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PARTE I: LA COLOMBIA

1.3 Il cartello di Cali

Alla metà degli anni ’90 il cartello di Cali copriva la fornitura dell’80% della cocaina mondiale – oltre 600 tonnellate per anno. Durante la fine degli anni ’80, i gruppi di Cali cominciarono ad assumere l’effettivo controllo della produzione e distribuzione sull’asse Perù-Bolivia-Colombia, soppiantando il cartello di Medellin. Laddove Medellin era oltremodo violento, i membri di Cali impararono quanto ciò potesse danneggiare gli affari, portandoli ad agire con maggior circospezione, almeno pubblicamente. Inoltre, l’ascesa era basata sull’uso di pratiche di vero e proprio business: gli agenti di polizia colombiani si riferivano a loro come “los caballeros” (i gentiluomini), in contrasto con i “los hampones” (i teppisti) di Medellin59.

Inizialmente, il Cartello usò la rotta caraibica per il trasporto di droga e di denaro per e da gli Stati Uniti. Con l’aumento dei controlli statunitensi, le perdite del cartello andarono aumentando, portando a dirigere le proprie operazioni verso il Messico, contrattando con le organizzazioni messicane il contrabbando attraverso il confine Sud statunitense. All’inizio, il cartello pagava i messicani 1000 $ o 2000 $ per chilo. Come la dipendenza dalla lingua di terra centroamericana crebbe, i messicani a loro volta divennero più sofisticati, fino a portarli a essere pagati in prodotti (il 40-50% della droga). Tuttavia, i profitti del cartello rimasero enormi: la DEA, testimoniando davanti al Congresso, stimava che i profitti dei kingpin di Cali fossero più di 8 miliardi di dollari nel solo 1995. Per fare un confronto, le entrate annuale dal principale export colombiano, il petrolio, era circa 1.5 miliardi (1995); il budget annuale della DEA raggiunse appena il miliardo di dollari per la prima volta nel 1997; la Coca-Cola poteva vendere quasi 8 miliardi (con profitti da 120 milioni); la General Motors e Wal-mart insieme potevano fare poco meno di quella cifra. Se il cartello di Cali fosse stata una corporation, sarebbe stata al numero uno, davanti a Exxon (7.5 miliardi), General Electric (7.3 miliardi), Philip Morris (6.3 miliardi) ed IBM (5.4 miliardi)60.

Ovunque il cartello di Medellin avesse usato la violenza e la corruzione per contrabbandare la droga negli Stati Uniti, Cali usò l’inganno e l’astuzia. Per esempio, agli agenti U.S. Customs e DEA capitava spesso di scoprire cocaina nascosta all’interno di tavole di cedro scavate, nel 1988, la U.S. Customs ne sequestrò 3.270 chili nascoste in 700 navi provenienti dall’Ecuador; oppure in blocchi di cioccolata, come il caso dei 2.270 chili in 1.200 blocchi di cioccolata scoperti nel 1988 in navi sempre dall’Ecuador; o anche nascoste in barili di prodotti chimici tossici, come i 5.000 chili di cocaina scoperti dalla polizia di New York in 250 barili di lisciva tossica. Le risorse del cartello di Cali parevano infinite.

Cali fu guidato da quattro figure chiave del crimine colombiano – Gilberto e Miguel Rodriguez-Orejuela, Jose Santacruz Londono e Pacho Herrera.

59 US, Department of Justice, “The Cali Cartel: The New Kings of Cocaine”, Drug

Intelligence Report, Novembre 1994.

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Tuttavia essi furono tutti arrestati nel 1995, e Londono fu ucciso dopo un’evasione dal carcere nel 1996. Inoltre, tutti e quattro subirono il titolo di Narcotrafficanti (lett. SDNT, specially designated narcotics traffickers) stabilito dal presidente Clinton nell’Ottobre 1995, insieme ad altri 335 individui e gruppi di business sotto il loro controllo61.

Oltre ai tre kingpin di Cali, altri cinque leader furono arrestati e incarcerati sempre nel 1995. Durante questi arresti, migliaia furono trovati di documenti chiave che determinavano il cartello come un vasto impero finanziario. Questi furono i pilastri per l’istituzione della Presidential Directive Decision 42. In generale questo fu l’ordine degli arresti ai membri di Cali nel solo 1995:

1) 5 Giugno: arresto di Cachique Rivera, fornitore peruviano di cocaina, catturato a Bogota ed estradato in Perù.

