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CAPITOLO I IL DISTRETTO INDUSTRIALE

1.3 IL CONCETTO DI NETWORKING O CLUSTERING

1.3.3 La nautica da diporto in Toscana

La nautica da diporto costituisce uno dei comparti che maggiormente contraddistinguono l’Italia nel mondo, grazie al prestigio ed alla notorietà delle aziende, alla capacità delle maestranze ed alla natura distintiva dei prodotti (Bianchi Martini, 2007, p.5).

Questo settore rappresenta per la Toscana una delle più importanti scommesse sul proprio sviluppo futuro, in termini di imprenditorialità e di occupazione, caratterizzato da una indiscussa leadership sui mercati internazionali di un comparto economico di grande rilevanza che comprende, oltre alla produzione nautica dei grandi cantieri, anche le piccole realtà produttive di tipo artigianale che convivono con imprese leader internazionali53.

La filiera si concentra in Toscana, dove si riscontra la maggior concentrazione di piccole imprese della nautica: il 17,6% delle 2.773 imprese italiane, 488 aziende che

53 Tratto da: Sintesi Rapporto di Ricerca “ Dinamiche e prospettive di mercato della filiera nautica del

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occupano quasi 2.000 addetti e generano ricavi pari al 21,7% del totale del settore. In totale si contano 535 imprese toscane del diporto dove lavorano oltre 3.000 addetti54.

La produzione del presente settore varia dalla realizzazione di megayacht nelle aree livornesi e viareggine, alla costruzione di grandi yacht a Pisa e di imbarcazioni più piccole fabbricate nelle aree costiere. La recente crisi recessiva55 però ha aumentato il peso della produzione dei megayacht e ha contratto la domanda di imbarcazioni di medie dimensioni. Sono le barche sopra i 50 metri (navi) e quelle sotto i 10 metri (natanti) a mantenere uno spazio nel mercato della nautica da diporto.

In termini di produzione mondiale il 25% dei grandi yacht di lusso proviene da Viareggio, mentre il 38% delle navi sopra i 30 metri è di produzione italiana56.

La spinta decisiva che ha avuto il settore verso il mercato di lusso ha aumentato il livello di preparazione specialistica direttamente collegato alla filiera, che non si limita alla sola produzione di navi, ma abbraccia tutta la catena del valore, costituita anche da riparazione, refitting e restyling, servizi di accoglienza in porto e a terra. Nonostante il forte radicamento del comparto nel sistema produttivo regionale e l’elevata preparazione specialistica, sorgono da tempo esigenze di reperimento di alcuni servizi “ausiliari” alla produzione di imbarcazioni, non facilmente trovabili nel territorio regionale.

All’interno del comparto della nautica possono essere distinte due filiere principali: la filiera manifatturiera, che si occupa della produzione di imbarcazioni, e la filiera del turismo nautico, finalizzata all’offerta di servizi al diportista.

La produzione di grandi yacht prevede, oltre all’attività primaria svolta nell’ambito del cantiere, alcune attività ausiliare come quella di brokeraggio, svolta da apposite agenzie. Nella realizzazione dei vari modelli di imbarcazione le aziende presentano una grande elasticità, dato che nella maggior parte dei casi si tratta di lavori su commessa con un elevato grado di personalizzazione del prodotto finale. All’interno del cantiere sono svolte le attività di costruzione dello scafo e di assemblaggio dei componenti, quali impianti elettrici ed idraulici, propulsione, arredamento, manovre e

54 Ibid.

55 Per avere una fotografia del settore durante la crisi basta evidenziare che nel 2008 il fatturato complessivo della nautica era pari a 6 miliardi di euro, mentre le stime per il 2015 erano pari a 2 miliardi e mezzo.

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strumenti di bordo, prodotti da altri attori della filiera, c.d. “accessoristi”57. Altro tipo di attività, non meno importante, è costituita dalla logistica, per il trasporto di componenti di grandi dimensioni quali alberi, parti di scafo o intere imbarcazioni. Un’attività che prevede il servizio da parte di vettori specializzati.

La produzione di piccoli natanti presenta invece una struttura più snella, in quanto il ruolo di molti attori tende a ridursi o anche annullarsi, ad eccezione del cantiere di produzione. La produzione di questo tipo di barche (come ad esempio barche a vela o imbarcazioni per la piccola pesca) è solitamente effettuata in modo standardizzato, sulla base di un disegno realizzato da un progettista che ne consente la produzione previo rilascio di una licenza di fabbricazione58.

La seconda filiera, integrata fortemente alla prima, è costituita da attività dedicate a fornire le condizioni necessarie per poter assicurare la navigazione da diporto e quindi rivolte al diportista. La filiera del turismo nautico è costituita dalle attività di rimessaggio e di manutenzione, che possono essere svolte anche direttamente dal cantiere. Tali attività di assistenza, allo stesso modo della filiera manifatturiera, richiedono l’attività di logistica in entrata ed in uscita, per il trasporto di componenti ingombranti ed il trasporto e l’alaggio delle barche. Fondamentali risultano i servizi offerti come quelli di rilascio di certificazioni e di patenti nautiche.

