Denim, una questione di armatura
1.3.1 Un tour nell‟anatomia del jeans
Numerosi sono gli elementi che rendono speciale il mondo del jeans, la sua storia, i suoi personaggi e le icone che lo hanno indossato, l‟evoluzione tecnica che lo accompagna nel corso del tempo e la passione e la cura dei dettagli riposti nei processi di nobilitazione del capo. Prima di addentrarsi in questi temi affascinanti è però opportuno imparare a conoscere quelle che sono le caratteristiche di base del jeans.
Nella definizione classica del capo44, il jeans rappresenta un pantalone color indaco confezionato con tessuto denim, caratterizzato da un‟armatura di saia a tre, di ordito blu e trama bianca o ècru. Normalmente riporta 12 rivetti, cuciture di colore contrastante rispetto al tessuto, dai 5 ai 7 passanti e una cerniera, che può essere a zip oppure a bottoni. Infine, molto spesso il jeans di base viene denominato “5 tasche” (“5-pocket
jean”), delle quali due sono posizionate nella parte anteriore del capo, due in quella
posteriore e una piccola coin pocket inserita nella tasca destra frontale. Tuttavia, questa non è da sempre la disposizione classica delle cinque tasche. In passato infatti, quando i jeans erano prettamente dei capi da lavoro le 5 pockets erano collocate sulla parte alta della gamba, con lo scopo di portare gli attrezzi da lavoro.
Figura 1.1: I dettagli del retro di un jeans
Fonte: http://denimhunters.com/az/detailsback
I dettagli principali della parte posteriore del capo sono 8: 1. La salpa (etichetta)
2. i bottoni bretella 3. il back cinch
4. i rivetti 5. il carrè 6. l‟arcuate 7. il left hand twill 8. l‟honeycombs
1. La salpa è il rettangolo solitamente in pelle o similpelle, posizionato vicino alla cintura nella parte posteriore destra del jeans. Ha la funzione di comunicare la marca e altre informazioni come ad esempio le taglie (W e L che indicano rispettivamente waist e lenght, ovvero circonferenza della vita e lunghezza), il nome dell‟articolo, il logo oppure altre frasi che permettano di identificare il brand. A volte vengono personalizzate ricoprendole di altri materiali.Met ad esempio, in alcuni per alcuni capi ha creato delle etichette mobili ricoperte di brillantini, che possono essere tolte e rimesse attraverso dei bottoni a pressione. Oltre a questa, molto spesso i jeans portano altre etichette e ciascuna ha una funzione diversa. Tra queste troviamo la tab e l‟hangtag. La tab è una piccola etichetta che solitamente viene cucita lungo il lato della tasca posteriore destra del capo e riporta il nome del marchio. Una delle più note è la
red tab di Levi‟s. L’hangtag è invece un cartellino mobile appeso al capo che consente
di comunicare il brand e la sua filosofia. Può essere di diverse forme, materiali e colori. Infine, un altro elemento che insieme all‟etichetta, all’hangtag e alla tab viene usato per rendere noto il marchio di un jeans è rappresentato dal flag45 che viene direttamente cucito sulla tasca posteriore. Oltre che alle etichette esterne, sui jeans sono cucine anche delle etichette interne dette anche label. Alcune possono essere inserite ancora una volta per rendere riconoscibile il marchio, altre invece sono riportate nel rispetto di leggi che impongono di comunicare informazioni quali la composizione del tessuto, il paese di origine e le informazioni per il lavaggio;
Figura 1.2: Etichetta Met
Fonte: www.metonweb.com
Figura 1.3: Etichette di Jacob Cohen
Fonte: http://www.jacobcohen.it/#/home
2. Bottoni bretella. Questi bottoni hanno la funzione di reggere le bretelle dei pantaloni e possono essere collocati nella parte interna o esterna del jeans lungo la cintura;
3. Il back cinch. In alcuni casi sul carré del jeans è riportato il back cinch. Si tratta di una fibbia che, prima dell‟ampia diffusione delle cinture, aveva il compito di restringere la larghezza della vita;
