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Comune di Treviglio Consiglio Comunale del 29 marzo 2011 Apertura di seduta Presidente

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 29 marzo 2011 Apertura di seduta

Presidente

Buona sera a tutti. Iniziamo questo Consiglio Comunale con l’appello di rito.

Segretario Generale – Appello nominale Presidente

È presente il numero legale, possiamo iniziare. Prima di porre mano all’ordine del giorno, abbiamo qui tra noi il Sig. Carlo Bonacina che è qui presente e che era stato individuato dalla Commissione come assegnatario del Premio Madonna delle Lacrime per il 2011. Però alla cerimonia tradizionale del 28 febbraio era assente, perché era in Senegal, nella città di Joal Fadiout, dove segue la parrocchia là ed è impegnato a volte in servizio in quella zona. Ritornato, il Sindaco vuole riconoscerlo oggi e consegnarli detto riconoscimento.

Sindaco

Il premio l’aveva ritirato il cognato, però avevo detto appunto alla persona presente che al ritorno il Sig. Carlo Bonacina si mettesse in contatto con noi, perché ha avuto un premio dalla comunità e l’occasione che la comunità si riunisca di nuovo non c'è, ma almeno ci sarà appunto questo riconoscimento, fatto dal Consiglio Comunale.

Quindi io leggo la motivazione e poi darò la parola al Sig. Bonacina.

Carlo Bonacina il suo tempo libero è tutto dedicato alla Chiesa di San Rocco come Sagrestano volontario, animatore di numerose iniziative e attento a tutte le esigenze, sia della struttura che di numerosi ammalati che costantemente visita e segue. Non esiste un’Associazione della Chiesa di San Rocco, ma è come se esistesse. Grazie a Carlo Bonacina.

Io farei un applauso e direi che chi ce l'ha segnalato non ha segnalato l’opera di questo nostro concittadino in Senegal. Adesso in poche parole me l'ha un pochino riassunta, io darei la parola al Sig. Bonacina che ci dice anche di questa sua esperienza in Senegal, in questa città

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che è a 100 km. a sud di Dakar, brevemente e poi lo salutiamo e facciamo il Consiglio Comunale.

Sig. Carlo Bonacina

Innanzitutto vorrei porgere il saluto al Sig. Sindaco, al Consiglio Comunale e a quanti altri sono presenti, un saluto che in voi desidero allargare a tutta la comunità civile di Treviglio. Ho risposto volentieri all’invito del Sindaco ad essere presente stasera, perché mi sembra anche doveroso. Doveroso per quali sono state le parole di affetto e di gratitudine, di considerazione che sono state fatte verso la mia umile persona e sinceramente non mi sarei mai aspettato di ricevere un giorno un premio simile, anche se non posso nascondere una grande soddisfazione. Dico che non mi sarei mai aspettato, perché io penso di non fare nulla di eccezionale. Io sono un povero mortale, uno come tutti voi, uno che cammina per strada ogni giorno e che non fa altro che rendersi un po' prossimo al prossimo, ascoltando un pochino quelle che sono le diverse vicissitudine della nostra misera esistenza e quello di affiancare chi ha bisogno, di rispondere a chi ha bisogno di essere ascoltato, o di dare qualcosa a colui che scende dal treno e che ti si avvicina alla Chiesa di San Rocco, che può essere una colazione, ma tante volte può essere anche una parola amica. E di questo voglio ringraziare tutto quel quartiere, quella gente di Treviglio che opera in quella zona e che veramente è pronta a rispondere e a condividere ad ogni momento di necessità e di richiesta, qualsiasi siano queste richieste.

La grande soddisfazione perché? Perché vedo in questo premio un grande mezzo per me, non è poco. Come diceva il Sig. Sindaco da dieci anni opero come volontario in terra senegalese, in questo villaggio, Joal Fadiout di 12.000 abitanti, a stretto contatto con la comunità cattolica locale indigena. Al mattino mi trasferisco all’asilo, opero con le Suore, alla scuola elementare, al pomeriggio o spesso anche di mattina, a seconda delle necessità, opero nel settore sanitario, cercando di rispondere anche a quali sono i miei limiti, le mie facoltà, aiutando la pediatria o il dispensario. Sono di recente, come diceva il Sig. Sindaco, da un viaggio in Senegal e 22 giorni li ho trascorsi interamente al servizio degli ammalati, ma con una grande soddisfazione, che finalmente sono riuscito a trovare un medicinale che aiuta a curare la malaria e veramente in dieci anni non ero mai stato in grado di reperire, se non solamente del chinino che voi tutti conoscete a cosa vale questo chinino. Ma quello che mi ha fatto specie è scoprire che per salvare la vita a un bambino basta un Euro e 20 e per salvare la vita a un adulto bastano 4,80 Euro.

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Quando mi sono avvicinato alla farmacia dal Carlo che conosco molto bene, è il medico locale, mi fa ma Carlo guarda che sono molto costosi, va be’ non esitare, io ho con me qualche contributo, vediamo fin dove posso arrivare e lui mi ha mostrato queste scatolette di compresse per bimbi e per adulti e mi ha detto: questo è tutto quanto abbiamo a disposizione. Erano cinque scatole di compresse per adulti e 15 scatole per bambini e ho detto cosa posso fare su 12.000 abitanti? Però è meglio di niente, al che ho detto non riusciresti a procurarmene delle altre? Ero appena arrivato e rimanevo fino al 10 di marzo. Mi ha detto, Carlo, per avere questi farmaci tante volte bisogna attendere dei mesi, dei mesi, dei mesi… perché sappiate e purtroppo entriamo nella realtà dello stato senegalese, anche i farmaci vengono tassati e la nostra popolazione purtroppo non è in grado di sopperire all’acquisto di un collirio che da noi costa 50 centesimi. Se acquisto il collirio non posso più acquistare il pane. E allora ecco qui le malattie che abbiamo per quanto riguarda congiuntiviti acute e tutti gli annessi e connessi.

Comunque dicevo che questa è una grande soddisfazione, perché sono riuscito poi nel mese di marzo a reperirne altri kit per bambini e ahimè, purtroppo solo altri 5-6 kit per adulti. Vengono prodotti solo in Svizzera, non sono commercializzabili in Italia e vengono prodotti dalla Ditta Novartis. In questi giorni sono riuscito a mettermi in contatto e probabilmente tramite diverse persone che ho avuto modo di contattare sia a Treviglio che sul confine svizzero, potremo avere ulteriori quantità di questi medicinali. Non nascondo però che a livello cittadino io devo ringraziare delle farmacie, dei medici, l’Ospedale di Treviglio che mi fornisce sempre di medicinali di base, medicinali che servono, ripeto, innanzitutto per la cura dei bambini, parlo di latte in polvere, parlo di medicinali per malattie delle vie respiratorie, perché purtroppo siamo sommersi da… e parlo anche di malattie cutanee in modo particolare.

Voi dovete capire che laggiù abbiamo una malattia che colpisce la sottocutanea, ed è un verme che si forma quando si bene dell’acqua, che purtroppo dicevo al Sig. Sindaco e a Zordan che io ho trascorso 2 giorni in missione, su 22 giorni abbiamo avuto l’acqua tre ore, su 22 giorni eh! Voi mi dite e gli altri con che cosa ci si abbeverava? Allora abbiamo le donne che si alzano alle tre e alle quattro di notte, vanno verso la savana coi carretti, il primo posto che trovano pescano acqua da quel pozzo e vi potete immaginare che acqua è. E io stesso in missione non è che sia privilegiato, noi abbiamo delle tinozze di acqua che poi filtriamo o che facciamo bollire. Questa è la realtà.

Però io amo portare un'altra realtà che per me è la vera Africa e il vero Senegal: è il sorriso dei bambini e questo è l’avvenire del Senegal, mi auguro.