Un ulteriore anello fondamentale della filiera è costituito dall’offerta al diportista di posti barca, stabilmente o per il solo transito, e dei servizi a questi connessi, sia di tipo essenziale, quali quelli di assistenza all’ormeggio, l’accesso a fonti di acqua potabile e di energia elettrica, la manutenzione, che di tipo aggiuntivo, quali la sicurezza all’interno del porto, i servizi commerciali (minimarket, negozi per la nautica, lavanderie, ed il commercio in generale) e l’organizzazione di iniziative culturali e ricreative59.

57 BIANCHI MARTINI S. (a cura di), Network di servizi per la nautica da diporto, Report di ricerca, Dipartimento di Economia Aziendale “E. Giannessi”, 2007, p.8.

58 Ibid. 59 Ivi, p. 9.

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Oltre alle due principali filiere esistono molteplici attività di supporto che forniscono i propri servizi alle aziende del comparto. Tra queste attività60 si possono citare:

• la ricerca e sviluppo su materiali, prodotti innovativi e processi di produzione;

• la formazione tecnica e gestionale; • l’offerta dei servizi informatici;

• l’assistenza in campo amministrativo, fiscale, legale e finanziario;

• la partecipazione ai processi di acquisto o di vendita di un insieme di aziende finalizzata all’ottenimento di economie di scala;

• l’offerta di servizi tecnici, come il controllo qualità, l’accertamento del rispetto delle normative di sicurezza e di quelle in campo ambientale; e molte altre.

La presenza di una tale varietà di servizi fa sì che ogni azienda possa ricercare la specializzazione in un ambito specifico, oppure presentare sul mercato un’offerta diversificata. Di conseguenza ad ognuna sono associate caratteristiche diverse in termini di competenze e grado di specializzazione. La principale competenza richiesta è la conoscenza dell’inglese generale e tecnico, perché vitale per mantenere saldi i rapporti con clienti e fornitori internazionali. Inoltre è elevata la richiesta di personale specializzato da inserire in azienda. I bisogni professionali richiedono una diversa formazione altamente specializzata in funzione della figura della filiera da ricoprire (carpentiere, elettricista, allestitore, falegname, verniciatore, idraulico, ecc.). Ogni figura deve avere anche una preparazione specifica indirizzata alla costruzione, riparazione e refitting di megayacht. Tra le professionalità richieste si possono citare anche: programmatori CAD, personale di bordo (comandanti, hostess/steward), figure di coordinamento in grado di coordinare le esigenze del cliente con le professionalità presenti in loco, project manager della nautica da diporto, che presentano un profilo più alto e formazione post-universitaria.

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Purtroppo la crisi e i cambiamenti avvenuti in questo settore negli ultimi decenni lo hanno reso meno attraente per le nuove generazioni, e anche la capacità delle scuole navali di formare i giovani è fortemente diminuita. La crisi del 2008 che ha toccato anche questo settore, così dinamico e innovativo, ha portato alla chiusura di molte aziende e ha rischiato di compromettere il futuro di molte altre sia nel campo della cantieristica, che delle attività di manutenzione e refitting e degli altri servizi alla portualità. Ciò nonostante il 2014 e il 2015 segnano gli anni di ripresa, seppur debole, grazie principalmente all’export61 e di sostegno solo ad una minima parte delle imprese nautiche italiane più strutturate.

Analizzando il quadro generale del settore, secondo gli ultimi dati in Italia si registra un valore della produzione pari a 1,7 miliardi62 di euro, che corrispondono al 10% del mercato mondiale delle nuove imbarcazioni da diporto (2014). Il nostro Paese è il secondo produttore al mondo di imbarcazioni da diporto dopo gli Stati Uniti (43%) e prima di Regno Unito (6,9%), mentre per la cantieristica dei grandi yacht è leader assoluto mondiale. La leadership della cantieristica italiana è nei fatti un “gioco di squadra”: la grande cantieristica è affiancata infatti da tutta la filiera di supporto con realtà produttive di eccellenza che operano nel settore della subfornitura (motoristica, meccanica, produzione metallurgica) e dei servizi, nel quale confluisce il settore della riparazione (refitting) e nel commercio (vendita dell’accessoristica) e charter (attività di noleggio barche, ecc.)63.

Osservando i valori del fatturato complessivo della nautica (fig. 5), possiamo vedere la sua evoluzione negli ultimi 10 anni.

61 Il fatturato della cantieristica dipende per oltre il 90% dall’export. 62 Rispetto ai sei miliardi di euro di fatturato complessivo del 2008. 63 Fonte: www.gonews.it.

