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tipi di codifica differenti impiegati a seconda del paese o del

scadenza data di carico

Esistono 26 tipi di codifica differenti impiegati a seconda del paese o del

campo di applicazione dei codici a barre.

Il transponder ha un codice unico a livello mondiale. L‟unicità è garantita direttamente dai produttori dei chip.

Non esistono particolari sistemi di sicurezza.

La sicurezza dell‟accesso alle informazioni è garantita da sistemi di crittografia.

Duplicare un codice a barre è estremamente semplice.

Duplicare un transponder è praticamente impossibile.

Il costo di un codice a barre è praticamente nullo.

Il costo di un transponder è ancora proibitivo per alcuni campi di applicazione.

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Nella Tabella 3.12 possiamo osservare un confronto diretto tra le due tecnologie in base a efficienza, resistenza, capacità, flessibilità.

Questo confronto dimostra che è molto probabile che il sistema RFId sia destinato a sostituire il tradizionale sistema a codici a barre nell‟ambito degli strumenti di identificazione dei prodotti. Le funzionalità dei transponder sono, infatti, molto superiori a quelle del bar code e determineranno una vera e propria rivoluzione nel campo dell‟identificazione che diventerà:

automatica (nel vero senso della parola); poiché la lettura del transponder non richiede alcuna

attività manuale;

univoca; poiché il codice interno di ogni tag permette di identificare individualmente il transponder;

incrementale; poiché le informazioni contenute nel tag possono essere modificate e aggiornate

a seconda delle necessità.

3.8 La gestione delle scorte

Una componente essenziale da considerare nell‟ambito delle decisioni tattiche necessarie al successo, in termini di efficacia ed efficienza, di un sistema logistico è la definizione della politica di gestione delle risorse coinvolte nella produzione di un bene materiale e che costituiscono le scorte. Si definisce scorta (stock, giacenza, inventory) l‟accumulo temporaneo, programmato o imprevisto di merci o beni in un punto della catena logistica in attesa di essere sottoposto ad un processo di trasformazione o di distribuzione.

In relazione alla loro provenienza distinguiamo tra scorte interne, quando risultano da processi di produzioni interni all‟impresa, ed esterne, quando la provvista viene effettuata presso fornitori esterni all‟impresa.

Possiamo avere una classificazione delle scorte per funzione, e quindi parliamo di:

Scorte di materie prime: le scorte di tali articoli vengono usate per rendere indipendente il processo

produttivo dai fornitori. Aspettano di essere immesse per la prima volta nel ciclo produttivo, a differenza di semilavorati e prodotti finiti che hanno già subito lavorazioni, parziali o complete, all‟interno dell‟impresa. Le scorte di materie prime sono detenute al fine di ovviare ai ritardi nelle consegne degli approvvigionamenti o di ridurre i costi di acquisto in caso di sconti su quantità o condizioni di deprezzamento.

Scorte di semilavorati: sono materiali che hanno subito alcune lavorazioni ma non ancora ultimati,

tali scorte si formano a causa del tempo necessario (cycle time) per produrre un prodotto finito. Le scorte di semilavorati sono cumulate per ovviare ai ritardi di consegna di sub-fornitori o di altri reparti, svincolare i reparti dai ritmi e dalla programmazione della produzione, consentire alle singole stazioni di organizzarsi con un minimo di autonomia.

Scorte di articoli di manutenzione, riparazione e ricambio (MRO): sono scorte necessarie per

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Scorte di prodotti finiti: tali scorte servono ad evadere celermente gli ordini, a far fronte ad

andamenti ciclici della domanda, ad evitare modificazioni radicali della programmazione della produzione per fronteggiare le irregolarità delle richieste.

Questa divisione evidenzia la funzione delle scorte di separare acquisto-trasformazione-vendita. Ma possiamo anche avere una classificazione delle scorte per destinazione d'uso, e parliamo di (Grando, 1995): scorte operative o funzionali, scorte speculative e scorte di sicurezza.

Questa classificazione è più utile, ai fini gestionali, della classica classificazione materie prime / prodotti finiti / semilavorati, utilizzata invece a livello di bilancio.

Le scorte tecniche (o operative o funzionali) oltre a consentire un completodisaccoppiamento

delle fasi acquisto-produzione-vendita, vengono accumulate con l‟intendo di coprire le esigenze di un determinato periodo, riassumibili nel tempo necessario al trasporto o alla produzione di un bene. Così la scorta funzionale assume la veste di scorta in transito, detta anche di trasferimento o di lavorazione, o ancora pipeline, quando viene accumulata in relazione al tempo necessario al trasporto di un‟unità di scorta da un punto di lavorazione ad un altro, tenuta in magazzino con il fine ultimo di ottimizzare l‟efficienza del processo produttivo. L‟ammontare totale della scorta in transito (I) dipende, oltre che dal tempo di transito dallo stadio precedente al punto di stoccaggio, anche dalla quantità da trasportare legata a sua volta alla domanda da soddisfare (S vendite, o consumo, medi nell'unità di tempo). L'entità di tali giacenze viene generalmente rappresentata dall‟espressione: I = S

x T

L‟espressione indica, tra l‟altro, che per ridurre il livello di giacenza delle scorte in transito o si riducono i relativi tempi di trasferimento o se ne aumenta il ritmo di consumo/vendita.

Ma le scorte funzionali assumono anche la forma di scorte organizzative, o di disaccoppiamento perché sono utilizzate per organizzare efficacemente le fasi del processo acquisto-produzione- vendita, con il fine ultimo di evitare malfunzionamenti per il sistema impresa nel suo complesso. Assumono così la funzione di:

scorte da unità economica; (lot size inventory), generate in corrispondenza di acquisti (o produzioni) in quantità superiori alle immediate necessità, per sfruttare sconti di prezzo o ottimizzare i costi di trasporto;

scorte stagionali, (buffer stock) create per compensare oscillazioni nella domanda;

scorte preventive (anticipation stock) per evitare difficoltà di approvvigionamento o problemi da fermate di impianto;

scorte di ciclo che serve al cliente per continuare la produzione nel periodo che intercorre tra una consegna e l‟altra, è pertanto proporzionale al tempo di consegna;

scorte di congestione: dovute al limitata capacità delle risorse di produzione;

scorte di duplicazione: presente in una supply chain multilivello, per permettere il decentramento delle decisioni di gestione.

Le scorte speculative (o strategiche) sono mirate a trarre vantaggio da una variazione, che può

essere in aumento o diminuzione, nei prezzi di acquisto o di vendita, servono per tutelare l‟impresa da innalzamenti del costo di materie prime, in risposta ad un aumento rispetto al normale fabbisogno o come pura speculazione.

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