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CAPITOLO II I DISTRETTI INDUSTRIALI COME SISTEMI LOCALI DI INNOVAZIONE

2.3 IL TRANSFER KNOWLEDGE TRA LE AZIENDE DISTRETTUALI

2.3.3 Absorptive capacity

Alcuni autori sostengono l’ipotesi che, quanto maggiore è il livello di tacitness di un processo innovativo, ovvero l’incidenza di conoscenze tacite utilizzate o prodotte nel processo, tanto più difficile risulta l’imitazione. Sussiste sempre una relazione tra la complessità della conoscenza e la sua eventuale natura tacita. Tuttavia, non è il livello di tacitness in sé, ma il livello di complessità della conoscenza tacita, a creare resistenze all’imitazione e più in generale al trasferimento della conoscenza.

Queste conoscenze tacite possono essere esplicitate in vari modi e a diversi gradi, e quindi trasferirsi con l’osservazione degli artefatti che le incorporano o mediante la comunicazione che accompagna le relazioni che collegano in via diretta o indiretta i contesti aziendali. Inoltre, se una certa conoscenza tacita è incorporata nella persona, non necessariamente il suo trasferimento deve essere accompagnato da una esplicitazione, perché il trasferimento è possibile anche grazie all’osservazione delle azioni dell’individuo e la comunicazione.

Riprendendo il tema dell’assorbimento, se la complessità della conoscenza esterna inibisce il suo assorbimento da parte di un contesto aziendale, dall’altra parte questo effetto non può prescindere dalle caratteristiche cognitive del contesto103. Quindi, a parità di complessità, la probabilità che una conoscenza, prodotta in un contesto S (source) e veicolata in qualche forma all’esterno, venga assorbita da un contesto R (receiver) è tanto più elevata quanto maggiore è la capacità di assorbimento di R. Questa capacità, che per Cohen e Levinthal104 comprende l’identificazione e la valutazione delle conoscenze esterne, l’assimilazione e l’impiego, tende quindi a dissolvere l’effetto inibitore della complessità sull’assorbimento. In altri termini, la probabilità che il trasferimento della conoscenza si concluda con successo dipende dal grado di complessità relativa della conoscenza, ossia della conoscenza in relazione al contesto candidato all’assorbimento. La capacità di assorbimento dipende dal patrimonio di conoscenze che il contesto ha accumulato nel tempo attraverso gli

103 CAMUFFO A., GRANDINETTI R., I distretti industriali come sistemi locali di innovazione cit., p. 39.

104 COHEN W.L., LEVINTHAL D.A., Absorptive capacity: a new perspective on learning and

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investimenti in attività di ricerca e sviluppo ed esperienza produttiva, sviluppata mediante l’approccio learning by doing.

Per capire meglio il significato del termine “absorptive capacity” bisogna prendere in esame le sue due determinanti, a seconda che nel trasferimento siano coinvolte le organizzazioni o le persone. La prima prende il nome di “prior related

knowledge”, che riflette il collegamento logico tra S e R, ovvero la prossimità cognitiva

tra i due contesti; la seconda è data dall’interazione cognitiva dei soggetti.

Nella misura in cui un contesto aziendale presenta una struttura cognitiva (stock

knowledge) molto vicina a quella del contesto che ha generato una nuova conoscenza, la

capacità di assorbimento del primo risulta elevata. Quindi, solo se l’osservatore dispone di conoscenze di base e competenze analoghe a quelli del soggetto che ha prodotto l’innovazione, la conoscenza sarà effettivamente svelata e compresa. Quando un’azienda investe in attività di ricerca e sviluppo, non solo favorisce la creazione di conoscenze, ma sviluppa anche le sue capacità di assorbimento. Ecco perché si crea un legame positivo tra la capacità innovativa di un’organizzazione e la sua capacità di assorbimento di conoscenze esterne.

In questa ottica, la ridotta distanza cognitiva facilita il trasferimento della conoscenza. Nella situazione opposta di elevata distanza cognitiva il trasferimento rimarrebbe bloccato alla fase di ricezione. Dato che la conoscenza nel contesto ricevente è affine a quella che si vuole assorbire, la prossimità cognitiva rimane elevata tra imprese che sviluppano in modo differente una stessa specializzazione ed inferiore invece tra quelle semplicemente legate da un rapporto di fornitura.

