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CAPITOLO II. LA GENESI DELLE RUSTIQUES FIGULINES

II.2. a La situazione degli artisti riformati

In Germania e Svizzera

L'acceso dibattito sulla legittimità o meno delle immagini sacre, scaturito a livello teologico ma ampiamente condiviso da larghi strati di popolazione, ebbe un impatto nel giro di pochi anni sul mondo degli artisti, sul loro modo di progettare e realizzare le opere d’arte. Gli atti di iconoclastia perpetrati in Germania e in Svizzera, nei Paesi Bassi e in Francia, hanno infatti dimostrato la profonda ostilità del popolo riformato nei confronti dell’arte sacra, considerata rappresentativa di un potere odiato e di una religione corrotta. Di conseguenza, le commissioni artistiche cominciarono a calare significativamente e, soprattutto in Germania, Svizzera e nei Paesi Bassi, l’avversione dell’opinione pubblica si scagliò non solo verso le opere, ma anche verso gli artefici330. Da questo momento in poi si contarono numerosi casi di artisti esiliati, processati o perseguitati per aver creato opere considerate idolatre. Significativa a questo riguardo la vicenda della famiglia di pittori Hagenbuch, a San Gallo in Svizzera: il padre Caspar, attivo nella prima metà del ‘500, fu incarcerato per aver dipinto pale d'altare e ricevette l'ordine

328

Sul tema si veda GHERMANI 2009.

329

Sul ruolo del Calvinismo nello sviluppo della pittura di paesaggio, si vedaWALFORD 1991, FALKENBURG 1999, DE JONG 2000, WESTSTEIJN 2008.

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di “non più mettere il suo pennello al servizio dei santi”331; al figlio toccò invece la sorte di trasferirsi in un'altra città, in cerca di nuove possibilità di lavoro. Sulla stessa linea si poneva la petizione presentata nel 1525 al Consiglio cittadino di Strasburgo da pittori e scultori residenti in città i quali, lamentando il calo delle commissioni332 e il rischio di scomparsa della loro attività, invocarono a gran voce nuovi incarichi. Altre petizioni di questo tipo si rintracciano a Norimberga, Augusta e in altre città dell'Impero.333 La situazione degli artisti era allora talmente drammatica che alcuni dovettero pensare di rinunciare al proprio lavoro, come pare suggerire l'incisione satirica del norimberghese Peter Flotner, Veyt Pildhawer334 (fig. 32), il quale raffigura uno scultore in vesti di lanzichenecco, accompagnato dall'acuto commento: “cambio di professione”.

Un’altra possibilità era invece quella di mettersi al servizio di committenti cattolici, affrontando opere religiose e tematiche condannate dai riformatori. Lo stesso Lucas Cranach il Vecchio, pur impegnato in commissioni al servizio della causa luterana, non disdegnerà affatto di lavorare per il cardinale Alberto di Brandeburgo, arcivescovo di Mainz, a chi Lutero aveva mandato le 95 tesi, accusandolo di mercimonio di indulgenze. Per il potente cardinale ed altri potenti committenti cattolici, Cranach non dipingerà soltanto ritratti ma anche innumerevoli raffigurazioni di Madonne, santi e martiri. Le intime convinzioni religiose non condizionarono la professionalità del pittore, la cui brillante carriera fu anzi marcata da una notevole produzione artistica per committenti di confessione cattolica, suoi avversari in materia di religione. Le scelte operate dall’artista tedesco, convinto sostenitore della Riforma, mostrano quindi una certa libertà nei confronti del dettato protestante, vissuto sì e condiviso dall’uomo, ma non vincolante per l’artista. Apprezzato da protestanti e cattolici, Cranach fu certo più fortunato di altri artisti, potendo beneficiare della stima e della protezione di esponenti di spicco della società di allora.335 Si tratta però di un caso davvero eccezionale poiché, se è vero che ricostruire con certezza il peso giocato dalle convinzioni personali nelle decisioni prese dagli artisti è compito difficile, è altrettanto vero che il movimento riformatore ha esercitato un impatto sempre crescente sull’arte prodotta nei centri maggiormente

330

Su questo tema si vedano le conferenze del Louvre a cura di Roland Recht, pubblicate nel 2002. Cf. RECHT 2002.

