• Non ci sono risultati.

E.I.O.U.: vocaboli che si leggono nello stemma degli Absburgo […] La interpretazione ufficiale è

Parole nuove per cose nuove

A. E.I.O.U.: vocaboli che si leggono nello stemma degli Absburgo […] La interpretazione ufficiale è

Austriae est imperare orbi universo. Ma si possono leggere, con identico significato: Alles Erdreich ist Oesterreich untertan (ogni regno della terra è sottoposto all’Austria). Una vecchia profezia, invece, lesse in

quelle lettere un ben diverso avvenire: Austria Erit Imperio Orbata Undique (l’Austria sarà spogliata di tutto il suo impero) (1918).

Termini tecnici

Panzini regista inoltre un nutrito numero di voci (neologiche o no) provenienti dai linguaggi tecnici di moltissime discipline, scienze e arti che dalla fine dell’Ottocento avevano goduto di un impressionante progresso. Non ha naturalmente la pretesa di raccogliere tutte le parole tecniche: l’introduzione DM2 dichiara che la completezza è impossibile persino per un lessico specializzato, anche perché parole nuove vengono create ogni giorno (è avvertibile una punta polemica contro la vena logopoietica di tanti specialisti)125. Panzini decide quindi di accogliere solamente le parole che entrano nel linguaggio comune: le arti e le scienze

per effetto dell’ineluttabile loro progredire vanno staccandosi in branche sempre più numerose, e coi vocaboli di ciascuna di esse è lecito fare un dizionario: e allora, dovendo mettere tutti i vocaboli, ne verrebbe il più grosso e più pesante dizionario del mondo. Si intende, dunque, che i vocaboli esclusivamente tecnici sono registrati in quella misura che essi, uscendo dal linguaggio chiuso della loro arte o scienza, penetrano nel torrente del parlar comune126.

Gli ambiti tenuti presenti sono molti: aeronautica, biologia, gergo burocratico-bancario, chimica, commercio, edilizia, filosofia, finanza, fisica e applicazioni tecniche (soprattutto telecomunicazioni), fotografia, giurisprudenza, marina127, meccanica, medicina, musica, linguaggio militare, sartoria (come abbiamo visto spesso con prestiti dal francese), lunghe voci del gergo massonico. Non pare utile fornire esempi per ogni disciplina, del resto rinvenibili praticamente ad apertura di libro.

Spesso anche le parole o le locuzioni tecniche sono osservate e criticate ancora con l’occhio del purista: planare è un «deforme verbo», esautorare è «di sapore burocratico», dare evasione è una «goffa locuzione degli uffici», i termini finanziari non solo non sono eleganti (flottante è una «goffa versione fonica» del francese), ma spesso

125 «La spesa non è eccessiva: […] basta avere a disposizione propria un psico, un onto, un meta, un auto, un alfa privativo, un istero, un proto, un iper, un ipo, un oide e poche altre parolette per rinnovare a iosa e farne, se piace, di lunghe come una serpe. Se per esempio al lettore invece di dire preistorico come sempre si è detto, garba di stampare protoistorico, fa una parola nuova; e avrà colpa il mio Dizionario se non vi si registra tale vocabolo?» (DM2, Prefazione, p. XIV).

126 Ibidem.

127 Nella bibliografia è presente il Vocabolario marino e militare del Guglielmotti (Roma, Casa editrice Voghera, 1889), citato in parecchie voci, in Gavitello e Picco.

sono pure poco chiari:

Flessione: per diminuzione di valore, dicono gli economisti, così che in materia di finanza, dove poco si

capisce, si capisce anche meno.

Non vengono meglio giudicati il codice della strada (senso vietato è un altro esempio del «deforme linguaggio dell’automobilismo») o la «corrotta terminologia dei tecnici» meccanici (v. By-pass): azionare è «voce comune ed assai brutta», bullone è pure un francesismo non si sa perché preferito a chiavarda…

Per certe discipline, anche nelle edizioni successive alla seconda, Panzini dà definizioni più da piccola enciclopedia che da dizionario, dimostrando di avere cognizioni e interessi non superficiali in materia, ad es. per la medicina (evidentemente sfruttando l’esperienza o i testi paterni) e l’economia; le definizioni delle voci Rialzista e Ribassista, pur se poco perspicue per i profani, (appunto, «in materia di finanza […] poco si capisce»!) dimostrano un certo impegno di Panzini per comprendere e fare comprendere i meccanismi della borsa.