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È la speranza, è la saggezza dell’anziano che nonostante tutto ti dice grazie Carlo, perché a me basta la presenza di uno di voi che serva ad incoraggiare i nostri giovani a rimanere nel nostro Paese, perché in Europa non c'è tutto quello che abbaglia. Noi dobbiamo rialzare l’Africa, perché l’Africa deve alzarsi, rialzarsi e camminare da sola. E poi le donne. Voi sapete che in Africa la donna è protagonista in tutto e per tutto, non nella politica, non nel potere, ahimè, purtroppo, ma in quella che è la vita familiare, in quella che è la vita dei campi, in quella che è una vita dura. Iniziano all’alba e la notte ancora io mi incammino nel villaggio e vedo delle mamme coi loro bimbetti sulla schiena, cariche di queste tinozze, o che rientrano dalla laguna. Premetto noi siamo su un’isola, è l’isola delle conchiglie. Dunque siamo circondati da acqua e quando c'è la bassa marea queste donne dal mattino finché è possibile, scavano con le proprie mani o con i propri piedi sotto la sabbia per raccogliere le conchiglie, aprono le conchiglie, tolgono il mollusco, che è la moule, vengono essiccate e poi portate al mercato per poter ricavare forse anche solo 1-2-3 Euro, ma per loro è molto.

Ecco, io veramente sono molto entusiasta di questo premio che ho avuto, perché mi darà la possibilità a maggio quando io ripartirò nuovamente e avrò modo di concretizzare questo premio che mi è stato dato e voglio veramente ringraziare di cuore tutta la comunità di Treviglio. Prima di tutto siatene orgogliosi, orgogliosi perché anche in questa minuscola parte del Senegal c'è modestamente una parte di Treviglio. C'è qualcuno che cerca di portare il nome di questa Città nel meglio del suo essere, cioè che seppur nel poco, ma ripeto, è molto la presenza, ma oltre la presenza anche quello che riesco a fare e come ultimo progetto, oltre agli altri che abbiamo già realizzato e che non voglio nascondere, anche da solo ho realizzato, è stato l’anno scorso Il sorriso del Senegal. Questo è l’invito che vorrei porgere a voi tutti. Che cos’è questo sorriso del Senegal? È la vacanza alternativa. Vacanza alternativa che consiste in questo, l’ultima cosa e poi vi lascio al vostro lavoro giustamente, i turisti che vogliono venire, vengono accolti in questi piccoli alberghetti che abbiamo in questo nostro villaggio.

Condivideranno il pasto a mezzogiorno in Missione, ogni escursione verrà fatta con i nostri ragazzi della Missione, col pulmino nostro della Missione e ogni luogo che si andrà a visitare, il pranzo lo si condividerà sempre presso una Missione.

Questo cosa vuol dire? Vuol dire che la ricchezza che noi andiamo a portare rimarrà sul posto, sul luogo. Quello che sarà il contributo che verrà dato liberamente alla Missione servirà a livello locale e per quanto riguarda le opere nostre della Caritas, per quanto riguarda l’aiuto ai malati, per quanto riguarda la scolarità, per quanto riguarda l’acquisto di medicinali, per quanto riguarda delle famiglie in difficoltà. Il ragazzo che

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è guida turistica e che affianca i turisti, potrà guadagnare qualcosa attraverso le mance che gli si danno e a sua volta aiuterà la propria famiglia che ha alle spalle. Voi sappiate che un senegalese non ha solo una sua famiglia alle spalle, non esistono orfanotrofi da noi, perché la famiglia che vive non solo pensa e provvede a se stessa, ma aiuta anche il suo vicino, sapendo che è orfano, sapendo che è vedovo, sapendo che è vedova, sapendo che è malato.

Io vi racconto solamente un fatto. Gli ultimi giorni che sono rimasto colà una sera ero stato invitato a cena, era una manciata di cous-cous e due pesci abbrustoliti, ma ero contentissimo e ad un certo punto ero uscito a prendere dell’acqua e ho visto che c’era una piccola famiglia, un padre e una madre e cinque figlie che mangiavano dallo stesso piatto e dicevo ma quello basterà a sfamare quella famiglia? Eppure c’era il sorriso sulle loro labbra. Con i loro occhi ti guardavano con un certa contentezza, voi dite magari anche con rassegnazione. Ecco tutto questo comunque è una grande soddisfazione. Sappiatelo allora che il Senegal sono le tre “s” io dico, il sole, la sabbia e il sorriso, ed è per quello che io ho voluto intitolare il mio progetto “Il sorriso del Senegal”.

E allora io desidererei di essere accompagnato sempre dalla vostra solidarietà, solo nel pensiero, non chiedo dei mezzi. Se arriveranno anche quelli, ben vengano, la Divina Provvidenza finora mi ha assistito e io ci credo tanto e mi aiuterà ancora. Sappiate che modestamente in me c'è questo orgoglio trevigliese che da Treviglio parto, arrivo giù là e là pian piano nascerà una nuova isola che porterà il nostro aiuto e il nostro nome. Grazie ancora a tutti.

Sindaco

Per esprimerLe la nostra gratitudine e nel darLe l’informazione che noi in questi anni stiamo proprio insieme a Thies, che è una città del Senegal, tentando di fare un gemellaggio che per ora è relativo alla scuola agraria nostra e all’Università agraria di Thies e quindi guardiamo anche noi al Senegal con occhio di riguardo non di privilegio, ma nel senso di metterci in contatto con queste realtà che possono insegnare tanto anche ai nostri ragazzi. Adesso credo che accoglieremo degli studenti senegalesi, i nostri sono già stati in Senegal. Io nell’esprimerLe la gratitudine e la riconoscenza della comunità trevigliese, quello che Lei dice avere un cuore grande, perché le Sue parole di prima sono queste, Le offro un omaggio proprio solo per ricordare questa giornata. Grazie mille.

Sig. Carlo Bonacina

Grazie ancora e arrivederci. Buon lavoro.

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Presidente

Bene. Dall’orizzonte ampio, ritorniamo all’orizzonte più ristretto del nostro borgo.

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 29 marzo 2011 Punto n. 1)

COMUNICAZIONE DEL SINDACO SU PROPOSTA DI DISCIPLINA PER LA SOSTENIBILITÀ ENERGETICA ED AMBIENTALE DEGLI EDIFICI -

Presidente

Primo argomento di questa sera “Comunicazione del Sindaco su proposta di disciplina per la sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici”. La parola al Sindaco.

Sindaco

Ho già fatto questa comunicazione ai commissari della Seconda Commissione ieri sera. Avevamo intenzione e la volontà e anche il desiderio di approvare questo Regolamento di edilizia sostenibile, che accompagnasse, che fosse un documento complementare al Piano di governo del territorio. Questo Piano che era già stato predisposto alcuni mesi fa e che poi per qualche tempo era stato un po' messo da parte per finire tutta la procedura del Piano di governo del territorio, l’abbiamo ripreso in mano, l’abbiamo minimamente assestato e credevamo di poterlo approvare in questo Consiglio Comunale. Alcune osservazioni emerse in Commissione da parte del Segretario dei Commissari ci hanno fatto approfondire l’argomento e abbiamo chiesto, oltre che al Segretario che ci ha detto che appunto questa procedura andrebbe accompagnata al Piano di governo del territorio e abbiamo sentito anche l’estensore del Piano, il quale ha mandato una nota che vi leggo, in modo tale che tutti sappiate la ragione per cui questo argomento all’ordine del giorno va rivalutato e riportato in Consiglio. Dice l’Arch.

Benevolo:

1. Presa visione del Regolamento predisposto al fine di pervenire alla sua migliore applicazione, congiuntamente al P.G.T., si osserva quanto segue. Le disposizioni individuano particolari requisiti impiantistici e non, di cui devono essere dotati gli edifici in quasi tutti i casi di intervento edilizio. La collocazione ideale di queste disposizioni è appunto in un regolamento, in una sezione apposita all'interno dell’esistente regolamento edilizio comunale – (noi volevamo in qualche modo sostituire il regolamento edilizio con questo dell’edilizia sostenibile) – oppure in regolamento a sé stante.

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2. Laddove il regolamento individui incentivi per il raggiungimento dei particolari requisiti, tali disposizioni andranno espunte, collocate ragionevolmente nel P.G.T., nelle disposizioni comuni che già trattano tali materie. A titolo esemplificativo rientrano in questa specie l’ultimo capoverso dell’art. 2 e il primo capoverso dell’art. 11.

E’ molto difficile renderlo operativo da subito nell’attuale regime, applicando cioè sia le norme tecniche di attuazione del P.R.G. vigente che i vari disposti normativi del P.G.T. attualmente in salvaguardia, è più realistico pensare che tali disposizioni, opportunamente organizzate come sopra indicato dai punti 1 e 2, possano essere messe a punto congiuntamente al P.G.T. nella sua definitiva stesura tra qualche mese e divenire operative a quel punto.

