PARTE III: LA DOCUMENTAZIONE STATUNITENSE
5.6 Adeguatezza delle misure giuridiche e di polizia
Il potere che i cartelli esibirono e l’abilità mostrata nel cooperare in sicurezza in Colombia sollevò dubbi circa l’effettiva capacità del governo colombiano di sfidare il traffico di droga.
Da un lato, le vittime tra le forze di polizia, i giudici ed i politici colombiani mostravano la sincerità dello sforzo. John Lawn disse davanti al Committee che le forze di polizia e le autorità militari erano state “active in the interdiction of cocaine and marijuana, as well as cocaine essential chemical shipments”200.
Allo stesso tempo, il fatto che il mercato della cocaina fosse cresciuto in misura e scopi e che le organizzazioni continuassero ad operare impunite, suggeriva che la campagna di corruzione e violenza avesse aperto una breccia nel governo colombiano.
Il Dipartimento di Stato statunitense nell’International Narcotics Control Strategy del 1988 concludeva che la Colombia “does not yet have a coordinated strategy to combat the traffickers, and the judiciary, in particular, is virtually paralyzed”201. Quella paralisi era
esemplificata dai problem associate all’estradizione dei trafficanti colombiani negli Stati Uniti.
Ciò che i membri dei cartelli temevano di più, secondo il rapporto, era proprio questo. Quando il trattato d’estradizione tra Stati Uniti e Colombia entrò in vigore, nel 1982, i cartelli reagirono immediatamente. Innanzitutto, lanciarono una campagna pubblica mettendo in discussione la costituzionalità dell’accordo. Dopodiché un’unità terroristica irruppe nel palazzo della Corte Suprema colombiana ed uccise undici giudici. L’attacco, avvenuto il 6 Novembre 1985 al Palazzo di Giustizia di Bogota, portò ad oltre cento vittime. Sebbene esso fosse stato attribuito all’M-19, pareva piuttosto chiaro, secondo il rapporto del Subcommittee, che fosse collegato al narcotraffico dal momento in cui nell’assalto andarono bruciati tutti i documenti relativi ai casi d’estradizione202.
200 Testimonianza al Subcommittee di John Lawn, Parte 4 p.6.
201 International Narcotics Control Strategy Report, U.S Department of State, 1988, p. 86.
202 Più volte questa ipotesi fu, in realtà, smentita sia dalla commissione che indagò sul
caso nel 1986, che da Ana Carrigan, autrice di “The Palace of Justce: A Colombian Tragey” (Four Walls Eight Windows, 1993). D’altro canto, nel 2005, in un intervista al magazine “Cromos”, l’autrice sostenne, al contrario, che in relazione alle pressioni per il giudizio della Corte Suprema sul trattato di estradizione con gli Stati Uniti non era da escludersi un coinvolgimento, almeno finanziario, del cartello.
Infine, se credibile, anche l’allora amante (1983-1987) di Pablo Escobar, la presentatrice televisiva Virginia Vallejo ha affermato che Escobar aveva finanziato l’assalto al Palazzo. Vedi; Carrigan, Ana, “The Palace of Justice: A Colombian Tragedy”, Four Walls Eight Windows, 1993, p. 268-279;
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Gli Stati Uniti, nondimeno, provarono ad estradare per due volte Jorge Ochoa dalla Colombia. Ochoa era stato condannato per spaccio di droga nel 1984. Gli ufficiali DEA avevano calcolato che avesse messo in circolazione circa sessanta tonnellate di cocaina verso gli Stati Uniti tra 1982 e 1987. Il primo sforzo per l’estradizione fu tentato quando Ochoa fu arrestato in Spagna nel 1985 con l’accusa di traffico di droga. Gli Stati Uniti chiesero allora l’estradizione dalla Spagna, ma gli avvocati dell’imputato persuasero il governo colombiano a chiedere l’estradizione verso il suo paese d’origine, pur con la stessa accusa pendente. Il giudice spagnolo decise allora di rispedire Ochoa in Colombia dove un giudice lo rilasciò quasi immediatamente. Tuttavia, la richiesta d’estradizione non fu impugnata in modo particolarmente aggressivo dal governo statunitense. L’assistente del procuratore generale Richard Gregorie protesto circa il comportamento tenuto dal Dipartimento di Stato riguardo l’estradizione di Ochoa dalla Spagna.