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Figura 5. L’evoluzione del fatturato nautico italiano64

È facile notare come il picco viene raggiunto nel periodo tra il 2007 e il 2008 e come la crisi del 2008 abbia segnato un forte ridimensionamento nei valori di fatturato. Solo dal 2015 in poi si registrano nuovamente delle stime di crescita, pari a circa il 15%. La variazione in negativo tra il valore di fatturato complessivo del 2008 (pari a 6,18 miliardi di euro) e quello del 2016 (pari a 2,9 miliardi di euro) è pari all’incirca al 47% (a fronte della variazione in negativo di oltre 60% registrata nel periodo tra il 2008 e il 2014). Questi dati evidenziano come la nautica italiana ha saputo superare l’intensa crisi cogliendo le opportunità offerte dalle esportazioni e segnando un percorso di moderata ripresa dell’economia nazionale, riportando il fatturato nazionale sopra i 3 miliardi di euro. Il contributo maggiore alla crescita è ascrivibile al comparto della cantieristica, che genera oltre la metà del fatturato del settore (56%), seguito da accessori e componenti (27%), motori (9%), refitting, riparazione e rimessaggio (8%).

64 Fonte: Sintesi Rapporto di Ricerca “ Dinamiche e prospettive di mercato della filiera nautica del

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Figura 6. Comparti del fatturato complessivo della nautica65

Nonostante la bilancia dei pagamenti risulti positiva, grazie alle vendite estere, il mercato interno invece presenta elementi di fragilità.

Tabella 2. Percentuali di produzione per il mercato estero e per il mercato interno66

Anno Produzione per estero Produzione per mercato

interno 2008 53% 47% 2009 58% 42% 2010 67% 33% 2011 79% 21% 2012 86% 14% 2013 93% 7%

In termini percentuali, nel periodo tra il 2008 e il 2009 la produzione cantieristica rivolta all’estero e quelle al mercato interno presentavano una situazione relativamente equilibrata, dove rispettivamente i valori erano del 53% e 58% a fronte della produzione per mercato interno che era variata da 47% a 42%. Tale situazione tuttavia è andata peggiorando nel tempo registrando una quota di produzione rivolta all’interno del solo

65 Fonte: Sintesi Rapporto di Ricerca “ Dinamiche e prospettive di mercato della filiera nautica del

diporto”, V EDIZIONE, Viareggio, 12 maggio 2017.

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7% nel 2013. Ma anche da questo lato il nostro Paese è riuscito a portare dei rinnovamenti, dato che la crescita del mercato interno ha toccato il 21,3% nel 2015, segnando ulteriormente la ripresa del comparto nautico rispetto al 201467.

Per quanto attiene più strettamente al territorio toscano, i dati del rapporto della Camera di Commercio del 2015 fotografano, in termini assoluti, il seguente valore aggiunto complessivo (espresso in euro) nelle diverse province: Lucca con 524 milioni, Grosseto con 421 milioni, Pisa con 321 milioni e Massa-Carrara con 280 milioni68.

Nel 2014 il dato complessivo di esportazioni regionali legato alla cantieristica si attestava a 691 milioni di euro, con la Provincia di Lucca che si posizionava decisamente al primo posto (537 milioni di euro), seguita a distanza dalla Provincia di Livorno (89 milioni di euro di export) e Carrara (45 milioni di euro)69. La rilevanza della nautica da diporto, soprattutto nell’area viareggina, è confermata non solo dai valori di export, ma anche dal numero di imprese e di addetti. Infatti il presente distretto conta all’incirca 1100 imprese che occupano circa 6500 addetti, mentre i dati generali che fanno riferimento alla Toscana contano 2800 imprese per complessivi 15.000 addetti70.

Per rafforzare e sostenere il settore le imprese artigiane puntano soprattutto su: • innovazione

• crescita dimensionale delle piccole/medie imprese

• maggiore visibilità e comunicabilità delle imprese attive nel settore • rafforzamento delle relazioni esterne del comparto

• tenuta dei livelli occupazionali per la salvaguardia delle conoscenze e competenze

L’attuale contesto evidenzia come il ruolo del Made in Italy si conferma nuovamente di estrema rilevanza sul mercato nautico globale e come il mercato italiano sta invertendo la tendenza negativa che lo aveva caratterizzato negli ultimi anni,

67 DE FORCADE R., Nautica, riparte il mercato interno, Sole 24 Ore, 23 settembre 2016.

68 AUTORITÀ DI SISTEMA PORTUALE DEL MAR TIRRENO SETTENTRIONALE, Economia del

Mare Toscana – Impatto e Fattori Critici di Successo, marzo 2016, p.9.

69 Ivi, p. 4. 70 Ivi, p.6.

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segnando una ritrovata vitalità del mercato delle unità da diporto anche dentro i confini nazionali: i dati molto positivi dello stipulato leasing nautico per il 2015 confermano il risveglio della domanda interna e soprattutto il ritorno della fiducia dei clienti italiani (De Forcade, 2016).

Il settore nautico toscano riveste un’elevata importanza in campo nazionale ed internazionale. Si tratta di un insieme di attività collocate all’interno di un “cluster marittimo” più ampio delle aziende che producono beni e servizi legati al mare. Si tratta di un settore che per il proprio prestigio e fama dà un significativo apporto alla creazione di reddito e di occupazione a livello nazionale e come la maggior parte dei distretti industriali rappresenta un tassello fondamentale dell’economia italiana.