Quindi dice l’Arch. Benevolo e alcuni temi sono squisitamente urbanistici e vanno, soprattutto questi due punti nel P.G.T., gli altri temi sono più di carattere edilizio e vanno in un regolamento e conclude dicendo che è difficile farlo in fretta e furia, insomma ci vuole una precisa riflessione e valutazione. A detta del Segretario questo lavoro lo possiamo fare in sede di osservazione ad hoc, quindi nel momento in cui presenteremo le varie osservazioni del P.G.T. e andremo sia ad integrare il P.G.T. con alcuni articoli del regolamento dell’edilizia sostenibile, sia a creare un regolamento dell’edilizia sostenibile o regolamento edilizio vero e proprio. Vi ringrazio.

Presidente Bene, grazie.

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 29 marzo 2011 Punto n. 2)

PIANO DI LOTTIZZAZIONE IN VARIANTE AL P.R.G. VIGENTE DENOMINATO “LA CORTE” CHE SI TROVA IN FREGIO A VIA BERGAMO – PROPOSTO DALLA SOCIETÀ D.M.L. – S.R.L. AI SENSI DELL’ART. 25 – COMMA E 26 – COMMA 3 TER DELLA L.R.

11.03.2005 N. 12 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED AI SENSI DELL’ART. 2 COMMA 2 LETTERA “E” DELLA L.R. 23/97 E CON LE PROCEDURE DELL’ART. 3 DELLA STESSA L.R. 23/97.

CONTRODEDUZIONI ALLE OSSERVAZIONI PRESENTATE E APPROVAZIONE DEFINITIVA -

Presidente

Procediamo con il secondo punto all’ordine del giorno come in oggetto.

Quindi era un Piano di lottizzazione già adottato, pubblicato per le osservazioni ed ora riportato per l’approvazione definitiva. La parola all’Assessore Adobati.

Assessore Adobati

Grazie Presidente. È il Piano di lottizzazione La Corte, il passaggio di approvazione. L’adozione è avvenuta in questo Consiglio Comunale nel settembre dello scorso anno. Va rimarcato il parere favorevole ASL con una specificazione riguardo alla permeabilità delle superfici. Per quello che riguarda le osservazioni ne è pervenuta una da parte degli operatori del programma integrato di intervento Bergamo Est di edilizia convenzionata, un’osservazione che riguarda le opere di urbanizzazione e i costi e le ripartizioni dei costi delle stesse. Ora prego l’Arch.

Morabito di dar conto dei contenuti dell’osservazione e delle controdeduzioni che già abbiamo analizzato in modo compiuto in Seconda Commissione Consiliare.

Arch. Morabito

Grazie. L’osservazione è stata presentata nei termini dall’Impresa Cividini, dalla Cooperativa Valtesse e dalla Cooperativa Di Vittorio, dalla Cooperativa ACLI Casa e dalla Soc. Cooperative Edilizie e Case Operaie e Agricole di Bareggio che sono gli operatori del P.I.I. Bergamo Est. L’oggetto dell’osservazione in sintesi è una richiesta di partecipazione alle spese da parte del lottizzante del Piano di

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lottizzazione La Corte, delle opere di urbanizzazione che l’insediamento andrebbe a usufruire, ma che vengono realizzate dal Comune con rimborso degli osservanti, in applicazione degli obblighi convenzionali previsti dallo stesso P.I.I. Bergamo Est.

Gli osservanti fanno presente che il Piano di lottizzazione di cui parliamo questa sera usufruirebbe della viabilità, che è la rotatoria sulla Statale 42 e un pezzo della nuova viabilità di quartiere e delle reti e dei servizi previsti a carico del P.I.I. Bergamo Est, senza contribuire alla relativa realizzazione. Poi c'è stato ancora a titolo collaborativo che gli osservanti fanno presente, che nel computo degli spazi a standard da cedere, sono stati computati i marciapiedi e la pista ciclabile che secondo gli osservanti sono da considerare con le opere di urbanizzazione primaria e non standard.

Una premessa. Insieme alle controdeduzioni bisogna far presente questo. Gli attuatori del Piano di lottizzazione La Corte, dopo l’avvenuta adozione del Piano di governo del territorio, hanno preso visione dell’osservazione, ma hanno fatto alcune riflessioni che sono state allegate, a una lettera di integrazione relativa a una modifica che richiedono loro stessi, degli aspetti planimetrici in osservanza alle previsioni del Piano di governo del territorio adottato. Questo perché il Piano di governo del territorio individua in modo assoluto degli spazi relativi a parcheggi e a verde pubblico che i lottizzanti, che in questo caso fanno parte anche dell’ambito di trasformazione AT1-C, devono necessariamente reperire. È stata fatta anche una verifica sulle possibilità edificatorie del Piano di lottizzazione per verificare se le stesse sono congruenti al Piano di governo del territorio. Quindi prima di passare alla controdeduzione è necessario fare anche questa verifica.

La verifica ha considerato che il Piano di lottizzazione è perfettamente conforme alle previsioni del Piano di governo del territorio per quanto riguarda la superficie utile di pavimento prevista dall’Ambito AT1-C. Non era conforme per quanto riguarda il reperimento di standard che secondo le norme del Piano di governo del territorio, del documento di Piano precisamente, sono prescrittive per gli ambiti di trasformazione.

Pertanto è stata fatta una modifica all’assetto planivolumetrico, reperendo più standard rispetto a quelli che avevano già individuato nella prima stesura.

Con i nuovi elaborati che sono stati presentati, la verifica del Piano di lottizzazione risulta perfettamente conforme alle previsioni dell’Ambito AT1-C. Vado molto velocemente a una spunta di queste previsioni.

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− Superficie territoriale prevista nel Piano di lottizzazione, 4.372,95 – il documento di piano prevede 4.400, quindi siamo all'interno della superficie territoriale;

− Superficie utile di pavimento massima prevista nel Piano di lottizzazione, 3.367,17 che risulta inferiore a 3.500 previsti dall’ambito di trasformazione, di cui per residenza 2.697,17 previste nel Piano di lottizzazione e 2.800 previste dall’ambito di trasformazione;

− La superficie utile di pavimento commerciale coincide in 530 mq. –

− Superficie utile di pavimento a destinazione terziaria prevista nel Piano di lottizzazione, 140 – il massimo previsto dal documento di Piano, del P.G.T., 170;

− Numero di piani, 5, ed è conforme a tutte e due;

− Il Piano di lottizzazione non prevede nessuna superficie aggiuntiva per diritti edificatori da altre aree, mentre il documento di piano consente una maggiorazione del 5%;

− Il Piano di lottizzazione non prevede nessuna superficie aggiuntiva per edifici in classe energetica A, mentre nel documento di piano è possibile un aumento del 5%;

− Il rapporto di permeabilità, il Piano di lottizzazione prevede il 31% e il documento di piano il 30%;

− Standard minimo a verde reperito all'interno del P.L. sono 1.053,60, contro gli 820 previsti dal documento di piano;

− Standard minimo a parcheggio previsto all'interno del Piano di lottizzazione, 1.236,21 – previsti dall’ambito di trasformazione del P.G.T., 1.230.

Di questi standard vengono ceduti gratuitamente 963,72 mq., gli altri vengono asserviti all’uso perpetuo, sono i parcheggi ed il verde.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei parcheggi abbiamo già visto nell’adozione che sono stati dati degli orari per l’utilizzo, anche se nel Piano di lottizzazione non sono previste recinzioni e cancelli e di conseguenza sono accessibili in qualsiasi momento.

In merito all’osservazione presentata la controdeduzione è questa.

Vado in sintesi e poi se ci sono delle domande, sono pronto. Per quanto riguarda l’utilizzo delle opere di urbanizzazione che vengono realizzate dal Comune e con spese sostenute dal P.I.I. Bergamo Est, faccio presente e comunque l’avevamo già visto in sede di adozione, che l’art.

5 dello schema di convenzione del Piano di lottizzazione La Corte, prevede già che qualora le opere di urbanizzazione fossero superiori, la realizzazione delle opere di urbanizzazione e il costo fosse superiore agli oneri di urbanizzazione, i lottizzanti del P.L. La Corte devono rimborsare al Comune la maggior somma. Per quanto invece riguarda la realizzazione e la cessione della pista ciclabile, la pista ciclabile è nella

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disponibilità del Piano di lottizzazione La Corte, è al di fuori della zona perimetrata dal Piano di lottizzazione. È una cessione volontaria che è stata considerata, anche per evitare spese relative agli espropri, considerata all'interno dell’ambito. Quindi è stata considerata come uno standard aggiuntivo, perciò è stata considerata come uno standard reperito.