2) 9 Giugno: arresto di Gilberto Rodriguez-Orejuela, leader del cartello, durante un raid di polizia a Cali

3) 19 Giugno: arresto di Henry Loaiza, considerato la mente delle operazioni “militari” del cartello, arresosi ai militari a Bogota.

4) 24 Giugno: arresto di Victor Patino, ritenuto l’esperto di contrabbando marittimo, arresosi alla polizia militare di Bogota.

5) 4 Luglio: arresto di Jose Santacruz Londono, uno dei leader, catturato dalla polizia in un ristorante di Bogota.

6) 7 Luglio: arresto di Julian Marcillo, uno degli esperti finanziari al servizio del cartello, catturato dalla polizia nell’appartamento della fidanzata a Bogota. 7) 8 Luglio: arresto di Phanor Arizabaleta, esperto di pulizia di denaro sporto e

fornitura di prodotti chimici per la produzione di cocaina, arresosi alle forze di sicurezza nazionale a Bogota.

8) 6 Agosto: arresto di Miguel Rodriguez-Orejuela, numero due del cartello, catturato in un’incursione della polizia a Cali62.

61 Per effetto dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) e la

Presidential Directive Decision 42, che proibiva a qualsiasi compagnia americana e a singoli imprenditori di fare affari con i trafficanti di droga colombiani.

62Richard, James R., “Transnational Criminal Organizations, Cybercrime, and Money

Laundering – A Handbook for Law Enforcement Officers, Auditors, and Financial Investigators”, CRC press, Boca Ranton (Florida), 1998.

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1.3.1 I Leader del Cartello di Cali

La famiglia Rodriguez-Orejuela

Gilberto e Miguel Rodriguez-Orejuela, arrestati il 9 Giugno ed il 6 Agosto 1995, controllavano una delle più vaste e sofisticate organizzazioni criminali della storia; secondo la DEA “an immense monolithic network of compartmentalized celles of smugglers, transporters, distributors, and money launderers”. Gilberto era noto come il pianificatore strategico dell’organizzazione. Conosciuto con il soprannome di “Lucas” o “El Ajedrecista”, fu condannato a Miami nel Giugno 1995 (al momento dell’arresto in Colombia) per importazione illegale di 200 tonnellate di cocaina in 10 anni. Suo fratello Miguel Angel ( che avveva vari soprannomi, fra cui “El Senor”, “Patricio”, “Pat”, “Manuel”, “Manolo”, “Mike”, “Mauro”, “Doctor MRO”) era lo specialista di trasporti della famiglia e responsabile delle operazioni giornaliere, assistito dal figlio William Rodriguez- Abadabia.

L’organizzazione era alleata con la Amado Carrillo-Fuentes del Messico. Tuttaiva, dall’incarcerazione dei fratelli Rodriguez-Orejuela, il vecchio gruppo si sciolse in tante piccole entità, perlopiù stroncate negli Stati Uniti con l’Operation Zorro II del 199663.

Josè Santacruz Londono

Prima dell’arresto a Bogota, Londono (detto “Chepe”, “Don Chepe”, “El Gordo Chepe”, “07”) era il terzo in grado dei kingpin di Cali. Fu imprigionato nella tristemente nota prigione colombiana de La Picota, fino alla sua evasione nel Gennaio 1996, con l’aiuto di due compagni di cella. Fu ucciso in un conflitto a fuoco con la Polizia Nazionale. Sotto la sua leadership, controllò gran parte del traffico di cocaina verso gli Stati Uniti e con essi i principali centri di New York, Miami, Los Angeles, San Francisco, Houston, Las Vegas e Chicago. Era considerato il più violento del cartello, nonché esperto in riciclaggio di denaro64.

Pacho Herrera Buitrago

Il quarto principale kingpin di Cali, Helmer “Pacho” Herrera Buitrago (detto “H7”) si arrese alle autorità nel 1° Settembre 1996. Era noto per operare in alcune delle più sofisticate operazioni di riciclaggio di denaro del cartello, con base a New York.

63 US, Department of Justice, “The Cali Cartel: The New Kings of Cocaine”, Drug

Intelligence Report, Novembre 1994, p. 2.

64 US, Department of Justice, “The Cali Cartel: The New Kings of Cocaine”, Drug

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L’intera organizzazione di Buitrago (57 individui e ben 21 esercizi) furono soggetti alla Presidential Directive Decision 42 del 15 Gennaio 199765.