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Comune di Treviglio Consiglio Comunale del 28 luglio 2010 Apertura di seduta Presidente – Zordan

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 28 luglio 2010 Apertura di seduta

Presidente – Zordan

Iniziamo con il primo punto all’ordine del giorno “Atto di indirizzo sulle farmacie comunali”. Relaziona l’Assessore al Bilancio. Il Segretario chiede di fare una precisazione.

Segretario Generale – Dott. Carbonara

Nella Conferenza Capigruppo del 2 febbraio 2010 ho relazionato in materia di obbligo di astensione del Consigliere Comunale ai sensi dell’art. 78 – comma 2 del T.U. degli enti locali, presentando un documento, allegato al verbale della Commissione Capigruppo, intitolato “Appunti del Segretario Generale sull’obbligo di astensione e uscita dall’aula del Consigliere Comunale”. Questo documento è stato poi trasmesso a tutti i Consiglieri Comunali, Capigruppo e non, non presenti alla seduta del 2 febbraio della Commissione Capigruppo. In questa relazione ho evidenziato come in base all’art. 78 – comma 2 del T.U. degli enti locali, gli amministratori locali devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado.

L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nel caso in cui sussiste una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini sino al quarto grado. Quindi al di fuori dei provvedimenti normativi e dei piani urbanistici l’obbligo di astensione scatta anche in presenza di una correlazione non immediata e non diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini sino al quarto grado.

In base al commentario breve al T.U. degli enti locali, Cavallo – Perin e Romano – Edizioni CEDAM 2006 – pag. 450, al di fuori dei provvedimenti normativi e dei piani urbanistici, il dovere di astensione vale sempre anche quando il conflitto sia solo potenziale. Questa posizione è ripresa dal Magliozzi nello status degli amministratori locali.

Si tratterebbe di una presunzione assoluta della sussistenza del conflitto di interessi, presunzione juris et de jure. In base al

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commentario breve al T.U. degli enti locali di Cavallo Perin e Romano – Edizioni CEDAM 2006 – pagg. 449 e 450, la norma in base non prevede espressamente l’obbligo degli interessati di allontanarsi dalla sala delle adunanze contenuto dalla disciplina previgente, ma unicamente che gli interessati debbano astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione.

Appare difficile negare che la presenza dell’interessato possa influenzare gli altri membri del collegio chiamati a discutere e votare in modi che è difficile pre-determinare in astratto, che potrebbero tornare anche a danno dell’interessato, ad esempio quando la sua presenza in aula fosse intesa come gesto di sfida meritevole di punizione o determinasse gli altri nel dubbio ad astenersi, conducendo l’organo alla paralisi. Modi che possono turbare il collegio, più precisamente il processo logico-valutativo alla base del procedimento collegiale – Consiglio di Stato – Sentenza n. 1291 del ‘98. Processo logico che è meglio protetto da un allontanamento dell’aula dell’interessato, che per la sua stessa fisicità rende tutti gli altri membri del collegio edotti della presenza di un interesse del componente che si è assentato.

Nulla esclude che il Regolamento di funzionamento del Consiglio possa prevedere tali doveri di allontanamento se considerato il mancato allontanamento dall’aula dell’interessato come colpa grave nel giudizio di responsabilità amministrativa con obbligo di risarcimento del danno in capo all’amministratore che, pur non partecipando a discussione e votazione, sia rimasto in aula – Conferenza dei Capigruppo – Sez.

giurisdizionale per la Campania – Sentenza n. 36 del 2000. Il dovere di astenersi dalla discussione e votazione prescinde da entità e qualità nell’interesse privato coinvolto, il quale, secondo un costante orientamento della giurisprudenza amministrativa, può consistere in una qualsiasi utilità, anche di carattere non patrimoniale – ex multis – Consiglio di Stato – Sentenza n. 755 del ‘95 – giungendo secondo alcuni a coprire gli interessi di tipo negativo, sia l’interesse che qualcun altro rimanga danneggiato dal provvedimento – Magliozzi – “Lo status degli amministratori locali”.

Il Consiglio di Stato con Sentenza del 2007 – n. 3385 ha stabilito: Le regole generali dell’Ordinamento giuridico infatti è quella che vuole che i soggetti interessati o comunque parenti ed affini entro il quarto grado di soggetti interessati, si astengano dalla partecipazione alla discussione e all’approvazione di provvedimenti che possano produrre effetti nella loro sfera giuridica, la regola che vuole l’astensione dei soggetti interessati è di carattere generale, tende ad evitare che partecipando gli stessi alla discussione e all’approvazione del provvedimenti, essi possano condizionare nel complesso la formazione

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della volontà dell’assemblea, concorrendo a determinare un assetto complessivo dello stesso provvedimento non coerente con la volontà che sarebbe scaturita senza la loro presenza.

Il Consiglio di Stato con Sentenza n. 2970 del 2008 ha stabilito: La norma in esame, l’art. 78 – comma 2 del TUEL sull’obbligo di astensione degli amministratori locali, è espressione di un obbligo generale dei membri di collegi amministrativi che si vengono a trovare in posizione di conflitto di interessi perché portatori di interessi personali, diretti o indiretti, in contrasto potenziale con l’interesse pubblico. Questo orientamento è ripreso in Consiglio di Stato – Sez. II – Sentenza n. 6486 del 18 febbraio 2004, in Consiglio di Stato – Sez. IV – Sentenza del 7 ottobre 1998 – n. 1291.

Il conflitto di interessi nei suoi termini essenziali valevoli per ciascun ramo del diritto, si individua nel contrasto tra due interessi facenti capo alla stessa persona, uno dei quali di tipo istituzionale ed un altro di tipo personale. La ratio di tale obbligo va ricondotta al principio costituzionale della imparzialità dell’azione amministrativa, sancito dell’art. 97 della Costituzione a tutela del prestigio della Pubblica Amministrazione che deve essere posta al di sopra del sospetto e costituisce regola tanto ampia, quanto insuscettibile di compressione alcuna.

Dai su esposti principi discendono i seguenti corollari: l’obbligo ricorre per il solo fatto che i membri del collegio amministrativo siano portatori di interessi divergenti rispetto a quello generale affidato alle cure dell’organo di cui fanno parte. I soggetti interessati alle deliberazioni assunte dagli organi collegiali di cui fanno parte, devono evitare di partecipare financo alla discussione, potendo condizionare nel complesso la formazione della volontà assembleare. Consiglio di Stato – Sez. IV – Sentenza 1291 del 1998.

A tutela dell’immagine dell’Amministrazione rileva anche il conflitto di interessi potenziale, come evidenziato anche dalla giurisprudenza costituzionale e civile – Corte Costituzionale 28 maggio 1975 – n. 129 – Cassazione 16 settembre 2002 – Sentenza n. 13507. Il sistema di norme e valori fin qui illustrato gioca un ruolo ancora più incisivo in ordine alle delibere degli enti locali.

Come emerge dal tenore letterale della norma e dalla sua ratio, la regola generale è che l’amministratore debba astenersi al minimo sentore di conflitto di interessi, reali o potenziali che siano. La deroga divisata per gli atti generali e normativi, oltre a non essere assoluta, perché qualora si profili il conflitto di interesse personale e comunque si ripristina l’obbligo di astensione, è da considerarsi tassativa ed

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incapace quindi di incidere sul perimetro della fattispecie, ampliandolo internamente. Consiglio di Stato – Sez. II - 26 gennaio 2005 – Sentenza n. 8525, secondo cui l’art. 78 deve essere applicato con rigore da ogni amministratore.

La regola dell’astensione del Consigliere Comunale deve trovare applicazione in tutti i casi in cui il Consigliere, per ragioni obiettive, non si trovi in posizione di assoluta serenità rispetto alle decisione da adottare di natura discrezionale. In tal senso il concetto di interesse del Consigliere alla deliberazione comprende ogni situazione di conflitto o di contrasto di situazioni personali, comportante un’attenzione della volontà verso una qualsiasi utilità che si possa ricavare dal contribuire all’adozione di una delibera – Consiglio di Stato – Sentenza 7050 – Sez. IV – 4 novembre 2003.