Presidente

Grazie. Considerazioni, domande, chiarimenti? Non ci sono chiarimenti?

Ah sì, Consigliere Scarpellino.

Consigliere Scarpellino

Grazie Presidente. Arch. Morabito, ribadisco quanto chiesto in Seconda Commissione sulle osservazioni appunto delle Società a Bergamo Est.

Io evidenzio che la natura diversa dal piano di Bergamo Est, che è finalizzato verso un’edilizia socialmente utile, di cui addirittura il Comune è parte integrante con la destinazione finale di ben due lotti gestiti dal Comune, si è visto addebitare gli oneri di urbanizzazione, mentre questo piano adesso della Corte ne gode dei benefici. Per cui Le rifaccio la domanda in seconda, perché voglio che venga acquisita agli atti di questo Consiglio, quali problemi ci sarebbero ad accogliere le osservazioni appunto delle Società che costituiscono il Piano Bergamo Est, dal punto di vista strettamente economico per il Comune?

Arch. Morabito

Faccio una premessa. Il Piano di lottizzazione La Corte è arrivato in adozione dopo il P.I.I. Bergamo Est. Quando è stato presentato il P.I.I.

Bergamo Est non era ancora stato adottato né approvato. È stato chiesto dall’Ufficio, soprattutto dall’Ufficio dei Lavori Pubblici, l’allaccio alla fognatura che verrà realizzata dal Comune con il contributo del P.I.I. Bergamo Est e l’accesso alla strada, perché in prima battuta, quando ancora non era stato approvato il programma integrato di Bergamo Est, l’accesso avveniva direttamente dalla via Fornaci e ancora oggi nel Piano di lottizzazione che stiamo guardando questa sera, gli altri servizi canalizzati non vengono realizzati dal lottizzante con allaccio sulle future opere del P.I.I. Bergamo Est. Quindi acqua, energia elettrica, gas, Telecom sono previsti in allacciamento alla via Bergamo, quindi non usufruiscono delle opere di urbanizzazione che sono da realizzarsi.

La clausola che è stata inserita nella bozza di convenzione del Piano di lottizzazione La Corte all’art. 5 prevede proprio che qualora a

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consuntivo il costo delle opere di urbanizzazione ecceda il valore degli oneri di urbanizzazione previsti dalle tabelle attualmente vigenti, il Piano di lottizzazione La Corte deve farsi carico di questa differenza.

Farlo adesso in questo momento, risulta alquanto difficile, direi se non addirittura impossibile. Il programma integrato Bergamo Est ha avuto una sua storia, un suo piano economico che prevede la realizzazione di questi edifici che verranno convenzionati con il Comune, quindi già un risparmio sulla percentuale del costo di costruzione ce l’hanno, perché non lo versano convenzionandosi con l’Amministrazione Comunale.

Poi vorrei dire che altri piani attuativi che prevede attualmente il Piano Regolatore, ma prevede anche il Piano di governo del territorio, prospettano su queste opere di urbanizzazione previste dal P.I.I.

Bergamo Est, ma verranno valutate nel momento in cui verranno realizzati gli interventi, non possiamo condizionare in questo momento una previsione di ripartizione spese che probabilmente se vanno avanti gli altri piani che prospettano, che confinano con il P.I.I. Bergamo Est, dovremmo continuamente andare a rivedere conteggi su conteggi, non avendo mai la certezza di quanto dovrebbero versare i futuri lottizzanti o i lottizzanti del Piano di lottizzazione de La Corte. È stato proprio per questo che è stata inserita e voluta dall’Ufficio questa clausola di questo art. 5 della bozza di convenzione, cioè il maggior versamento di oneri di urbanizzazione qualora le opere vadano a superare l’importo tabellare degli oneri di urbanizzazione dovuti dal Piano di lottizzazione La Corte, altrimenti sarebbe un continuo rincorrersi per quanto riguarda anche gli altri piani, piani attuativi, Piano di lottizzazione, comunque piani attuativi in genere che vanno a usufruire di queste opere.

Vorrei ricordare però che anche il P.I.I. Bergamo Est, nel momento in cui verranno realizzati gli altri ambiti di trasformazione, andrà a usufruire di servizi che sono propri degli altri piani attuativi. Abbiamo già visto e abbiamo già in corso un programma integrato di intervento a nord, dove c'è la fabbrica dismessa, che prevede anche questo di affacciarsi, di poter utilizzare queste opere, però viceversa anche il P.I.I. Bergamo Est potrà usufruire di strade e parcheggi che sono nel piano confinante. Dovremmo fare una gestione unica per stabilire quante sono le opere, chi ne usufruisce e come se ne usufruisce.

Sembra un po' impossibile in questo momento dire quanto e quando si debbano fare i versamenti. L’abbiamo messo nella bozza di convenzione, quindi una salvaguardia l’abbiamo.

Presidente

Bene. Grazie. Altre richieste e altri quesiti? Dichiarazioni di voto?

Quindi dichiarazioni sull’osservazione. Ci sono altre dichiarazioni

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relative a questa osservazione? Dichiarazioni di voto sull’osservazione proposta? Allora il quesito da votare è se accogliere o meno l’osservazione proposta. Chi vota sì accoglie l’osservazione proposta, chi vota no respinge l’osservazione proposta.

La proposta dell’Amministrazione è di respingere l’osservazione proposta e quindi di votare no. Allora chi è per accogliere l’osservazione proposta, alza la mano. Nessuno. Chi si astiene, alza la mano. Sei astenuti. Chi respinge l’osservazione proposta alza la mano.

A questo punto mettiamo in votazione il Piano di lottizzazione nel suo complesso. Chi approva questo Piano di lottizzazione in via definitiva alza la mano. Chi vota contro questo Piano di lottizzazione? Chi si astiene? Due. Allora chi è favorevole al Piano di lottizzazione alza la mano. L’errore materiale viene cassato d’ufficio.

Segretario Generale (fuori microfono)

Sempre tutto il corpo deliberativo, è il primo punto del corpo deliberativo. Quindi il primo punto della deliberazione è il recepimento delle prescrizioni dell’ASL, poi l’approvazione definitiva del Piano ecc., quindi non è stata configurata con una votazione.

Presidente

Due astenuti e nessuno contrario, è approvato all’unanimità.

Immediata esecutività. Chi è d'accordo alza la mano. Quindi 16. Chi è contrario? Chi si astiene? Due.

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Verrà posto in opera qui nella sala consiliare a futura memoria, per il Consuntivo, il nuovo impianto di votazione e di ampliamento voce.

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 29 marzo 2011 Punto n. 3)

ADOZIONE PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO IN VARIANTE AL P.R.G. VIGENTE DENOMINATO EX CINEMA NUOVO POSTO IN VICOLO MULAZZANI PROPOSTO DAL SIG.

GIANANTONIO SIGNORELLI, AI SENSI DELL’ART. 92 DELLA L.R.

11.03.2005 N. 12 E CON LE PROCEDURE DELL’ART. 14 DELLA STESSA L.R. 12/2005.

Presidente

Punto 3: Adozione programma integrato di intervento in Variante al P.R.G. vigente denominato ex Cinema Nuovo posto in vicolo Mulazzani – proposto dal Sig. Gianantonio Signorelli, ai sensi dell’art. 92 della L.R.

11.03.2005 n. 12 e con le procedure dell’art. 14 della stessa L.R.

12/2005. La parola all’Assessore Adobati.

Assessore Adobati

Grazie. Il programma integrato di intervento riguarda l’edificio dell’ex cinema in vicolo Mulazzani. È un edificio dismesso che è nello stato che tutti constatiamo. È stato oggetto di istanze, prima di una proposta di Piano di recupero, poi una proposta di un programma integrato di intervento già nel 2007 e nel 2008. La strada del programma integrato di intervento, stante una situazione di vincoli normativi che poi andiamo via-via a spiegare, è quella che è stata scelta come più adeguata per dare strada a una proposta di trasformazione urbanistica di quest'area.