Considerando le fasi della filiera produttiva e il fatto che molte imprese condividono la medesima specializzazione a livello di output realizzato (omogeneità tecnologico-produttiva), non è difficile capire perché all’interno dei distretti la distanza cognitiva è molto corta. Quindi, grazie a questo fatto e alle continue interazioni (interazione cognitiva) che si realizzano tra i vari soggetti che operano nello stesso contesto, il trasferimento della conoscenza e il suo assorbimento sono molto frequenti.

Come detto sopra, la seconda determinate, che favorisce l’aumento della capacità di assorbimento di una particolare impresa, è l’interazione cognitiva, ovvero le molteplici relazioni che si instaurano tra i vari soggetti. L’intensità di queste relazioni sicuramente dipende dalla capacità del singolo individuo, all’interno del distretto, di

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interagire con gli altri mediante le varie forme di comunicazione. Questa capacità o risorsa, che costituisce le premessa necessaria per l’interazione cognitiva, è favorita dalla caratteristica distintiva del distretto di essere un contesto socio-culturale unico e omogeneo.

A tal proposito possiamo ricordare il contributo di Giacomo Becattini, che definisce il sistema distrettuale come un’entità socio-economica all’interno della quale vivono imprese e molteplici istituzioni locali. L’omogeneità socio-culturale è costituita da molteplici elementi come: regole comuni ed implicite di comportamento, linguaggio condiviso e valori simili. La presenza di questi elementi favorisce i dialoghi tra soggetti, la comprensione reciproca e l’adattamento reciproco che si ottiene nelle relazioni tra imprese. In questo modo si riducono i costi di transazione connessi all’avvio e al mantenimento delle relazioni stesse.

Figura 10. Il trasferimento della conoscenza tra imprese distrettuali (Camuffo, 2006)

In conclusione, date le caratteristiche peculiari del distretto, è possibile ribadire come sussistono diverse modalità di interazione e di trasferimento del sapere, che consentono anche una rapida diffusione dell’innovazione all’interno del sistema locale.

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Questo rende i vari contesti locali trasparenti sotto il profilo informativo e con la figura 10 è possibile osservare lo schema interpretativo dei processi di trasferimento intradistrettuale.

Sul processo di diffusione di una conoscenza tacita-esplicita esercitano la propria influenza diversi fattori105:

❖ l’interesse del produttore della conoscenza a non diffonderla e, quindi, l’efficacia delle strategie di protezione dispiegate;

❖ il livello di complessità della conoscenza tacita;

❖ le competenze di codificazione di cui dispone il produttore di una conoscenza tacita interessato a trasferirla e, simmetricamente, le competenze di decodificazione di cui dispongono i soggetti interessati ad acquisirla;

❖ la varietà e la congruenza106 dei tipi di codici utilizzabili, data una certa conoscenza tacita;

❖ l’efficacia in qualità di knowledge carrier dei mezzi di comunicazione disponibili.

105 Vedere figura11.

106 La congruenza è definita come fedeltà del codice nel riprodurre la conoscenza tacita allo stato esplicito.

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Figura 11. Fattori influenti sul processo di diffusione della conoscenza107

In riferimento alla prima variabile, ovvero l’interesse del produttore a non diffondere la conoscenza, l’esplicitazione della conoscenza tacita determina in ogni caso un indebolimento delle barriere protettive. Per quanto un produttore cerchi di evitare il trasferimento agli altri della conoscenza prodotta, anche adattando strumenti di protezione, non è sempre facile impedire tale trasferimento. Nel momento in cui adotta la strategia di protezione, come la brevettazione, è richiesta necessariamente l’esplicitazione dell’innovazione (paradosso della brevettazione). Nello stesso modo, collocando un prodotto sul mercato è difficile impedire la diffusione delle conoscenze innovative incorporate nei nuovi prodotti.

Con riferimento invece all’efficacia con cui un mezzo di comunicazione riesce ad assolvere il ruolo di canale di trasferimento della conoscenza, si può assumere che essa dipenda dalla portata del mezzo, intesa come la quantità di informazione che il canale riesce a trasferire nell’unità di tempo, e dall’estensione dei collegamenti tra potenziali

107 GRANDINETTI R., “I fondamenti concettuali del knowledge management: un’analisi critica”, Economia e Politica Industriale, n. 118, 2003.

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offerenti e potenziali utilizzatori di conoscenze che il canale riesce a garantire (Grandinetti e Rullani, 1996).