Il TAR Sardegna, con sentenza 1815 del 2008 – voglio essere preciso perché sono in ballo interessi fondanti – l’obbligo di astensione del titolare di un pubblico ufficio dal procedimento di adozione di atti nei quali sia interessato egli stesso od un suo prossimo congiunto, sussiste per il solo fatto che risulti portatore di interessi personali che possano trovarsi in conflitto anche solo in posizione di divergenza con quello generale affidato alle cure dell’organo di cui fa parte. La giurisprudenza è pacifica nel ritenere che regola generale dell’Ordinamento giuridico quella che vuole che i soggetti interessati o comunque parenti ed affini entro il quarto grado di soggetti interessati, sia astengano dalla partecipazione alla discussione e all’approvazione di provvedimenti che possano produrre effetti nella loro sfera giuridica.

L’obbligo di astensione fondato sui principi di legalità, imparzialità, trasparenza che devono caratterizzare l’azione amministrativa ai sensi dell’art. 97 della Costituzione, non ammette deroghe. L’obbligo di astensione per i Consiglieri Comunali che hanno un interesse anche solo potenziale nella deliberazione da assumere, comporta non solo il divieto di partecipare alla discussione e alla votazione finale, ma anche l’obbligo di allontanamento dalla seduta prima della discussione e dell’approvazione della relativa proposta di deliberazione, in quanto la presenza in aula del Consigliere interessato è potenzialmente idonea a incidere negativamente sulla serenità dei colleghi Consiglieri Comunali, sia nella fase della discussione e sia nella fase della votazione finale. In dette fasi, nelle quali deve essere salvaguardata l’assoluta imparzialità e serenità di giudizio dei componenti l’organo deliberante, la mera presenza di tale soggetto in conflitto di interessi non può che essere presuntivamente considerata quale fonte di perturbazione del processo logico-valutativo che è alla base del provvedimento collegiale.

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Nei medesimi termini – Consiglio di Stato – Sez. IV – Sentenza 4622 del 3 settembre 2001 – TAR Lombardia – Brescia – quindi il TAR che giudica delle delibere del Comune di Treviglio – 30 maggio 2006 – n.

648 – TAR Abruzzo – Pescara – 13 febbraio 2004 – n. 298 – TAR Umbre – Perugia – 19 luglio 2002 – n. 546. Si deduce che il Consigliere nella vicenda de quo, pur avendo dichiarato di volersi astenere per ragioni di parentela, tuttavia prima di allontanarsi dall’aula ha compiuto un’espressa dichiarazione di voto, si afferma ancora che egli avrebbe dovuto assentarsi sia in tutti i momenti in cui si passava a discutere questioni che lo interessavano direttamente, sia al momento del voto.

Presidente

Scusi Segretario, La ringraziamo ...

Segretario Generale ... c’era dell’altro...

Presidente

Ho visto, numerose altre sentenze, però abbiamo capito la tesi che sostiene e tutte le altre sentenze che sostengono appunto questa tesi.

Segretario Generale

C'è anche il Regolamento comunale che è molto chiaro in proposito, del funzionamento del Consiglio.

Presidente

Benissimo. Precisato questo, la conclusione è?

Segretario Generale

Il succo è che secondo me si ravvisa una ipotesi di conflitto di interesse in grado di inficiare la legittimità della proposta di deliberazione che si va ad assumere e della conseguente eventuale delibera adottata, qualora rimanesse in aula la Consigliera Comunale Patrizia Siliprandi, in qualità di contitolare di una farmacia privata sul territorio del Comune di Treviglio, posto che si stanno decidendo le sorti del 50% del mercato locale delle farmacie e la Consigliera è contitolare di circa il 17%; quindi una quota non irrilevante della fetta di mercato in materia di farmacie comunali. A mio avviso si correrebbe il rischio, con la presenza in aula della Consigliera Patrizia Siliprandi, che è contro-interessata alla

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vicenda in discussione oggi, possa impugnare la delibera ed ottenerne l’annullamento.

Presidente

Grazie. Allora chiede la parola il Sindaco e poi sentiamo la dichiarazione dell’interessata. La parola al Sig. Sindaco.

Sindaco

Buona sera a tutti, buona serata anche al pubblico presente. Volevo semplicemente dire che a noi, a me, alla Giunta, ai Consiglieri di Maggioranza, non interessa che la Consigliera Siliprandi esca perché non vogliamo conoscere il suo parere o perché riteniamo che abbia qualcosa di cosi importante da dirci da poter mettere in discussione la decisione che stasera dobbiamo prendere. Quindi saremmo per lasciarla in aula, ma non vogliamo assolutamente, perché vogliamo tutelare gli interessi dei cittadini, ma tutelare anche la dignità di questo Consiglio, di questo consesso, non vogliamo inficiare la legittimità di questa delibera e di questo nostro lavoro. Quindi credo che sia questione di rispetto per noi, ma soprattutto per i cittadini di Treviglio che hanno eletto questo Sindaco e questa Maggioranza, che si prendano le decisioni senza resistere a ciò che la legalità ci chiede di fare.

Quindi siccome proprio a noi non interessa insomma che la Consigliera resti in aula, ma ci pare di dover tutelare la legittimità di questo lavoro e della decisione che prendiamo, secondo noi nell’interesse dei cittadini, che chiediamo a tutti i capigruppo di chiedere alla Dr.ssa Siliprandi cortesemente di rendere possibile questa decisione. Ma come mai interrompe sempre la Sig.a Siliprandi... (intervento fuori microfono) Presidente

Comunque sì, poi sicuramente senz’altro...

Sindaco

Guardi, la sua maleducazione non ha confini, io stavo parlando in modo molto cortese, educato e soprattutto con tono istituzionale e Lei come sempre interviene, non dico cosa, perché il rischio è di offenderLa troppo. Comunque ripeto a noi non interessa la Sua presenza, interessa che sia salvaguardata la legittimità della seduta.

Presidente

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Bene. La parola alla Consigliera interessata.

Consigliera Siliprandi

Grazie Presidente. È un’Amministrazione un po' bulgara e poco democratica. Allora io dico che sono 17 anni che faccio il Consigliere Comunale, siedo fra i banchi dell’Opposizione e sono 17 anni, anzi 14, perché negli ultimi tre anni non abbiamo mai avuto il piacere di avere relazione riguardante l’andamento delle Farmacie comunali, questa Sindaca non ha mai ritenuto che fosse importante, nei 14 anni precedenti io mi sono sempre alzata, perché ho ritenuto da me sola poco corretto, ma questo era un mio particolare sentimento, mi sembrava non corretto entrare nella gestione essendo io farmacista, ma era un mio punto di vista personale, mi sono sempre alzata e me ne sono andata. Questo è un caso diverso. Qui non si parla di gestione, si parla di vendita di un bene dei cittadini di Treviglio, di un bene pubblico.

Io davvero sarei una cattiva Consigliera, non farei l’interesse della Città se mi alzassi e credo che io sia stata eletta proprio per fare l’interesse dei cittadini.

Quindi non si tratta di verificare una gestione, ma si tratta di decidere di una vendita di un bene di tutti. Vendita che davvero, questo lo dico con estrema serenità, tutti ritengono una scelta aberrante, di poco buon senso, ma al di là di questo io mi chiedo: c'è qui presente qualche Consigliere o qualche Assessore o parenti o affini farmacisti? Perché se cosi fosse dovrebbero uscire anche loro, mi sembra ovviamente. E poi voglio chiedere al Segretario dove si manifesta, dove si concretizza il conflitto di interesse, perché Lei Segretario me lo deve dire, dove sta il conflitto di interesse. Non si tratta qui di vendere la mia farmacia, ma si tratta di vendere un bene pubblico. Quindi Lei mi deve spiegare, prima che io decida cosa fare, dove si manifesta l’interesse privato e deve essere messo agli atti. Certamente, comunque vada, io innanzitutto decido di restare perché questo è mio compito restare e sarei davvero una cattiva Consigliera se uscissi in un momento cosi importante, perché è un momento importante, perché è una vendita sciagurata per fare una specie, l'ho visto adesso, di cose di cristallo e io lo chiamo il mausoleo della Sindaca, credo che sia davvero una scelta aberrante.

