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Come per tutte le varianti esclusivamente formali, non si dà conto delle varianti tipografiche, interpuntive, ortografiche in quanto tali, ma esse possono comparire all’interno di brani che per altri motivi figurano in apparato.

A parte per le parole-lemma, non è registrato il fatto che alcune parole sono scritte a volte con l’iniziale maiuscola, a volte con la minuscola, a volte con l’accento, a volte senza oppure, per quanto riguarda le parole composte, separando i due membri col trattino o fondendoli in un unico vocabolo.

La veste tipografica di T è quella di 7 e non si dà conto delle seguenti varianti:

- in 8 i lemmi sono seguiti dal punto e dalla maiuscola, con rimandi ad altre voci in maiuscoletto, mentre in 1-7 i lemmi sono solitamente seguiti dai due punti e dalla minuscola, con rimandi in corsivo;

- i titoli delle voci a volte comprendono parole, spesso in corsivo (queste ultime solitamente tra parentesi), che in altre edizioni fanno parte della definizione oppure vengono omesse, ad es.

[1905] Àggio: da agio: parola italiana […],

così in 3-7; in 1«Aggio da Agio: parola italiana», in 2 «Aggio: da Agio: parola italiana»;

[1905] Année terrible (L’): l’anno terribile […],

così in 4-7, in 1: «Année terrible: anno terribile», in 2-3 «Année terrible (l’):

l’anno terribile».

Maiuscole

A parte in casi particolarmente significativi, non si dà conto del fatto che alcune parole hanno a volte l’iniziale maiuscola, altre volte la minuscola. In genere il

Dizionario Moderno tende nelle edizioni più recenti a ridurre l’uso delle iniziali

maiuscole, più o meno comprensibilmente usate in precedenza208, ad es.:

[1918] Accentramento: l’opposto di decentramento, in 3-4 «Decentramento», da 5 minuscolo;

[1905] Addobbi: [...] la Madonna di S. Luca è portata dal suo santuario nel tempio della città [...], in 1-2 «Tempio»;

[1905] Aedo: [...] il cantore della età eroica presso i greci [...], in 1-4 «Greci»;

[1905] Allo scoperto: [...] In borsa operare allo scoperto [...],

208 La stessa v. Maiùscola del DM avverte che tale uso è soggetto a «molte incertezze e varietà». Inoltre ammette che «è innegabile il fatto che della maiuscola si abusa. Lo stesso autore di questo dizionario teme dare qui cattivo esempio. Anche tipograficamente, tutte quelle grosse lettere fanno brutto vedere».

in 1-4 «Borsa»209.

Parole composte

A parte per le parole-lemma, non si dà conto del fatto che da un’edizione all’altra e all’interno della stessa edizione può variare il modo di scrivere le parole composte, italiane e straniere: con i due membri separati, oppure collegati da un trattino, oppure fusi in un unico vocabolo (soluzione preferita in 8, anche se non mancano le eccezioni, come le voci Alza-bandiera o Anti-fading di Suppl. 2 o Anti-

Europa, che compare nel 1935, invariata in 8). Ad es.:

[1935A] Anti-borghese: termine divenuto così comune da parere borghese (1935). Può essere una nemesi storica: la borghesia è dell’800, l’anti-borghesia è del 900 [...],

in 8 «Antiborghese» e «l’antiborghesia», varianti riportate in apparato;

[1927] A huit reflets: […] (I copri-capo sono in rivoluzione nel 900), in 8 «copricapo», non riportato in apparato;

[1927] Altoparlante: apparecchio usato per diffondere voci e suoni con maggiore intensità,

[5] Altoparlante:

Altoparlante:] Alto-parlante: 5>6=T

[1927] Afternoon: […], [5] Afternoon:

Afternoon:] After noon: 5>6=T

cfr. però voci come Antiaereo, Antifecondativo, Antiflogistico, fin dalla loro comparsa (rispettivamente 1918, 1927, 1905) scritte unite.

