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CAPITOLO III IL DISTRETTO DEL CUOIO E DELLA PELLE DI SANTA CROCE SULL’ARNO

3.4 GLI ATTORI LOCALI

3.4.2 Conceria Mario Stefanelli & Figli S.r.l

La conceria Mario Stefanelli & Figli S.r.l. nasce nel 1982 (anno in cui Mario Stefanelli rileva l’intera attività, fondata nel 1962151) come continuazione di una radicata esperienza nella concia dei pellami. Da oltre 50 anni l’azienda porta avanti una attività attenta alla qualità, all’ambiente e alle esigenze del mercato, offrendo prodotti sempre attuali ed innovativi ma che richiamano alla storia e al vissuto dell’impresa.

L’attività aziendale è costituita dal ciclo completo di conciatura al vegetale di fianchi, spalle e da qualche anno mezzi vitelli (un pellame già lavorato negli anni ‘70 e che viene ripreso attualmente). Tale ciclo completo però è in parte interno e in parte esterno, come accadde per la maggior parte delle aziende nel comprensorio.

“La scelta di esternalizzare è fondamentale per il successo della nostra azienda, perché è uno strumento utile per abbassare i costi fissi interni e per avere una professionalità elevata nelle molteplici attività accessorie al core business”, dice Luca Stefanelli152, responsabile commerciale e del controllo qualità. Per esempio, la rifinizione inizialmente veniva svolta all’interno all’azienda mentre da ormai 5 anni si è optato per l’esternalizzazione. Attualmente la rifinizione viene esternalizzata per il 90%. Come afferma L. Stefanelli, non rendere l’azienda rigida strutturalmente e produttivamente garantisce un maggior controllo dei costi, una gestione più razionale degli spazi interni e permette di evitare una capacità produttiva scoperta nei momenti di contrazione della domanda di mercato. Questo atteggiamento favorisce non solo l’azienda in sé ma anche le lavorazioni terziste a cui si rivolge, che in questo modo possono sfruttare la domanda dei molteplici clienti anche appartenenti ad altri settori153, compensando in questo modo le oscillazioni del mercato.

La dimensione dell’azienda è data da 16 dipendenti e da un fatturato medio annuo di 4 milioni di euro circa. Un valore quest’ultimo sotto la media rispetto agli anni

151 Dalla precedente azienda rimane memoria nel marchio “cobra”. Inoltre è rimasto immutato il sito produttivo e l’esperienza nella lavorazione artigianale del pellame.

152 Luca Stefanelli ricopre il ruolo del responsabile commerciale sia per il canale Italia che estero. Inoltre si occupa del cosiddetto “avanzamento prodotto”, ovvero segue tutte le fasi produttive interne all’azienda allo scopo di controllare la continua conformità del prodotto agli standard qualitativi dati all’inizio della produzione.

153 Anche se un’azienda terzista lavora maggiormente per una particolare conceria che presenta una certa oscillazione nella domanda di attività (per esempio una contrazione di domanda nel mese di gennaio), il poter rivolgersi ad aziende diverse dalle concerie, che magari presentano delle oscillazioni differenti (un picco di attività nel mese di gennaio), le permette di coprire sempre la propria capacità produttiva.

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precedenti154 e soprattutto prima del 2015, un anno di grande crisi per l’azienda dovuta alla crisi del mercato orientale (il mercato di riferimento per l’impresa) che ha subito una forte contrazione. Ma la grande capacità imprenditoriale, il lungo passato, la delocalizzazione e l’atteggiamento proattivo dell’azienda le hanno permesso di fronteggiare la grande crisi a testa alta, favorendo la ripresa.

Per quanto riguarda l’apertura dell’azienda verso il mercato estero, risulta che all’incirca 85% della produzione è destinata ai mercati di Cina, Giappone, Corea, Spagna, Grecia e molti altri. Ormai per ogni azienda è fisiologico lavorare con i mercati esterni per rimanere competitivi e perdurare nel tempo, in quanto il mercato nazionale non è in grado di contenere l’offerta delle imprese.

Il prodotto di punta della conceria Mario Stefanelli & Figli è il fianco, una materia devota alla piccola pelletteria come il sandalo e che colloca il prodotto in un mercato di nicchia. Infatti l’utilizzo della conciatura al vegetale rende l’azienda poco attrattiva per i grandi brand, che richiedono il prodotto cosiddetto “prestazionale” e che l’azienda non è in grado di fornire. Con prodotto prestazionale si intende un pellame fortemente resistente al danneggiamento, che spesso può risultare esteticamente quasi “di plastica”. Solitamente una pelle può raggiungere una tale forma se sottoposta ai procedimenti della conceria al cromo, che utilizza per il trattamento del pellame elementi concianti di natura chimica piuttosto che sostanze vegetali.

