“DAL REALE AL VIRTUALE”: REALIZZAZIONI MUSEALI PER IL PATRIMONIO INTANGIBILE VENEZIANO
6.1. Un excursus storico della definizione di museo
Il terzo progetto che si vuole proporre è strettamente connesso alla possibilità di candidare le conoscenze storico-tecniche legate alle imbarcazioni tradizionali veneziane alla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, tenutasi a Parigi il 17 ottobre 2003.
A parere di chi scrive, il progetto che più aiuterebbe alla candidatura di questo patrimonio intangibile sarebbe la realizzazione di un museo dedicato esclusivamente alle imbarcazioni veneziane e alle tecniche tradizionali, utilizzate per la loro costruzione.
Per capire l’importanza della creazione di un’istituzione museale, è interessante prendere in esame le parole che vengono utilizzate dall’UNESCO per definire un museo: “the term museum shall be taken to mean any permanent establishment administered in the general interest for the purpose of preserving, studying, enhancing by various means and, in particular, exhibiting to the public for its delectation and instruction, groups of objects and specimens of cultural value: artistic, historical, scientific and technological collections, botanical and zoological gardens and aquariums” (art.1 della Raccomandazione concernente i mezzi più
efficaci per rendere accessibili i musei a tutti del 15 dicembre 1960)173.
Si potrà notare come in questa definizione si dia importanza soprattutto agli oggetti e alle testimonianze materiali della civiltà di appartenenza, escludendo quindi il patrimonio intangibile, che fin dall’antichità ha dato la possibilità di costruire queste tipiche imbarcazioni lagunari, attraverso una tradizione orale tramandata per secoli. Al contrario, questo aspetto molto importante non viene tralasciato nella definizione di museo data dall’ICOM174, in cui la categoria dei beni intangibili è stata inserita nell’ottobre 2004, in occasione dell’Assemblea Generale di Seoul, aggiornando la definizione della 15^ Assemblea Generale dell’ICOM riunita a Buenos Aires il 4
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FONTE: http://portal.unesco.org/en/ev.php-
URL_ID=13063&URL_DO=DO_PRINTPAGE&URL_SECTION=201.html.
174 L’ICOM (International Council of Museums) è l’organizzazione internazionale dei musei e dei
professionisti museali. È associato all’UNESCO e gode della status di organismo consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.
novembre 1986: “il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, educazione e diletto” (art. 2 Definizioni dello Statuto dell’ICOM).175
In entrambe le definizioni, la mission espressa comprende sia delle attività primarie sia delle vere e proprie azioni operative. Quindi, da un lato si hanno due attività finalistiche relative alla tutela, intesa come “ogni attività diretta a riconoscere, conservare e proteggere i beni culturali e ambientali” (d.lgs. 112/98)176, e alla valorizzazione, che si concretizza a “migliorare le condizioni di conoscenza e di conservazione dei beni culturali e ambientali e a incrementarne la funzione” (d.lgs. 112/98). Per perseguire tali attività è necessario attivare delle azioni operative, che devono essere intraprese dall’istituzione museale: l’acquisizione, la catalogazione, il restauro e l’esposizione. Prima di tutto, l’arricchimento delle collezioni è volto a procurare al museo del materiale culturale che ne aumenti il patrimonio (d.lgs. 112/98 Capo V Beni e attività culturali, artt.148 e seguenti). Nel caso di beni artistici, architettonici, biblioteche archivi e beni demo-entoantropologici l’arricchimento può avvenire principalmente attraverso acquisizioni, donazioni e permuta. Mentre, nel caso di beni naturalistici e archeologici, oltre alle forme di acquisizione appena ricordate, se ne aggiunge un’altra molto importante: ritrovamenti e scoperte.
La catalogazione del materiale posseduto è un atto che assume una valenza prettamente scientifica. Allo stato attuale, la scheda catalografica è assai ricca d’informazioni e prevede una numerosa serie di campi. Quest’attività è regolamentata per legge dal 2004, in particolare, il Codice dei Beni Culturali prevede, all’art.17, che la catalogazione sia assicurata e coordinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con il concorso delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali. Come attività volta alla conservazione, bisogna enumerare il restauro, consistente in quelle tecniche che servono a reintegrare i particolari di un oggetto avente un certo valore storico-artistico, compromesso o deteriorato dal tempo. Infine, bisogna
175 La definizione è stata successivamente modificata anche in occasione della 18^ Assemblea
Generale dell’ICOM, all’Aja il 5 settembre 1989, nonché all’Assemblea Generale a Barcellona il 6 luglio 2001.
176 Il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n.112: Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello
ricordare l’esposizione177, intesa come processo mediante cui si allestisce uno spazio prestabilito, ordinato secondo dei rigidi criteri.
Gli obiettivi fino a qui proposti e dichiarati nella definizione dell’ICOM hanno una triplice valenza: di studio, di educazione e di diletto. In realtà, i primi due sono presenti anche nella definizione proposta dal Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004, meglio conosciuto come Codice Urbani, in cui si legge: per museo s’intende una “struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio”, tralasciando in questo caso la funzione di diletto. Quindi, il museo prima di tutto rende disponibili i beni e i materiali raccolti e conservati per permetterne lo studio da parte di esperti e di ricercatori; l’obiettivo dell’educazione si riferisce a una precisa categoria di utenti costituita in genere da tutti coloro che vivono il museo come un luogo stimolante per la crescita sia individuale sia collettiva. In realtà, visitare un’istituzione museale può creare anche diletto per i visitatori delle esposizioni permanenti e temporanee, dalle quali essi traggono motivi di passatempo e di ricreazione.
Una volta definite le caratteristiche comuni a tutti i musei, nelle pagine seguenti verrà presentato lo stato attuale del progetto per il Museo delle Imbarcazioni Tradizionali presso gli spazi di Forte Marghera e, in secondo luogo, verrà analizzata la possibilità di realizzare un vero e proprio museo virtuale. In quest’ultimo caso, si ha difficoltà nel definire questa tipologia innovativa di museo: alcuni credono che si tratti semplicemente del sito internet del museo, mentre per altri è un sito culturale completamente sganciato da ogni forma di museo reale, e, infine, per altri ancora è una visita virtuale a un museo fisicamente reale, attraverso l’uso di tecnologie 3D o di panoramiche a 360°. In questo caso specifico, quello che si ha l’intenzione di proporre è un museo completamente virtuale, che non ha legami con alcuna realtà fisica. L’intenzione più intrinseca risiede nella volontà di fare in modo che ogni singolo individuo si senta parte di un progetto comune, che abbia come mission quella di conservare e preservare la tradizione della costruzione delle barche, che fa parte della propria identità culturale, creando quel filo conduttore tra le generazioni passate, presenti e future.
177 In questo caso, sono prese in considerazione anche le esposizioni temporanee, che riguardano
oggetti di proprietà o in prestito per un periodo limitato di tempo, sempre predisposti seguendo un tema specifico.