Altri termini composti italiani sono trascritti ora separando i due membri (soprattutto nelle prime edizioni), ora giustapponendoli, con o senza raddoppiamento della consonante. La parola unica tende a prevalere in 7 (come al solito con eccezioni, ad es. «a un di presso»). Esempi:

«alcun che» / «alcun chè» / «alcunchè» (v. Arcàdia, - / 2 / 3-8, v. Arcaico, 2 / - / 3- 8), «a un di presso» / «a un dipresso» / «a un dispresso» (v. Approssimativamente, 3- 8 / 1 / 2), «ben inteso» / «beninteso» (v. Beninteso, 1-2 / 3-8), «in somma» /

209 L’oscillazione fra maiuscola e minuscola riguarda tra l’altro il cognome di Gabriele D’Annunzio, citato molto di frequente dalla terza edizione in poi: fino alla quinta edizione solitamente come «D’Annunzio», dalla sesta in poi solitamente come «d’Annunzio» (cfr. voci Abbiosciarsi, Accendisigaro, Alalà, Alluminare, Amarìssimo,

Angelicale, Arcipresso, Arma la prora e salpa verso il mondo), con oscillazioni non rare

(ad es. la v. Catone ha «D’Annunzio» in 3-4, «d’Annunzio» in 2 e 5-8, le voci collegate

«insomma» (v. Bijou e bijouterie, 1-2 / 3-8), «in vece» / «invece» (v. Acròcoro, 2 / 3-7, v. Béton, 1-2 / 3-8, v. Bouffant, 1-2 / 3-8), «più tosto» / «piuttosto» (v. Comfort, 1 / 2-8), «tuttociò» / «tutto ciò» (v. Automobilismo, 1-2 / 3-8, v. Biogenìa, biogènico,

leggi biogenètiche, 2 / 3-7).

Sono continue le oscillazioni nella grafia dei termini composti con preposizioni210:

«contrasegno» / «contrassegno» (v. Bucefalo, 1-7 / 8), «sopra-nome» / «sopranome» / «soprannome» (v. Augusto personaggio, 2-3 / 5-8 / 4), «soprassalto» / «soprasalto» (v. Trasalire, 2-5 e 8 / 6-7), «sovra pone» / «sovrapone» / «sovrappone» (v. Carré, 1-2 / 7 / 3-6; 8 cambia formulazione).

Queste differenze sono registrate solo per le parole-lemma, p. es.:

[1905] Sopraciò: praefectus, sopraintedente […].

[1] Sopraciò:

Sopraciò:] Sopracciò: 1-6>T Sopra(c)ciò. 8;

[1935] Sopracìglia: […].

[7] Sopracìglia:

Sopracìglia:] Soprac(c)iglia. 8.

Come si vede, 8 oscilla a sua volta, nel mettere tra parentesi ora la prima, ora la seconda consonante.

Corsivi

Non si dà conto in apparato dei continui passaggi da tondo a corsivo e viceversa da un’edizione all’altra, visto l’uso piuttosto incoerente dei corsivi già all’interno di 7 (cfr. nota 12). Ad. es.:

[1905] Acalefo: […] Sono anche conosciuti col nome di ortiche di mare, in 1-4 «ortiche di mare»;

[1905] Acquaiòla: così in Napoli sono chiamate le donne che per le vie vendono

acqua e bibite […],

in 1 «le donne che agli angoli delle vie vendono acqua e bibite», in 2-4 «le donne che per le vie vendono acqua e bibite», solo da 5 compaiono i corsivi di 7.

È registrato in apparato il passaggio dal tondo al corsivo e viceversa solo nei rari casi in cui ciò cambia il significato del contenuto della voce, come per:

210 Panzini è consapevole di queste variazioni, spesso intervenute in 7, cfr. la v. Sopra, del 1935: «con sopra e sotto [sic!], nei composti, mi sono permessa la semplificazione della consonante discostandomi dai suoni toscani».

[1905] Bocca: nella locuzione nostra dire: concedere a mezza bocca, vale: in modo incerto, e senza affermare o negare, di mala voglia.