Allora è chiaro che comunque vadano le cose, mi farete accompagnare, come è vostro uso, bulgaro, mi farete accompagnare fuori dai due Vigili nel caso, perché io con le mie gambe non esco. Detto questo, poi sappiate anche che comunque chiederò l’annullamento di questa delibera, perché la ritengo nulla senza la mia presenza contro la mia volontà e quindi farò ricorso sicuramente al TAR e poi vedremo se

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anche questo andrà a finire fra le varie sentenze che Lei ha letto, Segretario. Poi certamente, e questo mi sembra che tutti lo possano capire, quando si tratta di parlare di Piano di governo del territorio o comunque di vendite di qualsiasi immobile, chiunque che abbia un terreno dovrebbe uscire da quest'aula, o anche chi è ingegnere, architetto o geometra, cosa che non è mai successa. Allora voi mi dovete spiegare come mai un farmacista può fare il Consigliere Comunale, però quando si tratta di vendere tre farmacie comunali che sono l’argenteria della Città, deve uscire e non può dire il parere proprio che poi è il parere dei cittadini, perché io qui non sono per dire il mio parere, ma per dire e trasmettere il parere dei cittadini. Quindi voi quando mi avete risposto a queste domande, poi vediamo. Comunque sappiate che io da qui non esco, mi fate trascinare fuori, come avete fatto in altre occasioni, sbagliando ovviamente, perché poi avete avuto una risposta dal Tribunale che vi ha sottolineato il vostro errore, da qui non esco e farò anche ricorso al TAR. Renderò nulla questa delibera.

Grazie.

Presidente

Il Segretario vuole fare una precisazione.

Segretario Generale

La persona Roberto Carbonara è fermamente convinta che la Consigliera Patrizia Siliprandi non abbia alcun interesse privato in questa vicenda e che le sue siano posizioni politiche limpide e cristalline. Però qui non è in gioco la persona Roberto Carbonara, che non ha alcun titolo ad esserci come persona, c'è il ruolo di Segretario Generale dell’ente, che deve muoversi per logiche di fattispecie e di previsioni generali ed astratte. Come ho evidenziato nel mio precedente sproloquio, il conflitto rileva giuridicamente e anche se solo meramente potenziale e per esemplificare la potenzialità di questo conflitto, quindi la non ascrivibilità a singole persone, va presa in considerazione, perché queste sono le regole sulle basi delle quali il diritto reputa di essere una scienza, va presa in considerazione la configurazione a livello di fattispecie teorica, non le dinamiche e le motivazioni individuali delle persone. Nell’ambito di questa potenzialità e quindi sto parlando di un’analisi e non di situazioni concrete, potrebbe avere dignità di confronto e quindi rileverebbe tutto quanto è stato detto sino ad adesso, il fatto che secondo un certo filone di pensiero, liberista o neo-liberista, il passaggio alla mano privata dalla mano pubblica di farmacie comunali potrebbe rendere queste aziende più aggressive, nel senso buono del termine, nella erosione di quote di mercato. È un’ipotesi tutta teorica, però è un’ipotesi che ci fa comprendere agevolmente come la

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fattispecie di conflitto di interessi, individuata dall’art. 78 – comma 2 del T.U. degli enti locali, ci sia tutta, a mio parere e non esplicitare questa posizione da parte mia, visto il mio ruolo in Consiglio, vorrebbe dire responsabilità del soggetto tecnico presente in Consiglio. Quanto alle altre situazioni, voglio evidenziare che il Tribunale non si è pronunciato su entrata e uscita dall'aula, non ha assolutamente detto nulla su questo e quindi non si è formato un precedente giurisprudenziale, si è pronunciato su questioni di merito.

Presidente

Ancora una precisazione.

Segretario Generale

Una precisazione generale. Innanzitutto il ruolo di Consigliere e il ruolo di Assessore va differenziato, perché è il Consiglio Comunale che si riunisce, non la Giunta. Seconda cosa, io immagino che Lei si stia riferendo a situazioni di parentela ecc., qui si può aprire una discussione su giuridicamente esistenti, altra dinamica. Perché va detto, penso che si stia riferendo all’Assessore Stucchi, il cui compagno è farmacista ospedaliero, poi è un farmacista ospedaliero che lavora al di fuori del territorio comunale, quindi è evidente che si tratta di posizioni lontane anni luce, a mio parere non sussiste alcun conflitto di interessi.

Presidente

Permettete allora un attimo. Questo Consiglio Comunale si è riunito per prendere delle decisioni, stiamo avviando un grande problema su questioni di procedura. Giustamente il Segretario dice che bisogna garantire, accertarsi che le decisioni prese siano corrette e non siano impugnabili e fa la parte del Segretario. Allora alcune considerazioni.

Vorrei che si arrivasse poi anche a una conclusione, perché se andiamo avanti a discutere sulle parentele e su problemi di questo genere, possiamo andare avanti fino a questa notte e non arriviamo a nessuna decisione, prima cosa.

Seconda cosa, io non voglio, io personalmente, in questo ruolo di Presidente, far portar nessuno dalla forza pubblica, seconda cosa.

Terza cosa, a mio avviso non sono cosi ben chiari gli argomenti per sostenere l’incompatibilità e questo è un mio parere. Da un punto di vista però di prudenza generale, proprio per evitare qualunque rischio, mi rivolgo alla Consigliera Siliprandi invitando a tener presente questa considerazione e il rischio che ne consegue. Fatte queste precisazioni poi questo Consiglio dica qualche cosa, però vi prego, andiamo avanti.

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Prego. Il Sindaco ha chiesto ai Capigruppo o al Consiglio di esprimersi.

Prego Siliprandi.

Consigliera Siliprandi

Grazie. La mia proposta è questa, vista questa ambiguità o questa interpretazione del Segretario che potrebbe anche essere presa al rovescio, perché effettivamente lui non sa l’altro 50%, le possibilità.

Sicuramente lui non mette sul tavolo anche il fatto che io sicuramente ricorro al TAR, per cui mette comunque in gioco, con questo meccanismo, la delibera che si prenderà o si andrà a prendere oggi.

Questa è la prima osservazione. La seconda osservazione è che comunque la delibera che andrete o andremmo a valutare e a votare è assolutamente priva di documentazione. Non abbiamo ...

Presidente

... qui entriamo però nel merito...

Consigliera Siliprandi

Comunque non ci sono le perizie, manca praticamente tutto e allora la mia proposta che mi sembra di buon senso è quella di rimandare tutto a settembre, in modo che lui verifichi qual è la mia posizione e avremo tutta la documentazione e potremo con grande serenità, o potrete con grande serenità arrivare a una votazione. Quindi questa è la mia proposta. Grazie.

Presidente

Allora l’invito è ai Capigruppo a esprimersi, a tutti, al Consiglio, a esprimersi su questa situazione, se ritengono che sia compatibile o incompatibile, ma questo poi è la legge che lo dice, non i Consiglieri.

Comunque sentiamo il parere dei Sigg. Consiglieri. Aveva chiesto la parola il Consigliere Riganti.

Consigliere Riganti

Mi era importante conoscere la posizione del Presidente del Consiglio, questa era essenziale e il Presidente l'ha esternata. Per la discussione la Sindaco aveva chiesto ai Capigruppo, perciò pensavo che intendesse riunire un Conferenza Capigruppo, invece dice facciamo il discorso in aula, facciamo il dibattito in aula. Bene. Chiederò e chiedo già subito una copia della relazione del Segretario, quello che ha fatto e personalmente e invito la Sig.a Stucchi a stare in aula per favore,

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perché visto che ha partecipato sempre al Consiglio di Amministrazione delle Farmacie, se Lei esce vuol dire che ha un conflitto di interesse e allora a che titolo partecipava alle conferenze del C.D.A. delle Farmacie? Grazie.