331 Citato in DUPEUX 2001, p. 341. 332

Idem, p. 360. La lettera originale si trova nell'archivio municipale di Strasburgo, inv. V 1, n°12.

333

Ibidem.

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toccati dalla Riforma. In queste regioni- soprattutto in Germania e in Svizzera-, nonostante Lutero si fosse mostrato tollerante verso un certo uso delle immagini devozionali, si verificò infatti una progressiva diminuzione della produzione artistica. Famosa è la lettera che Erasmo scrisse per introdurre Hans Holbein in Inghilterra nella quale riferisce della situazione critica dell’arte a Basilea336, mentre la Germania fino al 1580 circa, dopo la generazione di Lucas Cranach e di Albrecht Dürer, conobbe un periodo di ripensamento del proprio linguaggio artistico337.

In Francia

Nella Francia dei regnanti cattolici, nonostante gli ostacoli, buona parte degli artigiani e artisti si schierarono a favore delle correnti riformatrici, evangelica prima e calvinista poi, prima ma anche dopo i fatti sanguinari delle Guerre di religione che devastarono il reame nella seconda metà del '500. In questo paese gli aspiranti alla Riforma dovettero far fronte ad una situazione drammatica: dal 1540, con l'Editto di Fontainebleau338, la minoranza protestante era infatti oggetto di una repressione severa, che si mutò in feroci persecuzioni dopo la prima guerra di religione nel 1562. Malgrado la violenta repressione e la diaspora degli ugonotti, tra le migliori opere prodotte nella Francia del ‘500 figurano quelle di questi artisti spiritualmente vicini a posizioni eterodosse, i quali per la maggior parte si trovarono a dover scegliere tra il nicodemismo o la fuga verso patrie più tolleranti, in particolare Ginevra. Come spiegare l’adesione quasi paradossale di artisti ed artigiani ad una religione dichiaratamente ostile a una parte consistente del loro lavoro? “Calvinism infiltrated all levels of society in the mid sixteenth century, but artisans predominated numerically.”339 Com’è stato dimostrato dagli studi ormai classici di Emanuel Le Roy Ladurie, Natalie Zemon Davis o Philip Benedict340, a metà del secolo XVI il protestantesimo si diffuse in Francia maggiormente nei centri urbani rispetto alle campagne, tra i ceti più alti, nobili e borghesi – con incarichi politici o giuridici, medici,

335

Sul rapporto tra Cranach e la committenza cattolica, si veda TACKE 1992..

336 Lettera a Pieter Gillis (Petrus Aegidius), Agosto del 1526. Citato da WILSON 2006, p.120. 337

Cf. KOERNER 2004, p. 17.

338

L’editto di Fontainebleau tolse l’incarico di giudicare i crimini religiosi ai tribunali ecclesisastici, considerati troppo lenti e sospetti di indulgenza, e lo conferì ai tribunali reali.

339

Cf. PRESTWICH 1985, p. 81.

340

Cf. GARRISSON-ESTEBE 1980 ; ZEMON DAVIS 1965 [1980]; BENEDICT 1981; LE ROY LADURIE 1966, HAUSER 1909 e 1940.p. 342-344. Si veda anche l’articolo di CHAUNU 1972, pp. 205-226.