[1] Bocca:

nella…dire: concedere a mezza bocca] nella locuzione nostra dire, concedere a

mezza bocca 1-2>3=T.

Interpunzione

Non si dà conto delle varie modifiche subìte dall’interpunzione, della quale si nota una certa tendenza all’aumento passando da un’edizione all’altra, come ad es.:

[1905] Accantonare: term. militare, dal francese cantonner, detto degli eserciti, i quali sono ricoverati, durante il tempo di guerra, o di manovre, nelle borgate o nelle città. […],

in 1 «ricoverati, durante il tempo di guerra o di manovre nelle borgate o nelle città», in 2 «ricoverati, durante il tempo di guerra o di manovre, nelle borgate o nelle città», da 3 si aggiunge anche la virgola dopo «guerra»;

[1905] Acclimatare: […] Ora, poi, per influsso del suffisso izzare […],

in 1 non c’è nessuna virgola («Ora poi per influsso del suffisso izzare»), in 2 ce ne è una sola «Ora poi, per influsso del suffisso izzare», da 3 la punteggiatura è quella di T.

Non mancano però voci in cui la punteggiatura col tempo è ridotta, come per:

[1905] Acetilène: nome di un gas illuminante che dà una luce ottima […],

in 1-5 «nome di un gas illuminante, che dà una luce ottima», da 6 la virgola viene cassata.

A meno che non siano significativi, non sono registrati nemmeno i casi in cui Panzini omette o inserisce un punto fermo o (molto più di rado) i punti di sospensione alla fine di una citazione.

I rari casi in cui Panzini usa i punti di sospensione all’interno delle voci (come nella v. Arditi del popolo che in 4A-6 scrive «Delizia dell’Italia… medievale (1922)») si distinguono dai punti di omissione dell’apparato perché separati con uno spazio dalla parola che li segue; nell’apparato invece i tre punti seguono e precedono immediatamente la parola iniziale e quella finale del segmento che rappresentano. In un solo caso Panzini pone i punti di sospensione all’interno di una parola, nella locuzione «Testa di c…avolo» (v. Cazzàccio).

Viene considerata alla pari di una variante interpuntiva, quindi solitamente non segnalata in apparato, l’aggiunta o l’omissione della congiunzione «e» o di «etc.»/«ecc.» alla fine di un elenco211.

211 Così, p. es. nelle voci

Sono invece riportate in apparato le rarissime modifiche della punteggiatura che cambiano il significato del contenuto della voce, come ad es.

[1905] *Cabinets particuliers così francesemente, più spesso che nella versione italiana, sono chiamate certe stanzine riservate e discrete dei ristoranti alla moda ove si conviene in due o in più, di sesso diverso, comunemente per mangiare e bere senza essere disturbati. [1931] Saletta riservata.

[1] Cabinets particuliers

di sesso diverso, comunemente per] di sesso diverso comunemente, per 1-4 di sesso diverso comunemente per 5>6=T.

Inoltre, sono riportate in apparato, perché indicative dell’atteggiamento panziniano (quasi tratti soprasegmentali della voce dell’autore, con cui esprime divertimento oppure stupore, perplessità, sarcasmo…) e del suo mutare col passar del tempo, le aggiunte o le omissioni di punti interrogativi o esclamativi (talvolta più di uno), ad es. nelle voci

[1905] Anofèle: […] insetto vivente nelle regioni malariche (che non sono sempre i luoghi palustri), molto affine alla comune zanzara […].

[1] Anofèle:

palustri)] palustri!) 1>2=T;

[1918A] Affondare senza lasciar traccia: […] Frase della Guerra.

[3A] Affondare senza lasciar traccia:

Guerra.] Guerra! 3A Guerra (1918). 4>5=T;

[1923] Allòtrio: voce greca, cosa estrànea, usata da dotti germanici e da Benedetto Croce […] Secondo tale estetica, la Commedia di Dante è un romanzo teologico! Ah, segno dei tempi.

[4] Allòtrio:

teologico!] teologico!! 5-6>T.

