• Non ci sono risultati.

La valutazione testitica dei sex offenders durante il trattamento

IL TRATTAMENTO PENITENZIARIO

4.6. La valutazione testitica dei sex offenders durante il trattamento

Il trasferimento dei detenuti all’Unità avviene in seguito alla richiesta del singolo di partecipare al programma. Il Progetto, come già sopra accennato, si articola di tre fasi:

- una prima fase in cui si permette la valutazione di idoneità al trattamento, basata su valutazioni psicodiagnostiche e l’osservazione del comportamento quotidiano nei contesti dei gruppi di lavoro dei corsi principali;

- una seconda fase in cui la frequenza di tutti i gruppi diventa settimanale e alla quale si aggiungono anche altri corsi di matrice espressiva, l’educazione sessuale e la meditazione;

366

P. GIULINI – L. EMILETTI, Il trattamento intensificato nel contesto detentivo, in Buttare via la chiave?, p 77.

~ 197 ~

- una terza fase serve a rafforzare i risultati ottenuti e a preparare i partecipanti ai reparti comuni367.

In un momento iniziare di valutazione, i soggetti che ne hanno fatto richiesta si trovano ancora nella sezione protetta dell’Istituto e vengono sottoposti ad un colloquio per cogliere alcuni dati socio demografici, la posizione giuridica e la posizione individuale del soggetto rispetto al reato368.

Sono condotti dei colloqui clinici, psicodiagnostici e criminologici per la raccolta di informazioni preliminari tramite la Griglia di Valutazione della Negazione e Minimizzazione (McKibben, Dassylva, Aubut,1995). La griglia sul diniego è composta da quattro livello: i fatti relativi al delitto, la responsabilità in rapporto al reato, le

conseguenze sulla vittima e la presenza di problemi nella loro vita369.

Tale strumento razionalizza in maniera interessante il livello di negazione ed è utilizzata per fornire agli operatori dei dati rilevanti affinchè si possa valutare al meglio l’inserimento di un soggetto in un programma trattamentale. Può anche essere impiegato come unità di misura per verificare l’impatto trattamentale sulla negazione e la minimizzazione. In caso di esito positivo di questa prima fase, si procede al trasferimento del soggetto nella Sezione a custodia attenuata della Casa di Reclusione di Bollate e alla sottoscrizione del

367

C. M. XELLA, Il gruppo di comunicazione e abilità sociali nella prospettiva del

Good Lives Model, in Buttare via la chiave?, p. 129.

368

P. GIULINI – A. SCOTTI, op. cit., p. 1868.

~ 198 ~

“Patto Trattamentale”, che dà ufficialmente inizio alla fase di trattamento intensivo370.

Da qui ha inizio il vero trattamento in cui segue un periodo di tre mesi tutti dedicati all’attività di osservazione e di valutazione attraverso vari strumenti testistici. I detenuti negatori in questo primo periodo hanno l’obbligo di partecipare ad un gruppo specifico sulla negazione. Durante il progetto, i partecipanti ricevono un supporto psicologico su due ambiti: il trattamento diretto dei processi psichici e comportamentali più vicini al formarsi delle azioni violente, che prevede l’applicazione del modello comportamentista, valido soprattutto nei comportamenti compulsivi, e il trattamento psicoterapico dei funzionamenti psichici più profondi, quando il disturbo riguarda una generale deformazione della personalità strutturatasi sin dagli anni dell’infanzia371

.

L’assessment individuale diventa il momento centrale in cui il terapeuta riesce ad ottenere una descrizione valida ed esaustiva dei tratti della natura del soggetto e valutarne la trattabilità. L’attività valutativa infatti prosegue per tutta la durata del progetto e i partecipanti sono spesso sottoposti a valutazione della personalità372. Questi colloqui individuali vertono inizialmente sulla presentazione generale del sottoposto, poi ci si affida ai ricordi di infanzia per proseguire le sedute.

370

P. GIULINI – A. SCOTTI, op. cit., p. 1868.

371

M. L. FADDA, op. cit., p. 17.

~ 199 ~

Dopo i primi tre mesi di valutazione vengono selezionati i detenuti considerati in grado, per la motivazione e le risorse personali, di proseguire il trattamento. L’èquipe di medici si riunisce per capire chi può andare avanti con il trattamento: questa selezione è importante perché potrebbe succedere che i terapeutici si rendono conto che qualcuno non è in grado di affrontare la terapia in quanto risulterebbe profondamente angosciante per lo stesso, oppure può anche accadere che sia il detenuto stesso a non volersi più impegnare.

I fattori discriminanti sono soprattutto la carenza di motivazione e la negazione totale e persistente della propria responsabilità, elemento che rende impossibile un lavoro approfondito sulla personalità e pregiudica altresì la genuinità delle relazioni di gruppo. Chi non è ammesso al trattamento, o chi lo rifiuta, viene rimandato nell’Istituto di provenienza in sezione protetta373.

Gli strumenti utilizzati per l’osservazione della personalità e la valutazione della stessa sono il REVO, come sopra descritto, e il RAF (Rapporto sull’Attività Fantasmatica). Quest’ultimo consiste in un questionario in formato digitale che ogni partecipante deve compilare ogni giorno alla stessa ora. Le domande si incentrano sugli eventi stressanti, le emozioni negative collegati a essi e le fantasie sessuali; ha lo scopo di verificare l’efficacia del trattamento374

.

373

M. L. FADDA, op. cit., p. 16.

~ 200 ~

Poiché è necessario un grande sforzo psicologico e una maggiore consapevolezza, questo strumento viene utilizzato solitamente gli

ultimi mesi del trattamento375. Questo strumento crea un momento di

riflessione giornaliero per i detenuti, molti dei quali hanno riscontrato grazie a questa tecnica una presa di coscienza di aspetti del proprio

funzionamento emotivo prima sconosciuti. Inoltre fornisce

all’operatore un quadro clinico di elementi che determinano il rischio di recidiva, grazie al monitoraggio delle fantasie sessuali devianti e non, nonché dell’attività masturbatoria legata a essa376

.

Alla fine del Progetto l’èquipe svolge un confronto dei dati ante e post trattamento per ogni partecipante tramite i re-test del Test di Rorschach per valutare l’effettiva efficacia del percorso, rilevando i potenziali transiti evolutivi o le difficoltà e le disfunzioni ancora persistenti377.