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„ ti animo Domnum Guidonem accerfiri fecit : Accipe

,,Librum

&

diligenterfcribe.

Et egoipfum ovanter accepi a

ma

nibusDomini mei,

Se

cum magno

Audioipfumexemplavi. linde togo

Do-„ minum meum

Jefum Chriftum qui

me

conceflit iflum 1tLibrumfcribere,concedatmihimultafcriberequa;fune ,,adhonorem,

&

adSrgtumFraxinorienfis Monafierii,

&

M

perfonarDominiAbbatis (a).

Or

inquedo Codicefcrittoper ilMonaderodi Fraf-fìnoro,ecopiatodaU’apprezzatiilìmoCodicediCanoffa

,

avvituttainterala Relazionedicuifavelliamo, e vi

leggonoleparole

Jnno

1090.buiusEpifcopì temporibus

pur-£av\mus&c.e lealtre,CLartam ofjerfioniseietmnibus pra-Jiis&e.Ilperchèviepiù èchiarochenon puòdubitarli dellagrande antichitàdiquellaRelazionee delfuoAutore, quale più verilimilmentefuDonizone

Monaco

diCanoffa e fa-miliarediMatilda,dicuifiha,chenel 1114.correvail quinto ludro cheriliedevadicontinuoinCanofla,eperò do-vettetrovarliprefentea! trafporto del fopraddettoTefoto,e alripulimento della ChiefainGurgoje fcrivendoeglilecofe di Matilda, potè benillìmo edereanche lo Scrittoredi quellaRelazione.

fufololoScrittoredell’anzidettaRelazione adir-ci, chelacartaedonazionediMatildafu di Podefiìonic Poderi.

Anche

l’Eccardo chefiorivaaltempodiMatilda nella fuaCronica,che è quella delUmilmenteantico e pla-giarioUrfpergenfe[òj, parlando dell’ereditàdiMatilda nonfecemenzionedìaltroche di predj, e diTerredi predj. E'riportatoanchedalBaronìoilfeguentetedo,ben*

, chè

(a)L’Editore avvifache orailCodicefitrovanella Bi-blioteca deiPP.DomenicanidiLucca perdonofattoall’

Amo-redalchiariffimogentiluomoBernardinoBaroni.

(A)Vedanfi Martene

Tomo

V. Vet. Monumenti inPraf.

pag.pt.Mabillon Ann.Berìed.Toro. VI.l.ib. *$.pag.ij.

ann.1a 1S.Mani!nellaNotealBaronieAll’Annonoi.

-x- DigitizedbyGoogle

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O

It!!Ilf»4tOICI,

chi comedell’Urfpergenfe:Diteci!abItaliaNunciiebiti/fti ìlliutinclitoMatbildisnunci.int,ejufqtie Prxdiotum

T

errai emplijfimathxreditariofure pojfidendas Cefarenainvitanti In-oltrefiè già veduto cheancheRadevicoviventenel Seco-loXll.fcriflecomefrtpra

,qltiirumprxdiorummagnitudihern [giovaripeterlo]ejufqueterrxcopiofa

m

opulenfiam qui ri -pasEridanipervadati fontnonignorant. Eglinonintefe irt-dicareallerivedelPo unPrincipatoSovranodiMatilday

ma

accennareun luogofra i molti*ove erano ampie

po£

feflionidiMatildad’ondeprovenivano grandi rendite e ric-chezze.SimilmentenelSecoloXIII.MartinoPolono,che peraverviflutolungotempbin CuriaCappellano,e Pe-nitenzierodiClemente IV.e Sutceflfori.,potèefferea por-tatadifaperequello era opinato in Curiacircal’Eredità diMatilda*nella fuaCronicaall’Anno1072. fcriffe: hxe Matbildis tum

AMPLISSIMA POSSESSIONI

BlfS1

«blindarci,totumJuurn Patrìmonìufn fuperAltartB. Petrì obtulit.

Corrifponde che ineffetti i.RomaniPonteficimai ri-cercaronoleCittà delPrincipatoirìnalzatodàlSig.Cenni, IlSig.Cenni medefimocéne afinuiaalla pagi219.ové ferire:Idtamen pròcertoaffannarenon dubitoniillani ùni-qtiatnexiisCivitatibusabapoflolicaSede jureiliohxreditatis, aniquxfllam autrepetitameffe ;ealla pag.zo^.n.Xllf.

avevagiàfcrittoiCertenufquamreperire eritRomani! Po4-iiflretCivifatcm ullamrepetiijfe

,

quum

exadverfoTerram 4 Git'itatibusinvafam S. Sedialjerere,

&

vehemeriti objutgatto-ve literarum,

&

legatimibusnondeftnierhtt. E' veroche eglifubitodopoleriferiteparole foggiungeduecaufe, per-tllèlaS.Sedemai abbiaricercate eripetutequelleCittà:

rfittofiqhideminlibertatemunacumexterisLangtbardix Ur-bibus fev'indicarunt1 deindepreprium Principrmelegerunt.

Ma

queftedue Caufefono coniate daeflòmedefimoy perchènonleappoggia,nonlefoftieneconunqualche do-cumentocheciafflartiche quelnonricercar^mai,nè mal ripeterequelleCittà provenire dallemedetìme. Le lleffe potevanodirtìcultarel’acquKloe poffetfodiquelleCittà*

tuanonpotevano impedirericercarleeripeterle,Co'rtie ave-rebberdovutofareiPonteficiaofienfione de’ dirittidella g. Sede,epernonperderli per colpevoletrafeuratezza.