Il progetto dell’ex cinema …

CAMBIO CASSETTA

… a lato della costruzione del cinema, di 6.500 mc. – Il volume fisico del cinema è però molto superiore, 10.700 mc. circa. Rispetto alla situazione urbanistica di quello stabile, c'è stato anche un parere regionale circa ciò che fosse recuperabile, un parere che dava come recuperabile la sola superficie di un edificio che è molto alto, ma sviluppa una superficie di 1.300 – 1.400 mq. – Rispetto alle diverse istanze qui essendo all'interno di un tessuto edilizio storico e già molto configurato anche perché a lato del Leon d’Oro era andato configurandosi, approvato ed era in fase di definizione, si è operato col programma integrato di intervento per provare a inserire un progetto

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edilizio che risultasse soddisfacente dal punto di vista dell’inserimento nel contesto urbano. Quindi la continuità delle altezze rispetto al vicino edificio del Leon d’Oro, quindi riducendo le altezze proposte dal proponente a suo tempo, un avanzamento dell’edificio sul vicolo Mulazzani per riportarlo a quello che è il sedime della cortina edilizia storica del vicolo, che è facilmente riconoscibile anche dalle mappe catastali e una distribuzione dei volumi che pur riconfigurando quello che è il disegno del vicolo storico, fosse il meno possibile soffocante come impatto nel vicolo stesso che ha una sezione limitata, da vicolo appunto.

Per cui la proposta edilizia e avete gli stralci delle tavole nei materiali, è quella di recuperare il sedime storico, sul fronte di vicolo Mulazzani sviluppare due piani in altezza, poi arretrare e sviluppare gli altri due piani arretrati. Complessivamente ciò che viene configurandosi con questa sagoma è un edificio che ha al piano terra 7 unità immobiliari, 5 destinate a negozi e due a spazi pubblici di carattere socio-culturale e poi specifichiamo qualcosa in questo senso. Il primo piano 5 alloggi e due uffici, al piano secondo e al piano terzo 5 alloggi.

Rispetto agli spazi di carattere socio-culturale, questa previsione, questa cessione gratuita al Comune nel contesto del programma integrato di intervento, è funzionale a inserire all'interno di questo contesto, che è nel centro storico ma è in una situazione non visibilissima, un po' nascosta, uno spazio e in accordo con i Servizi Sociali si è pensato a uno spazio di carattere ludico dedicato ai bambini, uno spazio giochi, che potesse essere un servizio importante per la Città, ma nel contempo anche l’occasione di vivificare una situazione di negozi che come quella vicina dell’altro intervento edilizio richiede momenti di vitalizzazione e degli spazi di attrazione interessante, che vivificano quel contesto nell’obiettivo poi più generale di vivificare tutto il centro storico anche con le altre operazioni che ben conosciamo.

Nello specifico ciò che viene ceduto sono due unità che sommano 183 mq. più 77 mq. di cortile scoperto a uso esclusivo. Ci sono poi nel sottosuolo ricavati due piani interrati destinati a cantine e magazzini e autorimesse, con un accesso dalla piazza Garibaldi, da via De’

Capitani, insomma a fianco del palazzo ex sede degli Uffici comunali, proprio in corrispondenza del vicolo la rampa di accesso alle autorimesse. Il percorso di approvazione è stato abbastanza lungo per una serie di aggiustamenti che sono stati apportati innanzitutto sulle sagome, poi su alcuni elementi posti dalla Commissione Paesaggio e anche perché essendo programma integrato di intervento, è stato assoggettato alla procedura di esclusione della valutazione ambientale

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strategica e qui l’Ufficio ha prodotto una relazione che dà conto da un lato di quanto sia pertinente operare come programma integrato di intervento, perché risponde a quelli che sono gli obiettivi regionali per i programmi integrati di intervento a seguito di una delibera regionale del 2009 legata ai programmi integrati di intervento in fase di gestione del P.G.T. e dall’altro dà conto della coerenza di questo intervento con quello che è il documento di inquinamento dei programmi integrati di intervento e un obiettivo più generale che ci si è dati con il centro storico e che collima anche con gli obiettivi del Distretto del commercio.

Io pregherei l’Arch. Morabito di aggiungere alcune annotazioni tecniche o altre questioni, se ne avessi dimenticata qualcuna, per poi lasciare spazio alle considerazioni e domande.

Presidente

Allora Arch. Morabito. Grazie.

Arch. Morabito

Aggiungo solamente due argomenti. Quello che ha detto l’Assessore che riguarda la delibera del 2009, una delibera regionale, per i programmi integrati di intervento non aventi rilevanza regionale.

Bisogna fare delle verifiche di congruità del P.I.I. con l’art. 25 – comma 7 della stessa L.R. introdotta in una delle sue tante varianti.

Praticamente bisogna verificare la congruenza tra quanto dice la delibera e l’effettiva realizzazione degli interventi. Quindi noi siamo andati a vedere che gli obiettivi del programma integrato di intervento presentato riguardano la riqualificazione edilizia di un'area del tessuto urbano del centro storico, cosa che la delibera regionale presuppone quale congruenza, che il P.I.I. riguardi un'area degradata e dismessa, di cui al comma 3/bis dell’art. 1 della L.R. 12, cioè è accertato che quella è un'area non dico degradata, però dismessa. Nel P.I.I. presentato sono previste infrastrutture da cedere all’Amministrazione Comunale per uso di servizi alla persona, l’educazione e l’assistenza. Quindi la congruità è verificata rispetto alla delibera regionale n. 9413 del 6 maggio 2009.

Per quanto riguarda la verifica di assoggettabilità o meno alla V.A.S., è stata seguita la procedura prevista dalla Regione Lombardia, quindi il programma, è stato redatto dall’Ufficio un rapporto preliminare che è stato messo a disposizione del pubblico attraverso il sito del Comune e il sito SIVAS della Regione. È stato inviato agli enti, quindi Regione, Provincia, Ministero ecc. ecc., più la partecipazione del pubblico, è stata effettuata la Conferenza di verifica. A questa Conferenza di verifica è seguito il Decreto dell’autorità competente, che è il nostro Ufficio Ambiente, che valutate le risultanze della Conferenza di

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valutazione, valutati i pareri che sono giunti dall’ASL e dalla Provincia – Settore ha ritenuto non assoggettabile a V.A.S. il programma integrato di intervento, dando comunque alcune indicazioni e suggerimenti.

Indicazioni e suggerimenti che sono stati recepiti dall’attuatore e inseriti nello schema di convenzione.

Poiché nel frattempo è stato adottato anche il Piano di governo del territorio, l’Ufficio con i Tecnici del proponente hanno effettuato la verifica tra il programma e le previsioni del Piano di governo del territorio e in questo caso il piano delle regole. Il piano delle regole assoggetta quest'area a un piano attuativo e così è, la superficie è 2.166 per quanto riguarda il P.G.T. – siamo al di sotto con 2.165,20 per quanto riguarda il P.I.I. che viene presentato questa sera. Teniamo conto che per verificare la superficie utile di pavimento, abbiamo considerato anche le aree esterne, di balconi chiusi su tre lati e di logge; non abbiamo considerato invece i balconi aperti su due lati e non abbiamo considerato i vani scala e gli ascensori, così come prescritto nelle disposizioni comuni nel documento di Piano. Abbiamo verificato anche le altezze dei piani interrati che non superano i due metri e 40 e l’altezza del programma integrato di intervento è congruente con le disposizioni delle piano delle regole.

Per quanto riguarda gli standard, il programma integrato di intervento non prevede il reperimento di standard, vengono completamente monetizzati. Lo standard qualitativo che è dato dai due spazi che possono essere disgiunti o uniti visto che sono adiacenti e da cedere all’Amministrazione, questi spazi vengono ceduti senza scomputo degli oneri, quindi così come vengono realizzati ed agibili quindi, dotati di impianti, servizi igienici, pavimenti, pitturati ecc. eccetera.

Risultano da monetizzare quindi un totale di 1.842 mq. di standard, non reperiti; lo schema di convenzione è carente di un articolo che riguarda le garanzie fidejussorie da prestare per la realizzazione del P.I.I. e gli obblighi convenzionali in esso contenuti, quindi si propone al Consiglio Comunale di inserire questo articolo e di modificare l’art. 10 in funzione degli standard reperiti, perché abbiamo fatto la comparazione tra quelli previsti dal Piano di governo del territorio e quelli previsti dal vigente Piano Regolatore e pertanto è da riformulare l’art. 10. L’attuatore aveva fatto le due ipotesi e noi le abbiamo raccolte in un unico conteggio. Poi quello che si propone è che il valore della polizza fidjussoria sia corrispondente all’incirca al valore venale commerciale degli spazi che vengono ceduti all’Amministrazione Comunale. Il valore previsto dal piano finanziario è di circa 550.000 Euro che è arrotondato a 500.000 Euro.