Descrisse il suo incontro con l’ambasciata statunitense di Madrid, notando: “I dealt with a very nice secretary, but she was the most knowledgeable person in the embassy as to what was going on with the extradition […] here is the mosto significant dope dealer in history, and they’ve got this nice little old secretary who is the only one who knows everything there is to know about this guy getting extradited”203.
Gregorie continuò dicendo che quando il Procuratore Generale Meese venne coinvolto nel caso, non richiese alcun briefing coi procuratori federali coinvolti nel caso. Inoltre, Meese non si confrontò con i procuratori che avevano sostenuto il caso nella sua discussione con i funzionari del governo spagnolo204.
Nel Novembre 1987, Ochoa fu arrestato dalla polizia colombiana e fu trattenuto in custodia con l’accusa di aver trasportato illegalmente tori nel paese. Gli Stati Uniti cercarono allora di ottenere l’estradizione di Ochoa pur senza che sussistesse più il trattato d’estradizione, che era stato infine giudicato incostituzionale dalla Corte Suprema colombiana. I colombiani assicurarono ripetutamente i funzionari statunitensi che avrebbero voluto estradare Ochoa, ma che non erano riusciti a trovare alcun appiglio legale o politico a cui appoggiarsi.
Dopo settimane di frustranti discussioni in cui si susseguirono tecnicismi legali in serie, un giudice colombiano rilasciò Ochoa, sostenendo che aveva passato abbastanza tempo in cella per l’accusa cui coi era stato arrestato. Gli Stati Uniti ancora una volta protestarono per il rilascio ed il governo colombiano aprì un’inchiesta sul giudice che lo aveva liberato. Tuttavia il danno era fatto e Ochoa era libero, di nuovo.
Vallejo, Virginia, “Amando a Pablo, odiando a Escobar”, Random House Mondadori, 2007.
203 Testimonianza al Subcommittee di Richard Gregorie, Parte 4, pp. 144-145.
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Dal punto di vista statunitense, il secondo tentativo di estradare Ochoa dalla Colombia rimase sul tavolo e nei livelli regionali del Dipartimento di Stato per molte settimane. L’unica indicazione d’interesse ad alto livelle in materia era una lettera del Procuratore Generale Meese ai colombiani. Fu solo dopo il rilascio che l’allora presidente Reagan sollevò la questione direttamente col presidente colombiano.
L’unico grande trafficante estradato dalla Colombia fino al 1988 era dunque Carlos Lehder, espulso dal paese nel Febbraio 1987. Fu condannato all’ergastolo per l’accusa di traffico illegale a livello federale nell’Agosto 1988. Il Dipartimento di Stato attribuì l’estradizione al fatto che tutti i procedimenti legali del caso erano stati completati prima che la Corte Suprema colombiana dichiarasse incostituzionale il trattato d’estradizione. All’interno del mondo del narcotraffico, però, si riteneva che Lehder fosse stato estradato perché i suoi collaboratori lo vedevano come l’anello debole della catena, per cui avrebbero dovuto tagliarlo fuori dal business.
I colleghi ritenevano, infatti, che stesse parlando troppo, facesse pesante uso di cocaina e che le sue azioni attirassero troppo l’attenzione205. Secondo queste fonti, spiega il rapporto,
i cartelli avrebbero di fatto venduto Lehder al governo colombiano, che non si oppose all’estradizione.
I problemi per l’estradizione in Colombia accentuarono i problemi, ben più profondi, del governo del paese circa il livello di corruzione. John Lawn, amministratore della DEA, testimoniò che “individuals who cannot be corrupted are given the option of silver of lead and judges in Colombian are given that particular option – that is take the money of be killed – even those good individuals in today’s environment find themselves corrupted”206. L’estensione del fenomeno veniva sottolineata dallo stesso Leigh Ritch, che considerava le forze dell’ordine colombiane come inesistenti: “you could load right at the dock in certain cities where the loading would take place, you know a city, or pay terminal”207.
Floyd Carlton descriveva come l’omicidio del Ministro della Giustizia Bonilla fu coordinando con membri all’interno del ministero: “I’m there with Jorge, Fabio [Ochoa brothers], both of them … and suddenly, I heard a conversation in which right – apparently right form the ministry, offices of these people, information was being given to them. Apparently, they know that this gentleman was going to leave the position of ambassador, and he was going to somewhere else”208.
205 Testimonianza al Subcommittee di Ramon Millian Rodriguez, Parte 2, 11 Febbraio
1988, p.84.
206 Testimonianza al Subcommittee di John Lawn, Parte 4, p. 42.
207 Testimonianza al Subcommittee di Leight Ritch, Parte 2, p.63.
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