PARTE III: LA DOCUMENTAZIONE STATUNITENSE
10. Ripensare la questione della droga
10.8 Le problematiche di una possibile legalizzazione
Un errore continuamente ripetuto nelle passate decadi è stato l’aumento dei costi della polizia, del tutto inefficace piuttosto di un intervento a cura dell’endemica disinformazione statunitense in materia di droghe. Sin dalla giovinezza, l’educazione circa la droga pone false polarità. Possono essere innocue oppure possono “friggerti il cervello”. I pericoli della marijuana furono oltremodo esagerati negli anni ’50 e ’60. Assurdità come che la marijuana rendesse più violenti piuttosto che scoraggiarne il consumo, rafforzarono false illazioni nella direzione opposta – ovvero che essa non facesse alcun danno.
401Center for the Study of Law and Society, “Courts, Probation, and Street Drug Crime:
Executive Summary and Conclusions”, Final report on the Targeting Urban Crime Narcotics Task Force, 1988, pp. 4-5-9.
402 Reuter, Peter, “The D. C. Crime Surge: An Economist Looks at the Carnage”, The
Washington Post, 26 Marzo 1989.
403 Reuter, Peter, “The D. C. Crime Surge: An Economist Looks at the Carnage”, The
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Gli effetti di una droga, siano essi immediati o indiretti, sono complessi e vari in relazione alle proprietà chimiche del prodotto, il modo in cui è consumato, la potenza, la quantità, la frequenza, le circostanze biologiche, sociali e psicologiche del consumatore. Se alcune persone sono in grado di gestire il proprio consumo di alcol, cocaina e marijuana; molte altre no.
Spesso è stata proposta la legalizzazione come via alternativa alla vasta espansione di forze dell’ordine attuata sin dall’amministrazione Reagan. D’altro canto, secondo Skolnick, essa non può essere considerata una panacea. Molte sarebbero le questioni sul tavolo: che tipo di legalizzazione andrebbe effettuata? Quali droghe dovrebbero essere lecite? Quali sarebbero i costi ed i benefici e per chi? La legalizzazione può, infine, essere riconciliata con una messaggio morale positivo?
Essenzialmente, la legalizzazione implica quattro modelli di riferimento. Il “free-market model” permetterebbe che tutte le droghe, anche eroina e cocaina, potrebbero essere vendute come aspirina, sul bancone del farmacista. Un simile modello mostrerebbe gli argomenti più forti a favore della legalizzazione. In un sol colpo, il libero mercato potrebbero essere spazzati via il contrabbando (le droghe sarebbero tassate), i cartelli, le vendite per strada e la violenza a ciò connessa. Poco meno restrittivo è il “cigarette paradigm”, regolamentando soltanto circa l’età dell’acquirente. L’alcol offrirebbe un terzo, più regolato modello, mentre il modello più restrittivo sarebbe il “prescription drug paradigm”, già impiegato per i trattamenti di metadone, di tranquillanti e sonniferi.
La marijuana offre da tempo il caso più plausibile di non proibizione. Se venisse regolata la marijuana in maniera più severa di quanto non venga fatto con l’alcol, verrebbe, infatti, risolto il problema di quella gran parte di arresti per droga che non porta alcun significativo impatto sulla salute pubblica. Ci si potrebbe aspettare che più persone userebbero marijuana, ma non molte, data anche una maggior coscienza verso la sobrietà e la salute rispetto agli anni ’60. Nessuno dei modelli proposti potrebbe funzionare perfettamente. Più controlli il governo impone, maggiori sarebbero gli incentivi per un mercato illegale. Se venisse permessa la vendita e l’uso di marijuana poco potente, in realtà, il mercato illegale sarebbe stimolato a crearne di più forte. Se il controllo venisse posto sulle vendite ai più giovani, qualcuno senz’altro si rivolgerebbe al mercato nero, come ancora accade oggi. Se la cocaina in polvere venisse legalizzata, si genererebbero incentivi a produrre crack – ovvero cocaina lavorata, adatta al fumo. Spiegano i neurologi Lawrence Golbe e Michael Merkin: “Absorbed across the pulmonary vascular bed, it produces a more intense euphoria and more precipitous withdrawal than Cocaine HCL and is therefore more addictive”404.
Non esistono piani perfetti di legalizzazione, ma i benefici della legalizzazione della marijuana sembrerebbero superare i costi prodotti dall’aumento di polizia.
404Golbe, Lawrence I. e Merkin, Michael D., "Cerebral Infraction in a User of Free-Base
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D’altro canto, dal momento che crack, eroina e fenciclidina rimangono presenti nelle città, le conseguenze di una legalizzazione potrebbero risultare disastrose, generando un aumento dei consumi, soprattutto fra i più giovani. Ottenere simili droghe, secondo Skolnick, è già abbastanza semplice di per sé, sebbene non quanto in un regime di legalizzazione. La ragionevole prudenza porterebbe a richiedere che simili droghe rimangano illegali. Come osservava John Kaplan in opposizione alla legalizzazione della cocaina: “If we legalize cocaine now, how long should we wait before deciding whether we made a mistake? And if we decided that we had, how would we go about recriminalizing the drug?”405
La questione, inoltre, non sarebbe soltanto relativa a cosa legalizzare, ma a come influenzare il messaggio che accompagnerebbe la legalizzazione. Legalizzare un “vizio” non necessariamente ne comporta l’approvazione o la promozione, sebbene ciò, secondo Skolnick, sia possibile negli Stati Uniti. Quando il proibizionismo fu revocato, le porte dei saloon furono spalancate. Non fu soltanto legalizzato il distillato, ma anche il bar, il cocktail lounge e con esso una cultura del bere. Quando fu legalizzato il gioco d’azzardo – lotterie, casinò, giri di scommesse – i governanti promossero altresì, spudoratamente, il gioco stesso. Tuttavia, spesso è possibile conciliare la legalizzazione con un forte messaggio per la salute pubblica. Quando in Inghilterra furono legalizzati i casinò nel 1968, il proposito era di controllare il crimine organizzato. Essi non consentirono alcuna pubblicità agli esercizi, nemmeno attraverso le scatole di fiammiferi o pubblicità attraverso la directory telefonica.
Similmente, se venissero eliminate le sanzioni penali per il possesso di marijuana, e la vendita venisse strettamente regolata, questa depenalizzazione necessiterebbe di un grande proposito morale – ridurre la violenza ed il crimine, migliorare la sicurezza pubblica e la salute attraverso un’educazione alla droga e attraverso trattamenti, rinvigorire il senso di comunità. La legalizzazione della marijuana, in conclusione, non dovrebbe necessitare di alcun appoggio. Al contrario, la tassazione (salata) dovrebbe scoraggiarne l’uso, seppure permesso.
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