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Presidente

Grazie. Grande quantità di dati per rendersi conto di questo Piano Integrato di intervento. Ci sono richieste, considerazioni, quesiti? Non ci sono quesiti e allora dichiarazione di voto sull’adozione del P.I.I. in Variante al P.R.G. vigente denominato “Ex cinema nuovo”. Dichiarazioni di voto? Chi chiede la parola? Nessuno. Poniamo in votazione allora.

Chi vota a favore dell’adozione del P.I.I. denominato “Ex cinema nuovo”

alza la mano. Chi vota contro? Chi si astiene? Nessuno. All’unanimità.

Immediata esecutività. Chi è d'accordo per l’immediata esecutività?

Grazie.

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Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 29 marzo 2011 Punto n. 4)

PIANO DI RECUPERO CONFORME AL P.R.G. VIGENTE PRESENTATO DAL SIG. VALTULINI GIOVANNI AI SENSI DELL’ART.

25 – COMMA 8 BIS DELLA L.R. 11.03.2005 N. 12 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI ED AI SENSI DELL’ART. 3 DELLA L.R. 23/97.

IMMOBILE POSTO IN VIA MILANO – CONTRODEDUZIONI ALLE OSSERVAZIONI PRESENTATE E APPROVAZIONE DEFINITIVA - Presidente

Passiamo ora al punto n. 4 “Piano di recupero conforme al P.R.G.

vigente presentato dal Sig. Valtulini Giovanni ai sensi dell’art. 25 – comma 8 bis della L.R. 11.03.2005 n. 12 e successive modificazioni ed ai sensi dell’art. 3 della L.R. 23/97. Immobile posto in via Milano – controdeduzioni alle osservazioni presentate e approvazione definitiva”.

La parola all’Assessore Adobati.

Assessore Adobati

Grazie Presidente. Si tratta del Piano di recupero che riguarda la Cascina Scarotti che è stato adottato il 21 dicembre scorso con delibera n. 95, quindi adottato prima dell’adozione del 23 dicembre del Piano di governo del territorio. In sede di adozione di questo Piano di recupero si era detto che questa adozione era funzionale a consentirgli un procedimento di approvazione che non necessitasse di attendere l’approvazione definitiva del Piano di governo del territorio, quindi l’anticipazione era funzionale a garantire dei tempi a questo Piano di recupero, pur facendo soggiacere questo Piano di recupero a tutte le disposizioni dell’adottando P.G.T. – Infatti recito dal testo di Seconda Commissione, della prescrizione della Seconda Commissione che poi è stato acquisito in delibera di adozione: La Commissione all’unanimità approva il passaggio in Consiglio Comunale raccomandando che nella fase progettuale venga posta maggiore attenzione alla consistenza volumetrica e alla sua distribuzione in relazione al contesto ambientale e paesaggistico, recuperando le preesistenze con valenza storica, come da norme dell’adottando P.G.T. –

Quindi le preoccupazioni espresse in Commissione erano circa l’impatto paesistico di questo intervento per la consistenza e la preoccupazione era che si assoggetti anch’esso alle disposizione del P.G.T. e che non

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sfugga dalle stesse e una maggiore attenzione a quello che è l’assetto planivolumetrico. In particolare ricorderanno i Commissari, ma poi è emerso anche in Consiglio Comunale, preoccupazione rispetto a quello che era l’elaborato del planivolumetrico presentato, era per quella stecca lunga che concludeva tutto un lato del perimetro dell’intervento.

L’Ufficio, a seguito dell’adozione del P.G.T., ha scritto ai proponenti il Piano, rappresentando il fatto che il piano nella sua adozione ha fatto emergere con chiarezza la necessità di adeguarsi al P.G.T. e ha chiesto che si presentasse una rivisitazione degli elaborati che adeguasse il piano al P.G.T. – Poi l’Arch. Morabito ne darà conto puntualmente, è stata presentata un’elaborazione integrativa che avete modo di vedere negli stralci, che ridisegna, per quanto questo è solo un’idea, è un progetto urbanistico e non è il progetto edilizio, che ridisegna la distribuzione dei volumi, andando all'interno degli elaborati che andiamo adesso a sottoporre ad approvazione, a rivedere le modalità di calcolo, quindi operandole come da P.G.T., quindi riducendone le misure che vi dirà l’Arch. Morabito, le possibilità edificatorie e a prendere dal P.G.T.

quelle disposizioni che il P.G.T. introduce nelle cascine, che sono quelle di salvaguardare gli edifici storici e salvaguardarne anche la disposizione, la giacitura laddove gli edifici storici non fossero più risanabili laddove sono.

Per cui l’elaborato planivolumetrico che vedete ha cambiato assetto a partire dal fatto che gli edifici riconosciuti come storici esistenti, vengono confermati sul loro sedime. Non era così nella proposta di planivolumetrico della delibera di adozione. Ora pregherei l’Arch.

Morabito di dar conto anche delle osservazioni intervenute e del passaggio intermedio di riformulazione degli elaborati.

Presidente

La parola all’Arch. Morabito.

Arch. Morabito

Dopo aver scritto ai proponenti, è giunto un responso direi positivo per quanto riguarda la rivisitazione del progetto, è giunto sotto forma di osservazione. Quindi il Sig. Valtulini ha osservato, quindi ha presentato un’osservazione al proprio Piano di recupero chiedendo la modifica degli elaborati, quindi la sostituzione degli elaborati, rispetto a quelli presentati. Io comincerei con l’analizzare prima l’aspetto planivolumetrico per poi entrare nel merito dell’osservazione. Vi è stato fornito uno stralcio che mi pare sia la tavola 7 se non ricordo male, dove vedete il nuovo assetto planivolumetrico, anzi il nuovo assetto

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planimetrico – parliamo di assetto planimetrico. La cascina storica, il nucleo antico dell’ex complesso agricolo viene mantenuto tal quale nella sua conformazione planivolumetrica rilevata. Quindi sedime e volumi.

Prima di giungere a questo il progettista ha verificato attraverso l’esame della documentazione per soglie storiche, quale fosse effettivamente l’edificio storico. Non è andato indietro, perché se compare già nel catasto lombardo-veneto del 1855, vuol dire che già esisteva. Non esisteva il resto del complesso ex agricolo. La prima apparsa della stalla-fienile che è di fronte alla cascina storica, la ritroviamo nelle mappe del 1931. Dalle mappe del 1931 però, non so se qualcuno di voi conosce il Catasto, le mappe venivano utilizzate per parecchio tempo, quindi le mappe venivano utilizzate per inserire anche nuovi edifici che sopraggiungevano dopo. Infatti nella mappa del 1931 compare il primo assetto dell’istituto di meccanizzazione agraria che è stata però costruita negli anni ’60. Quindi non siamo ancora proprio sicuri che nel 1931 il cascinetto fosse presente.

Io sono andato a vedere le planimetrie dell’istituto, le mappe dell’istituto geografico militare che avevamo acquistato durante la realizzazione del Piano di governo del territorio per le analisi storiche e nelle mappe dell’istituto geografico militare del 1931 la stalla-fienile ancora non c'è, però comunque la mappa che è depositata presso l’archivio di Stato del 31 lo riporta, quindi è stato ritenuto che fosse più o meno di quell’epoca. Quindi non un edificio storico come certo è il nucleo antico della Cascina Scarotti. Basandosi su queste indagini il progettista ha rivisitato la distribuzione dei volumi, sfruttando quello che dispone l’art.

4 se non ricordo male, comma 2.2 del piano delle regole, cioè gli edifici moderni possono essere demoliti e ricostruiti con diverso sedime.

Adesso entriamo nel merito dell’osservazione presentata dal Sig.

Valtulini.