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notai ecc…- e tra gli artigiani specializzati. Natalie Zemon Davis ha dimostrato a proposito del caso lionese che non esisteva tanto una relazione causale tra capacità economica e religione, poiché il protestantesimo si diffuse sia nei ceti ricchi sia nei poveri, quanto piuttosto una relazione tra professione e religione. I mestieri più rappresentati tra i protestanti erano quelli che richiedevano un’abilità manuale e una buona recettività nei confronti delle innovazioni, che fossero “una nuova tecnologia (come la stampa), nuove richieste di prestigio (come la pittura, la gioielleria e l’oreficeria), o la stessa novità d’introduzione (come la manifattura e rifinitura di seterie). Viceversa si fecero protestanti pochissimi mercanti di grano, vinai, macellai, fornai, o cordai, di qualsiasi condizione.”341 Quest’osservazione è confermata da ulteriori studi e ribadita da Philip Benedict: “One of the distinctive features of the sociology of the early Calvinist movement in places like France and the Low Countries was the disproportionally large number of converts who came from the ranks of the skilled artisans, including many painters, sculptors, and goldsmiths.”342 I dati riguardanti sette città francesi toccate dalle idee riformate prese in esame dallo studio di Henry Heller (Meaux, Rouen, Troyes, Tours, Poitiers, Valence e Agen343) testimoniano di questo successo della Riforma presso i compagnons. Nel caso di Rouen, Heller cita in particolare una fonte contemporanea dei fatti, la Relation des troubles excités par les Calvinistes dans la ville de Rouen344, cronaca che narra gli inizi della Riforma nella città e descrive come a partire dal 1537 l'eresia si diffonde maggiormente tra gli artigiani. A proposito per esempio degli attacchi commessi contro il clero nel 1542, il gruppo di colpevoli arrestato conta artigiani come calzaioli, falegnami, gioiellieri, barbieri e cappellai, ricamatori, tutti mestieri che producono oggetti e richiedono un sapere pratico specializzato. Secondo il cronista, le idee riformate si sono facilmente diffuse tra i “compagnons” artigiani proprio perché giovani e maggiormente recettivi, e la struttura stessa delle corporazioni incoraggia il proselitismo. Come ha osservato ancora Zemon Davis, gli artigiani membri della stessa corporazione erano fortemente legati tra di loro dalla loro professione, che condizionava anche una vita vissuta in comunità la maggior parte del tempo : vivendo assieme tutti i giorni e talvolta anche le notti, molti avevano anche un gergo particolare, che nel caso delle idee 341 Cf. ZEMON DAVIS 1965 [1980], p. 9. 342 Cf. BENEDICT 2007, p. 36. 343 Cf. HELLER 1986.

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riformate poteva permettere la dissimulazione345. In tali ambienti, i libri circolavano grazie ai librai simpatizzanti alla Riforma, anche se tra gli artigiani c’erano anche differenti livelli di istruzione - il caso dei lavoratori giornalieri delle tipografie di Lione, di cui verso la metà del Cinquecento due terzi sanno leggere, scrivere e contare, non è certamente applicabile a tutte le categorie di professioni. La diffusione dei libri tra gli artigiani è attestata dalla repressione che appare ufficialmente dal 1539, come ne testimonia per esempio il decreto del Parlamento di Rouen del 19 marzo del 1540346 che illustra la diffusione di una letteratura ereticale anche nei ceti più modesti, e quindi la loro capacità, anche con un livello di istruzione rudimentale, di leggere o di trasmettere agli analfabeti i testi proibiti che circolavano molto facilmente negli ambienti di corporazione347. Gli artigiani dell’inizio del Sedicesimo secolo possiedano diffatti raramente libri e la lettura rimaneva prevalentemente un’esperienza collettiva348, come ne testimonia lo stesso Palissy, evocando la trasmissione orale dei testi biblici da parte dell’artigiano malgrado la sua mediocre cultura letteraria349. Come abbiamo visto nel caso della Saintonge, i predicatori erano inoltre molto spesso anche maestri (régents), per cui la Riforma si diffondeva assieme all’istruzione e all’alfabetizzazione. Basti pensare alle grammatiche latine contenenti passi di Erasmo che servivano a diffondere le idee evangeliche ancora prima dell’affermazione del protestantesimo350. L’accoglienza favorevole nei confronti delle idee riformate da parte degli artigiani francesi si spiega anche con i loro frequenti contatti con novità venute dall'estero che sia stato per aggiornarsi alle mode, per comprare incisioni di opere famose in circolazione da tutta l’Europa, o per tenersi informati in materia di innovazioni tecniche. Inoltre la Riforma, in particolare calvinista, fu un movimento di pensiero che si diffuse grazie ad un’élite intellettuale, membri colti del Clero e della nobiltà, ceti che erano a contatto con le botteghe degli artisti più rinomati. Il grado di