OprilequattroCittàcoiloroTerritorifarebberofiate la piiccfpicuaporzionedell’ereditàdiMatilda*e per1 ap-pura

Digitized

DllltkTlltONt.

1*7 pontodi quellaavevadaavvenirechei

Romani

Pontefici

mai

nèricercalfero,nètipetelfero, quando ex a dverfo Ter-ronia Cévitatibus invajam S.Sediafferete,

&

vehementi ob-jurgatione literarum,

&

legationìbusnondcfiftevanodi ripe-tere?Lafcioda parte altrerifleflioniperchè ora chehodi»

inoltrato a evidenza che nell’ereditàdiMatildanon entra-vanoCittà eDominiSovrani,

ma

Poderi ePolfellioni, ognu-nofaràconvintiffimochelavera ed unicacaufa foffe non averle reputate pertinenzadell’ereditàdiMatilda.

Pfuttoftoa continuazione oconfermadiciò cheio di-cevagiàprima,aggiungerò,cheMatildaftelTaanziché ma-wifeftarfiSovranainproprietà,manifellòbenefpeffo iud-dita dell’Imperatore. Se le leggiimperiali comandavano che ognunodichiarale fecondo qualleggeintendeva vìve-re,e(fapiù epiù volte dichiaròtalcofa. InGiudizio ri-sedevaconMiaiftri e Giudici imperiali.Ego Rayneriusju-dex abImperatatidatusfileggein unafuacartadata in Fraflinoro. E(famandavaibandi a

nome

dell'Imperatore edel

Re

dei

Romani

mifitbarrmumDominiImperatori*SS tniftt batnnum DominiRegi*filegge inpiù carte. RicOr.o-fceva laCamera imperiale,afavoredellaqualedepurava talvoltalepene medietatempartiCamera Domini Imperato-rii.I Notari poi che laServivanoefcrivevano gliAtti fuoieranoDominiImperatori*-yedi ellamai comparile*ua Natarofuo proprio,mai unaleggefua, eneppuremai una monetafuapropria.

Io parlodicolèche poffonorincontrarli nelgran nu-merodellecarteriunite nell’Appendicealle citate

Memo-riedelSig.Fiorentini. E’ vero chenon intuttefi rilcontra-noquei fatti,

ma

èdiavanzofiravviflno orainuna,ed ora in un’altracarta,epenfochefacilmenteriunirebbe metterir.chiarochenonve neha una chenonporcile con-venire ad ogniqualunqueConte o Marchefenon Sovrano,

ma

Miniftrodell’Imperatore,pollocome Matildaal gover-nodellaLombardia edellaTofcana.Dico per altroche quaqdoancheriufcillèalficnrareche Matildaebbeun qual-che Dominiofovrano in proprietà,fidoverebbeopinare ave(feterminatoin lei alfiniredellafualineae vita, per-chèlacarta didonazioneficuramente fu chartaofferftonis deomnibus prxdiit,esondiCittà,dìProvincieoaltri

Do-minifovrani;quindicoereatememeaquel da omnibus prx-diisssPradierumterrai ss Prxdiirum magnitudine»! ss

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1

10S

OiSSERTAZIÒNE.

Jlmpliffìmaspofftjjionefiocredofidebbanointenderei

nd-ftriantichiallorché hannochiamara l'ereditàdiMatildat t)omus, Terre, Fodere,Prxdium,AUodium,

e qualche volta anche Comitatum,enon maiintenderlidiCittàe Provin-cieSovrane.Matildaera potenrirtirtia,irtaper intenderla talenonèd'uopdattribuirle Statipropri>òaitai concepir-laricchiflimaperampiezzaegrannumerodi Poderi, Vii--le,eCartelli,einoltrerammentarlaContelfadellaLotti-*

bardia edellaTofcana,eche avertedallatuailPapa,• tutte leCittà della Lombardiamalcontentedell' Impera-tore.

E

chimaiintalefituazionenonfarebbepotente po-tentiflìmo?

ChiamipureilSig.Cenniallapagi ìit.imprudenti coloro chehannoridottaladonazionediMatildaaPoderi fenzaCittà) io

me

ne appelloalla ragionevolezza di chiunqueavràlettoquanto(opra, elutlngandomidiavere {chiarito fino allacertezzacheMatilda non dovetteavere DominiSovrani da palfare nelladilei eredità,perocché confeguenrementenon puòriufeireriflettereall'ampiezza ed ertenfione dei medefimi,

nemmeno

può avvenireche per unataleriflefiìonefivengafacilmenteincognizione che alla rterta Matilda appartenereancheil Dominio della Garfagnana.Anzilièveduto che ancoariflettete fui Prin-cipatoimmaginatodal Sig.CenniinLombardiaallerivedel

nonrieicegiungereatalecognizione

,peròparmi ma-nifeftochelaprimaprovaoprima proporzionediMbnlì*

prioreGarampi fiainfuffteiente in fufficiecvtiflìnrfa. Parto, che ètempo,alladalaifeconda provai

II.La feconda prova o feconda propofizio^ediMon-*

fignoreGarampiéquerta:Ertaviendettada Leone Odienfe