Presidente

Qualche altra considerazione da parte dei Sigg. Consiglieri su questo problema generale della incompatibilità o compatibilità? Prego, ha chiesto la parola il Consigliere Eugenio Manenti.

Consigliere Manenti

Io ritengo che la proposta fatta dalla Consigliera Siliprandi sia una proposta del tutto sensata. Qua ci troviamo, dopo che ne abbiamo discusso in Prima Commissione, dopo che l’abbiamo discusso questo argomento nella Conferenza Capigruppo, ci troviamo un argomento che è del tutto nuovo. Adesso il Segretario ci presenta una relazione di parecchie pagine, non l’abbiamo sentita neanche tutta, perché poi giustamente la lettura o ingiustamente è stata interrotta dal Presidente del Consiglio, perciò una nostra valutazione è pressoché difficile da dare. Mi pare che la proposta della Consigliera Siliprandi di approfondire il tema sulla eventuale illegittimità della delibera, sia con la presenza del Consigliere Comunale per le motivazioni addotte dal Segretario, sia con l’eventuale allontanamento, perché sarebbe assolutamente nulla se a un Consigliere Comunale presente non viene permesso di esprimere il suo pensiero e comunque di essere presente a esprimere il suo voto, ci troviamo di fronte a un dilemma. Dilemma che purtroppo Sig. Presidente compete a Lei risolverlo, cioè non compete all’aula né al voto dei Consiglieri, a noi non compete niente. È Lei che alla fine dovrà dire io sono in grado oggi di decidere, ho documentazione sufficiente per dire è legittima la presenza della Consigliera Siliprandi in aula, oppure è illegittima perché va a rischio una delibera.

Allora visto che mi pare che questo argomento anche per il Presidente, pur laureato in giurisprudenza, pur esperto di diritto, è il Sindaco, perciò un argomento cosi anch'io in tanti anni di Consiglio Comunale non mi è mai capitato di affrontarlo, penso che non sia in grado stasera di decidere. Perciò con autorità propria che ha e visto che questo è un argomento nuovo, chiedo al Presidente, in autorità, di rinviare questo punto all’ordine del giorno a un prossimo Consiglio. L’autorità ce l'ha Lei sul punto e l’argomento stasera in discussione è grosso, cioè non è un piccolo argomento pensare che un Consigliere Comunale possa o non possa rimanere in aula. Perciò la proposta del mio gruppo politico e mia

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personale è quella di non affrontare questo argomento all’ordine del giorno.

Presidente

Il Segretario vuol fare una precisazione di rilievo.

Segretario Generale

Volevo giusto evidenziare che le cose che ho detto stasera non sono una novità, perché ho diffusamente relazionato su questo specifico tema, leggendo questa stessa relazione presentata questa sera, nella Commissione Capigruppo del 2 febbraio 2010. In quella sede questa relazione è stata messa a disposizione di tutti i Capigruppo, quindi anche del Consigliere Riganti, nessun problema a trasmetterla per una seconda volta e come ho detto ad inizio relazione, dopo la Capigruppo questo materiale è stato trasmesso a tutti i Consiglieri Comunali, Capi e non, non presenti nella Commissione Capigruppo del 2 febbraio 2010.

Presidente

Ha chiesto la parola il Consigliere Gianluca Pignatelli.

Consigliere Pignatelli

Sig. Presidente, Sig. Sindaco, in realtà l’avevo chiesta precedentemente e mi ero prenotato non per raccogliere l’invito che poi è stato formulato per esprimere una valutazione sulla necessità o meno dell’allontanamento della Consigliera Siliprandi, ma perché riflettendo sulla questione della incompatibilità mi era venuto in mente se potesse esservi un profilo di incompatibilità per il Consigliere che operando presso l’ASL e svolgendo compiti di vigilanza anche sul settore farmaceutico potesse avere motivi di incompatibilità. Poi riflettendo in verità avevo concluso diversamente, quindi che non ci fosse incompatibilità, però mi piacerebbe sentire ugualmente una valutazione sul punto del Segretario.

Per ciò che riguarda la questione della Consigliera Siliprandi, la relazione che è stata letta, non integralmente dal Segretario, era una relazione nota. Era stata distribuita in effetti alla Conferenza Capigruppo e si caratterizzava, come si caratterizza per un estremo rigore e un’estrema prudenza che non può essere certo non riconosciuta. Non mi sento certo però in grado, anzi sarò più preciso, non è possibile pensare che sia il Consiglio, quindi i singoli Consiglieri a deliberare sul punto, sarà una valutazione personale della Consigliera

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Siliprandi in relazione alla sua valutazione complessiva della sua condotta a decidere se uscire o no.

Sarà Lei Presidente a valutare se è opportuno o no accompagnarla fuori dall’aula. Decisioni che entrambe, lo riconosco, non sono facili, perché nel momento in cui non fosse allontanata la Consigliera Siliprandi e fosse impugnata la delibera per questo, il Comune potrebbe aver svolto la gara, affrontato dei costi, essere chiamato anche a risarcire un danno e per i soggetti che hanno operato in questo senso, favorendo il danno ci potrebbe essere l’estremo della responsabilità erariale. Lo stesso vale ovviamente per la Consigliera Siliprandi, che decidendo di non uscire potrebbe comunque esporsi. Certo è che il Consiglio non può essere chiamato a deliberare. Se il Sindaco lo ritiene e il Presidente lo ritiene, è possibile eventualmente sospendere adesso la seduta e fare la Conferenza Capigruppo per ragionare sulla questione e tuttavia però gli elementi della discussione sono questi e sono nelle mani del Presidente e del Consigliere.

Presidente

Grazie. Il Segretario ha un chiarimento.

Segretario Generale

Mi sembra doveroso dire la mia opinione tecnica su quell’altra ipotesi di incompatibilità, secondo me non sussiste, è sufficiente per tagliare ogni testa al toro che il Funzionario ASL, che evidentemente non si occupa solo di questo settore e di questa singola procedura, per ragioni di opportunità e deontologiche non intervenga su questa procedura e tutto è a posto. Nel contesto del suo lavoro, della sua professione.

Presidente

C'è il Consigliere Scarpellino.

Consigliere Scarpellino

Grazie Presidente. Innanzitutto intendo respingere decisamente le accuse di mancanza di democrazia che puntualmente ci viene rivolta dalla Consigliera Siliprandi, ogni qualvolta il Consiglio è orientato o questa Maggioranza è orientata a prendere decisioni che siano contrarie al suo punto di vista. È un malcostume che vedo puntualmente ripetere in quest'aula e questa volta, davanti tra l'altro a persone che sono giustamente coinvolte per il loro lavoro e per il loro futuro, ritengo che fosse del tutto fuori luogo.

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Sull’argomento chiesto preciso subito che uno, non ritengo di dover a questo punto sospendere il Consiglio e convocare la Conferenza Capigruppo, siamo qui davanti a tutti e qui esprimiamo, anche come Capigruppo, i nostri pareri. Sull’incompatibilità della Consigliera Siliprandi la relazione del Segretario mi è sembrata fin troppo esaustiva e prolissa, ma opportunamente documentata e chiara. Ancor di più questa evidente incompatibilità è evidenziata dallo stesso comportamento tenuto negli anni scorsi dalla Consigliera Siliprandi, laddove addirittura sulle procedure di lotta alla zanzare tigre riteneva di uscire dall’aula perché vendeva le pastiche contro la zanzara. Quindi a maggior ragione stasera credo la sua presenza qui assolutamente inopportuna e tesa solo a creare quell’azione di rallentamento dell’azione comunale, legittima da tutti i punti di vista, perché vorrei ricordare che non è un atto fine a se stesso, ma è un atto importante per l’applicazione del nostro Bilancio di previsione, già a suo tempo approvato.

