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CAPITOLO III IL DISTRETTO DEL CUOIO E DELLA PELLE DI SANTA CROCE SULL’ARNO

3.2 BREVE DESCRIZIONE DEL DISTRETTO DI SANTA CROCE SULL’ARNO

Il distretto di Santa Croce sull’Arno è uno dei tre principali distretti in cui è concentrata l’attività conciaria del nostro paese135. Esso è situato nella Toscana

Centrale, si estende in un raggio di 10 chilometri, e conta circa 100.000 abitanti. Comprende i Comuni di Castelfranco di Sotto, Montopoli Valdarno, Santa Croce sull’Arno, Santa Maria a Monte e San Miniato, nella provincia di Pisa, e Fucecchio nella provincia di Firenze. Il distretto rappresenta una delle principali realtà nel campo della lavorazione conciaria a livello italiano ed internazionale. L’attività principale delle imprese del comprensorio è la produzione di pelli e cuoio da suola e ha come mercato di riferimento quello della moda e del design.

Le prime attività conciarie della zona risalgono alla metà dell’800, grazie alle favorevoli condizioni come la disponibilità d’acqua e gli allevamenti regionali di bestiame. L’origine è artigianale, con le piccole concerie che svolgevano la loro attività

135 Gli altri due distretti sono: distretto conciario di Arzignano (Vicenza) rivolto prevalentemente alla produzione di pellame per arredamento e carrozzeria, caratterizzato da aziende da grandi dimensioni che creano grandi quantità di articoli standardizzati e a basso contenuto di moda; distretto conciario di Solofra (Avellino) che produce soprattutto pellame ovino da abbigliamento.

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all’interno delle abitazioni nei paesi. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale si assiste all’espansione di questa attività che va quindi a collocarsi nel tessuto urbano esistente, e solo con gli anni ‘70 inizierà il processo di delocalizzazione degli insediamenti produttivi dai centri abitati alle zone industriali (associazione conciaria). È da quel momento che la distrettualità comincerà a prendere corpo, facendo nascere negli imprenditori uno spirito unitario nello svolgimento della loro attività. In quegli anni le associazioni di categoria acquisiscono una forte connotazione operativa, svolgendo per conto delle aziende un’opera di rappresentanza a livello istituzionale e fornendo al distretto competenze specifiche per la soluzione delle varie problematiche. Questo processo dà avvio ad un percorso di industrializzazione caratterizzato dalla concertazione delle politiche di sviluppo fra le amministrazioni pubbliche locali e le imprese, attraverso le proprie associazioni, che istituzionalmente le rappresentano136.

Nel distretto è concentrato circa il 35% della produzione nazionale di pelli ed il 98% della produzione nazionale di cuoio da suola (il 70% di quello dei Paesi Comunitari). Inoltre sono presenti circa 600 aziende tra concerie e lavorazioni conto terzi, con 8.000 addetti ed una dimensione media di circa 12 addetti. Oltre a queste realtà, col tempo si sono sviluppate anche altre attività che supportano direttamente o indirettamente la produzione dell’intero distretto. Attività come la fornitura dei prodotti chimici e delle macchine per conceria (il settore macchine per conceria presente nel distretto rappresenta il 30% della produzione nazionale), e manifatture dell’abbigliamento, della pelletteria e delle calzature.

Uno studio realizzato dall’IRPET137 per conto del distretto di Santa Croce, conferma una realtà produttiva di prim’ordine, strategica dell’industria toscana della moda: il fatturato è stimato in 2,4 miliardi di euro, per oltre il 70% all’export, con un valore aggiunto superiore a 420 milioni (Pieraccini, 2018).

136 www.assoconciatori.com.

137 Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana provvede allo studio della struttura socio economica regionale e delle sue trasformazioni, degli andamenti congiunturali e dei relativi strumenti economici.