L’osservazione presentata dal Sig. Valtulini è coerente con l’art. 4 – comma 2.2 del piano dei servizi, del Piano di governo del territorio laddove mantiene e recupera l’edificio storico. Per quanto riguarda invece il recupero degli altri volumi di epoca moderna, seppur è possibile e consentito dallo stesso articolo una diversa riproposizione anche planimetrica non rispettando il sedime, ha continuato a mantenere il calcolo del volume secondo il Piano Regolatore vigente.

Mentre l’art. 4 del piano dei servizi consente il recupero dei volumi, cioè delle scatole nella sua completezza non con gli artifizi previsti dall’attuale Piano Regolatore, cioè il volume fisico diviso tre, da una certa superficie che poi moltiplicata per tre dà per forza il medesimo volume, ma un volume virtuale e non certo un volume fisico. Il volume

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fisico calcolato secondo il vigente Piano Regolatore, di sicuro nella parte progettuale definitiva è maggiore del volume fisico di partenza proprio per questa possibilità che dà il vigente Piano Regolatore. Per questo motivo l’osservazione del Sig. Valtulini è possibile accoglierla parzialmente. È possibile accoglierla parzialmente nella parte dove mantiene l’edificio storico, però dovrà adeguarsi alle norme del Piano di governo del territorio e del piano dei servizi.

Passo alla seconda osservazione e poi posso rispondere alle vostre domande, la seconda osservazione è stata presentata, sempre nei termini, da Legambiente – Circolo di Treviglio. Questa ve la sintetizzo. Il Presidente, il Sig. Arturo Giudicatti del Circolo della Bassa Bergamasca Legambiente di Treviglio, chiede di revocare il provvedimento di adozione del Piano di recupero e di riassimilare lo stesso nell’ambito del nuovo Piano di governo del territorio in ottemperanza al Regolamento del PLIS in approvazione. In sintesi le ragioni della richiesta sono queste. Il progetto presenta una volumetria spropositata e delle tipologie che non si integrano nel contesto agricolo e con il concetto di recupero volumetrico tipologico. Il recupero in termini tipologici è necessario visto l’ambito di Parco del Roccolo e PLIS in cui si trova la cascina, salvaguardia e valorizzazione. Se il progetto fosse stato inserito nel P.G.T. con le nuove regole, il volume si sarebbe ridotto di 3.000 mc. – La delibera di adozione riporta l’invito a una maggiore attenzione alla consistenza volumetrica e alla sua distribuzione, in relazione al contesto ambientale e paesaggistico, recuperando le preesistenze con valenza storica.

L’invito non ha valore impositivo, a piano approvato saranno sanciti i mc. realizzabili, 7.753,68, pari a una superficie residenziale complessiva di 2.584,56 e 21 unità immobiliari. Se questo progetto venisse approvato come tale, si evidenzierebbe l’iniquità di trattamento rispetto agli altri piani di recupero che dovessero essere approvati dopo l’entrata in vigore del P.G.T. – Il Circolo richiama altresì la L.R. 12, in particolare l’art. 36 il quale prescrive l’applicazione delle norme di salvaguardia solo per i permessi di costruire o denunce inizio attività, ma non per i piani di recupero e richiama inoltre l’art. 12 – comma 5 – sempre della legge 12 – che recita: Le previsioni contenute nei piani attuativi e loro varianti hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Quindi il Presidente del Circolo chiede la revoca del provvedimento di adozione e il riesame del progetto nel nuovo P.G.T. –

Controdeduzioni. Per quanto riguarda il progetto, questo è stato rivisitato in funzione di quanto deliberato dal Consiglio Comunale nella seduta del 21 dicembre, a seguito di richiesta del Servizio Urbanistica,

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è una nostra nota del 28 gennaio 2011 che è già stata peraltro richiamata anche dall’Assessore precedente e anche richiamata nell’osservazione n. 1. Gli elaborati pervenuti in allegato all’osservazione presentata dal Sig. Valtulini prevedono il mantenimento della cascina storica e la riproposizione dei volumi aggiunti in epoca successiva su diverso sedime e con diversa sagoma, eliminando la previsione delle villette a schiera. Tale nuova proposta è stata valutata positivamente dalla Commissione Paesaggio nella seduta del 15 marzo 2011, che non è entrata nel merito del calcolo della volumetria e come espresso in una nota interpretativa dell’estensore del P.G.T., che è allegata all’osservazione uno e che vi leggerò dopo.

Il Piano di governo del territorio, art. 4 del Piano dei servizi comma 2.2, prevede il recupero degli edifici storici e le possibilità di ristrutturare o di demolire e ricostruire i fabbricati aggiunti in epoca moderna, con l’esclusione dei volumi tecnici, quale siano serbatoi o stalle di dimensioni industriali eccetera, ivi inclusa la possibilità di demolire e ricostruire i volumi esistenti in continuità dell’edificio principale e su questo dopo vi darò conto della Nota dell’Arch. Benevolo che è stata inviata a seguito di una richiesta dell’Ufficio. Pertanto il volume geometrico OH(?) è recuperato, anche con interventi di demolizione e ricostruzione non potrà essere superiore a quello esistente. All'interno dei volumi recuperati, ristrutturati o demoliti e ricostruiti si potranno anche verificare aumenti di superficie e utili di pavimento rispetto all’esistente.

Per quanto riguarda la citazione dell’art. 12 – comma 5 della Legge 12, si fa presente che tale prescrizione si riferisce ai soli piani attuativi relativi agli ambiti di trasformazione che attuano il documento di piano, che è l’art. 12 – comma 1. Infatti poiché il documento di piano non contiene previsioni che producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli, ai sensi dell’art. 8 – comma 3 della stessa Legge 12, scaduto il termine di validità quinquennale, quindi il documento di piano vi ricordo che ha una validità quinquennale, il Comune deve provvedere all’approvazione di un nuovo documento di piano. In caso di inadempienza si applicano le norme di cui all’art. 25 – comma 7, il quale prevede che in assenza del documento di piano, la presentazione dei programmi integrati di intervento previsti dalla stessa Legge 12 all’art.

87, è subordinata dall’approvazione da parte del Consiglio Comunale con apposita deliberazione di un documento di inquinamento redatto allo scopo di definire gli obiettivi generali e gli indirizzi dell’azione amministrativa comunale nell’ambito della programmazione integrata di intervento.

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Per quanto riguarda questi motivi il legislatore regionale ha dovuto per forza precisare all’art. 12 – comma 5, che l’attuazione del documento di piano attraverso l’approvazione dei piani attuativi riguardanti gli ambiti di trasformazione, deve produrre effetti giuridici sul regime dei suoli, mentre l’indicazione dei contenuti nel piano delle regole e nel piano dei servizi dove è individuato e identificato il complesso Scarotti, questi due piani producono effetti giuridici immediati sul regime dei suoli. Pertanto considerato quanto contenuto nell’osservazione presentata circa il rispetto dell’art. 4 – comma 2.2 delle norme del piano dei servizi, relativamente al recupero dei volumi esistenti, richiamata la Nota dell’estensore del Piano di governo del territorio, si può accogliere parzialmente l’osservazione presentata dal Circolo Legambiente perché rispetta le previsioni del Piano di governo del territorio.

Vorrei aggiungere, anche se non è inserito nella controdeduzione, che noi dobbiamo basarci sulle norme che abbiamo, non sulle norme che dovranno venire che riguardano il PLIS. Se ci sono le norme le attuiamo, se non ci sono non possiamo respingere il piano adottato, quindi chiedere l’annullamento della delibera di adozione su una norma che ancora non esiste.

Per quanto riguarda la Nota dell’Arch. Benevolo, prima di introdurre questa nota vi leggo cosa l’Ufficio ha chiesto all’Arch. Benevolo. È stato chiesto in particolare riferimento al Piano di recupero della Cascina Scarotti, però anche in generale, perché riguarda tutte le cascine del PLIS. La leggo integralmente, non è molto lunga, quindi indirizzata allo Studio degli Architetti Benevolo. Va be’, la riassumo per sommi capi.

Allora il Consiglio Comunale ha adottato il Piano con questa precisazione… (interruzione)

Allora il quesito era, stante ciò che ha adottato il Consiglio Comunale, con le precisazioni che riguardano il rispetto dell’art. 4 – comma 2.2 che è stato adottato in data successiva, ci siamo posti il problema del recupero dei volumi moderni, stante che è ben preciso e ben chiaro che l’edificio storico può avere solamente interventi di carattere manutentivo, più o meno spinti, ma comunque di carattere manutentivo, per gli edifici moderni l’articolo del piano dei servizi che ho citato prima, prevede il recupero dei volumi, con la possibilità di ricostruirli anche in continuità con l’edificio principale.