Quindi noi stasera non stiamo facendo altro che dare attuazione al nostro Bilancio di previsione. Rimandare, quindi arrivo al punto secondo, qualsiasi proposta di rinvio a settembre credo che sia un notevole danno alla Città di Treviglio per l’attuazione di quel Bilancio di previsione e alle opere che sono connesse. Per cui noi dobbiamo rispondere alla maggioranza dei trevigliesi e fino a prova contraria alla data odierna la maggioranza dei trevigliesi ha eletto questa Maggioranza.

Per quanto riguarda le altre incompatibilità non le ritengo assolutamente da prendere in considerazione. Da quello che mi risulti i componenti di coppie di fatto non fanno parte di parenti affini, laddove fosse posto il ...

mi spiace per l’Assessore Stucchi, però visto che questo Stato si ostina a non regolarizzare le coppie di fatto, a tutti gli effetti vale la legge in atto che non fa rientrare i parenti affini. Nella stessa maniera non ritengo comprensibili la presunta incompatibilità del Consigliere Dott.

Merisi per la professione che lui svolge all'interno dell’ASL. Grazie.

Presidente

Procediamo possibilmente con sintesi per arrivare poi a una conclusione. Ha chiesto la parola la Consigliera Carla Bonfichi.

Consigliera Bonfichi

Grazie Presidente. Una battuta, una semplice frase velocissima.

Concordo con quanto sostenuto dal Consigliere Pignatelli e dal

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Consigliere Scarpellino, ricordo che questa stessa relazione letta dal Segretario comunale era stata consegnata il febbraio 2010.

Immediatamente dopo è stato fatto un Consiglio Comunale nel cui argomento c’era, credo di ricordare, il referendum, o comunque un argomento delle farmacie e a quel Consiglio la Consigliera Siliprandi è entrata dopo la chiusura della discussione di quell’argomento. Tant'è che tutti i Capigruppo avevano stigmatizzato positivamente la sensibilità della Consigliera in merito a quell’argomento, ed era comunque un argomento relativo alle farmacie.

Non sono dell’opinione di accogliere la proposta della Consigliera di spostare l’argomento e sono anche preoccupata e cito testuale le parole della Consigliera Siliprandi: “Io comunque ricorro al TAR”. Io comunque significa che se sono in aula e resto in aula fino alla fine e ricorrerò al TAR e quindi è chiaro che ci sono grosse possibilità, ai sensi del ricorsi e delle sentenze già emesse, perché non è un primo caso che si verifica, ai sensi delle sentenze citate e sono citate con riferimento a questi specifici argomenti e ci sono ovviamente buone possibilità che questa delibera venga annullata e se la Consigliera esce ricorrerà comunque al TAR. Per cui io credo che a questo punto valga a mio avviso il principio di tutela di questo Consiglio e tutela della delibera e quindi chiedo al Presidente del Consiglio di invitare la Consigliera Siliprandi a lasciare l’aula. Tanto la sua dichiarazione è: io comunque ricorrerò al TAR.

Presidente

Ha chiesto la parola il Consigliere Bruno Brambilla.

Consigliere Brambilla

Grazie Presidente. Io non è che sono un esperto di diritto, però qui abbiamo due persone che sono responsabili da un punto di vista della continuazione di questo Consiglio. Il primo è il Segretario Generale che si è pronunciato in un certo modo, il secondo è il Presidente del Consiglio che deve di conseguenza operare e quindi prendere una decisione.

Per quanto mi riguarda e quindi esprimo un mio parere assolutamente personale, mi pare che stasera noi dobbiamo discutere su un indirizzo operativo, tecnico ecc., di cosa fare per una decisione già deliberata in sede di approvazione del Bilancio di previsione. In quella occasione, ma vorrei capire e ricordarmi, perché non mi ricordo bene, se la Consigliera Siliprandi è uscita o è rimasta presente, perché a questo punto non lo so, io ho detto che esprimo una posizione personale, ma non capisco

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perché non debba essere uscita l’altra volta che si è deciso di approvare un Bilancio dove veniva praticamente deciso di vendere le farmacie e stasera, dove si discute su un indirizzo di una decisione già presa, ci sia questa argomentazione così articolata. Chiedo scusa, ma mi sento di esprimere questo tipo di valutazione. Grazie.

Presidente

Inviterei a concludere eventualmente. Il Segretario vuole fare una precisazione breve.

Segretario Generale

Volevo dare la mia opinione sulla posizione del Consigliere Brambilla, rispetto alla quale ho anche un piccolo precedente giudiziario. Secondo me va tenuta ben distinta la delibera di approvazione del Bilancio, generale, astratta, dalla specifica delibera operativa sul destino delle farmacie comunali che integra una competenza specifica del Consiglio Comunale, diversa e aggiuntiva rispetto a quella dell’approvazione del Bilancio. Tra l'altro in questa materia non ricorre nemmeno la copertura prevista per la vendita degli immobili degli atti generali già assunti dal Consiglio. Mentre in materia di immobile l’atto generale congloba in sé la decisione di vendita, in materia di assetti di società partecipate c'è una competenza specifica del Consiglio da esplicitare con apposita delibera e quindi è ovvio nei documenti programmatici c'è traccia di questa previsione di scelta, ma in quella sede non era una scelta, era un’ipotesi, una previsione, un programma di scelta.

Quanto al piccolo precedente, quando ero Segretario comunale in Veneto, questa teoria ha convinto la Procura della Repubblica di Vicenza dall’escludere da abuso d’ufficio il Sindaco di uno dei Comuni in cui lavoravo, si tratta difatti nel contesto ultra-noti e ultra-pubblici, usciti su tutti i giornali possibili e immaginabili, perché il Sindaco era uscito dall’aula nella delibera di Giunta che aveva dato attuazione a certi assetti immobiliari, viceversa era rimasto in aula nella delibera di bilancio in cui questi assetti comunque erano recepiti e nella delibera di approvazione del PEG, perché altrimenti si sarebbe configurato non un obbligo di astensione specifico, quale è quello di cui stiamo discutendo stasera, ma addirittura una causa di incompatibilità, che invece non c'è ed è insussistente. Mi spiego. Se un Consigliere Comunale non può giuridicamente votare il Bilancio, fondamentalmente non può fare il Consigliere Comunale.

Presidente

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Grazie. La Consigliera Patrizia Siliprandi per una conclusione però.

Consigliera Siliprandi

Brevissima, d’altra parte non posso non rispondere. La Consigliera Bonfichi mi dice che comunque io ricorrerei al TAR. Certamente non ricorrerei al TAR se potessi esercitare il mio diritto-dovere di Consigliere Comunale. Quindi non è vero che comunque. Se io resto qui ed esercito il mio diritto-dovere di Consigliere Comunale è ovvio che non ho motivo per ricorrere al TAR. Devo anche dire che questa vendita delle farmacie comunali è incardinata a delle scelte che io trovo sciagurate della Sindaca, che sono ristrutturazione UPIM ecc. – Quindi il 50% voi mi scippate della possibilità di dare il mio parere sulla scelta di cosa farebbe dei soldi di un’eventuale vendita delle farmacie comunali. Qui non si tratta di vendita sic et simpliciter, a parte che non si tratta della mia farmacia e già lì non capisco come il Segretario possa trovare un conflitto di interessi, ma al di là di tutto scippa me e i cittadini di poter esprimere la mia valutazione su cosa fare con i soldi della vendita delle farmacie.

Tra l'altro sono nella premessa di questa delibera, non è che non ci sono, sono in questa premessa e quando io ho valutato il Bilancio di previsione c’era tale e quale la vendita delle farmacie, come dice qualcuno. Allora per coerenza voi avreste dovuto chiedermi di uscire, cosi come avreste dovuto dirmi ma lei cosa ci fa in un comitato per il referendum? Tutte cose che non avete mai detto. In realtà la verità è che io non ho conflitti di interessi, non c'è un interesse privato e questo voi me lo dovete spiegare o lo dovrete spiegare, nel caso, al TAR.

Grazie.