Filosofia

Sono di ampiezza e taglio enciclopedici molte voci relative alle correnti filosofiche, agli autori e alle loro parole chiave, per es. le vv. Antinomia, Imperativo

categorico (Kant), Attualismo, Auto-coscienza infinita (Gentile), Corsi e ricorsi (Vico), Élan vital (Bergson), Finalità, Finalista (Voltaire), Formola ideale (Gioberti), Froebeliano, Montessori, Pirronismo, Pragmatismo, Soggettivismo, Estetica (che si

richiama a Baumgarten e a Croce; «che brutta parola per indicare il bello!»), Allotrio (ancora dedicatoCroce, con riprovazione del fatto -«ah!, segno dei tempi!»- che «secondo tale estetica, la Commedia di Dante è un romanzo teologico!»128), e varie annotazioni non sempre benevole sulla dottrina di Hegel, come le vv. Superare, Superato e superamento,

Hegel, Marx, Lenin («linea logica da ricordare a molti smemorati») e la lunghissima voce Hegeliano, che -prima di riferire un lungo aneddoto sul filosofo tramandato da Heine-

precisa che «essendo la sua speculazione difficile e il suo sistema complesso al fine di tutto e ad ogni costo collegare, così all’attributo hegeliano talora si annette un lieve senso ironico o spregiativo, quasi metafisico, acchiappanuvole». Da alcune voci è chiaro che gli studi di Lombroso (vv. Scuola criminale positiva, Magnete, Epilessia), vengono apprezzati (cosa strana per un “umanista” come Panzini!); anche in un romanzo si parla dei «geniali studi del Lombroso» (L p. 71)

Molti lemmi riguardano i due pensatori di cui allora più si parlava: Nietzsche e Freud. Sono le voci Zarathùstra (l’opera di Nietzsche è ricordata come «il prediletto libro

128 Sono alcune delle voci che irritarono il Croce, provocando osservazioni come: «io […] ho questa particolare efficacia sul Panzini , che, ogni volta che egli mi nomina, gli fo dire una sciocchezza»

(recensione a DM4, in «La Critica», XXXIII (1925), p. 375, col consiglio di «toglier via dai suoi commenti tutto quanto vorrebbe essere spiritoso, e che è, invece, scipito e insopportabile. È una spiritosaggine di maniera, la spiritosaggine di uno che è persuaso di dover essere spiritoso») e «il signor Panzini si permette di fare il buffoncello […] intorno a uomini, cose e problemi, dei quali egli non ha alcuna informazione, ai quali la sua mente e il suo cervello non sono pari, e neppure il suo spirito di buffoneria è pari; giacchè ridere delle parole che non si capiscono è cosa (diciamolo pure) abbastanza cretina» (recensione a DM6, in «La Critica», XXIX (1931), pp. 392-94, p. 394).

dei tedeschi nella Guerra»), Superuomo («Parola di molto consumo quando Nietzsche era di moda», scrive dal 1927 in poi; fin da DM1 la v. termina con una parentesi sarcastica: «forse noi siamo semplicemente dei superorangutani, e il desiderabile sarebbe diventar

uomini»), Eterno ritorno, Nietzschenismo, Gaia Scienza. All’autore della Nascita della Tragedia si allude, ancora con spirito dissacrante, in Santippe, rivolgendosi ad una

compiacente e mondana lettrice: «l’uomo, o signora, è, in alcuni rari casi, di tipo apollineo, qualche rara volta di tipo dionisiaco, ma più spesso di tipo fauniaco, cioè bestia» (S p. 217).

Le teorie di Freud sono esposte nelle voci Edipo (complesso di), Es, Freudismo,

Narcissismo, Oniromanzia, Psicanalisi, Sessuologia (con l’avvertimento «evitare la

pornografia romanzata»), Zone erogene129. Sono citate anche nel Bacio di Lesbia quando l’autore «fa verecondo punto» a proposito del presunto incesto di Clodio e Clodia: «questi sono argomenti per il dottor Sigismondo Freud, e per quei romanzieri che trattano simile materia di psicanalisi» (BL p. 607).

