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CAPITOLO I IL DISTRETTO INDUSTRIALE

1.3 IL CONCETTO DI NETWORKING O CLUSTERING

1.3.2 Il distretto cartario della Piana di Lucca

Nel sistema produttivo locale di Lucca si sono sviluppate due realtà distrettuali: il distretto calzaturiero ed il distretto cartario. Due realtà molto vicine territorialmente, ma molto distanti dal punto di vista strutturale e dei risultati economici.

Il primo rappresenta il tipico esempio di distretto industriale italiano, in cui la qualità e la forte propensione all’imprenditorialità hanno permesso di ottenere un grande successo nel passato, ma che vive ad oggi molte criticità. Il tessuto imprenditoriale calzaturiero della zona si distingue per l’assenza di una grande azienda guida capace di trainare l’economia locale e per la presenza di molte piccole realtà industriali e artigianali, di cui alcune specializzate in particolari fasi del processo produttivo46.

Il distretto della carta invece, ha fatto “innalzare” alcune imprese di dimensioni medio-grandi, che rimanendo ancorate al territorio sono riuscite a trainare verso il successo anche tutti gli altri soggetti economici che li circondavano.

Il distretto cartario lucchese è caratterizzato dalla produzione ad alto valore aggiunto che richiede saperi, competenze e qualità in ogni fase della produzione, lungo

46 SILVIO BIANCHI MARTINI (a cura di), L'azienda calzaturiera. Le prospettive di sviluppo dell'"area

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tutta la catena del valore. In poco più di trent’anni esso si è trasformato in un’industria che oggi non ha rivali in Europa nella produzione di carta per uso igienico-sanitario, e che ha il grande vantaggio di non essere molto legata all’andamento generale dei consumi e ai portafogli dei cittadini. Con una produzione pari all’80% della produzione nazionale di carta tissue47, è considerato uno dei distretti industriali italiani più

importante e uno dei più grandi d’Europa. Una seconda tipologia di produzione è costituita dal cartone ondulato in fogli usato negli imballaggi, con una produzione pari al 40% del totale prodotto in Italia.

Grazie alla ricchezza d’acqua e ai venti di tramontana che caratterizzano questa area, oltre che alla posizione baricentrica rispetto all’Italia e al bacino del Mediterraneo, la produzione di carta ha avuto qui il suo sviluppo sin dal XIII secolo. In passato la presenza di un fiume dall’acqua pura e dal flusso uniforme costituiva una condizione principale per impiantare un opificio da carta. Il ruolo dell’acqua era duplice: quale forza motrice per muovere le macchine della cartiera, le pile a magli e l’olandese, e allo stesso tempo una delle più importanti “materie prime” per la fabbricazione della carta a mano.

Ad oggi l’area territoriale del distretto comprende 12 comuni ed ha un’estensione di circa 750 kmq. Nel complesso si contano più di 100 aziende con un fatturato pari a quasi 3.500 milioni di euro, ed un numero di occupati oltre le 6.500 unità. Il 78% delle imprese è costituito da cartiere che producono carta per ondulatori, tissue e cartoni per usi industriali, alimentari e imballi, mentre il restante è costituito da cartotecniche. Non meno importante è il settore metalmeccanico che si occupa della produzione dei macchinari48. Il distretto cartario di Lucca e Capannori è un esempio di realtà nella quale le relazioni di fornitura in forma di partenariato evoluto tra le industrie cartarie e le imprese meccaniche sono state fondamentali per raggiungere la leadership internazionale nella produzione di tissue.

47 Con il termine “tissue” si fa riferimento ai prodotti di carta destinati ad usi soprattutto domestici ed igienici, come fazzoletti, carta igienica, carta assorbente da cucina, ecc.

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Tabella 1. Le percentuali di produzione di carta per ondulatori e carta tissue49

Accanto alle imprese del settore della carta, caratterizzate da un elevato know- how e un’alta specializzazione, si possono individuare numerose altre attività manifatturiere e di servizi legate a tutta la filiera produttiva ed appartenenti per lo più agli eco-settori meccanico, elettrico, elettronico, con una forte integrazione verticale del ciclo produttivo.

Figura 4. Le percentuali di fabbricazione delle varie tipologie di prodotto50

L’industria metalmeccanica, cartaria e cartotecnica comprende più del 50% della forza lavoro impiegata ed oltre il 60% del fatturato industriale della provincia di Lucca.

49 Tratto da: www.mastercartalucca.it. 50 Tratto da: www.mastercartalucca.it.

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Nonostante la crisi dell’economia italiana iniziata nel corso del 2008, secondo le stime di Assindustria Lucca l’industria cartaria aveva raggiunto nel 2011 il fatturato record di 3,85 miliardi di euro (oltre ai 500 milioni provenienti dal settore della meccanica). Vista la crescita costante del distretto nel tempo si può affermare come la crisi ha avuto solo un effetto marginale sul distretto, ad eccezione di una piccola flessione nel 2009.