Parentesi

Non si dà conto delle varianti che riguardano l’inserzione o l’eliminazione delle parentesi tonde o la diversa lunghezza della porzione di testo fra esse compresa. Cambiamenti del genere si verificano spesso quando il Dizionario cita le sue fonti:

[1905] Bleu: […] v. Oltremare, Bluet [1931] e Blavo. [1935] Comunque, blu è entrato nell’uso (d’Annunzio),

in 3-5 «v. Oltremare e Bluet», in 6 «v. Oltremare e Bluet. Vedi Blavo», tutte varianti non segnalate;

[1905] Effervescenza: deriva dal linguaggio della chimica, e si usa per ardore, bollore, commozione, agitazione. Secondo i puristi, questo neologismo è d’imitazione francese,

in 1 «deriva dal linguaggio della chimica, usasi». Entrambe le differenze non sono segnalate in apparato.

[1905] Andar per la maggiore: […] così spiega G. Bianchini (Motti popolari), […], in 1-4 «G. Bianchini, Motti popolari»;

[1905] Andrògino: […] scomparso» (Platone, Convito). Cfr. Anime gemelle.

[1] Andrògino:

Convito). Cfr. Anime] Convito, discorso di Aristofane. Cfr. Anime gemelle. 1-3>4=T,

in 2-3 «Platone (Convito), discorso di Aristofane».

Panzini non usa quasi mai le parentesi quadre; in questi rari casi (quasi esclusivamente nelle prime edizioni) esse vengono omesse oppure sostituite con parentesi tonde, per evitare confusioni con quelle usate dall’editore per inserire le date212. Le rarissime parentesi quadre all’interno delle parentesi tonde o che viceversa comprendono parentesi tonde vengono semplicemente omesse213.

Nell’ottava edizione Migliorini e Schiaffini mettono tra parentesi quadre le date allegate da Panzini a certe voci, che compaiono in 7 tra parentesi tonde. Questa modifica non è ovviamente registrata in apparato.

Inoltre, in 8 sono aggiunte altre date tra parentesi quadre, per segnalare l’anno di comparsa di alcune voci od osservazioni panziniane. Tali datazioni non sono riportate in apparato, in quanto si tratta di un’informazione già compresa (e spesso con dati più precisi) nelle integrazioni editoriali di T. In questa edizione dunque tutte le date fra parentesi tonde o fuori dalle parentesi sono state inserite da Panzini o (per 8) da Migliorini e Schiaffini; tutte le date fra parentesi quadre sono aggiunte dal curatore.

Altri diacritici, trattini e barre

Solo per le parole-lemma si dà conto delle varianti che riguardano la presenza o l’assenza del trattino nei prefissi o nei suffissi, come ad es. A [2] (solo in 8 A-), Àntropo (solo in 2A Àntropo-), -ismo (così in 2-7, in 1 solo Ismo). Si noti che anche in 8 compare Àntropo senza trattino e che in generale anche Migliorini e Schiaffini si regolano in modo oscillante quanto all’uso del trattino.

Per indicare l’a capo e per separare i versi Panzini usa la barra verticale (ad es. nella voce Ai pòsteri | l’ardua sentenza) o la doppia barra verticale (ad es. nella voce Caval di ferro, che in 1 distingue così i versi di Stecchetti, da 2 separati dall’a

capo). L’apparato invece indica sempre gli a capo con la barra obliqua semplice.

212 Ad es., nella voce Aigrette in 1 troviamo «[Manuzzi], Diz.» e in apparato «(Manuzzi),

Diz.»; nella voce Andare a in 2 troviamo: «I modi nostri stare per [cominciare], ora [si

incomincia]» e in apparato «I modi nostri stare per (cominciare), ora (si incomincia)»; la v. De profundis in 7 è conclusa del riferimento «[Oscar Wilde]», in T compreso fra parentesi tonde.

213 Cfr. rispettivamente le voci Stillato (lo), edd. 3-4 e Pique-nique, edd. 3-4. Nella prima il segmento di 3-4 «(Da stillare? [cfr. stillarsi il cervello], o da stile?» in apparato compare come «(Da stillare? cfr. stillarsi il cervello, o da stile?)».