Anche in campo filosofico, Panzini non vede di buon occhio le ultime tendenze (che però non sempre sono effettivamente recenti!), cfr. vv.:

Filosofia: […] è, per ogni, filosofo, anche materialista La ricerca di Dio. […] Non scienza, ma vita morale.

Così una volta!,

Verità: secondo i filosofi moderni (Kant, ecc.) è un perpetuo farsi, e non è mai compiuta. (Sarà vero, ma

può riuscire troppo comodo!).

Scienze naturali

Irriverente con i filosofi, Panzini non frena la sua vena pseudo-umoristica e passatista neanche di fronte alle ultime trovate della scienza e alla scienza stessa, e si permette commenti come quelli alle voci

Calciocianamide: concime chimico […]. Per quanto efficace, sta il fatto che il primo concime è sempre il

buon letame, come la pensava anche Catone nel suo De re rùstica […],

Elettrone: […] carica elettrica negativa. Nota bene: definire l’elettrone è come definire l’elettricità. Non lo

sa nemmeno Marconi,

Antineurotico: preparato farmaceutico […] ricostituente e calmante. Ce ne sono tanti di questi calmanti

contro la neurastenia, […] meglio non ammalarsi!,

129 Una delle fonti per queste voci è certamente l’opera di E.WEISS, Elementi di psicoanalisi (Milano, Hoepli, 1930), che però non è citata nel DM. Per es., Panzini ricava dal manualetto (non a caso di Hoepli) le informazioni che il termine Es è stato «proposto dal Groddek» (v. Es, cfr. Weiss p. 69) o che autismo è «neologismo creato da Bleuer» (v. Autismo, cfr. Weiss p. 24). Dunque, Panzini non legge solo il glossario finale, che copia quasi alla lettera nella v. Èros (presente dal 1935): «gr. amore che […] secondo Freud […] è l’istinto dell’amore, che tende alla procreazione. La sua espressione dinamica si chiama libido»; cfr. la v. omonima in Weiss, p. 223: «nome dato da Freud all’istinto dell’amore, che tende alla conservazione, all’unione ed alla creazione della vita (procreazione). La sua espressione dinamica si chiama libido, i suoi effetti sono opposti a quelli dell’istinto della morte» (fra i termini del glossario di Weiss solo pochi entrano nel DM, secondo il criterio sopra esposto di limitarsi alle voci entrate nel parlare comune).

(cfr. anche il c. I della Lanterna di Diogene, La cura del moto e del sole, in cui il protagonista inforca la bici e pensa soddisfatto: “Andatelo a dire come si fa a guarire dalla nevrastenia!”, L p. 9).

Nelle Aggiunte vari termini tecnici della fisica (vv. Curie, Quanti (teoria dei), Raggi

infrarossi e Raggi ultravioletti) riportano dopo la definizione la nota «(E. Fermi, 1935)».

Non è improbabile che questa firma di prestigio sia stata allegata per esaltare la qualità dei cervelli italiani, non si sa se per puro spirito patriottico o dietro richiesta del regime130. Probabilmente per ragioni analoghe è aggiunto a varie invenzioni l’avvertimento che “un italiano c’era arrivato prima”: per es. nelle vv. Dinamite («Nel 1847 l’italiano Ascanio Sobrero precedette il Nobel con la nitroglicerina»), Dinamo («Pacinotti precorse Gramme in questa invenzione», cfr. anche v. Pacinotti (anello di): «invenzione sfruttata da Gramme. Pacinotti da buon italiano è morto povero»), Macchina da scrivere («inventata da Giuseppe Ravizza da Novara (1856). Gli americani ignorano queste cose e onorano come inventori il loro Lathman-Sholes, e Remington»), Telefono («ignorato rimase il nome di Antonio Meucci, che fu lui l’inventore del telefono, e si lasciò portar via segreto e brevetto dagli americani. Morì povero!»). Ancora, fra i meriti di Pasteur c’è il fatto che, «nobile come grande, ricordava il nostro Lazzaro Spallanzani infaticato ricercatore e scopritore» (v. Microbiologia).