A differenza dei distretti industriali del resto della Toscana, le imprese che popolano questi territori non sono di piccole dimensioni, ma generalmente hanno grandezze medio-grandi. Tra le imprese familiari più note dell’industria lucchese si possono citare Sofidel, Cartiera Lucchese, Pieretti, Ondulati Giusti, che convivono e competono ogni giorno con multinazionali svedesi, inglesi e con gruppi familiari tedeschi.

Anche se negli ultimi cinque anni l’industria cartaria nazionale ha perso 1,7 milioni di tonnellate di produzione, l’industria del tissue ha permesso al distretto di Capannori di rimanere in piedi. Questi risultati sono frutto di una strategia di crescita e di internazionalizzazione avviata da tempo, che ha permesso alle aziende lucchesi di aprire fabbriche nei mercati strategici europei. La costruzione di filiali estere completamente integrate verticalmente ed inserite nei canali distributivi locali, ha permesso l’abbattimento degli elevati costi di trasporto e si è tradotta in un’efficace strategia per la distribuzione. Dati gli elevati costi di trasporto di un prodotto tissue (in gran parte su gomma), generalmente sul mercato nazionale competono solo marchi italiani51 (che attestano in questo modo il vero made in Italy) a causa della bassa convenienza per i produttori esteri di vendere nel mercato italiano.

La competitività tra le aziende concorrenti si orienta su fattori come maggior livello qualitativo, differenziabilità dei prodotti, efficienza delle politiche di marketing e delle promozioni commerciali, rilevanza del marchio e innovazione tecnologica. L’innovazione continua, che si traduce nella realizzazione di macchinari sempre all’avanguardia per aumentare la capacità produttiva e migliorare la qualità del prodotto, è un elemento estremamente importante da quando l’ingresso della grande distribuzione obbliga le aziende operanti nel tissue ad offrire i loro prodotti a prezzi più competitivi. Le quote di mercato sempre più si conquistano mediante acquisizioni, come testimoniano i molteplici acquisti fatti dalla Cartiera Lucchese della famiglia Pasquini e

51 Marchi come Regina, Foxy, Tenderly, Tutto, Tempo oltre le private label della grande distribuzione, prodotte sempre nel distretto.

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dalla Sofidel delle famiglie Lazzareschi e Stefani, che si traducono nella costituzione di grandi gruppi caratterizzati dall’integrazione che va dalla produzione alla commercializzazione del prodotto finito.

Un’altra strada che sarà imboccata dal distretto per migliorare le proprie performance e che acquisirà sempre più importanza in futuro è quella della eco- sostenibilità, che prevede sia la riduzione dei consumi idrici sia la produzione di energia da cogenerazione, sia il riutilizzo di carta da macero, che per la produzione di ondulato ha raggiunto il 100% (Pieraccini, 2012).

I punti di forza dell’impresa lucchese che produce il tissue, soprattutto se è di grandi dimensioni, sono sintetizzabili in52:

❖ una produzione che può estendersi dalla carta al prodotto finito, come carta igienica, tovaglioli, ecc;

❖ processi produttivi efficienti;

❖ macchinari tecnologicamente avanzati, che riducono l’incidenza del costo del lavoro rispetto agli altri distretti manifatturieri (rendendo il settore maggiormente immune alla concorrenza delle aree a più basso costo della manodopera);

❖ una politica di marketing aggressiva volta a far conoscere il proprio marchio al consumatore finale;

❖ una buona propensione all’esportazione e all’internazionalizzazione; ❖ disponibilità di professionalità adeguate e di imprese che offrono servizi

complementari alla produzione della carta (macchinari, manutenzione, trasporti).

Nel successo del tissue ha avuto molto peso la vocazione del territorio con la sua disponibilità delle materie prime strategiche, il grande patrimonio di esperienze interiorizzate da maestranze propense alla lavorazione della carta, la lucidità degli imprenditori pronti ad accogliere l’evoluzione del mercato e, soprattutto, la solidità della cultura meccanica. Anche se inizialmente nella produzione della carta tradizionale venivano impiegate macchine semplici, oggi per mantenere la propria competitività sui

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mercati esteri e nazionali, è necessario l’uso di macchine sempre più complesse e sofisticate. Il forte background meccanico del settore ha permesso di sfruttare appieno quel potenziale di sviluppo che ha visto le macchine per la produzione della carta igienica diventare essenziali nella concorrenza tra i produttori. Per le sue specificità questa industria presenta una domanda sofisticata di tecnologia performante, un’elevata efficienza commerciale e una stabilità produttiva fatta di impianti a ciclo continuo, logistica, ottimizzazione dei costi su tutte le fasi.

In definitiva, il sistema distrettuale lucchese è diventato un polo riconosciuto e riconoscibile a livello internazionale. Ogni giorno diffonde le potenzialità e le prospettive di sviluppo per veicolare l’eccellenza che gli stranieri riconoscono. La sua cultura dell’innovazione e della qualità non solo ha favorito lo sviluppo del settore fino ad ora, ma prospetta il suo successo anche nel lontano futuro.