4. I rivetti. I rivetti sono degli accessori metallici applicati solitamente negli angoli delle tasche per rinforzare le cuciture oppure semplicemente con una funzione di abbellimento. Il rivetto si compone di due elementi, il maschio e la femmina uniti a pressione. I rivetti furono un‟invenzione di Jacob Davis. Molti considerano la data di nascita del jeans il 20 maggio 1873. Tuttavia è importante sottolineare che questo non è stato il giorno in cui vennero inventati i jeans, l‟invenzione fu un‟altra. Fu infatti la data in cui l‟US Patent and Trademark Office rilasciò al commerciante tedesco di San Francisco Levi Strauss e al sarto lituano del Nevada Jacob Davis l‟autorizzazione a produrre in esclusiva dei pantaloni di cotone robusto, non solo tenuti assieme dalle normali cuciture ma anche rinforzati da rivetti metallici46;
5. Il carré. Il carré è un pezzo di tessuto, solitamente con forma a V collocato nella parte posteriore del capo direttamente sotto la cintura. La forma del carré è variabile e può andare da una profondità molto accentuata fino al non esserci. Il suo ruolo all‟interno del capo è molto importante, in quanto è l‟elemento che determina la forma e
46 GUERRINI R. (2009), “Bleu de Gênes. Piccola storia universale del jeans.”, Ugo Mursia Editore
la vestibilità del pantalone. Le principali forme del carré sono47:
1) carré a V: è la forma generalmente utilizzata nei jeans e permette di dare una vestibilità più “aggressiva” al capo. Più profonda è la forma a V del carré maggiore sarà l‟incurvatura del tessuto nel retro sotto la cintura e quindi maggiormente seguirà le curve del fondoschiena;
2) carré ampio: in questo caso non si fa riferimento alla forma del carré ma alla sua altezza. La lunghezza del tessuto tra la cintura e l‟angolo della V è più grande rispetto ai carré normali. Questa particolarità consente di ottenere dei jeans che appaiono a vita bassa senza però mettere troppo in evidenza il fondoschiena;
3) carré dritto: in questo caso il carré non ha una forma a V ma è rappresentato dal un rettangolo di tessuto collocato in maniera parallela e direttamente sotto la cintura. Il risultato è un jeans che cade dritto sotto la vita e permette di conferire un risultato “blocky” alla silhouette, si ottiene quindi un capo anti-fit che non segue le curve del corpo;
4) carré invertito: si tratta di un carré con una forma a V invertita. Questo consente di dare una forma più piena al fondoschiena;
5) carré arcuato: come dice il nome stesso, il carré ha una forma a curva verso il basso. Tipicamente viene utilizzato nel jeans femminile, in quanto il suo particolare andamento segue perfettamente le curve del fondoschiena accentuandone la forma;
6) nessun carré: la decisione di non mettere nessun carré ricade perlopiù nel caso di pantaloni chino o jeans di basso peso. Questo avviene perché la forma e la vestibilità sono determinate attraverso delle pence, le quali non potrebbero essere realizzate su tessuti robusti;
6. L’arcuate. L’arcuate è la cucitura dalla forma, per l‟appunto, arcuata posta sulle tasche posteriori del jeans. Prima che Levi‟s la brevettasse nel 1943, tutti utilizzavano questa cucitura dalla forma rotondeggiante. Oggi, in alcuni casi rappresenta un segno distintivo del brand. Basti pensare alla W di Wrangler o alla S rovesciata di Lee;
7. Left hand twill. Twill significa saia, ovvero la tipologia classica di armatura
adottata per confezionare i jeans. La saia può salire verso sinistra (left hand
twill) oppure verso destra (right hand twill). Questa differenza, oltre che a
determinare un diverso orientamento della diagonale, conferisce anche una diversa “mano”, ovvero consistenza al tessuto: nel primo caso il tessuto sarà più morbido, nel secondo invece più robusto e consistente.
8. Honeycombs. Consiste in un effetto 3D creato sul retro del pantalone a livello del ginocchio. Attraverso l‟utilizzo di amido o di particolari resine è possibile riprodurre le pieghe che si vengono a formare indossando il jeans. Il risultato è un disegno a nido d‟ape.