Allora fatto l’excursus di quello che è successo e di quello che abbiamo chiesto al proponente, la domanda che è stata fatta allo Studio degli Architetti Benevolo, è la modalità di determinare il volume dei fabbricati di nuove costruzioni, quindi il concetto, il raffronto tra il concetto di superficie residenziale complessiva, prevista dal Piano Regolatore e il concetto di superficie utile di pavimento contenuto nel P.G.T. – Il

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proponente ha ritenuto che doveva essere utilizzato il parametro più sfavorevole SRC per quanto riguarda i calcoli fatti da lui sulla proposta che è stata presentata. Mentre invece noi chiediamo, almeno lo scrivente Ufficio ritiene che dalla lettura del comma 2.2 dell’art. 4 delle norme del piano dei servizi del P.G.T. adottato, si evince che il concetto di superficie non sia applicabile alla fattispecie in esame, in quanto la norma specifica: Per gli edifici rurali contenenti al loro interno porzioni di edifici storici appositamente individuati dalle tavole P-1, oltre alla funzione agricola è ammesso un intervento di recupero esteso all’intero complesso, volto a conseguire le destinazioni d’uso di cui al successivo comma 3, secondo la seguente disciplina: Per le parti del complesso riconoscibili come aggiunte in epoca moderna, con l’esclusione dei volumi tecnici quale sia l’osservatorio ecc., è ammesso un intervento di ristrutturazione edilizia, ivi inclusa la possibilità di demolire e ricostruire i volumi esistenti in continuità dell’edificio principale. Sembra evidente dal testo riportato che l’unico parametro possibile da considerare nella ricostruzione siano i volumi esistenti e la loro ricostruzione nel caso di edifici non considerati storici, in continuità dell’edificio principale. Tra parentesi, non sembra opportuno in considerazione dell’integrità morfologica dell’edificio storico da mantenere. Si chiede un supporto interpretativo risolutivo in merito ai due punti sopra riportati all’estensore del Piano di governo del territorio, in quanto l’adeguamento in tal senso del P.R. ne comporterà un sostanziale ridimensionamento e modifica.

La risposta dell’Arch. Benevolo credo che vi sia stata fornita. La vediamo insieme. La norma richiamata per tali chiarimenti in relazione alla proposta di Piano di recupero per la Cascina Scarotti assegna la possibilità di riconfigurare il complesso della cascina nel caso questa perda la sua originaria vocazione e venga recuperata per altri usi. Infatti le norme tecniche … (vi risparmio per la terza volta il disposto del comma 2.2 e cosa dice). L’interpretazione, la risposta più che l’interpretazione dell’Arch. Benevolo dice:

Tale disposto significa:

A. Che vanno demoliti senza possibilità di ricostruzione gli edifici tecnici o propriamente industriali aggiunti in epoca recente e connessi alle attività produttive agricole;

B. Che è possibile ristrutturare gli altri edifici di origine moderna, dove sono, come sono, con le possibilità concesse dalla definizione stessa di ristrutturazione edilizia;

C. Che è possibile in alternativa al punto B demolirli e ricostruirli, mantenendone la consistenza volumetrica, non le superfici, ricollocandoli in una posizione più adatta alla riconfigurazione del complesso di cascina – dopo leggo la Nota 1 – tale ricollocazione

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può, non deve avvenire anche in adiacenze e in continuità con l’edificio principale, quello di origine storica.

La Nota uno in calce alla lettera dice: che in mancanza di una definizione di volume con unità di misura della capacità insediativa nelle disposizioni comuni del documento di Piano, si deve qui intendere il volume geometrico delle costruzioni, ovvero il cosiddetto volume acqueo. Quello che si otterrebbe immergendo teoricamente tali costruzioni in un liquido e misurando il volume incrementato del liquido stesso.

Per quanto riguarda la contiguità dell’edificio, la Nota 2 dice: per continuità va inteso un corpo di fabbrica che continui l’edificio principale, sia in pianta con un corpo di fabbrica dello spessori di quello antico, sia innalzato avente la medesima altezza. (finite le note).

Gli interventi di cui alle precedenti lettere B e C hanno come limite edificatorio il volume preesistente e quindi possono entrambe comportare aumenti di superficie di pavimento, sia nel caso in cui la ristrutturazione edilizia non comporti demolizione integrale dell’edificio o degli edifici e proponga di suddividere in altezza locali alti, sia nel caso in cui la ristrutturazione edilizia proponga una ricostruzione fedele, avente medesimo volume, sia ovviamente nel caso in cui l’intervento si configuri come una demolizione con ricostruzione su altro sedime e/o altra sagoma.

Successivamente, al quarto capoverso del comma 2.2, la norma chiarisce quale deve essere l’intervento sull’edificio di origine storica, è sostanzialmente una definizione di risanamento conservativo. Per quanto riguarda le destinazioni d’uso, il successivo comma 3 al terzo capoverso, stabilisce che le destinazioni d’uso possono essere di tipo residenziale – R – per servizi e attrezzature pubbliche – S – e per attrezzature turistico-ricettive - PR - senza limitazioni percentuali. Va infine ricordato che la predetta norma per le cascine in ambito PLIS, si applica anche alle restanti cascine individuate questa volta dal piano delle regole. La norma resta più o meno la stessa, la variazione più significativa è quella che conferisce un bonus volumetrico del 15% oltre alle possibilità di ampliamento derivanti dal recupero volumetrico esistente, nel caso di intervento di ristrutturazione con fedele ricostruzione o di demolizione con ricostruzione degli edifici moderni recuperabili.

L’Arch. Benevolo non ha scritto quale fosse la norma, comunque è la norma del piano delle regole, l’art. 23 CAR – si chiama cascine rurali in ambito agricolo se non ricordo male.

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Basandoci allora su questa lettera dell’Arch. Benevolo che tutto sommato conferma quanto l’Ufficio ha chiesto, sono state predisposte le due controdeduzioni, che consistono nell’accogliere parzialmente, mantenendo la cascina storica nel punto dove essa si trova con la medesima configurazione planivolumetrica e la possibilità di recuperare i volumi, quindi il volume geometrico o il volume acqueo come lo chiama l’Arch. Benevolo, con altri edifici la cui somma volumetrica, quindi della scatola compresa di tetto, dia la somma volumetrica degli edifici esistenti.

Presidente

È abbastanza ponderosa, perché tra l'altro ha fatto tutti i passaggi logici che lui ha seguito in tutta la procedura. Per noi seguire tutti i particolari è abbastanza impegnativo, comunque in sostanza abbiamo questo Piano di recupero che è stato adottato, sono state fatte due osservazioni, le due osservazioni dopo ampi studi ecc., c'è la proposta dell’Amministrazione che dice le accogliamo parzialmente, con le indicazioni che l’Ufficio Tecnico ha dato relativamente al volume della parte non storica diciamo. Ci sono domande, quesiti, considerazioni da fare? Consigliere Scarpellino.

Consigliere Scarpellino

Grazie Presidente. Devo esprimere la mia soddisfazione perché i dubbi che erano stati espressi sia in Seconda Commissione che nel corso della seduta precedente, riguardante l’adozione di questo Piano, si sono dimostrati a tutti gli effetti validi e prendo atto con piacere che la stessa proprietà ha di fatto modificato sostanzialmente il progetto che ricordo presentava quella schiera di villette che nulla aveva a che fare con lo stile architettonico delle nostre cascine e questo devo dire fa un po' il paio con tutte le altre osservazioni che erano venute a questo riguardo anche in Seconda Commissione e mi riferisco al gattile, mi riferisco ad altri discorsi che insistono in un territorio che a noi deve stare a cuore.

Però rimane sempre un dubbio che vorrei che l’Arch. Morabito e l’Assessore Adobati mi sciogliessero. Si fa riferimento sempre al piano delle regole del P.G.T. e quindi in particolare delle cascine che insistono sul PLIS, che succede nel momento in cui queste, visto che abbiamo il P.G.T. è ancora da approvare, queste regole dovessero cambiare? Secondo me se noi approviamo definitivamente questo piano, rimane così come è e quindi avremmo una disparità di esecutività dei progetti. Per cui io chiedo prima questo chiarimento e mi

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