro risalente ormai al 1988. Andiamo ora ad analizzare il fenomeno nella realtà Sarda.