Figura 1.4: Honeycombs
Fonte: http://denimhunters.com/az/detailsback
I dettagli principali che caratterizzano la parte frontale di un jeans sono48:
1. la coin pocket
2. i passanti
3. gli atari o whiskers (baffi)
4. la travetta
5. il tate-ochi o slubs
6. right hand twill
7. Cimosa
Figura 1.5: I dettagli della parte frontale di un jeans
Fonte: http://denimhunters.com/az/detailsfront
1. La coin pocket. La coin pocket, detta anche watch pocket, è una piccola tasca inserita all‟interno della tasca frontale destra del capo. Nonostante comparisse già negli originali Levi‟s del 1873, si diffuse perlopiù agli inizi del „900;
2. I passanti. Normalmente i jeans riportano cinque passanti, due nella parte frontale sopra le tasche, uno per ciascun lato e uno nella parte posteriore al centro. A volte le aziende per rafforzare i passanti ne inseriscono un altro invisibile all‟interno di quello più grande esterno. I passanti rappresentano uno dei dettagli che spesso viene utilizzato per rendere riconoscibile il proprio brand. In alcuni casi vengono personalizzati con brillantini o pietre, rifiniti con cuciture a contrasto o con il logo del marchio. Cycle ad esempio, per molti dei suoi capi riporta un doppio passante sopra la tasca destra e un passante logo sul fianco o sul retro.
Figura 1.6: Passante di Jacob Cohen
Figure 1.7 e 1.8: Doppio passante frontale e passante logo sul retro di Cycle
Fonte: http://www.cycleonweb.com
3. Atari/baffi. Atari è una parola giapponese molto utilizzata nel campo del denim che sta ad in indicare in via generale l‟insieme degli scolorimenti che sono effettuati sul capo. In particolare, gli scolorimenti a cui si fa riferimento sono quelli presenti lungo le cuciture, dietro e davanti le ginocchia (come per esempio quelli prodotti dalle pieghe a nido d„ape), quelli lungo le cosce oppure vicino ai passanti o alle tasche. Le due principali tipologie di scolorimento sono quelle in corrispondenza delle pieghe a nido d‟ape e i baffi (detti anche whiskers). Tralasciando i primi che abbiamo già citato nell‟analisi della parte posteriore del capo, i baffi consistono in pieghe dalla forma allungata riprodotte nell‟area vicino alla vita e al cavallo. Solitamente i pantaloni con un fit skinny riportano dei baffi sottili, allungati e dritti mentre pantaloni più larghi sono spesso caratterizzati da whiskers ampi e angolosi49;
4. Travetta. La travetta è rappresentata da una cucitura eseguita in diverse aree del capo, specialmente quelle più sottoposte allo sfregamento o comunque più esposte al danneggiamento al fine di rinforzarle. Possiamo trovare cuciture di questo tipo ad esempio nelle aperture delle tasche oppure alla base di una zip o di un‟apertura a bottoni;
Figura 1.9: La travetta
Fonte: http://denimhunters.com/az/detailsfront
49 Fonte: www.denimhunters.com
5. Tate-ochi o slubs. Il termine giapponese tate-ochi sta ad indicare delle linee verticali lungo la gamba. Spesso questo effetto viene riprodotto nei jeans vintage. I jeans prodotti con vecchi filatoi producono per loro natura delle irregolarità; con l‟evoluzione tecnologia i capi sono diventati sempre più perfetti e contestualmente hanno perso la loro originalità. Tuttavia oggi il diktat del jeans vintage richiede capi che appaiano vissuti e irregolari. Per questo motivo sono state introdotte delle tecnologie che consentano di riprodurre l‟effetto di scoloritura. Il risultato è che laddove il filo è più spesso, l‟indaco si fa più chiaro.
6. Right hand twill.
7. Cimosa. La cimosa è il bordo solitamente di colore bianco oppure bianco con una riga rossa o di altro colore di un tessuto non tagliato. Fino alla metà degli anni „50 si utilizzavano nella produzione dei jeans dei tessuti della larghezza di 29 pollici, equivalenti a circa 75 cm. Ciò non dotava i capi di un segno distintivo; oggi invece la cimosa è uno dei principali indicatori di capi di alta qualità. Questo avviene perché oggi le pezze utilizzate per la realizzazione dei jeans sono molto più ampie e quindi creare dei jeans con la cimosa è molto più costoso che produrne senza.