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52 Area di preparazione degli ordini In essa gli ordini sono consolidati, si effettuano i controlli finali,

2.5 Scelta delle strutture per il posizionamento dei material

2.5.1 Sistemi di immagazzinamento static

 Catasta. Le unità di carico pallettizzate sono accatastati in blocchi monoprodotto (vedi Figura 2.10) separati da corridoi necessari per la movimentazione, la cui larghezza dipende dal tipo di carrello utilizzato. Lo sviluppo in altezza della catasta richiede la sovrapponibilità delle unità di carico pallettizzate. Ma l‟altezza è comunque limitata, per garantire la stabilità, a 5-6 livelli. Al crescere delle dimensioni dei blocchi migliora la saturazione superficiale ma peggiora il livello di selettività. Questo sistema, adatto alla gestione di un numero limitato di codici ad elevata giacenza, che non presentano un alto tasso di obsolescenza, e la cui movimentazione avviene in grandi quantitativi, risulta il più flessibile e meno costoso in quanto non presuppone investimenti infrastrutturali e la superficie dedicata alla catasta può velocemente essere resa disponibile (ad esempio in attività stagionali) dal momento che richiede solo la segnalazione a terra delle aree di stoccaggio.

Figura 2.10 Magazzini a Catasta (Foto Consar Ravenna –Servizi Logistici-)

 Scaffalature drive-in (o drive-through). Questo sistema di stoccaggio (vedi Figura 2.11) ripropone lo schema della catasta, utilizzando tuttavia apposite strutture per il sostegno delle unità di carico pallettizzate (si evitano problemi posti dalla sovrapponibilità di questi ultimi). E‟ quindi, una struttura adatta allo stoccaggio intensivo di prodotti omogenei per caratteristiche, che garantisce un coefficiente di sfruttamento superficiale elevato poiché, avendo una profondità di stoccaggio maggiore di uno, a parità di ricettività potenziale richiesta, permette di diminuire l‟incidenza percentuale della superficie occupata dai corridoi di prelievo, che attraversano il magazzino, rispetto all‟area totale occupata dalla zona di stoccaggio intensivo.

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Figura 2.11 Scaffalature drive-in. (Foto Gruppo Mecalux Italia)

Inoltre, usufruendo di strutture di sostegno consente di ottenere anche elevati valori per quanto riguarda il coefficiente di sfruttamento volumetrico.

Nella Figura 2.12 si può notare come i sostegni in acciaio della scaffalatura permettano alle udc di non essere impilate fisicamente l‟una sopra l‟altra ma, grazie a delle guide anch‟esse metalliche, queste vengano separate lungo la direzione verticale, evitando possibili danneggiamenti ai prodotti o ai pallet su cui essi sono disposti.

La conformazione della struttura metallica di sostegno, ed in particolare l‟utilizzo delle guide metalliche e non di piani di appoggio, per il sostegno delle udc, permette alla scaffalatura di non presentare alcuna delimitazione del vano di stoccaggio e quindi, compatibilmente con la tipologia dei mezzi di movimentazione, rendere possibile l‟ingresso fisico dei mezzi all‟interno della scaffalatura per prelevare le udc poste più in profondità, nel momento in cui quelle più prospicienti il corridoio fossero già state prelevate. La possibilità da parte dei mezzi di movimentazione di penetrare all‟interno delle scaffalature, è resa possibile anche dallo stoccaggio delle udc sul lato lungo in modo tale da garantire una larghezza del pilone compatibile con le dimensioni dei mezzi.

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Figura 2.12 Particolare delle guide di sostegno per lo stoccaggio di udc pallettizzate in scaffalature drive-in. (Foto Mecalux )

Figura 2.13 Operazioni di carico/scarico per scaffalature drive-in e drive-through (Foto Mecalux).

I mezzi di movimentazione possono muoversi all‟interno della scaffalatura ed entrare da un lato del modulo (drive-in) oppure da due lati (drive-through) (vedi figura 2.13).

La logica di prelievo imposta dalla conformazione della scaffalatura è la logica LIFO (Last In First

Out) per la struttura drive-in e FIFO (First In First Out) per quella drive-through in quanto possibile

estrarre le colonne di unità di carico in ordine in cui sono state stoccate accedendo al lato opposto a quello utilizzato per lo stoccaggio. Con i sistemi drive-in risulta difficile una gestione FIFO delle unità di carico ma è possibile ritrovare, anche in letteratura, alcuni accorgimenti che permettono di utilizzare la struttura drive-in,secondo logiche di prelievo differenti e, al limite, anche secondo una logica FIFO. L‟utilizzo di tali strategie permette di conciliare i vantaggi offerti dalla struttura drive-

in con lo stoccaggio di merci caratterizzate da un alto grado di deperibilità, per le quali l‟utilizzo di

una logica di prelievo di tipo LIFO risulterebbe totalmente inadeguata.