Alla domanda “Quali sono i rischi di una concia al vegetale?”, Stefanelli risponde: “Il nostro è un prodotto di nicchia, e anche se i clienti sono tanti il rischio che la domanda subisca flessioni è sempre presente. Adesso vanno di moda le pelli molto morbide e leggere e la nostra concia al vegetale presenta certe difficoltà nel ricreare questo tipo di prodotto finale. La concia al vegetale utilizza come elemento conciante i tannini vegetali, quindi fondamentalmente fibre legnose. Questo dà al prodotto una certa rigidità e un peso specifico alto, mentre gli elementi chimici della concia al cromo garantiscono una maggiore morbidezza e un peso minore.”

E ancora, “Quanto è importante l’innovazione all’interno del distretto e che tipo di innovazione state ricercando?”: “L’innovazione è fondamentale per il distretto, come lo è per ogni realtà produttiva. La nostra innovazione consiste nell’elevata attenzione ai prodotti che offriamo ai nostri clienti. Siamo sempre attenti alle mode e effettuiamo di

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continuo ricerche di mercato per conoscere i bisogni dei nostri clienti. Inoltre il nostro scopo è quello della concia “metal free” che la concia al vegetale già in parte propone. Noi creiamo un pellame come se fosse lavorato al cromo, ma nello stesso tempo i processi a cui sottoponiamo le nostre pelli rendono i prodotti di elite e difficili da sviluppare. Investiamo molto nei macchinari, soprattutto quelli del reparto umido, come le botti. Il problema grosso nel vegetale è la temperatura (servono alte temperature per far rilasciare ai grassi vegetali ed animali utilizzati tutte le proprietà necessarie per la lavorazione), che deve essere sempre controllata. Lo sfregamento delle pelli produce calore e noi innoviamo le nostre macchine per ridurre queste temperature e per ridurre al minimo in questo modo ogni probabilità di abrasioni e quindi difetti della pelle”.

Infine, “Potrebbe citare qualche criticità del distretto che secondo Lei potrebbe essere migliorata?”: “ Sicuramente una delle problematiche presenti nel distretto è che alcune aziende viaggiano al limite della legalità. Questo genera dei malumori che diventano ridondanti sia all’interno che all’esterno del distretto, creando una forma di sfiducia verso tutti gli attori e verso l’intero sistema. Inoltre la viabilità è penosa vista l’inefficienza delle infrastrutture. Infine, affermerei che il sistema dei pagamenti è spesso inaccettabile. Ormai è una mentalità per tutte le aziende lavorare con pagamenti a dilazione. Ma mentre i miei clienti chiedono le dilazioni io mi trovo a dover pagare i miei fornitori in anticipo. Ho notato che operando con i clienti esteri è buona prassi utilizzare il metodo dell’acconto o del pagamento anticipato, che nel distretto di Santa Croce è impensabile, ma che potrebbe avvantaggiare tutte le aziende e creare un miglior rapporto di fiducia inter-aziendale.”

Dal colloquio con il responsabile di questa azienda è emerso come, nonostante le varie difficoltà che essa si trova a fronteggiare, il suo atteggiamento positivo e propositivo, consistente nel dover sempre innovare (che non necessariamente si traduce in un’innovazione nuova e radicale ma potrebbe semplicemente essere una rivisitazione di un vecchio prodotto), cercare nuovi mercati e non adagiarsi sui mercati consolidati, apre molteplici opportunità al continuo successo dell’azienda. Conoscere i propri concorrenti e gestire direttamente i bisogni della propria clientela fornisce all’azienda tutte le leve per poter operare sui mercati nazionali ed internazionali, diffondendo la fama di un sistema produttivo italiano solido, di qualità e sempre pronto a crescere ed innovare. Inoltre le proprie capacità relazionali (con i vari attori locali, i clienti, il

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sistema della moda) e le sue capacità di attirare l’attenzione dei clienti sui propri prodotti, non solo dimostrano come l’azienda sia in grado di offrire ciò che il mercato desidera, ma anche la sua tendenza a creare innovazione e renderla appetibile per i mercati di riferimento.