Presidente

Allora non essendoci più richieste, come giustamente deve essere, c'è stata una proposta concreta e cioè quella di votare l’eventuale rinvio dell’argomento a questo autunno. Questa è una proposta fatta nel corso della seduta, riguarda l’organizzazione della seduta, chiedo che i Consiglieri si esprimano su questa proposta, la proposta cioè di rinviare questo argomento in maniera che sia più documentato e siano chiariti eventuali incompatibilità al prossimo Consiglio Comunale. Questa è la proposta. La votazione elettronica. Una precisazione sull’argomento intanto che imposta. Prego. La parola all’Avv. Manenti.

Consigliere Manenti

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Presidente io assolutamente per le motivazioni che ha espresso l’Avv.

Pignatelli non parteciperò a questo voto, cioè non è delegabile al Consiglio Comunale. Se surrettiziamente noi decidiamo il rinvio, se l’aula dovesse decidere di andare avanti, bisognerebbe comunque prendere una decisione se è compatibile o meno la presenza stasera della Dr.ssa Siliprandi. La mia richiesta, come mi pare anche la richiesta prima formulata dal collega Pignatelli, era a questo punto la partita si gioca fra il Presidente del Consiglio e la Dr.ssa Siliprandi. La Dr.ssa Siliprandi è stata chiara, io dall’aula non esco, se vuole mi fa accompagnare fuori, io non esco perché ritengo che sia legittima la delibera.

La richiesta che facevamo noi era di approfondire il tema, perché è vero che il Segretario ci ha distribuito in quella famosa seduta dei Capigruppo, ma quello che noi chiedevamo è il finale, perché una questione è la legge e una questione è l’applicazione della legge. La legge è un articolo e il processo sono 25.000 pagine. Allora a noi interessavano le pagine della motivazione. Visto che la parte della motivazione specifica rapportata alla Dr.ssa Siliprandi alla fine si dice che la Dr.ssa Siliprandi, secondo il suo conteggio, perché non so se è veritiero, secondo me sballato anche quello, è il 17% del patrimonio farmaceutico della Città di Treviglio è di proprietà della Dr.ssa Siliprandi, andando in media del 50% del patrimonio farmaceutico, la Siliprandi è incompatibile. Questo è in concetto finale al di fuori di ogni argomentazione giuridica.

A mio parere non c'è nessuna incompatibilità, perché allora uno potrebbe dire l’Avv. Manenti ha 10 milioni di Euro, può partecipare all’asta, non è che solo i farmacisti possono partecipare all’asta. Ha più possibilità di partecipare all’asta di uno che non ha neanche una lira.

Perciò come è infondata questa tesi, sarebbe a mio parere infondata anche l’altra. Ma visto che la decisione compete al Presidente e alla Dr.ssa Siliprandi, io non partecipo a un voto dove in un modo surrettizio si dica ma alla fine l'ha deciso il Consiglio di andare avanti. No, io come Consigliere non lo decido. Io come Consigliere dico che stasera c'è questo ordine del giorno, a mio modo di vedere all'inizio della seduta è stato sollevato un problema che è un macigno, un macigno non affrontato nei Capigruppo, non la relazione, questo argomento specifico non è stato affrontato, io dico che non sono in grado di dire se è compatibile o non è compatibile. E porre a rischio una delibera che andiamo avanti e magari abbiamo la decisione fra un anno del TAR e ci annulla tutto, mi pare che un approfondimento da parte del Presidente, anche secondo la sua responsabilità, secondo me è dovuta e la decisione compete al Presidente, non compete a noi.

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Presidente

Allora il Presidente prende la decisione di mettere in votazione il rinvio a questo autunno, perché è stato formalmente chiesto da un Consigliere. A un certo momento dico no, non dovevi chiederlo? Allora si mette in votazione il rinvio o meno. Presa questa decisione, se si rinvia a settembre andiamo a casa, se non si rinvia a settembre intendo seguire questa strada... (intervento in sottofondo) Allora io decido che non si rinvia a settembre, primo. Visto che non volete votare non si rinvia a settembre, prima cosa. Che sia chiaro, li elenco 1.2.3 perché sia ben chiaro a tutti.

Primo, non si rinvia a settembre. Secondo, di fronte a una considerazione fatta dal Segretario, nel dubbio, in dubbio astine, chiedo alla Consigliera Siliprandi, di fronte a una insicurezza su questa cosa, di lasciare l’aula. La Consigliera Siliprandi non lascia l’aula, non la farò accompagnare fuori assolutamente e si assumerà le responsabilità di restare. Questa è la procedura che intendo seguire io. È chiaro? Il Sig.

Sindaco ha chiesto la parola.

Sindaco

Mi sembra davvero grave quello che sta succedendo, perché secondo me democrazia significa rispetto di norme e funzioni. Allora è vero che le norme sono interpretabili, però dentro un Consiglio Comunale ci sono funzioni che hanno ruoli e hanno ruoli decisionali e quindi io credo che questo rispetto ci debba essere. Fuori dalle norme non c'è democrazia, c'è arroganza, c'è violenza. Se noi stiamo nelle norme abbiamo democrazia. Allora io sono per l’assoluta legalità e quindi ritengo che tutto ciò che il nostro Segretario ha detto abbia delle basi, ma non mi interessa che esca la Consigliera Siliprandi, mi spiace che sottovaluti cosi tanto i suoi Consiglieri di Minoranza e che solo lei abbia quella verità da dire in quest'aula che altri non hanno da dire. Si considera sempre il centro del mondo, il rappresentante dei cittadini, paladina della democrazia, la ragione è sempre dalla sua parte. Ma come fa a essere cosi piena di se stessa?

Dopodiché, Sig.a Siliprandi, i Consiglieri Architetti, i Consiglieri Avvocati, sono sempre usciti da quest'aula quando hanno trattato interessi di loro clienti. Di loro clienti e io ringrazio Riganti e io ringrazio Pignatelli e ringrazio tutti coloro che adesso non ricordo, che questo hanno fatto. Correttamente. Sig.a Siliprandi, quello che deve dire Lei lo possono dire benissimo i suoi colleghi. Non ci interessa a noi tenerla in aula, vogliamo solo la possibilità che un organo decisionale come il Consiglio possa legittimamente decidere, senza che una persona

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presente, del tutto individualisticamente, decida per un consesso, per un collegio. È questione se non di legalità, di opportunità.

Io guardi arrossisco per Lei, perché coi grossi interessi che ha nel mercato delle farmacie, non avrebbe dovuto neanche comparire in quest'aula fino al secondo punto. I cittadini lo sanno che Lei ha questi interessi nella democrazia, io non sono paladina dei cittadini, ma Lei che si fa paladina dei cittadini deve sapere che non apprezzano che un Consigliere Comunale, come vediamo tante volte in televisione in questi giorni, non si renda conto del grosso conflitto di interessi che ha e voglia stare presente anche dove là i Suoi interessi sono grossissimi. Mi spiace che non arrossisca, perché io davvero tremo di fronte a persone come Lei che non arrossiscano per i propri interessi personali.

Presidente

Ma nooo, ah Signur cosa tiri fuori? Arrossire o non arrossire! Cosa serve? Come? (interventi in aula) Infatti mi pare che stia proprio scadendo, chiedo che si faccia un po' appello al buon senso. La forzatura... per cui di fronte alle considerazioni fatte, fatte dal Segretario che si assume la responsabilità di dire che c'è... io chiedo alla Consigliera Siliprandi, per una questione di prudenza, di lasciare andare avanti il Consiglio. La Consigliera Siliprandi non ritiene opportuno, resta, non faccio allontanare nessuno con la forza. Per opportunità è chiaro che non è...

Sindaco

È chiaro che a me non interessa che resti in aula la Sig.a Siliprandi, ma io se la delibera sarà impugnata e quindi non sarà legittima, riterrò responsabili del danno sia la Consigliera Siliprandi che il Presidente del Consiglio.

Presidente

Il Consigliere Riganti Enzo, però poi invito a procedere.

Consigliere Riganti

Infatti Presidente per procedere con un altro clima, forse sarebbe meglio che i Capigruppo si riuniscano 10 minuti, oppure ci sia una sospensione di dieci minuti e raffreddare un momentino l’aula. Veda Lei Sig. Presidente.

