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La struttura della ricerca scientifica

ALL’EPISTEMOLOGIA

2.4. La società libera e le istituzioni social

2.5.2. La struttura della ricerca scientifica

Una prima caratteristica della ricerca scientifica emerge dal suo rapporto con la politica: essa non è vincolata all’influenza politica né può essere condotta secondo interessi sociali:

Scientific research – in short – is an art; it is the art of making certain kinds of discoveries. The scientific profession as a whole has the function of cultivating that art by transmitting and developing the tradition of its practice (Polanyi, 1943b [1951a], p. 69)45.

Il propulsore della scienza è la scoperta e questa è intrinsecamente legata alla pratica della ricerca scientifica stessa. Questa idea può essere dimostrata se intendiamo la scoperta scientifica come un processo a più stadi: individuazione di un problema; formulazione di ipotesi; ricerca della soluzione; soluzione del problema; confronto della soluzione con la comunità scientifica di riferimento.

45 «La ricerca scientifica – in breve – è un’arte; è l’arte di fare un certo tipo di scoperte. Gli scienziati,

intesi come un tutto, hanno la funzione di coltivare quest’arte con la trasmissione e lo sviluppo della tradizione della pratica di essa» (Polanyi, 1951a, trad. it. 2002, p. 168). Discorso tenuto alla Manchester Literary and Philosophical Society. Il titolo originale era Self –Government of science; il testo è sostanzialmente identico a “The autonomy of science” in Memoirs and Proceedings of the Manchester Literary and Philosophical Society, 1943, 85, pp. 19-38 e pubblicato anche in The scientific monthly, 1945, 60, pp. 141-150 e in Polanyi, 1974, pp. 15-33.

Una critica a questo modo di vedere la ricerca scientifica è mossa da Chaïm Perelman, che sebbene condivida con Polanyi l’importanza del coinvolgimento personale dello scienziato, sostiene che eccessiva l’enfasi sulla dimensione personale in analogia a quella dell’artista o del filosofo (cfr. Perelman, 1968, p. 241).

55 Secondo Michael Polanyi, tutta la ricerca scientifica dipende in primo luogo dalla individuazione di un problema. Per problema scientifico consideriamo un problema la cui soluzione non è ancora nota e a cui un gruppo di scienziati inizia a pensare per trovare una soluzione che giustifichi lo sforzo. Tuttavia, un problema scientifico di interesse è prima di ogni cosa un buon problema:

I would answer that to have such a problem, a good problem, is to surmise the presence of something hidden, and yet possibly accessible, lying in a certain direction. Problems are evoked in the imagination by circumstances suspected to be clues to something hidden; and when the problem is solved, these clues are seen to form part of that which is discovered, or at least to be proper antecedents of it. Thus the clues to a problem anticipates aspects of a future discovery and guide the questing mind to make the discovery (Polanyi, 1967d, [1997], pp. 237-238).

Lo scienziato si trova di fronte non un problema ma una serie di indizi che gli fanno da guida nella comprensione di qualcosa che ancora è nascosto alla realtà e alla comunità scientifica. Il potere anticipatorio tipico della immaginazione guidato

dall’intuizione46 contribuisce alla costruzione del problema attraverso la ritenzione

degli indizi, i quali diventano parte integrante della scoperta scientifica. Tuttavia, come già abbiamo detto, non esiste un immediato passaggio dalla esposizione del problema alla sua soluzione.

Dopo aver considerato gli indizi carichi di problematicità, lo scienziato formula delle ipotesi. Secondo Polanyi (1966a) la formulazione delle ipotesi deve essere paragonata alla creazione di un’opera d’arte effettuata guardando oltre ogni singolo momento dell’attività pratica e pensando esclusivamente alla visione d’insieme finale. Uno scienziato può rimanere legato anche per tutta la vita ad uno specifico argomento, su cui raccoglie dati, sviluppa e ripensa ipotesi e conduce la sua ricerca tenendo conto degli indizi personali di cui dispone.

Quindi, per Polanyi la scoperta non è il risultato di un’azione operativa ma un processo di emersione, si tratta di una scoperta potenziale che si sforza di emergere nella realtà.

46 Nel saggio The creative imagination (1966, trad. it. in Vinti, 1999, pp.121-146), l’immaginazione

guidata dall’intuizione giustifica il ritenere la scienza come una estensione della percezione: «Tuttavia, se la scienza è una forma generalizzata di percezione, la storia di Einstein a proposito della sua intuizione risulta abbastanza chiara. Egli era partito dal principio che è impossibile osservare il movimento assoluto nella meccanica. Quando dovette affrontare la questione se questo principio fosse valido, sentì che esso doveva ancora valere, sebbene non sapesse affatto spiegare perché affermava ciò» (ivi, p. 129).

56 Il presupposto della scoperta scientifica che contribuisce a definirne l’ “ontologia” è la speciale vocazione dello scienziato, che Polanyi esemplifica per mezzo della metafora della serratura-chiave:

The state of knowledge and the existing standards of science define the range within which he must find his task. […] There is in him a hidden key, capable of opening a hidden lock. There is only one force which can reveal both key and lock and bring the two together: the creative urge which is inherent in the faculties of man and which guides them instinctively to the opportunities for their manifestation (Polanyi, 1951a, pp. 63-64)47.

La dinamica e impellente necessità della creatività, non controllata e non sottomessa a regole, è uno dei tratti tipici delle facoltà umane e che può divenire la guida per scoperte originali. La scoperta, la soluzione del problema che anima la ricerca scientifica, è determinata dall’immaginazione guidata dall’intuizione, che a differenza di Spinoza o Husserl, autori entrambi chiamati in causa da Polanyi, è una capacità «for guessing with a reasonable chance of guessing right; a skill guided by an innate sensibility to coherence, improved by schooling»(Polanyi, 1966a, [1997],

p. 258)48. L’immaginazione creativa ci aiuta ad avviare la ricerca, a individuare le

ipotesi, mentre l’intuizione ha il compito di approvare la soluzione al nostro problema e di considerare il nostro risultato scientifico valido e coerente rispetto alla realtà.

Individuare dei buoni problemi, affidarsi all’immaginazione guidata dall’intuizione, vedere ciò che è nascosto nella realtà e riuscire a farlo emergere come coerente e valido è un tipo di originalità propria dello scienziato. In questo modo, l’originalità della scienza dipende in prima istanza da un contributo personale, «a lonely belief in a line of experiments or of speculations, which at the time no one else considered to

be profitable» (Polanyi, 1949a [1951a], p. 12)49.