Non si dà conto delle varianti che riguardano i modi con cui le varie edizioni – spesso con disomogeneità interne, anche in 8 – distinguono le diverse accezioni all’interno di un lemma o le varie locuzioni formate con la parola-lemma: un trattino, una barra verticale, due barre verticali o un semplice punto fermo. Ad es.:

[1908] Abduzione: da ab = da, e dùcere = condurre, sillogismo in cui la premessa maggiore è certa e la minore invece probabile; quindi se ne ricava una conclusione che è soltanto probabile. – In fisiologia abduzione designa quel movimento dei muscoli [...],

in 2-3 le due accezioni sono separate da una sbarretta verticale («probabile. | In fisiologia»), in 8 da un punto fermo («probabile. In fisiologia»);

[1905] Accantonare: term. militare, dal francese cantonner, detto degli eserciti, [...] è da canton = cantone, divisione territoriale francese. || Si dice anche di somme tenute in disparte per un dato uso di speculazione o previdenza [...],

così in 5-8; 3-4 non segnalano il passaggio alla seconda accezione («francese. Si dice anche»).

A volte una sbarretta verticale o un trattino non separano accezioni diverse bensì fungono da pausa accessoria che rafforza il punto fermo. Ad es.:

[1905] Alchermes: è nome del rosolio colorato col chermes. È una specie di cocciniglia […].

[1] Alchermes:

col chermes. È una specie] col Chermes. | Kermes è voce spagnuola e francese, dedotta dall’arabo; secondo altri dal sanscrito, e vale verme. È una specie 2-6 >T,

in 2-3 «Chermes. | Kermes è voce spagnuola», in 4 «Chermes. – Kermes è voce spagnuola», in 5-6 «Chermes. Kermes è voce spagnuola».

Anche in questi casi, T segue sempre la scelta tipografica di 7 ed eventuali varianti non sono segnalate.

Accenti e dieresi

Non si dà conto sistematicamente delle varianti che riguardano il modo di accentare le parole, oscillante da una edizione all’altra e all’interno di ciascuna edizione (compresa la settima). Panzini pone l’accento spesso sulle sdrucciole (come lui stesso consiglia per i casi dubbi nella v. Accento), a volte sulle parole piane o monosillabiche e non di rado col tempo lo toglie o lo aggiunge. Ad es.:

[1905] Accomandatario: colui che riceve in accomandita e sotto il cui nome va l’azienda commerciale in accomàndita: v. Accomàndita,

in 1-4 è accentata anche la prima «accomàndita»;

[1905] Ab uno disce omnes: […] L’emistìchio diventò proverbiale, in 1-6 «emistichio»;

[1905] Acne: […] termine medico […], così in 1-3 e 5-7, solo in 4 «termine mèdico»;

[1905] Ab irato: […], in 1 «Ab iràto»;

[1905] Antropismo: […] l’uomo si contrapone a tutto il resto della natura e considera se stesso come il fine voluto dalla creazione. Sinonimo di

Antropocentrismo,

in 2-3 «sè stesso ».

In T sono corretti senza segnalazione gli accenti evidentemente errati (ad es. nella v. Altimetro, in 6-7 un errato «aeronaùtica»), anche tenendo conto delle rettifiche dai curatori all’edizione postuma (p. es. la v. Begònia, in 7 Bégonia). Vengono invece riportate in apparato le differenze di accentazione interessanti per ragioni in largo senso culturali (grecismi e forestierismi, ad es.), soprattutto se coinvolgono le parole-lemma, come ad es.

[1918] Agorà: […].

[3] Agorà:

Agorà:] Àgora: 3 Agora: 4-5>6=T; [1918] Anadiomène: v. Venere Anadiomene.

[3] Anadiomène:

Anadiomène:] Anadiomène o Anadiòmene. 8.

Non si dà conto dei rari casi in cui una parola acquista o perde la dieresi, come «pioletti» (v. Candelotti) che solo in 2 è scritto «pïoletti».