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Tabella 3. I principali dati del distretto (valori assoluti e percentuali 2013)138

Un ulteriore elemento che svolge un ruolo significativo nell’attività produttiva del distretto è l’attenzione al tema dell’inquinamento. Il settore conciario locale, riunito nell’Associazione Conciatori di Santa Croce e nel Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, ha sempre cercato di risolvere le problematiche del disinquinamento a cominciare dalla costruzione e gestione dei depuratori centralizzati, la realizzazione di aree industriali per il trasferimento delle concerie dalle aree urbane, la gestione dei rifiuti e il riutilizzo dei sottoprodotti. Gli investimenti colossali che sono stati destinati alla depurazione hanno fatto sì che gli impianti di depurazione del distretto siano fra i più grandi e funzionali d’Europa. Oltre a permettere il rispetto dei limiti di legge, essi assicurano costantemente un risultato tecnico che si evidenzia considerando che il carico inquinante in ingresso viene abbattuto per oltre il 98%.

Dal lato degli approvvigionamenti, invece, si può documentare che la concia italiana si approvvigiona per il 90% all’estero139. L’import della materia prima è

essenziale per il settore e ha origine da 119 Paesi. Nel dettaglio, il 52% delle importazioni in volume si riferisce a pelli grezze mentre il 47% è costituito da pelli semilavorate.

138 Fonte: Associazione Conciatori – Consorzio Conciatori Ponte a Egola.

139 Il 95% del grezzo viene prodotto in Stati dotati di leggi su allevamento, trasporto e macellazione; l’83% del grezzo acquistato dalle concerie italiane è comunitario, ovvero proviene da Paesi dotati di un efficiente e rispettato quadro legislativo sul benessere animale nelle fasi di allevamento, trasporto e macellazione.

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Figura 19. L’import di pelli grezze e semilavorate (anno 2016)

(UNIC, 2017)

Quasi tutte le pelli lavorate (99%) sono un sottoprodotto dell’industria alimentare, recuperato attraverso le operazioni chimiche e meccaniche del processo conciario e trasformato in materiale ad alto valore aggiunto per le varie manifatture a valle: arredamento, articoli di moda, calzatura, pelletteria. Le concerie locali lavorano principalmente pelli di vitello e bovine di medie dimensioni.

Nonostante la contrazione della domanda di pelli e cuoio per calzature avvenuta negli ultimi 10-15 anni, “specchio” dell’invasione delle sneakers di gomma, il distretto si è riposizionato sull’alta qualità e sulle pelli per borse, affermandosi come fornitore privilegiato anche del vicino distretto fiorentino della pelletteria di lusso140. I radicali mutamenti nello scenario competitivo e l’elevata concorrenza dei Paesi emergenti hanno spinto il distretto di S. Croce sull’Arno a creare continuamente nuove tendenze che influenzano fortemente la pelle per la moda e le scelte delle maggiori aziende del fashion mondiale: Versace, Armani, Gucci, Prada, Luis Vuitton e molte altre. Ogni stagione, da queste aziende nascono idee creative e le pelli che si ritrovano nelle vetrine delle più prestigiose boutique del mondo. La grande capacità produttiva delle imprese deriva dalla bravura degli imprenditori nel cogliere le opportunità del mercato e nel

140 PIERACCINI S., Distretti, Santa Croce sull’Arno diventa centro di formazione per la concia, Il Sole 24 Ore, 7 giugno 2018.

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sapersi adattare ai continui cambiamenti nei gusti e nelle richieste dei clienti. Una tale concentrazione di aziende e di operatori in una realtà territoriale così circoscritta favorisce ogni giorno lo scambio di esperienze, la ricerca continua del meglio, l’affinamento delle capacità individuali volte a far emergere la volontà a fare di più e a fare meglio.

La ricerca e l’innovazione, la qualità e la creatività, le tradizioni culturali e artistiche, la filosofia consortile, la sostenibilità ambientale sono solo alcuni degli elementi fondamentali su cui si basa il successo commerciale del distretto141 e che garantiscono la ricchezza dell’offerta di prodotti di “eccellenza”. L’amalgama che si crea dalla fusione di questi elementi rappresenta l’humus necessario ed indispensabile in cui le idee continuano a nascere e in cui l’arte di fare e di creare del settore continua a svilupparsi.

Per questo è importante che il ricambio generazionale sia continuo, che non si interrompano i processi di maturazione e di formazione degli imprenditori e delle maestranze; per questo deve essere mantenuto costante lo stato di tensione e di sensibilità sugli aggiornamenti scientifici, sulle innovazioni tecniche e sulla moda.