Presidente

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C'è la proposta di fare una riunione dei Capigruppo... hei, è stata fatta la proposta! E allora sto dicendo proprio quello.

Va bene, di sospendere per dieci minuti per respirare un attimo e tranquillizzare gli animi. Sospensione. Il Consiglio è d'accordo su questa sospensione? Per favore, per acclamazione per favore – va bene che stiamo arrivando un po' al ridicolo – per acclamazione chiedo che si esprimano coloro che intendono chiedere la sospensione, si esprimano per la sospensione. Chi è per la sospensione, alzi la mano.

Sette. Chi è invece per continuare i lavori? Dieci. Chi si astiene? Due astenuti, Merisi e Gatti. Bene, allora il Consiglio si è espresso, si proceda.

Torniamo all’argomento principale. Secondo me no, l’Assessore non deve uscire, anzi relaziona. Prego Assessore.

Assessore Stucchi

Buona sera a tutti. Siamo qui per deliberare un atto di indirizzo sulle modalità di cessione delle farmacie comunali, non siamo in una fase di delibera di aspetti tecnici che spettano poi ai tecnici una volta trasmessa la delibera del Consiglio Comunale. Riprendiamo il discorso fatto in sede di approvazione del Bilancio di previsione, approvato da questo Consiglio Comunale il 24 del tre del 2010, nel quale si è previsto di finanziare con alienazioni numerose opere pubbliche ritenute essenziali ed urgenti, tra le quali la ristrutturazione o riconversione del Palazzo ex UPIM, la realizzazione della pista ciclabile di via Brignano, l’ampliamento del centro diurno integrato per anziani, la ristrutturazione straordinaria degli alloggi comunali di edilizia popolare e la ristrutturazione/conversione del Palazzo ex Caserma austroungarica.

Si precisa che la gestione delle farmacie di cui il Comune detiene la titolarità avviene nel rispetto delle disposizioni dell’art. 9 della Legge 475 del 1958, a mezzo di società per azioni, denominata Igea S.p.A., che è interamente partecipata da questo Comune ed a cui ha attribuito anche l’esercizio di una para-farmacia istituita con delibera del Consiglio di Amministrazione di Igea S.p.A. il 23.03.2009 ed operativa a partire dal 2009 nella frazione Geromina.

La Società Igea S.p.A., oltre alla gestione delle farmacie di cui è titolare il Comune di Treviglio e della parafarmacia, opera nel ramo dei servizi sociali, assistenza anziani, interventi per assicurare il diritto allo studio a studenti disabili, interventi di supporto al trasporto scolastico, gestione centro diurno e idrochinesiterapia. La scelta di avvalersi per la gestione delle farmacie di cui il Comune di Treviglio è titolare a mezzo di una società di capitali interamente partecipata, determina

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l’immobilizzo di importanti risorse finanziarie che potrebbero essere funzionali alla realizzazione delle opere che sono state citate.

Si precisa anche che il servizio di gestione della farmacia ha natura di attività a rilevanza commerciale, come anche è stato suffragato recentemente da un’autorevole giurisprudenza, tra cui è possibile richiamare uno stralcio del parere n. 196 del 2009 della Corte dei Conti – Sez. regionale di controllo per la Lombardia, in cui si evidenzia che è oggi pacifico che il farmacista sia imprenditore commerciale, sia perché qualificato per legge come professionista intellettuale, sia perché oggetto prevalente dell’attività del farmacista sono i rapporti di compravendita e cioè la vendita al pubblico di prodotti farmaceutici acquistati sul mercato.

Si precisa inoltre che la gestione del servizio di farmacia nel territorio comunale rappresenta un’attività di cui dal punto di vista delle ripercussioni economiche sugli utenti ed è ampia garanzia circa l’operatività dei meccanismi di mercato e della concorrenza, in quanto sono presenti, oltre alle tre farmacie di cui è titolare il Comune, altre tre farmacie private. Mentre dal punto di vista della tutela dei bisogni della collettività l’attività farmaceutica, a prescindere che sia erogata attraverso farmacie comunali o farmacie private, è attivata attraverso il convenzionamento obbligatorio con le ASL, in virtù del quale le farmacie costituiscono strutture incardinate nel sistema sanitario nazionale, impegnate a perseguire obiettivi di assistenza sanitaria.

I commi 27 e 28 dell’art. 3 della Legge 244 del 2007, nel disporre a carico degli enti pubblici una ricognizione obbligatoria dei rapporti in essere con le società partecipate, richiedono l’assunzione di interventi in grado di tutelare prioritariamente gli interventi della concorrenza e di meccanismi di mercato. Il ricorso all’autonoma iniziativa privata per garantire lo svolgimento di attività di interessi generali quali l’assistenza farmaceutica, è un intervento coerente con il principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione, di cui si riporta l’ultimo comma:

Stato – regioni – città metropolitane, provincie e comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.

I continui interventi di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, correlati al rispetto dei parametri inerenti al patto di stabilità ed alla crescita di matrice comunitaria, penalizzano il ricorso all’indebitamento per finanziare nuovi investimenti a favore della collettività, mentre rendono favorevoli le misure di dismissione di beni patrimoniali non strategici, al fine di reperire nuove risorse finanziarie da destinare all’abbattimento del debito o all’attivazione di investimenti prioritari per la collettività amministrata.

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Ricordo che le recenti disposizioni del comma 32 dell’art. 14 del D.L. 78 del 2010, avente per oggetto “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, introducono misure fortemente restrittive alla partecipazione dei Comuni con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti, a società di capitali, arrivando a prefigurare il divieto di costituire nuove società e l’obbligo di dismissione, tramite cessione o liquidazione delle quote societarie già detenute. Considerando che dal punto di vista del rapporto rischi/benefici la scelta di procedere alla cessione della titolarità delle farmacie consente di evitare che l’ente prosegua nell’assumersi direttamente il rischio imprenditoriale, delegando ai meccanismi di mercato ed alla concorrenza tra una pluralità di imprenditori l’obiettivo di garantire alla collettività un’offerta farmaceutica economicamente vantaggiosa e qualificata professionalmente.

Consente inoltre di beneficiare di importanti risorse finanziarie da destinare al finanziamento di investimenti strategici per la collettività amministrata ed il territorio, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica ed in particolare quelli inerenti al saldo obiettivo del patto di stabilità.

Consente inoltre di formulare uno specifico indirizzo affinché nella procedura di cessione dei rami di azienda – farmacie di Igea S.p.A. – conseguente alla decisione di questo ente di procedere alla cessione della titolarità delle farmacie, venga posta la massima cura nella salvaguardia dei diritti del personale impiegato nei suddetti rami d’azienda.

Si precisa e si sottolinea, come già detto in precedenza, che il comma 32 dell’art. 14 del D.L. 78 del 2010, impongono la dismissione delle società di capitali detenute dai Comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti entro il 31.12.2010, salvo che le stesse non risultino partecipate, in misura proporzionale al numero di abitanti, o in misura paritetica da più Comuni con una popolazione complessiva che superi i 30.000 abitanti e considerato che il trasferimento della titolarità delle farmacie a tutti gli effetti di legge non è ritenuto valido se assieme al diritto di esercizio della farmacia non venga trasferita anche l’azienda commerciale che vi è connessa, pena la decadenza e tenuto conto delle disposizioni del contratto-quadro che regolamenta i rapporti tra il Comune di Treviglio e Igea S.p.A. per la gestione delle farmacie comunali, di cui è titolare lo stesso Comune, approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 35 del 2003 e stipulato poi in data primo luglio 2005, non è stata definita una durata predeterminata dell’affidamento, ma al punto 12 delle premesse del suddetto contratto di servizio è stato precisato che in diritto l’affidamento dei servizi pubblici locali in esame, è pari in generale alla durata del soggetto gestore, cosi come previsto

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dal vigente Statuto e in particolare alla durata degli affidamenti diretti, previsto dalle leggi di settore, a cui i servizi pubblici locali di rilevanza industriale eventualmente ricompresi nello Statuto della società stessa.