Cinema

Sono tante le voci relative al cinema, che compaiono per la maggior parte nell’ultima edizione e nelle Aggiunte ad essa. Nei confronti delle voci grossomodo tecniche (Cineasta, Cinedramma, Cinematografare, Cineromanzo, Dissolvenza, Film,

Filmare, Filmoteca, Film parlato, Flou, Fotogenico, Fotogramma, Fotomontaggio e Photomontage, Operatore, Perforazione, Presentare, Regia, Regisseur, Regista, Soggettista, Teatro di posa, Tempo, Vitaphone) Panzini si pone in maniera obiettiva, ma

non sempre: DM5 definisce il soggettista «chi trova argomenti (soggetti) per cinematografo (Proprio cattivi soggetti!)»; le redazioni successive eliminano la freddura tra parentesi. Ci sono poi molte vv. di costume, che documentano l’importanza del cinema per la vita dell’inizio del secolo e l’opinione -come prevedibile poco entusiasta- dell’autore al proposito. Qualche esempio:

Cinematografo: […] Costituisce insieme con la radio la gioia del 900. E si dice anche la gloria. […], Cinegiornale: giornale specializzato in questioni del cine, che insieme con lo sport tanto assorbe della vita

moderna,

130 Secondo Migliorini la sigla «vuol dire che la definizione è stata fornita al Panzini dal fisico Fermi nel 1935. Ma un lettore non pratico potrebbe attribuire al Fermi il termine o la scoperta» (B.MIGLIORINI, recensione a DM7, cit., p. 266). È molto probabile che Panzini abbia avuto occasione di avvicinare Fermi durante una riunione dell’Accademia d’Italia, secondo le modalità riferite da Zavoli (cfr. supra nota 34). Tutte le chiose «(E. Fermi, 1935)» in DM8 sono state omesse (e risultano cancellate da Migliorini nel suo esemplare di DM7 conservato all’Accademia della Crusca); per non confondere il «lettore non pratico» o per censura nei confronti dello scienziato fuggito negli Stati Uniti nel 1938?

cfr. anche Cinema «abbreviazione, dal francese, di cinematografo. Già, ma chi pronuncia

cìnema, chi cinemà, chi cinèma. Preferibile la prima pronuncia» e Cine, Cinematografaio

«si dice un po’ spregiativamente, di chi esercita l’industria del cinematografo», e gli usi metaforici registrati nelle vv. Cinematografia: «estensivamente: “Pare una cinematografia”. “La vita è una cinematografia”» e Cinematografico (Stile): «maniera di scrivere teatrale, a sbalzi, a scatti, ad effetti».

Spesso la passione per il cinema divenne una mania vera e propria; Panzini stigmatizza il fenomeno nelle vv. Divo, Divismo, Stella, Vamp, lemmatizzando i nomi propri di tanti divi (vv. Greta Garbo, Marlene Dietrich, persino Charlot e Laurel e

Hardy, protagonisti di una - a suo dire- «comicità puerile») e certi neologismi da essi

derivati:

Cinelandia: […] il fantastico paese del cinematografo, che ha per capitale Hollywood. Attrae come i

giardini della fata Morgana. Come quei giardini si dissolve (1935),

Hollywood: […] città-paradiso del cinematografo (California). (Paradiso in decadenza? 1933). Arte

americana per eccellenza, perchè fa pensar poco. Bene o male? La nostra arte occidentale ha fatto pensar troppo […],

Stella: versione del neologismo iperbolico francese étoile, nel senso di danzatrice o cantatrice o attrice in

voga. […] V’è anche il superlativo stellissima […]. Nel gergo del cinematografo, stella si dice degli alti gradi della gerarchia. […] v. Hollywood, […] e Greta Garbo, che sarebbe proprio una superstellissima (1935)131,

Rodolfo Valentino: juvenis barbatulus del cinematografo, più celebre di Cicerone, di Cesare, di Annibale.