345 Cf. ZEMON DAVIS 1965 [1980], p.5. 346

« Commandement sera et est faict à toutes femmes, gens artisans de mestier et toutes personnes non lettrees d'apporter au greffe de ladicte Cour dedans le lendemain de Quasimodo tous et chascuns les livres estans en langue vulgaire et francoys parlans de saincte ecripture, qu'ils sont par devers eulx imprimez sans privilege du Roy. » Citato da HELLER 1986 p. 16.

347

Per capire le dinamiche esistenti in seno alla corporazione degli stampatori per esempio si veda il capitolo “Scioperi e salvezza a Lione” in ZEMON DAVIS 1980.

348

Cf. LABARRE 1971, pp. 1769-71.

349

« [..] Je ne pouvois moins faire que de le vous dedier, et vous prier par cet escrit, qu’il vous plaise me faire ce bien de prester l’aureille à la lecture d’iceluy. »Cf. O.C., p.53. L’importanza della trasmissione orale nel milieu riformato di Palissy è stato l’oggetto di un capitolo nel volume di Neil Kamil già citato. Cf. KAMIL 2005, pp. 171-241.

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cultura, l'apertura sul continente, forse anche il senso di appartenenza ad una corporazione, e le rivendicazioni economiche possono spiegare perché gli artigiani, nel senso largo della parola, rappresentarono una percentuale rilevante dei calvinisti francesi: 69% degli arrestati a Montpellier nel 1560, 33 e 38 % a Grenoble e Toulouse.351 Artigiani e operai quindi, ma anche artisti di alto livello sono stati attratti dal rinnovo spirituale, a vari livelli: che fossero calvinisti dichiarati come gli architetti Jean Bullant (1515-1578) e Jacques Androuet du Cerceau (1515-1585) o vicini alle cerchie evangeliche senza tuttavia prendere una posizione chiara, come Philibert De l’Orme (1510 ca.-1570). Nonostante le rispettive posizioni religiose, questi due architetti ottennero prestigiose commissioni dalla Corte e lavorarono al servizio dei sovrani Enrico II e Caterina de’Medici. Entrambi redissero inoltre autorevoli trattati – l’Architecture di De l’Orme è del 1567 mentre la Reigle générale d'architecture di Bullant è dell’anno successivo – che diventeranno un riferimento d'obbligo per i loro successori. L’adesione di Philibert De l’Orme alla Riforma non è provata, tuttavia le pagine stesse del suo trattato contengono passi molto vicini alle idee veicolate dagli evangelici: colmo di citazioni tratte dalle Sacre Scritture, l’Architecture ripropone i passi prediletti da Calvino352. Un altro artista di rilievo, Jean Goujon (1510- 1568), malgrado soggiorni forzati in carcere nel 1552 e nel 1555, si assicurò incarichi di alto livello in qualità di scultore del re, come la collaborazione con Pierre Lescot al Louvre per le sculture della facciata, l’Hôtel Carnavalet, il castello di Écouen per il Connestabile Anne de Montmorency, o la Fontana degli Innocenti nel cuore di Parigi. Dopo il 1562, ovvero proprio all’inizio delle guerre di religione, di lui non si hanno più notizie e si può supporre che sia stato costretto a fuggire dalla Francia, riparando a Bologna, dove la sua presenza è attestata da documenti353. Ma non è l’unico. All’avvio delle guerre di religione, l’inasprirsi delle persecuzioni diede luogo ad una vera e propria diaspora degli artisti, molti dei quali troveranno rifugio nella vicina Ginevra, da quel momento vera capitale del Calvinismo. Sembra essere stato il caso di Jean Duvet (1485-1570?), orefice e incisore che scompare nel 1534 da Lione, proprio al momento della repressione seguente