Tenuto conto che la perizia di stima che era stata effettuata ai sensi delle disposizioni del comma 3 dell’art. 115 del D.L. 267 del 2000, a seguito della trasformazione dell’Azienda Farmaceutica comunale di Treviglio, Igea S.p.A. aveva determinato un valore di avviamento complessivo pari a 7.297.000 Euro e che l’Igea S.p.A., a fronte di questa perizia, aveva iscritto nel proprio bilancio, a partire dall’esercizio 2004, un valore di avviamento determinato secondo criteri di prudenza, pari a 3.240.000 Euro, importo inferiore al 50% del valore determinato con la perizia seguita alla trasformazione dell’Azienda Speciale. Si tratta di arrivare ad una risoluzione di una parte del contratto, ai sensi del comma 4 dell’art. 31, che cita precisamente che il presente contratto di servizio potrà essere oggetto di integrazioni, variazioni e modifiche, previo accordo tra le parti, cosi come potrà essere integralmente sostituito. La parte che intende attivare quanto sopra, proporrà ciò all’altra, motivandone i contenuti, evidenziandone i benefici per la collettività e apprezzandone gli aspetti di economicità, efficacia ed efficienza, precisandone i tempi di attivazione suggeriti e quant'altro ritenuto opportuno per un’esaustiva comprensione della proposta.

In questo senso si propone di deliberare innanzitutto l’alienazione delle farmacie comunali tramite asta pubblica, ai sensi delle disposizioni di legge, quindi la farmacia comunale 1, comunale 2 e comunale 3. Si chiede di deliberare l’autorizzazione all’attivazione delle procedure per la ridefinizione dei rapporti tra il Comune di Treviglio ed Igea S.p.A., ai sensi delle disposizioni di cui al comma 4 dell’art. 31 del contratto di servizio in essere tra questo ente e la Società partecipata, a seguito della decisione di vendere appunto le farmacie. Si chiede di deliberare invitando gli amministratori di Igea S.p.A., in conseguenza della decisione del Comune di Treviglio, di cedere la titolarità delle proprie farmacie, a formalizzare con questo ente la ridefinizione degli accordi con il Comune di Treviglio, ai sensi del comma 4 dell’art. 31 e di avviare le procedure per la cessione dei rami di azienda dedicati alla gestione del servizio farmaceutico e para-famaceutico. A questo scopo la copia della presente deliberazione verrà trasmessa agli stessi amministratori di Igea.

Si chiede inoltre di deliberare il rinvio a successiva deliberazione del Consiglio Comunale, da assumersi entro il termine del corrente anno, la definizione degli indirizzi circa la prospettiva futura di Igea, tenuto conto degli adempimenti di cui ai commi 27 e 29 dell’art. 3 della Legge 244 del 2007, delle disposizioni di cui al comma 32 dell’art. 14 del D.L. 78

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del 2010, nonché dell’emanato Regolamento di attuazione dell’art.

23/bis del D.L. 112, convertito in legge con la Legge 133 del 2008, integrato con la Legge 166 del 2009.

Si chiede di rinviare altresì a successiva delibera del Consiglio Comunale, una volta espletata la cessione delle farmacie comunali, l’approvazione di un nuovo contratto di servizio tra Comune ed Igea S.p.A. per regolamentare gli aspetti di gestione delle attività sociali. Si chiede inoltre di formulare i seguenti indirizzi operativi di massima che dovranno essere recepiti nella procedura di gara, cioè che la sommatoria dei prezzi a base d’asta delle singole farmacie, esclusi i valori dei rami d’azienda commerciali, intesi come beni materiali e magazzino, che verranno ceduti da Igea S.p.A., non dovrà essere inferiore ad otto milioni di Euro, fatta salva un’eventuale rettifica al rialzo, a seguito del recepimento da parte della Giunta Comunale della perizia di stima aggiornata in base alle risultanze contabili del primo semestre 2010.

Preciso e magari va inserito tra parentesi, quando si dice esclusi i valori dei rami di azienda commerciali, tra parentesi intesi come beni strumentali e magazzino. Inoltre, in aggiunta al prezzo di aggiudicazione i futuri acquirenti dovranno corrispondere a Igea il valore dell’azienda acquisita, sempre intesi come beni strumentali e magazzino, riconoscendo un corrispettivo non inferiore alle risultanze di bilancio per quanto riguarda i beni immobili e arredi e alle voci di magazzino che verrà determinato in contraddittorio.

Si delibera anche di regolamentare i rapporti finanziari tra Comune di Treviglio ed Igea S.p.A., alla quale società dovrà essere riconosciuta una quota del prezzo di aggiudicazione della titolarità delle farmacie nell’ambito degli accordi di cui al comma 4 dell’art. 31 del contratto di servizio, in quanto quadro in essere tra ente e società partecipata, nel rispetto dei riflessi economici patrimoniali e fiscali dell’operazione su entrambe le parti eccedenti, secondo logiche di estrema prudenza in tutte le direzioni possibili. Poiché i due nodi cruciali di tutta l’operazione sono la determinazione della ripartizione e dell’avviamento tra quanto vale la titolarità e quanto vale l’azienda, quindi la quota da riconoscere ad Igea e la quota da riconoscere al Comune nell’ambito di questa vendita, sempre nell’ottica di logica di estrema prudenza in tutte le direzioni possibili, è stato attivato un tavolo di discussione tra il Collegio Sindacale di Igea, I Revisori dei conti del Comune, il Commercialista di Igea, i Segretario comunale, il Dott. Cervadoro e il Consiglio di Amministrazione che verrà nominato, per valutare analiticamente, nell’ottica della prudenza e di estrema legalità, tutti gli aspetti dell’operazione.

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L’altro nodo cruciale è quello legato ai dipendenti e per questo è stato attivato anche qui un tavolo di confronto con i sindacati e domani alle tre ci sarà un incontro che è stato fissato. Sempre in questo indirizzo si richiede appunto di procedere, riconoscendo il diritto di prelazione ai dipendenti della farmacia in possesso dei requisiti di legge, cosi come previsto dalla normativa, si richiede di dare l’indirizzo di mantenere nel trattamento ad oggi di godimento ai dipendenti in servizio presso la farmacie e relativa conferma dei contratti individuali e di lavoro attualmente in essere e di individuare specifici meccanismi finalizzati a garantire l’attuale distribuzione territoriale delle farmacie ed il medesimo standard in termini di copertura oraria del servizio, con specifico riferimento al servizio notturno.

Si chiede inoltre di deliberare, dando mandato ai Dirigenti ed ai Responsabili della struttura comunale competenti in materia, che nel rispetto delle reciproche prerogative ed obblighi, sia dia attuazione a quanto deliberato ai punti precedenti, sviluppando ed approvando i relativi atti e si chiede inoltre di deliberare l’immediata eseguibilità della delibera. Se il Sindaco che è uscito, o se il Dott. Cervadoro vuole chiarire qualche cosa, io lascerei spazio alla discussione e siamo qui per chiarire.

Presidente

Prima c'è una comunicazione, però il Dott. Cervadoro se vuole, se ritiene di integrare con qualche precisazione... eventualmente se ci saranno richieste successivamente potranno essere fatte al Dott.

Cervadoro. Nella riunione dei Capigruppo era stata avanzata dalle Minoranze la richiesta di sentire la relazione sulla gestione delle farmacie da parte del Presidente uscente William Colombo. L’invito è stato presentato e il Dott. Colombo mi ha risposto in data 24 luglio quanto segue:

Con la presente sono a comunicarLe che a causa di impegni assunti precedentemente, nella settimana dal 25 luglio al primo agosto non sarò presente a Treviglio. Con rammarico, pur comprendendo l’importanza dell’argomento in discussione, sono costretto a declinare l’invito rivoltomi per l’audizione. A disposizione per eventuali chiarimenti, colgo l’occasione per ringraziare il Consiglio Comunale per l’invito rivoltomi.

Distinti saluti.

Per precisarlo, perché era stato richiesto. Il Sindaco vuole fare qualche precisazione? Abbiamo qui con noi il Dott. Robbiano dello Studio

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