Come detto, la soluzione in esame risulta essere molto efficiente dal punto di vista dello sfruttamento superficiale e volumetrico, garantendo al tempo stesso notevole densità di stoccaggio e un livello di sicurezza accettabile dovuto ai sostegni in acciaio che mantengono le udc separate e quindi non sollecitate maggiormente del dovuto dai carichi ai piani superiori. E‟ bene precisare però che la possibilità di ingresso fisico dei mezzi di movimentazione all‟interno della scaffalatura pone, nonostante si sia sottolineata più volte la robustezza delle intelaiature metalliche, notevoli problemi di sicurezza degli operatori che risultano esposti al rischio di incidenti causati dalla caduta dei carichi presenti nei livelli di stoccaggio più alti. Per minimizzare i rischi derivanti dal verificarsi di tali accadimenti è bene prendere, anche in fase di progettazione del ciclo di prelievo, alcune precauzioni e seguire precise norme di comportamento.

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16 12 8 4 15 11 7 3 14 10 6 2 13 9 5 1

Figura 2.14 – Sequenza di prelievo corretta all’interno di una scaffalatura drive-in.

Nella Figura 2.14 viene visualizzata una delle logiche di prelievo corretta, dove i numeri all‟interno delle differenti udc indicano l‟ordine con cui dovranno essere preferibilmente prelevate.

In particolare la logica presentata prevede che, malgrado possa sussistere la possibilità reale di penetrare nella scaffalatura fino al totale esaurimento del primo livello (liberando quindi tali posizioni) sia preferibile seguire una strategia “verticale” di prelievo che minimizza il quantitativo di merce al di sotto del quale gli addetti si trovano ad operare, andando a scegliere di volta in volta le udc poste nel livello superiore rispetto all‟ultima prelevata fino a quando, raggiunte le merci poste più in alto, si ricomincerà dal livello più basso. Si può ben comprendere come queste caratteristiche rendano la scaffalatura drive-in estremamente efficace. Vi sono tuttavia, limiti nel prelievo a causa di una modesta selettività causata dalla profondità multipla della scaffalatura; il ritmo del prelievo da magazzino risulta tutto sommato modesto ma è comunque in grado di garantire una produttività elevata quando si movimentano in sequenza molti pallet dello stesso codice articolo.

Il coefficiente di saturazione della ricettività è basso se si vuole mantenere efficienza nelle movimentazioni; il costo della ricettività è medio-alto.

 Scaffalature tradizionali. Sistema di scaffalatura per il deposito di merci pallettizzate, costituito da spalle e longherine (travi). Il pallet viene appoggiato su due longherine parallele tra loro e agganciate alle spalle. Con questo sistema si sfrutta al massimo l‟altezza disponibile, con estrema flessibilità in quanto ciascun posto pallets può essere gestito singolarmente. Le scaffalature bifronti di tipo tradizionale (vedi Figura 2.15) consentono di avere un accesso diretto a tutte le unità di carico (livello di selettività unitario) e permette di gestire a magazzino un numero elevato di codici. Le prestazioni tipiche di questi sistemi di stoccaggio sono legate al tipo di mezzi di movimentazione. La scelta del mezzo di movimentazione influenza, infatti, sia l‟ampiezza dei corridoi, funzione delle dimensioni del mezzo stesso, sia l‟altezza delle scaffalature, corrispondente all‟altezza raggiungibile

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dai mezzi adottati. Ne risultano di conseguenza influenzati i coefficienti di utilizzazione superficiale e volumetrica che risultano indubbiamente inferiori rispetto alle soluzioni drive-in e drive-through. Le prestazioni del mezzo di movimentazione influenzano inoltre la potenzialità del sistema di stoccaggio in termini di unità di carico movimentate nell‟unità di tempo.

Figura 2.15 Scaffalature tradizionali. (Foto Gruppo Mecalux Italia)

Grazie alla selettività unitaria non è imposto nessun vincolo alle politiche di prelievo, consentendo sia un approccio FIFO che uno LIFO. Ovviamente questo vantaggio presenta un lato negativo, infatti il costo della ricettività è abbastanza elevato poiché è necessaria una struttura ad hoc per lo stoccaggio.