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CAPITOLO III IL DISTRETTO DEL CUOIO E DELLA PELLE DI SANTA CROCE SULL’ARNO

3.4 GLI ATTORI LOCALI

3.4.3 Lavorazioni conto terzi

Il distretto di Santa Croce sull’Arno si caratterizza per essere l’unico distretto in cui le aziende sono specializzate nell’intera filiera produttiva della pelle, dalla concia della pelle al prodotto finito, che si tratti di calzature o di pelletteria, come borse e abbigliamento.

Il termine “filiera” si riferisce a quell’insieme di aziende che concorrono alla catena di fornitura di un prodotto finito, ovvero quella sequenza delle lavorazioni, effettuate in successione, con lo scopo di trasformare le materie prime in un prodotto finito. Una buona parte di queste lavorazioni sono svolte da aziende “terze”, prevalentemente imprese artigiane di piccole e medie dimensioni, a cui viene affidato lo svolgimento di una o più fasi di lavorazione del processo produttivo conciario. Tale modello produttivo caratterizzato da una struttura frammentata di piccole imprese, integrate con attività conto terzi specializzate in alcune fasi di lavorazione, ha permesso il grande successo commerciale del sistema distrettuale santacrocese.

Questa impostazione originaria, in base alla quale ad una certa quantità di aziende più strutturate si affiancano aziende di minori dimensioni, dette appunto lavorazioni c/terzi, viene mantenuta tuttora dal distretto. Alle aziende “terze” vengono affidate mansioni specifiche e solitamente di tipo meccanico su pellame che viene fornito dalle concerie committenti in c/lavorazione. Queste operazioni meccaniche, data l’elevata specificità, richiedono esperienza, conoscenza, precisione ed alta professionalità sia per il pellame lavorato, sia per i macchinari utilizzati. Il ricorso a tali lavorazioni specifiche è molto frequente e si sviluppa su tutte le fasi di lavorazione del pellame, che sono di tipo differente e variano anche in funzione del tipo di pelle che viene lavorata, del tipo

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di concia che il committente effettua ed in funzione del prodotto finito e, quindi, della sua destinazione (pelletteria o calzature)155.

Il fatto che l’azienda si impegni ad effettuare, per conto di un’impresa committente, una o alcune fasi di lavorazione sui prodotti semilavorati o su materie prime fornite dalla committente medesima, genera i cosiddetti rapporti di subfornitura chiamati conto terzi. Tale forma di decentramento produttivo è frutto della ricerca da parte delle imprese distrettuali di una riduzione dei costi fissi, oltre alla ricerca di maggior qualità ed artigianalità, spesso non presente nella stessa misura in tutte le aziende.

Il contributo che le lavorazioni conto terzi hanno apportato nel tempo alla realizzazione dei prodotti finiti è di grande importanza, perché hanno garantito quella perfezione ed eccellenza tipica del Made in Italy. Sicuramente la fase che viene maggiormente esternalizzata dalle concerie è la fase di rifinizione. La professionalità delle aziende terziste nello svolgimento di questa particolare lavorazione garantisce la qualità e l’aspetto della pelle richiesto dal cliente finale, ovvero il settore della moda. L’innovazione tecnologica e l’elevata creatività dei terzisti garantiscono continuamente l’originalità e l’elevato valore finale del prodotto lavorato.

Per garantire una migliore comunicazione e cooperazione tra aziende, molto spesso questi rapporti di fornitura strategici sono particolarmente curati, perché la rispondenza dei prodotti ai criteri qualitativi richiesti è di fondamentale importanza in un settore dove qualità ed eccellenza sono di primo livello.

Nella recente esperienza, la pressione competitiva a cui sono sottoposti questi subfornitori è molto elevata. Tale situazione rende molti conto terzisti vulnerabili perché si crea una forte dipendenza rispetto ai clienti finali (specialmente se l’azienda dipende completamente da pochi clienti importanti). Soprattutto le aziende dotate di una capacità produttiva non molto consistente e che prestano la propria manodopera per lavorazioni facilmente replicabili dai concorrenti si trovano in maggiore difficoltà e situazione di vulnerabilità. Tale vulnerabilità si manifesta sotto forma di una domanda irregolare, soggetta ad alte fluttuazioni, con momenti di picco sempre più concentrati e periodi di fermo sempre più lunghi156.

155 Tratto da: Osservatorio Nazionale Distretti Italiani.

156 CAVALIERI A., La Toscana dell’Utopia Possibile. Pensieri in libertà fra radici locali e

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Viceversa si sono riscontrati casi aziendali che, avendo investito nella propria struttura produttiva e attrezzandosi quindi con macchinari all’avanguardia, sono riusciti ad offrire un servizio migliore in qualità o in prezzo rispetto ai propri concorrenti. In questi casi alle concerie conviene rivolgersi ad un terzista che offre un servizio estremamente particolare piuttosto che creare internamente alcuni macchinari più sofisticati e costosi. Questa forma di innovazione nel mercato dei terzisti permette all’azienda che lavora in c/terzi di offrire un prodotto che le altre aziende157 non hanno o che non possono creare autonomamente, mantenendo lo stesso livello di efficienza o di qualità. Il successo di questi imprenditori sta nel fatto che sono riusciti a coniugare la propria originaria flessibilità produttiva con una specializzazione di lavorazione altamente qualificata e una capacità di intrattenere relazioni di mercato sul territorio distrettuale ma anche al di fuori del distretto, sfruttando una nicchia di domanda di lavorazioni che permette loro di lavorare e vivere bene.

Molte aziende inoltre, per cercare di ridurre la dipendenza da un numero ristretto di clienti e per aumentare il proprio potere contrattuale nei loro confronti, stabiliscono delle soglie massime di lavorazioni da effettuare per ciascuno. In questo modo non dipendono in maniera assoluta da uno o pochi clienti, ma riescono a stabilizzare la domanda di lavoro e soprattutto ad evitare ripercussioni negative in caso di perdita di clienti importanti e di grandi dimensioni. Questa è una forma di protezione per la quale spesso le aziende optano per cercare di sopportare al meglio la crescente pressione competitiva ed essere meno influenzati dalle fluttuazioni della domanda di lavorazioni.