Sollevato all’immortalità dalle donne d’America e di tutto il mondo. Fu pianto come Adone da Venere, il che dimostra l’immutabilità delle umane vicende (1928) […],

Borelleggiare: lo sdilinquire delle femminette, prendendo a modello le pose estetiche e leziose dell’attrice

bellissima Lyda Borelli. Questa a sua volta derivò della Duse132 […]. Parola oramai obliata. O quam cito

transit gloria mundi,

Gretagarbeggiare: gretagarbismo, gretagarbisti e gretagarbiste: voci effimere e scherzose, da Greta

Garbo […],

Gretine: gioco di parole per cretine. Le «tifose» per Greta Garbo […] (1931).

Giornalismo

Molte voci importanti riguardano il giornalismo e la stampa dell’epoca, che per Panzini rappresentava un ambiente di lavoro, una fonte fondamentale di lemmi, e un potentissimo mezzo di diffusione delle parole, nel bene e nel male:

la lingua usata dal giornale è di solito deplorevole, convengo; ma intanto il giornale, per la stessa sua necessità di vivere, cioè di essere comprato, inteso, letto, dev’esser chiaro e facile […]. Certo il giornalismo

131 La Dietrich, nella voce a lei dedicata, invece è “solo” una «super-diva». 132 La v. Greta Garbo dice che la svedese è «superamento di Lyda Borelli».

nostro subendo l’influsso del giornalismo francese ed inglese, etc., s’imbeve di un numero esagerato di voci e di modi stranieri: la fretta, la conoscenza, spesso incompleta, della lingua da cui si traduce e della propria, una specie di snobismo di affettare voci nuove, aumentano considerevolmente tale difetto, e sotto questo riguardo il giornalismo è uno dei più poderosi veicoli di voci e modi stranieri. Molte volte […] ho pensato quale enorme forza di penetrazione abbia una parola straniera, posta ed esempio per titolo di uno scritto, stampata a migliaia di copie, letta da più migliaia di nostri lettori!133

Nella narrativa Panzini critica piuttosto che apprezzare la stampa: ne disapprova lo stile, «quel ballo di San Vito, con la sottana piena di lustrini e di campanelle come hanno le parole dei moderni», a cui oppone il lessico sobrio e scelto del suo alter-ego di turno: «belle parole antiche, più antiche di quelle del Cesari, ma più moderne di quelle dei giornali, perché erano parole vive, ma placide»134. Neanche la scelta delle notizie lo soddisfa: spesso sono inutili pettegolezzi, tanto nel «giornale del disordine», quanto nei «giornali dell’ordine» (FV p. 807), indipendentemente dalla tendenza politica della testata.

Anche per la stampa alle voci tecniche, del gergo tipografico e giornalistico, come

Articolo, Articolista, Ballon d’essai, Corpo sei, Cronaca nera, Entrefilet (Panzini non

apprezza nemmeno l’italiano trafiletto), Fattaccio, Grassetto, Inserzione, Lettera aperta,

Menabò, Pezzo, Pubblicista, Rulli, Refuso, Revisore, Semi-pubblicità, si affiancano parole

significative dal punto di vista storico, che illustrano stili giornalistici, come il cosiddetto

Barzinismo: da Luigi Barzini che nel Corriere della Sera si rivelò al tempo della guerra russo-giapponese

(1905), corrispondente colorito, vivace, manovratore di aggettivi e di fantasia. Stile diventato maniera, e malamente imitato,

o personaggi e testate dell’epoca: sono lemmatizzati i nomi delle riviste Crònaca

bizantina, Fanfulla della domenica, Gerarchia (che deve il nome ad «uno dei principii

del fascismo»), Lacerba, Leonardo, La Lettura («emanazione del Corriere della Sera, […] sul tipo del Magazine inglese»), Nuova Antologia, Pègaso. Vengono citati anche i periodici Corriere dei Piccoli (v. Fortunello, personaggio del Corrierino medesimo),

L’Asino (v. asino è il popolo umile, paziente e bastonato, motto di quel «giornale

anticlericale e socialista illustrato»), Perseveranza (v. Capitale morale, definizione di Milano comparsa appunto sul foglio di Bonghi), fino al «giornale folkloristico» La piè (v.

Piada)135.