351 Cf. JOUANNA 1998, p. 49. 352

Su De l’Orme si veda PEROUSE DE MONTCLOS 2000, CECCARELLI 2002,

353

Sulla presenza di Goujon a Bologna è in corso une tesi di dottorato ad opera di Ilaria Bianchi, sotto la direzione di Sabine Frommel. Su Goujon la pubblicazione di riferimento rimane DU COLOMBIER 1949.

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l' “affaire des placards”, per poi ricomparire nei registri di Ginevra nel 1540354. La brillante carriera di Duvet è segnata da due capolavori grafici di indiscusso valore, quali l'Apocalisse, del 1555, e le incisioni dell'Unicorno, che parrebbero alludere agli amori fra Diane de Poitiers e Enrico II355. Comune sorte toccò ad altri artisti protestanti i quali, pur costretti all’esilio, continuarono a lavorare per i sovrani francesi e per altri eminenti committenti cattolici. Così fece l’incisore Pierre Eskrich (1520-1590 ca), protestante che dopo aver illustrato alcuni libri d'ore tradizionali, pubblicati da Guillaume Rouillé, uno dei pochi stampatori cattolici di Lione, si rifugiò a Ginevra nel 1552. Benché in esilio all'estero e aperto eterodosso, ricevette la commissione di realizzare nel 1564 l'Entrée triomphale di Carlo IX a Lione. Quattordici anni più tardi, compose le illustrazioni satiriche e antipapali dell'Antithesis christi et antichristi di Simon du Rosier, fogli di feroce propaganda protestante sul modello di quella luterana356. Nell’ambito delle arti sontuarie, l’orefice François Briot (1550-1612), figlio di ugonotti, dovette fuggire da Montbéliard alla Germania per evitare le persecuzioni religiose. La sua opera più celebre è il piatto detto della Temperanza già citato perché funse da modello per una realizzazione ceramica attribuita alla bottega di Palissy, denotando forse un legame tra i due artisti, che sarebbe da indagare (fig.4). Così come nell'ambito dell’arte figurativa, numerosi esponenti della letteratura cinquecentesca francese vanno ricercati negli ambienti vicini alla Riforma. Tutti questi casi sono emblematici ai fini del nostro discorso ed evidenziano per gli uomini di cultura dell’epoca sensibili alle critiche sollevate dalla Riforma protestante due tendenze maggiori: quella di Jean Duvet, costretto ad abbandonare il proprio paese, per poi comunque continuare a lavorare per committenti cattolici dall’estero; oppure quella, di fronte alla minaccia dell’esilio, che preferì occultare la propria fede.

In questo quadro degli atteggiamenti più frequenti adottati dagli artisti protestanti, Bernard Palissy si afferma come un caso a parte, per la forza con la quale rivendicò le sue convinzioni eterodosse continuando a lavorare per i potenti cattolici e cercando la loro protezione.

Dalla situazione che ho tentato di delineare sull’impatto del calvinismo sull’arte, emerge un ambiente artigiano e artistico alla volta ricettivo delle innovazioni tecniche e delle idee

354 Sul calvinismo di Jean Duvet gli studiosi sono in disaccordo. EISLER (1977) assume che Duvet sia fuggito a

Ginevra e entra nel gruppo calvinista degli “Hommes Nouveaux” mentre ZERNER (1994) pensa che siano due artisti diversi.

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riformate, la cui forma mentis portò avanti idee nuove in materia di riforma spirituale e tecnica. Per illustrare questa comunanza di desiderio di riforma vedremo adesso in modo più specifico qual è stato il ruolo degli artigiani nella diffusione del calvinismo in Saintonge, luogo di nascita delle rustiques figulines.

Il caso della Saintonge

La diffusione delle idee riformate avvenne in Saintonge nei ceti più modesti o di media ricchezza (pescatori, artigiani, mercanti) proprio tramite i contatti con popolazioni straniere impegnate nel commercio con la Francia, ma anche tramite i predicatori itineranti inseriti nel tessuto sociale, spesso ex ecclesiastici diventati maestri, o religiosi mendicanti. Palissy stesso menziona la conversione professionale di preti che avevano cominciato a predicare la religione riformata: davanti alla minaccia di essere ammazzati, essi “se faisoiyent de mestier” [cioè diventavano artigiani], les autres regentoyent en quelque village [cioè diventavano insegnanti]”357. L’impegno di Palissy e di altri artigiani nella diffusione della Riforma è confermato dai documenti, come la sentenza della Corte di Bordeaux del 15 settembre 1558, che elenca le persone arrestate per eresia e per alcuni precisa i loro mestieri.358 Vediamo che sono in maggioranza degli artigiani le cui professioni -vetrai, barbieri, farmacisti, vasai, macellai- sono tutte legate ad una pratica manuale, spesso parenti tra di loro – ma anche una locandiera e due sergenti reali. Nel 1554-55, nella Sénéchaussée de Saintonge, sessanta addetti della Nuova religione sono arrestati, tra cui viene specificato il lavoro di cinquantatre. Sono quattordici preti, nove artigiani (tre conciatori, due sarti, un calzolaio, un fabbro, un venditore di tessuti, un venditore cardatore, un mugnaio), otto magistrati, tre insegnanti, due librai, mentre non si riscontra nessun contadino359. Ad Agen, centro culturale fondamentale per il sud ovest della Francia, il cui raggio di influenza si diffonde anche in Saintonge, si rivela di nuovo utile il riferimento all’indagine svolta nel 1537 dal’inquisitore domenicano Louis de Rochette, già citata a proposito del significato della parola “image”. Rochette fu mandato dal Parlamento di Bordeaux nella città per indagare sulla diffusione dell’eresia nel Collège

356 Cf. SCRIBNER 1981. 357

Cf. O.C., p. 208.

358

Documento pubblicato da Henry Patry, si veda PATRY 1902, pp. 77-78.

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di Agen L’inchiesta durò più di un mese, nel quale egli intervistò più di settanta persone, tra notabili, maestri, studenti, mercanti preti, artigiani e servi360. Questa fonte è di prima importanza per capire il milieu della borghesia di una piccola città come Agen, città peculiare per l’importanza del suo Collège nel quale numerosi maestri furono arrestati per eresia, come Mathurin Cordier, celebre insegnante originario di Bordeaux e attivo al Collège di Guyenne361.

Come si manifestava l’adesione alla riforma da parte degli artigiani di questa parte della Francia? A Saint Jean d'Angély – situato a pochi chilometri di Saintes - due tipi di fenomeni anticattolici si manifestano : le esazioni iconoclastiche dei ceti più modesti, e la possessione e la diffusione di testi da parte delle persone più acculturate. Nel 1551 diversi artigiani furono arrestati per aver rotto numerose opere sacre nelle chiese e i quartieri popolari della città362; nel 1554 un documento ci informa della profanazione della chiesa di Saint-Révérend da parte di uomini di bassa estrazione, entrati grazie ad un complice fabbro363. Tra gli intellettuali si compromisero dei monaci dell’abbazia regenti come Jean Guiton e Pierre Béraud, librai quali Nicolas Lavardin e Jean Salomon ai quali viene difeso « à peine de la hart de mettre ne exposer en vente aucuns livres censurez et reprouvez » come quelli che sono stati trovati da loro.364 Nel 1558 scoppiarono delle manifestazioni iconoclastiche in diverse città del Sud Ovest : Cognac, il 1° novembre «sur le soir qu'il se